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Lenti Vintage rimozione ingiallimento lente


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avatarjunior
inviato il 08 Maggio 2019 ore 9:25

Io ho un Tomioka Yashinon 55/1.2...... lente, secondo me, straordinaria...... anni fa, leggendo post su questo forum sulla radioattività, lo portai in un laboratorio e feci misurare le emissioni...... la lente che emetteva più radiazioni era quella posteriore (circa 6 volte la radiazione ambientale)...... era sufficiente montarla sulla macchina e mettere il tappo anteriore che le radiazioni decadevano quasi del tutto...... allontanandosi poi a una decina di cm il valore rilevato era praticamente solo quello delle radiazioni esistenti nell'ambiente.....

avatarsenior
inviato il 09 Maggio 2019 ore 10:04

E' ovvio non è che siano centrali nucleari! Però, per precauzione, non andrebbero tenuti per molto tempo vicino al corpo. Anni fa comprai un contatore geiger e per curiosità presi a misurare in montagna varie rocce: la misura più alta la feci in una vecchia baita! Chi aveva vissuto li dentro aveva per anni avuto radiazioni una decina di volte più alte del fondo naturale, quindi non è che tenendo per un'ora un vecchio obiettivo si avranno chissà quali conseguenze!

avatarsenior
inviato il 09 Maggio 2019 ore 11:09

Io ho fatto due conti.
Dal sito remap.jrc.ec.europa.eu ho preso i valori medi per Milano, pardo quindi del fondo che ci si becca a Milano
Si parla di 150 nS/h ossia 0.15uS/h.

La mia ottica emette 1 uS/h vuol dire che tenera a collo per un ora equivale ad aver passato poco meno di 10gg a Milano.

Da un altra fonte ho trovato che fumando 15 sigarette al giorno si assorbono 3 mS/anno, euqivalenti a 0.34 uS/h. Quindi portare al collo il mio
Konica equivale a fumare circa 44 sigarette al giorno.

Bella bestia

avatarjunior
inviato il 17 Maggio 2019 ore 23:27

Torno sull'argomento perché non se ne sa mai abbastanza.....Ho sempre considerato che le uniche informazioni "serie" sulle ottiche radioattive fossero quelle di Cavina (riferendomi a quel suo report di pari argomento che credo tutti abbiano letto e che comunque si trova facilmente nel web, anche in pdf). Ebbene, mi sbagliavo!
Sono capitato su un altro studio di Cavina, neanche recente (è del 2008) che scrive delle cose che smentiscono tutte le più note credenze in fatto di vetri d'ottica (circa la composizione dei vetri d'antan in confronto ai vetri moderni). In pratica, Cavina (il quale ammette d'essere stato lui il primo a sorprendersi) dimostra che le più sofisticate composizioni sbandierate per i vetri moderni erano già state studiate negli anni '20 o '30 (citando composizione chimica, nomi degli scienziati ideatori, ecc. ecc.). Negli anni 40 gli americani (Kodak e Bausch & Lomb) erano vent'anni più avanti dei più sofisticati vetri tedeschi Eeeek!!!
La cosa che più mi ha colpito, tuttavia (e qui ritorno On Topic) è che salta fuori che i vetri alle terre rare (in particolare il famigerato ossido di torio) non sono mai stati veramente messi fuori produzione fino ad anni recentissimi e probabilmente sono usati ancora adesso!Eeeek!!!
Anche se per molti di noi i grafici ed i dati forniti da Cavina sono decisamente poco digeribili, vi invito a leggere le parti che ci interessano, In particolare, c'è (finalmente) la spiegazione scientifica del motivo dell'ingiallimento delle lenti al torio e del perché esponendole ai raggi UV l'ingiallimento sparisce.
L'articolo in questione lo trovate qui:
www.marcocavina.com/articoli_fotografici/modern_glass_history/00_pag.h
Vi prego, leggetelo e poi credo si dovrà aprire un altro 3D, perché è veramente sconcertante.

avatarsenior
inviato il 18 Maggio 2019 ore 7:48

Molto, molto interessante.

Abbiamo sempre avuto notizie fuorvianti e superficiali evidentemente ...

avatarjunior
inviato il 21 Maggio 2019 ore 11:47

Vedo che, se si eccettua Tonyrigo, la mia segnalazione vi lascia piuttosto indifferenti....
Fate male, perché l'articolo che vi ho segnalato è secondo me fondamentale per capire dove va l'industria dei vetri ottici e per smentire dei veri e propri miti al riguardo. Naturalmente l'argomento è "off topic", questo thread è nato per parlare ancora una volta dell'ingiallimento delle lenti presunte radioattive.
Ebbene, credo valga la pena di riportare pari pari un estratto dall'articolo di Cavina, dove l'origine dell'ingiallimento viene chiarita una volta per tutte:

Per concludere questa mia ormai troppo lunga dissertazione, voglio spendere due parole sul tipico effetto collaterale dell'ossido di Torio, il famoso viraggio delle lenti che, in qualche decina di anni, passano dalla trasparenza ad un colore marroncino miele, uno dei più classici indicatori di radioattività e della presenza di quel materiale; molti appassionati si sono chiesti la ragione di tale mutazione, ed approfittando della mia competenza principale (la geologia), vorrei spiegare che tale fenomeno ha luogo anche in natura, e viene definito TRASFORMAZIONE METAMITTICA; con questa definizione vengono descritte tutte le mutazioni distruttive nella struttura cristallina di un minerale dovute all'azione di un elemento radioattivo in esso contenuto, come Uranio e Torio, da parte delle particelle alfa emesse dagli stessi o dalla somma delle emissioni radianti prodotte da isotopi figli generati nel tempo in stadio più eccitato (com'è il caso del Tallio-208 per il Torio); nel caso dei minerali la struttura cristallina birifrangente viene distrutta e resa amorfa dall'azione radioattiva, ed esiste addirittura la classe dei minerali metamittici che comprende tutti quelli che hanno subito un'alterazione distruttiva da parte delle emissioni radioattive; nel caso del vetro ottico, per sua natura già amorfo e monorifrangente, queste modificazioni non cambiano le caratteristiche ottiche e l'unica variazione percettibile è - appunto - il famoso viraggio color tè, probabilmente dovuto all'alterazione di qualche ossido metallico o di qualche altro ingrediente del vetro stesso, ed il blend regredisce anche integralmente dopo un "bleaching" messo in atto con massicce dosi di UV, vuoi per prolungata esposizione solare diretta che sotto lampade specifiche.


Credo quindi che si possa mettere la parola fine su questo argomento. Poiché però molti giustamente si sono rivelati sensibili ai pericoli originati dalla composizione dei vetri ottici, vi esorto a leggere l'intero articolo di Cavina. Apprenderete così che un composto eccezionale per le qualità ottiche del vetro si chiama "fluoruro di berillio" (mai sentito nominare, vero?). Non è radioattivo, in compenso è VELENOSISSIMO.
Medidate, gente, meditate! MrGreen

avatarsenior
inviato il 21 Maggio 2019 ore 12:24

Oldbab, personalmente non mi faccio problemi a indossare un orologio da polso contenente Trizio (radioattivo e viene indicato sul quadrante con una o due "T") per 24h al giorno tutti i giorni (non lo tolgo neanche per dormire). Sò anche che mangiare una banana è teoricamente molto più pericolodo (anche le banane sono radioattive), quando le mangi, ce l'hai in pancia, viene assorbita dai tessuti.. e continua emanare radiazioni. Ora un obiettivo può essere più radioattivo ( meno del Trizio)... ma quanti di noi lo tengono sempre con se, quanti leccano le lenti radioattive?
Personalmente avrei molta più paura del Radon, gas radioattivo pesante che ristagna solitamente nelle cantine, soprattutto di case riattate, quel gas è più radioattivo e lo si respira, se lo si ha in casa. Arriva dal sottosuolo, inodore e incolore.

Un po' come la paura degli squali quando le noci di cocco fanno più vittime (o per lo meno così si legge in giro).
Anche il temuto amianto che per la rimozione, per legge, bisogna chiamare specialisti armati di mascherine e tute, che metteranno sotto vuoto il materiale incriminato con procedure standart e sicure. Poi, alla fine del lavoro, magari, una buona sigaretta per festeggiare la buona riuscita del lavoro.... ah dimenticavo! il fumo della sigaretta è molto più pericoloso della polvere di amianto!

Insomma, vero che obiettivi radioattivi non sono il massimo... ma bisognerebbe dare il giusto peso alle cose. Quanto e come entriamo in contatto non è una cosa secondaria.

avatarjunior
inviato il 21 Maggio 2019 ore 12:49

@ bernalor: non devi convincere me, felice possessore di un Takumar 50/1,4. Qui su Juza io son sempre intervenuto, sulla faccenda delle lenti ingiallite, solo per spiegare come avevo fatto ad eliminare l'ingiallimento (qui e su altri 3D). In compenso, molti se la fanno sotto - in senso letterale - come sentono parlare di radioattività.
Poiché spesso si parla per sentito dire, e Cavina è indubbiamente una persona che sa il fatto suo, mi sono permesso di segnalare il suo articolo, perché interessantissimo e fondamentale per chiarirsi le idee e smettere di correre dietro a "fake news" e leggende metropolitane.

avatarsenior
inviato il 21 Maggio 2019 ore 13:01

Effettivamente non mi ricordavo più della parte vecchia della discussione ;)

avatarsenior
inviato il 24 Maggio 2019 ore 23:25

Forse ho finalmente capito perché ho perso i capelli!

avatarsenior
inviato il 07 Gennaio 2021 ore 14:52

Riesumo questa discussione avendo scoperto di avere una bomba nucleare in casa... un Zeiss Jena Prakticar 50mm f1,4 primo tipo al torio, talmente infetto che le foto vengono gialle... Prima di ammettere di avere preso l'ennesima fregatura (un anno fa e l'obiettivo è perfetto come nuovo) voglio tentare la cura UV e dopo avere visto questo video



Ho fatto una ricerca su Amazon e di lampade ce ne sono parecchie ma chiedo: la lampada alogena dei proiettore per diapositive (ho un Noris H24) potrebbe andare bene?

Ringrazio per un parere esperto...Sorriso

avatarsenior
inviato il 07 Gennaio 2021 ore 15:28

le lampade alogene standard perchè dovrebbero emettere uv?

avatarjunior
inviato il 07 Gennaio 2021 ore 16:55

@ Ulisse: ci vuole una lampada a luce di Wood alimentata a rete. Non sono difficili da trovare (GBC e rivenditori simili).
Per esempio, le lampade per esaminare le banconote vanno bene.
L'alimentazione a rete è necessaria perché la lampada deve restare accesa per diversi giorni.
L'obiettivo va protetto con foglio metallico (Domopak), meno la lente da trattare, ovviamente.

avatarsenior
inviato il 07 Gennaio 2021 ore 17:20

Te lo prendo io se hai paura ;)

C'è gente che ha usato una lampada Ikea per qualche giorno.

Ma se la tua paura è la radioattività questo non risolve

avatarsenior
inviato il 07 Gennaio 2021 ore 17:38

Durden ma quale paura? Ho specificato che l'obiettivo produce immagini gialle! Di privarmene non ci penso nemmeno, ma non posso tenerlo come fermacarte.

Negli anni ' 80 ho tenuto al collo spesso una Leica M3 con il Summicron 50 coevo e nelle foto notavo qualche leggera tendenza, ma niente di drammatico. Questo Zeiss le fa gialle... sillabo... gi.a.lle...MrGreen

Oldbab grazie per la spiegazione però mi è più comodo prenderla su Amazon, ma come faccio a riconoscerla?

Al massimo c'è scritto led o uv

Questa andrebbe bene?

https://www.amazon.it/Lampada-tavolo-morsetto-dimmerabile-lampadina/dp

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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