| inviato il 24 Gennaio 2019 ore 13:23
“ la fortuna di guidare una VERA Alfa Romeo, si ricordera' sicuramente il comportamento del mitico bialbero sotto il cofano „ Bella!!!!! io Avevo l'alfa 75 1.8 bialbero...che mostro di potenza è con quella che ho imparato a guidare.... All'epoca scattavo con una bencini comet s con messa a fuoco quasi fissa e un rullino strano che adesso non si trova più Ma se trovo una f4 a buon prezzo la compro!!!!! |
| inviato il 24 Gennaio 2019 ore 17:10
Oltre il Fetish, il Voyeur ! Ho scandalosamente spogliato il famigerato Nikon af 35-70 f 3.3/4.5 osservandolo nella sua intima nudita'..... ( X riparare l'otturatore che rallenta con l'eta' ). Devo dire che per essere una vecchia lente kit non era costruito male: conserva un decente elicoide in lega di qualcosa per la MAF manuale lubrificato con olio probabilmente alla grafite, un lungo codificatore a pettini ( uno era piegato fuori pista ) di quel che mi sembra bronzo fosforoso sotto la ghiera dello zoom e schermato da una bandinella fasciante di rame, e tutto il resto, in plastica, sembra abbastanza solido (made in japan). L'ho smontato TUTTO, ogni SINGOLO pezzo giace sul mio banchetto di lavoro, ovviamente cio' ha mandato a quel paese ogni taratura di fabbrica. Lo rimontero' pulendo prima con IPA e allineando le poche lenti interne a occhio. Magari mi esce fuori un bel 70-210 f 0,95 .... |
| inviato il 24 Gennaio 2019 ore 17:23
ahahahah |
| inviato il 24 Gennaio 2019 ore 17:24
sono sicuro che pagando Nital te lo tara... |
| inviato il 24 Gennaio 2019 ore 17:59
Si, in testa ! .... e a proposito di riparazioni, mi hanno appena sparato ALMENO 150 euro per riparare il Tokina 11-16 !!! E so benissimo che si e' rotto: un cavo flat da 16 euro su ebay ma li' dentro non ci metto le mani, altro che il vecchio Nikkor..... maledetti tutti e due: quelli della Tokina che fanno 'ste cagate progettuali ( col il percorso che fa era chiaramente destinato a rompersi ), e quelli dell'assistenza che si fan pagare come oro. AZZ. Erano meglio gli AI e gli FD. Viva la roba vecchia !!! |
| inviato il 25 Gennaio 2019 ore 21:10
Signori, sono diventato un esperto, di chiara & rinomata fama mondiale, sul prestigioso e costosissimo obiettivo Nikkor 35-70 f 3.3 - 4.5 prima serie, sogno proibito di ogni nikonista che si rispetti. Dopo lo smontaggio * c-o-m-p-l-e-t-o * sono riuscito con successo a rimetterlo insieme pezzo x pezzo completamente funzionante e pulito !!! .... E non mi e' avanzata nessuna vite ! Dopo questo autoincensamento, dalla mia esperienza posso affermare che ogni persona appassionata di foto dovrebbe, almeno una volta nella vita, smontare, osservare, pulire e rimontare almeno un obiettivo di linea base, DA SOLA. Cosi' invece che lamentarsi: " la mia lente fa schifo ", " questo obiettivo non e' nitido ", la messa a fuoco non e' veloce " e lagnanze del genere, rifletterebbe x bene prima di parlare, considerando, con cognizione di causa, l'effetto sulle prestazioni ottiche e velocistiche della grande complessita' costruttiva di questi oggetti e avrebbe rispetto per gli ingegneri che ci hanno sudato sopra. E io ho lavorato su un'umile ottica kit, figuriamoci mettere le mani su uno zoom bianco o un 1200.... Per cui mi rimangio OGNI PAROLA prima proferita sul Tokina e faccio pubblica ammenda. Disonore su di me..... |
| inviato il 26 Gennaio 2019 ore 10:22
Smontare e rimontare un'ottica puramente meccanica se non particolarmente complessa e sicuramente gratificante, l'ho fatto anch'io con vecchio zoom Olympus OM 35/70 f.4 (lamelle del diaframma bloccate), mentre con il Tamron SP 17-50mm f/2.8 XR Di II LD (ho smontato la lente anteriore perché sotto vi si erano infiltrati pelucchi molto visibili, alla fine ho tribolato per tarare la perfetta distanza di montaggio della lente per avere un fuoco preciso e nitido). Su ottiche recenti dotate di gruppi preassemblati complessi, cavi flat, contattiere, componenti elettronici, motori usm, camme complesse e diaframma elettromeccanico, ecc. è meglio desistere basta un niente per rendere il tutto inutilizzabile. Anni fa disgraziatamente portai a pulire la lente posteriore del canon ef 100 f.2 usm a un riparatore non ufficiale della mia città, pensando che fosse un'intervento semplicissimo, la lente posteriore tornò pulita ma il motore usm non funzionava più (bruciato), dovetti mandarlo in assistenza canon e sostituirono il motore usm e un cavo flat, ottica tornata come nuova al costo di 220€, al centro di assistenza mi dissero che l'incauto riparatore bruciò il motore toccando e cortocircuitando parti che andavo protette. Le ottiche moderne hanno raggiunto un grado di integrazione e complessità ottico/meccanica/elettronica notevole tale per cui è meglio rivolgersi a riparatore ufficiale, ci hanno dato la comodità operativa dei motori usm, degli is, ma ci hanno tolto il piacere del fai da te, di sentirci una volta tanto bravi. |
| inviato il 26 Gennaio 2019 ore 11:32
DEl resto e' tutto cosi… prova a riparare una lavapiatti oggi… E' proprio una filosofia di progetto,e' tutto montato in modo da essere definitivo. Non piu smontabile. Incastri a scatto o a perforazione. Se li disassembli devi sostituire il complessivo. Non torneranno mai come prima. In pratica e' tutto costruito in modo che la riparazione diventi antieconomica. Anche nel settore installazione e' la stessa cosa. Negli anni ottanta, tra le altre cose, montavamo impianti elettronici sui panfili privati . Per montare un radar e collegarlo ad un autopilota servivano 4 giorni di lavoro solo per i collegamenti/tarature. E ci voleva un tecnico qualificato per effettuarli. negli ultimi venti anni, con il digitale e' diventato tutto precablato. Oggi per montare un radar serve soprattutto un falegname che faccia un buon alloggiamento nella radica della plancia di comando. per il resto attacchi tre connettori e tutto funziona perfettamente. |
| inviato il 26 Gennaio 2019 ore 12:33
Nei vecchi pc c'erano delle schede di espansione a componenti discreti e chip di tipo classico, quelli a ragno, per intenderci, ed era semplice dissaldare qualcosa e sostituirlo; adesso e' un'orgia di pezzi SMD e chip BGA saldati per sotto che a metterci le mani o fare un reballing e' una tragedia annunciata.... butti via tutto e cambi il pezzo intero: e' uno spreco immondo. Oggi porto il Tokina a cambiare il flat: ci sarebbe voluto poco a prevederne una eventuale sostituzione e sistemare l'interno in modo che i punti di saldatura fossero accessibili senza smontare mezzo obiettivo. Bastava una finestrella nel barilotto esterno e ruotare il motore del diaframma di 90 gradi.... che gli costava ? |
| inviato il 27 Gennaio 2019 ore 11:34
e' piu un problema logistico che di manualita'. Fare quella finestrella significa avere centri di assistenza in grado di fare saldature di quel tipo. Avere magazzini ricambi sparsi per il mondo. Avere sportelli di ritiro /consegna e contabili per gestire fatturazioni. Insomma costi da spalmare sul nuovo. Meglio un assemblato one-off che quando si rompe lo butti. Significa piu margine sul nuovo. E' quello che i consumatori non vogliono capire. |
| inviato il 27 Gennaio 2019 ore 13:10
Eggia' .... pero' capisce benissimo chi smanetta con l'elettronica, gli altri innocenti pagano felici ....... pezzenti ! |
| inviato il 27 Gennaio 2019 ore 16:09
Dall'ultima disquisizione, ti devo solo un chiarimento... non avevo idea della plasticosità della 80D, e quindi mi trovo allineato su quanto hai esposto. Ipotizzando che un benefattore o un familiare ti omaggiasse di una 5D4, che faresti, ti adegueresti utilizzandola magari anche per il prossimo ventennio, o la rivenderesti per continuare e non separarti dalla 5D old? Così, per curiosità. |
| inviato il 27 Gennaio 2019 ore 16:19
La rivendo e mi tengo la 5D1. Senza dubbio. |
| inviato il 27 Gennaio 2019 ore 17:21
Anzi no, se ha un suono dell'otturatore migliore e mi piace di piu' tenerla in mano la tengo. Altrimenti converto la 5D4 in ottiche. Ecco si, cosi'. |
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