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Recensione Geekoto


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Recensione Geekoto, testo e foto by Luca Guido. Pubblicato il 06 Gennaio 2019; 0 risposte, 5167 visite.





Circa un mesetto fa mi è arrivato, dopo un rapido scambio di mail, un bel treppiedi a casa.
Il marchio forse ai più è nuovo, eppure potrebbe essere destinato a conoscere larga diffusione nei prossimi mesi: sto parlando di Geekoto.
Il modello da me ricevuto è stato il AT24 Pro Dreamer, di cui vi lascio il link: https://www.amazon.it/GEEKOTO-Fotocamera-Cavalletto-Portatible-Panoramica/dp/B07GLMGZHS/ref=sr_1_fkmr0_2?s=electronics&ie=UTF8&qid=1546793719&sr=1-2-fkmr0&keywords=geekoto+at24






Iniziamo subito con una premessa: non scrivo mai una recensione del materiale da me ricevuto prima di un mese, ossia prima di non aver fatto almeno 2/3 uscite per testare effettivamente la bontà del prodotto. È vero, qualcuno potrà dire che in 2/3 uscite non si potranno valutare adeguatamente pro e contro, e posso anche dargli ragione, ma bisogna venire incontro anche alle Aziende che hanno un frenetico bisogno di feedback. In ogni mia recensione cerco di “torturare”, per quanto possibile, l'articolo di turno, in modo da simularne un uso intensivo. È altresì ovvio che nel corso del tempo, se rilevo qualche acciacco, è mia premura aggiornare la recensione.

Dopo aver concluso questa doverosa premessa, ora veniamo a noi: il treppiedi è un bestione (che poi bestione non è ma lo vedremo dopo) che può raggiungere i 208cm completamente aperto, il tutto in 1.53kg di peso.




Il produttore dichiara 8kg di carico supportato, io non mi spingerei oltre i 5.
Di fronte ad una altezza massima così importante, ci si aspetta un bestione da chiuso, ed invece no (ecco la sorpresa a cui facevo riferimento poco sopra): in soli 48cm si ripiega e viene inserito nella sua borsa, dotata di tracolla, di buona fattura. Un piccolo miracolo insomma.
Passando alla costruzione, abbiamo a che fare con treppiedi in alluminio, apparentemente solido (solo il tempo dirà se è tutta apparenza oppure è un alluminio di sostanza), con gli attacchi di plastica. Ecco, forse sulla plastica potrei aver qualche ritrosia, nel senso che semrba essere molto economica. Poi durante l'utilizzo non ha manifestato eccessivi giochi o pericoli di rotture, ma ad un primo sguardo la sensazione è piuttosto cheap.




Ho personalmente molto apprezzato la scelta di una chiusura delle gambe “a gancio” e non ad avvitamento, più pratico nelle giornate di freddo nelle quali si usano i guanti.
Comodo anche il sistema di allungamento della colonna centrale, basato su un meccanismo ad avvitamento/svitamento, pratico e veloce.
Il treppiedi può inoltre aprire le gambe a quasi 360 gradi, perciò permette anche di montare la reflex “al contrario” per far riprese ravvicinate al suolo. Personalmente aborro questa pratica...ma tant'è: se c'è chi la utilizza, con questo treppiede si troverà bene.
Veniamo ora alla testa: ho apprezzato il serraggio, per quanto sia una testa dal diametro piuttosto piccolo, serra bene e ha pochi giochi. Ciò che invece rimando, per non dire boccio, è la piastrina alla quale attaccare la macchina: se all'inizio può sembrare ben fatta perchè di dimensioni superiori alla norma, nel momento in cui la si prende in mano gela il sangue. È leggerissima, di plastica cheap e di conseguenza, non le affiderei mai qualche migliaio di euro di attrezzatura. Preferisco la mia piastra ad L di alluminio, leggera e comoda, che permette anche l'utilizzo in verticale sulla testa senza sbilanciare da nessuno dei lati il treppiedi.




Come può un treppiedi che da chiuso misura 48cm e raggiunge i 2m di altezza, essere così compatto e leggero?
La risposta rappresenta sia il suo trucco ma anche il suo punto debole. Il trucco sta nelle sezioni particolarmente sottili che consentono di fare un “effetto matrioska” e farci stare 4 sezioni nelle gambe e 2 sezioni nella colonna centrale: così facendo si risparmia su peso e si guadagna in altezza ed estensione. Qual è però il costo di questa operazione? Lo spessore del materiale impiegato per ogni sezione. Ciò si traduce perciò in una minore resistenza del treppiedi alle vibrazioni.
Ma andiamo a vedere come si è comportato nell'uso pratico.

Anticipo innanzitutto che non ho cercato la migliore prestazione del treppiedi, bensì la peggiore: ho cercato cioè il limite oltre il quale non spingersi. Il treppiedi è stato caricato con:
- Sony A7 mark 2 (600gr) corredata di battery grip e 2 batterie (200gr circa in tutto)
- Tamron 70-300 VC USD (circa 800br)
- Piastra a L
- telecomando per scatto remoto

Insomma, circa 2.5/3kg di carico.




Il test si è svolto su due ambienti diversi: un ambiente boschivo/fluviale della pianura Padana, ed un ambiente montano molto ventoso.
Partiamo dal primo test: in un ambiente nebbioso ma tranquillo dal punto di vista meteorologico della pianura padana, il treppiedi si è fatto ben apprezzare per la sua contemporanea solidità e leggerezza, non facendomi mai dubitare del suo supporto anzi, stupendomi quando lo posizionavo nelle maniere più strambe: non ha mai mostrato segni di “cedimento” od incertezza. Mi è piaciuto molto come le gambe riescano a sopportare qualsiasi inclinazione grazie al fatto che ad ogni piccola variazione di inclinazione, subentri un “clic” che friziona la gamba, non rendendole possibile così l'improvviso cedimento. Anche i piedini hanno avuto grip su ogni terreno, probabilmente merito delle gomme ancora nuove e quindi capaci di notevole attrito anche sui terreni più viscidi. Insomma, prova superata!




Nell'ambiente montano invece il treppiedi ha mostrato un po' la corda, oserei dire in maniera fisiologica conoscendo le premesse dalle quali siamo partiti.
Tante sezioni è equivalente a minore resistenza alle vibrazioni, e maggiori sono le sezioni, maggiori sono i punti in cui le vibrazioni possono generarsi. È logico quindi aspettarsi che in situazioni di forte vento, su un crinale montano esposto, il treppiedi soffra. Ecco, ho finalmente trovato il limite di questo treppiedi.
Carico come un mulo immotivatamente, con le sezioni aperte al massimo, il treppiedi soffre il vento: ho fatto la scoperta dell'acqua calda insomma.

Concludendo, al prezzo al quale si trova (è probabilmente uno dei più economici con queste estensioni), con la garanzia Amazon sempre pronta ad intervenire, con le caratteristiche sopra descritte, posso consigliare questo treppiedi senza alcun problema. Ovviamente non lo consiglio indiscriminatamente a tutti:

1) lo consiglio all'amatore, con una attrezzatura di bassa/media gamma (per intenderci, Apsc o piccole Mirrorless con obiettivi piccoli e leggeri), che sono soliti usare il treppiedi in ambienti “controllati” e che non hanno bisogno della massima estensione sempre e comunque

2) inizio invece a consigliarlo con riserva a chi ha grosse reflex fullframe con obiettivi particolarmente lunghi (superiori ai 300mm per intenderci), che non può rinunciare al battery grip e che è solito usare la macchina in verticale senza la piastra ad L: in questo caso è facile che la macchina si sporga tutta da un lato, e che il treppiedi si imbarchi da questo lato come conseguenza: non è una situazione simpatica.

3) Non lo consiglio assolutamente a chi fa avifauna o sport in pista, il treppiedi è davvero ballerino considerando l'attrezzatura che si andrebbe a metterci sopra. Tuttalpiù ho molto apprezzo la possibilità di convertire il treppiedi in un monopiede, ma rimane il fatto che le sezioni siano piccole e che flettano facilmente se sovraccaricate.





































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