user133617 | inviato il 09 Marzo 2019 ore 0:03
Mi sorge una domanda:perché si continua a fotografare la torre di pisa?forse perché ogni scatto ha un suo racconto per chi lo ha fatto.Quante storie possono raccontare tutte quelle torri di pisa.A pensarci bene perfino le cartoline,anche se uguali,hanno racconti diversi.Forse sbaglio,è solo un mio pensiero. |
| inviato il 09 Marzo 2019 ore 8:52
Beauty Penso che tu abbia più di una ragione. Ma penso anche che se la foto della torre di Pisa debba raccontare solo a chi la esegue o debba essere un racconto condiviso con altri, il tipo di "scrittura" usato debba/possa essere diverso |
| inviato il 09 Marzo 2019 ore 9:36
“ Non ho mica scritto che la fotografia dipende da altre arti. Ho detto che il linguaggio proprio della fotografia sta in mezzo al racconto e alla pittura. Inevitabilmente si è fatta e si fa influenzare da questi due linguaggi espressivi. Chiedevo solo un parere sul fatto che il linguaggio fotografico possa essere paragonato, assimilato, non sovrapposto, più a uno a al altro „ La fotografia é una forma espressiva, mentre il linguaggio é insito nell'individuo indipendentemente dalla disciplina praticata. Dal mio punto di vista vi é questa tendenza a pensare che piú é giovare la forma espressiva, maggiore é l'influenza subita da essa. Lo trovo concettualmente sbagliato. Addirittura nell'ultimo periodo sono sempre piú convinto che la fotografia abbia sdoganato la pittura, dapprima legata ad una rappresentazione molto piú relativa al reale. Non credo sia un caso il fatto che da metá '800, siano nati movimenti come impressionismo, surrealismo, futurismo, astrattismo, etc... |
| inviato il 09 Marzo 2019 ore 9:54
La pittura non è quasi mai stata legata alla realtà, nella misura in cui si mettevano persone in posa per ritirarle almeno. Un Caravaggio che mostra una testa mozzata è reale nello studio di luce e dolore, non nel soggetto. Picasso paradossalmente è più "reale" se ci si pone la domanda "come posso rappresentare il movimento con un quadro?". Cosa si intende per linguaggio del racconto? Posso raccontare parlando, scrivendo, disegnando un fumetto, con un film, con la musica... Il bello è che tutte queste cose sono legate da tecniche molto molto simili |
| inviato il 09 Marzo 2019 ore 10:04
“ La pittura non è quasi mai stata legata alla realtà „ Ovviamente il riferimento é alla realtá grafica, visiva. Ci sono moltissimi esempi in tal senso (Gioconda inclusa). |
| inviato il 09 Marzo 2019 ore 10:07
La PITTURA (o meglio tutta l'arte); racconto, rappresentazione di una realtà, rappresentazione di una irrealtà, di un esempio, di una religione, di una fazione politica, di un potente che paga, di un sentimento, di che?? (Scusate se mi sono dimenticato qualcosa) |
| inviato il 09 Marzo 2019 ore 10:11
Jacopo non credo che sia la pp in perno attorno a cui far ruotare questa discussione... Di può essere lontani anni luce dal reportage anche senza usare Photoshop.... Ci sono decine di modi per "alterare" la realtà senza accendere il pc... Lo sfocato, inquadrature molto "strette" o molto "ampie"..... Filtri colorati, lunghe esposizioni, esposizioni multiple in camera, ecc ecc.... |
| inviato il 09 Marzo 2019 ore 10:27
Francamente non mi pongo il problema. Ogni tanto prendo una delle mie EOS, ci infilo una Velvia e me ne vado in giro a riprendere quello che mi si para davanti. Potrà sembrare strano: ma ogni tanto qualche fotografia mi riesce pure ... |
| inviato il 09 Marzo 2019 ore 12:09
... avevo rigidamente inteso pittura come effetto strettamente "pittorico" dato all'immagine tramite artifici tecnici ( PP ). Ho sicuramente frainteso il contesto del 3D. Seguo. |
| inviato il 09 Marzo 2019 ore 23:38
Posso dirvi che il presupposto iniziale di questo dibattito è errato perchè la fotografia non ha un suo linguaggio proprio. La fotografia è un linguaggio tramite il quale ognuno di noi esprime quello che vuole dire o trasmettere attraverso le foto. Ogni fotografia è un racconto, è l'espressione del fotografo che la realizza, che in quel momento, attraverso quello scatto, ha voluto comunicare qualcosa. Ogni foto è l'interpretazione personale del fotografo che la scatta. E' l'interpretazione di quello che vede e che ritiene essere degno di essere immortalato perchè suscita in lui qualcosa, perchè in base alla sua cultura, alla sua esperienza, al suo lavoro, alla sua meditazione e altri centinaia e centinaia di fattori e variabili, quello che vede diventa importante e da fotografare. Proprio in base a tutti questi fattori il fotografo decide se realizzare la foto in modo tale che riporti quelle luci, quelle ombre, quel calore e tutti quegli elementi che rendano lo scatto più vicino possibile alla scena che ha visto e che vuole riportare. Oppure può decidere di scattare una situazione perchè la sua visione va oltre quella che potrebbe essere la rappresentazione più fedele del momento e, utilizzando tutti gli strumenti che ha a disposizione, rappresentare una sua visione della scena che ha visto e che lo ha colpito. In entrambi i casi siamo di fronte ad una interpretazione di una scena e comunque siamo di fronte al racconto di una scena. La fotografia è sempre la nostra interpretazione di un momento, di una scena, ed è sempre il nostro racconto di qualcosa. Sicuramente non è mai il racconto suo proprio della fotografia quasi come se questa fosse un'entità astratta esterna all'uomo. |
| inviato il 10 Marzo 2019 ore 0:06
condivido |
| inviato il 10 Marzo 2019 ore 9:58
Non condivido ... o condivido solo in parte. La fotografia, per sua stessa natura, deve essere rapportata a una realtà, del resto è evidente come non si possa fotografare un sogno, pertanto non essendo il soggetto di proprietà propria, ma semmai del soggetto stesso, il fotografo, per far bene il suo mestiere, deve riprodurlo quanto più attinente alla realtà nuda e cruda. Al contrario la pittura, per propria natura svincolata da un soggetto esistente, tanto è vero che si può dipingere un paesaggio immaginario e/o astratto e/o comunque indipendente da una realtà oggettiva, permette al pittore una libertà espressiva completa ... totale ... una libertà quindi anche assolutamente disgiunta dalla realtà |
| inviato il 10 Marzo 2019 ore 10:12
Paolo in tutta onestà fatico a capire come ancora si possa dire che la fotografia dmdeve essere "il più possibile attinente alla realtà nuda e cruda"..... Decine, centinaia di esempi ci sono stati forniti nella storia della fotografia che smentiscono categoricamente questo assunto..... È stato ripetuto migliaia di volte, ma il solo pensare che un rettangolino o un quadratino che ritaglia la realtà ne possa restituire una descrizione "fedele" mi sembra poco sensato...... Un panning, una lunga esposizione, una velvia, un filtro warming o cooling..... Sono tutte "manipolazioni" della realtà..... Ma sono tutti discorsi triti, che però mi accorgo non essere (a mio avviso molto curiosamente) condivisi da tutti.... |
user170782 | inviato il 10 Marzo 2019 ore 10:41
Ni. Argomenterò appena possibile. |
| inviato il 10 Marzo 2019 ore 15:16
La linea di demarcazione che pone la fotografia fra racconto e pittura è davvero sottile, quasi eterea. A mio modo di vedere lo sconfino verso l'uno o l'alta firma artistica è determinato dal significato della fotografia stessa più che dalla tecnica che l'immagine stessa racchiude. Un ritratto, un paesaggio, un luogo possono, a seconda di come vengono immortalati, essere strumento principalmente di racconto o principalmente di 'intrattenimento artistico'. Credo che 'filologicamente' lo sviluppo in pp degli scatti dovrebbe essere effettuato nel rispetto di tali significati. |
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