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stampa foto: pellicola meglio del digitale


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avatarsenior
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 11:44

Ho lavorato per 20 anni nel campo dell'Editoria, fatto e stampato migliaia di immagini per libri, riviste e poster fino a 120x160.
Per quanto riguarda foto a colori di animali, paesaggi, natura in generale, i primi anni stampavamo analogico, e andava bene, quella era la tecnologia. Contemporaneamente si affacciava timidamente la tecnologia digitale. Abbiamo stampato una rivista e un libro con immagini sia analogiche che digitali...
Mai più usato l'analogico per lavoro.
Mentre a livello di passione utilizzo ancora l'analogico in bn e diapositive bn e colore. 35mm solo bn, mf bn e diacolor.
In proiezione i nuovi proiettori dal full hd in avanti vanno molto bene, ma quando la tecnologia è attuale hanno costi elevati. La proiezione di diapositive, checchè ne dicano qui alcuni che non hanno mai fatto una vera proiezione e in certicasi non l'hanno neanche mai vista, in 35mm ci sono alcuni limiti legati alle dimensioni fisiche del supporto e ritengo, coi prezzi attuali dei formati superiori, non ne valga la pena.
Col medio formato, invece, la diaproiezione è ancora in grado di dare grandi soddisfazioni con poca o pochissima spesa

user33434
avatar
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 13:04

Abbiamo stampato una rivista e un libro con immagini sia analogiche che digitali...
Mai più usato l'analogico per lavoro.

Immagino che per uso editoriale non ci sia neanche da discutere per ovvi motivi pratici vista la grande qualità che si può ottenere. Diverso è il fine espositivo, lì la scelta tra le innumerevoli possibilità di stampa lascia margini creativi più ampi.

avatarsenior
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 13:16

Probabilmente sì, a fini espositivi e artistici, soprattutto bn di alto livello.
Diverso per quanto riguarda immagini di natura a colori, laddove anche a fini espositivi il digitale dice la sua.
Potrebbe reggere solo un certo tipo di fotografia di paesaggio con riprese da medio o grande formato

avatarsenior
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 15:02

I test che ho potuto fare sono su carta ilford baritata sia per l'inkjet che per la carta ai sali d'argento. Mantenendole in mano entrambe a pari grammatura, la stampa "analogica" trasmette una sensazione di importanza maggiore mentre l'effetto "punch" è più accentuato nella stampa inkjet. Le texture superficiali sono inimitabili tra un processo e l'altro, una Ilford MGIV baritata satinata e una Ilford pearl si assomigliano vagamente ma non sono sovrapponibili.
Queste differenza acquistano ancora più valore quando si mantengono le due filiere completamente staccate cioè stampa inkjet da file digitale e stampa analogica da negativo per intenderci.




Trovo molto interessanti le tue esperienze Mauro, sia quando affermi che la stampa chimica conserva un maggiore effetto presenza così come, al contrario, una stampa a getto d'inchiostro è pure quella che balza maggiormente all'occhio.
Il problema però, a mio modesto avviso, è la conclusione cui giungi: e cioè che queste differenze emergono maggiormente allorquando si scelga di mantenere completamente indipendenti, una dall'altra, le due filiere lavorative ... e alla fine, sempre a mio modesto avviso, sarebbe proprio questa la scelta più ortodossa da fare ;-) non tanto, ripeto, per cercare di stabilire la superiorità di un metodo sull'altro, quanto piuttosto per sfruttare, a fini puramente creativi, quelle che sono le specificità di entrambi i procedimenti Sorriso

avatarsenior
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 15:48

Per la proiezione dovremmo aprire un'altra discussione.




Beh Carmelo non necessariamente, al limite si può continuare questa:
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=2332958

Ciao, Paolo.

user90373
avatar
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 16:51

@ Mauro Sansivero

1 - Stampa su carta inkjet da negativo analogico:
2 - Stampa su carta ai sali d'argento da negativo digitale:


Da semplice fotoamatore con conoscenze basiche dei due sistemi mi chiedo quali e se i vantaggi di tante ibridazioni non siano inferiori alle problematiche create. Nella mia ricerca per la ricerca avrei pensato anche a stampe a contatto su carte ai sali d'argento usando il monitor come matrice sia da scansione diretta di negativo B/N che da file a colori convertito in B/N e invertito a negativo. L'idea mi è venuta quando mio figlio ha portato a casa una TV da millemila pollici MegaFullIperHD ma, subito dopo ho pensato:- " a che pro tutto ciò?"

user33434
avatar
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 19:07

L'idea mi è venuta quando mio figlio ha portato a casa una TV da millemila pollici MegaFullIperHD ma, subito dopo ho pensato:- " a che pro tutto ciò?"

Solo un fotografo può pensare di usare una tv 4k come matrice di stampa MrGreen
A che pro? Partendo da un file digitale ti si apre un nuovo mondo di stampa che fino ad ora è stato esclusivo appannaggio della fotografia a pellicola. Problematiche ce ne sono sempre Ettore, se ci pensi anche quando vai in giro a fotografare ma superarle è per me parte del godimento. Sul primo ibrido non credo che ci sia molto da aggiungere, il secondo è più complesso, certo che una volta profilata la filiera il procedimento è più rapido ma mi ci sono voluti diversi mesi di lavoro quotidiano in camera oscura per ottenere la qualità desiderata.
Ti sconsiglierei di usare un monitor o peggio una tv come matrice per il semplice fatto che credo a distanza ravvicinata finiresti col vedere i pixel, so che qualcuno sa stampare a contatto da cellulare ma non ho mai provato a dire il vero. Scansionare un negativo per poi stamparlo a contatto da monitor non so se è la soluzione migliore, a quel punto se posso permettermi metti il negativo in ingranditore e segui la filiera tradizionale.
e cioè che queste differenze emergono maggiormente allorquando si scelga di mantenere completamente indipendenti, una dall'altra, le due filiere lavorative ... e alla fine, sempre a mio modesto avviso, sarebbe proprio questa la scelta più ortodossa da fare

Ciao Paolo, il senso lo vedo quando vuoi scattare una scena con la pellicola perché vuoi in particolare quella risposta alle alteluci che in digitale non puoi ottenere ma poi vuoi ad esempio anche il microcontrasto tipico delle stampe inkjet. Al contrario può succedere che la risposta lineare di un sensore digitale sia la scelta adatta ad una particolare scena ma vuoi anche quella profondità che ti arriva da una stampa argentica. E' un ampliamento notevole delle possibilità espressive se ci pensi.

user90373
avatar
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 21:17

@ Mauro Sansivero

Scansionare un negativo per poi stamparlo a contatto da monitor non so se è la soluzione migliore, a quel punto se posso permettermi metti il negativo in ingranditore e segui la filiera tradizionale.


Seguo da sempre la filiera tradizionale, poi scansiono le stampe ottenute per visualizzarle a monitor per la pubbliczione in rete, faccio come i gamberi vado all'indietro.

avatarsenior
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 21:51

Però Ettore se esegui la scansione della stampa credo tu vada incontro a una perdita di qualità nettamente superiore a quella che invece subiresti scansionando il negativo.
Non credi?

Anche se però va pure aggiunto che in alcuni contesti, le fotografie delle barche per esempio, la perdita di informazioni potrebbe addirittura comportare un non bene quantificabile, però di certo reale e se vuoi anche tangibile guadagno in termini creativi ed espressivi ... Cool

avatarsenior
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 21:55

Ciao Paolo, il senso lo vedo quando vuoi scattare una scena con la pellicola perché vuoi in particolare quella risposta alle alteluci che in digitale non puoi ottenere ma poi vuoi ad esempio anche il microcontrasto tipico delle stampe inkjet. Al contrario può succedere che la risposta lineare di un sensore digitale sia la scelta adatta ad una particolare scena ma vuoi anche quella profondità che ti arriva da una stampa argentica. E' un ampliamento notevole delle possibilità espressive se ci pensi.



Questo è indubbio caro Mauro, anche se non sono del tutto certo che l'abbandono sistematico della strada ortodossa possa essere sempre la soluzione migliore ;-) anche perché, per esempio, adottando delle pellicole con un alto microcontrasto, la Ektar 100 ad esempio potrebbe essere una candidata ideale in un contesto di questo tipo, potresti ritrovare anche nei canali di stampa tradizionali certe doti tipiche della stampa a getto di inchiostro ... anche se è pur vero che la limitata gamma di pellicole oggi disponibile obbliga a tutta una serie di compromessi che difficilmente possono portare a dei risultati davvero soddisfacenti.

user90373
avatar
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 22:01

@ PaoloMcmlx

Però Ettore se esegui la scansione della stampa credo tu vada incontro a una perdita di qualità nettamente superiore a quella che invece subiresti scansionando il negativo.
Non credi?


Non è questione di qualità ma, come per un pittore è il quadro, nel caso dell'analogico il "prodotto" finito da mettere nella vetrina virtuale è la stampa, non il negativo.

avatarsenior
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 22:07

Non è questione di qualità ma, come per un pittore è il quadro, nel caso dell'analogico il "prodotto" finito da mettere nella vetrina virtuale è la stampa, non il negativo.



Certamente Ettore, il mio unico dubbio è se sia più conveniente, nel caso specifico della condivisione in rete appunto, scansionare una stampa ottenuta secondo la filiera tradizionale o se non sia piuttosto il caso di lasciare incorniciate le stampe per concentrarsi nel digitalizzare l'originale stesso ... il negativo appunto!

avatarsupporter
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 22:19

A quel punto forse torna utile il famoso scanner a tamburo .... non simulato ma reale

user90373
avatar
inviato il 10 Febbraio 2019 ore 22:23

@ PaoloMcmlx

Certamente Ettore, il mio unico dubbio è se sia più conveniente, nel caso specifico della condivisione in rete appunto, scansionare una stampa ottenuta secondo la filiera tradizionale o se non sia piuttosto il caso di lasciare incorniciate le stampe per concentrarsi nel digitalizzare l'originale stesso ... il negativo appunto!


Le stampe le scansiono prima di incorniciarle; non presento quelle dei negativi, che pur faccio per archivio al posto dei provini a contatto, perchè evito la sovraproduzione entusiastica di tipo inflazionistico. Una stampa costa in tempo, impegno e denaro quindi, prima di sprecarli, ci penso due-tre e più volte.

avatarsenior
inviato il 11 Febbraio 2019 ore 8:36

"....i passaggi tonali delle immagini scattate su pellicola, non sono comparabili con quelle digitali. ""

Hai visto stampe digitale solo di cattiva qualità: il digitale fatto bene si fuma sempre e comunque la pellicola, non c'è paragone e nemmeno da lontano.

Vai a qualche mostra seria e con immagini stampate grandi, tipo in A1, ma che le stampe siano fatte da qualche stampatore bravo a pellicola, ma che sia gente veramente in gamba per la stampa a pellicola, tipo Dominic Granier o la Natalie Lopparelli, che sono stampatori veramente di rango, e poi vai a mostre altrettanto serie fatte da studi grafici che stampano seriamente in digitale e fai il confronto.

Il digitale su strafuma la pellicola su tutto, e per prima cosa l'estensione tonale dei grigi tenui e dei cromatismi tenui, che sono quelli che danno l'effetto presenza.

Io cominciai a stampare a pellicola a 17 anni, poi a 20 anni comprai attrezzatura professionale e ci ho stampato a pellicola in formato minimo 30 x 40 cm per quasi 40 anni, e da 11 stampo in digitale, sempre con attrezzatura professionale (Monito e PC da grafica e dedicati solo alla stampa, e stampante professionale), e vado da sempre a vedere mostre serie. sia a pellicola che in digitale.

Quello che tu affermi deriva dal fatto che a pellicola, stampatori casalinghi e laboratori qualsiasi, se erano un minimo bravi, potevano fare stampe allo stesso livello dei migliori stampatori al mondo, e ci si faceva, perché stampare era relativamente facile, ci voleva grande manualità ma non era materia complessa, per nulla, l'attrezzatura professionale per stampare in formato anche grandino era relativamente poco costosa, e le carte erano le stesse, gli sviluppi gli stessi, la smaltatrice la stessa, etc., era tutto uguale, bastava solo essere bravi e facevi le stampe come i maestri del pianeta.

A me aveva insegnato a stampare in B&N Mario Bocci di Viareggio e mi ero poi rifinito in Francia e per un solo 30x40 cm fatto bene, uno solo, ci mettevo anche 3 sere a farlo.

Detta in altre parole, la qualità delle stampe a pellicola era. ed è, generalmente alta, spesso molto alta, e fare quella qualità è tiro di praticamente tutti se ci si impegnano un po'

Per fare buone stampe in digitale ci vuole prima una profonda conoscenza di come gestire il file da stampare, ossia fotoritocco, e già qui casca il miccio, casca l'asino, alla grandissima maggioranza dei fotografie che stampano in casa e degli stampatori di laboratorio normale, NON sanno stampare bene nemmeno quelli, il fotoritocco e stampa è materia MOLTO complessa.

E poi oggi per fare buone stampe ci vuole un sacco di soldi in PC dedicato, Monitor da grafica e stampati a tanti inchiostri.

A pellicola molti amatori e laboratori di stampa ce la facevano stare al passo dei maestri di stampa del pianeta, mentre oggi per stare al passo dei migliori stampatori è estremamente più difficile perché ci vuole molta conoscenza e molti quattrini, ma il problema vero è la conoscenza.

Dopo aver comprato attrezzatura professionale di stampa digitale, non ce la facevo a stampare bene, e sono poi sono finito in Canada, dove andavo per lavoro, ad imparare a fare fotoritocco e stampa, dopo che intorno a me, alla mia città, Lucca, città piccola della Toscana, ma avevo sentito anche a Firenze, non avevo trovato nessuno, uno che uno, che mi convincesse tecnicamente su come fare fotoritocco e come stampare bene.

Sono Ingegnere e vengo dall'elettrottica: su Fotografia digitale, ma soprattutto su fotoritocco e stampa digitale c'è una marea, ma veramente tanti, che fanno corsi e stages vari che altro non sono che dei cocomerai, quando gli fai domande ben precise chiedendo risposte precise, non sanno la risposta, svicolano, non ne sanno nulla.

Io imparai a stampare in Canada nel 2009, e da allora sono passati 10 anni, la conoscenza si è diffusa, oggi stampano un po' meglio, ma ………..prova a chiedere a qualcuno, oggi, che fa i corsi di fotoritocco quando e quale tipo di fusione AD IMBUTO dei livelli va fatta e perché quando si applicano livelli di sharpening, cosa che a me insegnarono in Canada 10 anni fa, prova un po' oggi?

Detta sempre in altre parole, soprattutto per carenze tecniche ma anche di soldi, oggi la qualità media delle stampe digitale è generalmente MOLTO BASSA, peggiore della qualità media della pellicola.

Ma se trovi chi stampa bene, che conosce la materia ed ha l'attrezzatura adatta, costosa, le qualità delle stampe digitali è eccelsa, estremamente migliore della migliore qualità di stampa a pellicola.

Per parlare di stampe, vanno viste: se hai un negozio della KIKO, trucco per donne, vicino casa, vai un po' a vedere che qualità ha la foto della modella che oggi pubblicizza quei trucchi, nei negozi della KIKO c'è sempre, valla un po' a vedere?

Quella qualità lì a pellicola è inarrivabile, ed è solo uno degli infinti esempi di che cosa può fare il digitale fatto bene.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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