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@Bernalor. Per restare in "casa mia", tra l'Hologon 16 mm. per Contax G (simmetrico), ed il Distagon 15 mm. per Contax R (retrofocus) scelgo il secondo! Tra il Super Angulon 21/3,4 per Leica M (simmetrico), ed il Distagon 21/2,8 per Contax R (retrofocus)...beh, tiro la monetina! Ti faccio grazia dei Canon FD 24/1.4 L Asph., e del 35/2.0 breach-lock "lente concava"! Ciao. G.
@Giannidi...dsvvero scegli il Distagon all Hologon?
user92023
inviato il 13 Febbraio 2019 ore 22:08
@Gobbo. L'Hologon è F. 8.0, MA BISOGNA montare l'apposito filtro che compensa la vignettatura (- 2 stop!)! Hai presente la sensibilità media delle diapositive "buone" (non dico Velvia, ma quanto meno Provia, per intenderci!)? Certo, però, che è un capolavoro dell'ottica, e solo a vederlo... Pensa che ho acquistato, all'epoca, un bel corredo Contax G (due corpi e sei ottiche) solo per "quello" (e dire che già avevo un faraonico corredo Leica M -5 corpi e 15 vetri!-)! Ciao. G.
Bei obiettivi, purtroppo non ho mai avuto modo di provarli, solo letto qualcosa! L'hologon è uno schema particolare, è imparentato con il Topogon usato per riprese aeree per le sue caratteristiche, ovviamente con l'utilizzo del filtro graduato (si possono anche usare con soddisfazione in architettura). Per mappature aeree si preferivano queste soluzioni al distagon. Ovviamente per la fotografia normale l'hologon ha il svantaggio (poco luminoso, considerando anche il filtro)... e sul digitale perde molte qualità. Sempre rimanendo in Zeiss, c'erano i Biogon che non hanno niente da invidare ad altri. Mentre i schneider produce ancora oggi dei Symmar (perfettamente simmetrici), ottiche a quanto pare spettacolari!
I primi obiettivi Retrofocus credo siano stati creati da Angénieux. Partendo da uno schema ottico funzionante, bastava aggiungere una grossa lente divergente davanti all'obiettivo (si aumentava il tiraggio ma si perdeva in luminosità e si aggiungeva qualche aberrazione) Per chi può interessare in questa immagine è spiegato meglio di mille parole www.pierretoscani.com/images/fig-ga-11.gif?crc=458635996
hehe Angénieux è sempre stata a livello ottico di altissimo livello, peccato che rivestiva il tutto con materiali un po' "poveri". Era pioniere nelle ottiche retrofocus e nelle lenti asferiche Parlo al passato perchè oggi produce solo Cine, dove le caratteristiche devono essere altre e i compratori sono molto più generosi nel pagare (infatti ora si possono permettere di farli in metallo gli obiettivi)
In questo video, vietato a minori e deboli di cuore, si può vedere questa ragazza spogliare e prendersi cura del suo "Angy"
il 35/70 mi è capitato di vederlo in vendità per pochissimo (sui 100-150), ma avevo già il 35/70 Nikon... e dato che non mi piace avere doppioni, non l'ho mai potuto provare. Sono anche le focali che uso meno quelle
user92023
inviato il 15 Febbraio 2019 ore 13:42
Biogon? Bernalor ho un paio (GRAN paio!) pure di quelli!: Hsselblad SWC (un monumento!), e 21/2.8 per Contax G. Quanto agli Schneider, avrei giusto il Super Angulon 21/3.4 "nero" in montatura Leica M! Ciao (e grazie per il sempre piacevole tuffo nel passato!)! G.
"Angénieux è sempre stata a livello ottico di altissimo livello" Nei primi anni '90 l'unico 28-70 2.8 che faceva veramente pietà é capitato a me
user23063
inviato il 15 Febbraio 2019 ore 17:38
Io ho avuto l'APO DEM 180/2.3 per Nikon...
user92023
inviato il 15 Febbraio 2019 ore 19:41
All'epoca, la vox populi (almeno dalle "mie parti") era che il top dei trans (transnormali, mica transgender!) fosse lo Zeiss Vario Sonnar 28-85/3.3-4.0 per Contax R. Non dico di averlo, altrimenti Bernalor mi suona come un tamburo! Abituato però ai fissi, non mi piaceva: a) il diaframma variabile (fare diapositive, con esposizione manuale, diventava..."laborioso"); b) non poco "flare" (lente anteriore da 82 mm.!); c) distorsione, a 28 mm., intorno al 3%, se ricordo bene. Un valore, intendiamoci, più che accettabile in uno zoom (e poi io non ho mai fatto "architettonica", per cui l'ultimo, direi, dei suoi limiti!). Ciò premesso era (davvero) eccellente! Ciao. G.
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)! G. 
