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Tutti i vincitori del World Press Photo


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avatarsenior
inviato il 13 Aprile 2019 ore 13:19

Sono d'accordo con Grizzly e non capisco chi critica quella foto. La forte valenza politica è un pregio in più dell'immagine e non certo un suo limite. D'altronde è una foto molto attuale e questo conta tantissimo nel concorso.

user134371
avatar
inviato il 13 Aprile 2019 ore 14:23

La foto vincitrice è stata politicamente raccontata in maniera errata: succederebbe lo stesso se un piziotto entrasse al supermercato e perquisisse una donna con figlia perché sospetta di furto. Per di più da molti giornali è stata raccontata in maniera errata.

Altre foto sono "impostate" e non andrebbero classificate come fotogiornalismo...

Molte non le capisco senza didascalia.

avatarjunior
inviato il 13 Aprile 2019 ore 14:52

@thegios il senso della foto trascende il contesto dello scatto. Non cambia nulla l'innocenza o la colpevolezza, la foto inquadra la prospettiva di un bambino catapultato nel mondo degli adulti e nient'altro. Cosa pensi possa importare alla piccola se sia giusto arrestare o no sua madre quella piange perché vede sua madre in quello stato. In aggiunta a ciò il contesto rafforza un messaggio, ma appunto rafforza non trasforma ne distorce.

user134371
avatar
inviato il 13 Aprile 2019 ore 14:58

Secondo me stiamo dicendo la stessa cosa, solo che tu vedi il "rafforzamento" creato dal contesto di questa foto, io vedo l' "indebolimento" della stessa foto in contesto diverso.

avatarjunior
inviato il 13 Aprile 2019 ore 15:02

Ma ti sei accorto che nessuno ha parlato del contesto in cui la foto è stata scattata? Poteva essere anche uina perquisizione a seguito di rapina in flagranza e la forza della foto sarebbe stata la stessa.
Chi è che strumentalizza? Chi coglie il messaggio e si emoziona o chi lo respinge o fa critica politica?
C'è da dire che è una di quelle foto che lascia il segno, perché il contesto in cui è stata scattata è comunque noto e da lì a una settimana il governo americano ha abolito la legge che consentiva di dividere le famiglie degli immigrati irregolari. Tutto ciò malgrado non siano mai stati divisi i protagonisti di quella foto.

avatarsenior
inviato il 13 Aprile 2019 ore 17:06

Più o meno tutti piangono allo stesso modo quando muore un proprio caro, però c'è una certa differenza se quel caro è appena morto ucciso o di vecchiaia o di malattia. Se quel morto è un bambino o un vecchio. Se quel morto era una brava persona o un mafioso. Se quel morto è famoso o è uno sconosciuto.

Il contesto è fondamentale e fa del tutto parte del messaggio.

Dire che "la bambina piangerebbe comunque" denota una tale incapacità di capire non la fotografia, ma il mondo intero, che tutto quel che discende da una premessa simile non può essere che aberrante, come aberrante è la mente di chi la pensa così.

Tornando alla foto: la sua forza sta proprio nella scena che racconta un contesto, un contesto che si capisce al volo e che tutti conosciamo; anche il fatto che le menti aberranti reagiscano male è solo un ulteriore valore della foto stessa.

avatarjunior
inviato il 13 Aprile 2019 ore 18:58

La forza di quella foto? Ne osserveranno il valore aggiunto anche tra cent'anni e documenterà la storia.
Una su un milione ce la fa ....

avatarsenior
inviato il 13 Aprile 2019 ore 20:10

E' chiarissimo l'intento politico di quasi tutte le immagini (a senso unico, naturalmente)

avatarjunior
inviato il 13 Aprile 2019 ore 20:10

@Abulafia penso che aberrante sia l'incapacità di accorgersi di ciò che si sta dicendo, come se il messaggio possa passare solo attraverso un aspetto della foto invece che sprigionarsi dalle caratteristiche visive e descrittive di essa. Sarebbe come dire che nel cinema l'unica cosa importante sia la trama e non i movimenti di macchina, la fotografia e il montaggio poichè quelli non hanno contensto(sono del parere che lo abbiano comunque un contesto, ma non avrebbe senso approfondire). Io penso che la forza della foto sia nella condizione umana che viene catturata nel fotogramma, perchè la foto è un'immagine non un testo scritto, quel pianto che avvolge tutti gli uomini non solo i buoni o i giusti. Solo il contesto, la descrizione, può donare queste sfumature etiche all'intera opera, ma provare empatia per la bambina dovrebbe trascendere l'attestato morale e piantarsi con forza nel nostro animo. Avere bisogno della scritta sotto un quadro per farti esclamare che bello è la sconfitta definitiva dell'arte, arricchire quell'emozione con un contesto è la naturale evoluzione di quel percorso che nasce da ciò che si vede. Aver bisogno del contesto per comprendere una fotografia significa privare l'intera arte del proprio valore intrinseco e se questo per te è aberrante che sia così.

avatarsenior
inviato il 14 Aprile 2019 ore 1:03

Credo che le prese di posizione di natura politica che sono state assunte nella discussione siano dovute a motivazioni e visioni personali riportate su una fotografia, a mio avviso di per se neutra e documentativa.
Le possibili letture ed interpretazioni assunte, a mio avviso, vanno oltre la stessa, mettendo molto del proprio.
Dopo aver letto quanto precede sono arrivato alla conclusione che per me è una foto che ha raggiunto il proprio scopo giornalistico.
Documentare un fatto da cui nascono discussioni, le stesse che possono essere intavolate sulla materia a prescindere dalla foto.
Leggo ancora commenti sul fatto che talune foto necessitino di didascalia.
La storia della fotografia che come la barzelletta non deve essere spiegata, applicata indistintamente dal contesto e dal genere, continua a generare equivoci e falsi miti.

A dicembre vedrò la mostra anche di quest'anno, come quelle precedenti e avrò una idea più precisa.
Dal vivo è sempre diverso.
La prima impressione, relativa solo alla foto vincitrice, è positiva rispetto a quella dello scorso anno, votata ad una mera spettacolarizzazione.
Quella di due anni fa era un caso dovuto ad un evento particolare, quasi cinematografica di un omicidio in diretta.

avatarsenior
inviato il 14 Aprile 2019 ore 6:23

Vedo che quanto riportato dall'utente Gios ha creato effetti... Quelli si veramente aberranti in tale che auto-rivestitosi del ruolo di moralizzatore e censore, è partito per la tangente in un paradossale, fuori luogo e fuori misura attacco personale, sgradevole e condito con un presuntuoso senso e grado di coscienza, o sensibilità superiore completamente autoreferenziale, volto solo a giudicare ed etichettare il prossimo, e senza alcuna base reale... Dove per trovare qualcosa di veramente aberrante servirebbe solo uno specchio all'autore di tale post. ;-)

Forse potrebbe avere tra gli avi o nel proprio albero genealogico, a sua insaputa qualche appartenente alla sacra inquisizione. O di qualche setta evangelica.MrGreen

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Comunque il punto sollevato non è stato colto e anche travisato nel suo senso.

Il punto di "debolezza " al quale si indicava, è che quella foto è imprescindibilmente legata ad una didascalia, da una spiegazione, e una sua precisa collocazione.

Senza alcun supporto lessicale, vedendola per la prima volta e senza alcuna informazione... al di là di una certa poetica e dose di sentimentalismo di lettura... perde molto della sua forza iconica.

Dopo averla vista, leggendo "presunta taccheggiatrice viene controllata nel parcheggio di un market...( di Voghera... o del Kentucky). Con una infante figlia in lacrime.

E' chiaro che se fosse questa la reale collocazione... al WPP non se la sarebbe filata nessuno ?

Ecco quindi la chiave di lettura (oltre la fondamentale valenza politica) per sottolinearne la debolezza alla quale si alludeva... proprio il contrario invece della foto dell'uomo in fiamme dello scorso anno, dove didascalia non serve prorpio.... basta solo l'immagine.

La potenza di quella foto non richiede alcuna spiegazione e collocazione, esattamente al contrario di questa 2019... senza la quale perde troppa della propria valenza e forza. ;-)

Comunque liberissimo chiunque nel preferirla.
Ma resta di conseguenza... nella sostanza e sottilmente, più debole.

avatarjunior
inviato il 14 Aprile 2019 ore 7:12

Per me quella foto poteva anche ritrarre una donna colta in flagranza a rubare cibo in un supermercato per sfamare la figlia, e il messaggio non avrebbe perso la sua forza. Avrebbe comunque rappresentato la povertà, resa ancor più drammatica da un atto autoritativo (per quanto dovuto) a cui fa da cornice il pianto straziante di una bambina innocente. Senza dimenticare gli altri particolari già richiamati che contribuiscono a dare efficacia al messaggio.
È un'immagine talmente forte che è bastato denunciarne il contesto per dare effetti a livello politico e sociale negli USA, come neppure fotografie cruente che ritraggono persone al rogo riescono a dare.
Il concorso fotografico si è svolto solo dopo che quell'immagine ha fatto il giro del mondo e determinato i suoi effetti.

user134371
avatar
inviato il 14 Aprile 2019 ore 8:08

Remember all'inizio pensavo stessi attaccando me ma forse sei l'unico che m'ha capito?

avatarsenior
inviato il 14 Aprile 2019 ore 10:46

Il punto di"debolezza " al quale si indicava, è che quella foto è imprescindibilmente legata ad una didascalia, da una spiegazione, e una sua precisa collocazione.
Senza alcun supporto lessicale, vedendola per la prima volta e senza alcuna informazione... al di là di una certa poetica e dose di sentimentalismo di lettura... perde molto della sua forza iconica.


Insisto (e poi taccio) che ci sia una certa confusione sul fotogiornalismo.
Il fatto che una foto DI FOTOGIORNALISMO debba parlare da sola è diventato una barzelletta stessa, superando la famosa frase.
Per informazione di chi non ha mai visto una mostra del WPP tutte le immagini esposte sono supportate da didascalie.
E' un evento giornalistico e di informazione.

Quello che scrivi sopra è illogico e prova troppo.
Nessuna fotografia vincitrice degli ultimi anni, da sola, ha la stessa valenza e forze se non supportata da didascalie, che sono in rapporto di sinergia con l'immagine.
Cosa comprenderesti vedendo la foto di un uomo che brucia, cosa comprenderesti vedendo la foto di un uomo con una pistola in mano?
Le stesse argomentazioni che riporti
Dopo averla vista, leggendo "presunta taccheggiatrice viene controllata nel parcheggio di un market...( di Voghera... o del Kentucky). Con una infante figlia in lacrime.
se le applichi a praticamente tutte le foto giornalistiche che vuoi, possono portare alle medesime conclusioni.
Non è un concorso di bellezza o di arte, in cui ciascuno può esprimere una valutazione su una foto a prescindere da tutto e tutti. E' un documento per informare ed informarsi, presentato ad un concorso di fotogiornalismo, non di aviofauna e fine art.
Si può pensare di studiare i fatti della storia senza collegare i vari tipi di documenti scritti, orali, fotografici, pitture e qualunque essi siano?
Che poi le conclusioni possano divergere e altra storia.

Le conclusioni che si possono trarre, qualunque siano, richiedono altre informazioni di vario genere e natura, da elaborare secondo le proprie conoscenze, esigenze, opinioni e via dicendo.

Tralascio quanto ho letto sul posato. Sta documentando un fatto o una persona?
Ma prima di scrivere sciocchezze varie informarsi sul genere, leggere e cercare di capire no?
Solite problematiche dell'epoca post moderna...

avatarjunior
inviato il 14 Aprile 2019 ore 11:41

Condivido tutto, ma quella foto secondo me non ha bisogno di didascalia perché parla da sola di miseria e sofferenza, mostrandone efficacemente l'aspetto più toccante, a prescindere dal contesto in cui si vuole vederla. È potente per questo.
Comunque un titolo ce l'ha ed è eloquente: Crying Girl on the Border (Bambina che piange al confine).

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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