| inviato il 07 Dicembre 2018 ore 11:26
Sarò un nostalgico ma mi ricordo l'emozione provata all'apparire della foto in quel pezzo di carta inserito nella vaschetta. Lezione di "educazione tecnica" delle scuola medie. Dopo aver fatto una piccola gita per scattare le foto ovviamente. e le foto appese a sgocciolare, l'odore nella stanza... |
| inviato il 07 Dicembre 2018 ore 12:13
Parlare di 'vantaggi' ha, a mio avviso, poco senso. Perché stare ore al freddo per fotografare un esemplare di volatile quando in rete si possono trovare immagini meravigliose dello stesso? Per me è abbastanza chiaro: per la soddisfazione di 'fare' da soli. Provare, sbagliare, imparare. È il semplicissimo concetto di hobby. C. |
| inviato il 07 Dicembre 2018 ore 12:32
Esiste ancora il Rodinal, é formidabile si puo fare tutto, con diverse diluizioni si puo controllare il contrasto, si possono "tirare" gli ISO ecc..é molto économico e inoltre é concentrato e si conserva per anni...pero é un rivelatore ad alta acutanza che certo aumenta la nitidezza ma anche la grana...praticamente tutti i miei negativi li ho sviluppati col Rodinal é di un uso semplicissimo ed é tutto fare...é bello anche il Kit Tetenal per l'inversione dei negativi B&N, ancora qualche anno fà ho sviluppato delle diapositive B&N fantastiche, di una ricchezza di toni incredibile e vengono meglio dei negativi con lo scanner... www.nicolafocci.com/2014/04/elogio-del-rodinal/ |
| inviato il 07 Dicembre 2018 ore 13:13
Se non ricordo male il Rodinal si poteva usare anche con la carta, non solo con il negativo. In un passato remoto lo usavo anch'io e ho ancora l'ingranditore della Durst grigio metallizato da qualche parte. Il passaggio al digitale per me è stato traumatico, mi sto riavvicinando praticamente adesso alla fotografia. Devo provare a stampare qualche bianconero della digitale e avvicinarlo alle vecchie Ilford Galerie baritate e allora vi saprò dire. Tra l'altro ho ancora un po' di carta conservata nella sua cartellina da anni, chissà in quali condizioni si trova e se ha preso luce... |
| inviato il 07 Dicembre 2018 ore 13:18
C'era una volta... una pellicola agfa per diapositive che si poteva comprare a bobine e processare in proprio, con un kit economico (AP 41). Il procedimento era facile perchè poteva essere realizzato a temperature fra i 20 e i 24 °, quindi quasi a temperatura ambiente (a differenza del processo kodak), e vi assicuro che tirar fuori dalla tank delle immagini già pronte invece che dei negativi è una cosa che ti dà un'emozione non da poco! |
| inviato il 07 Dicembre 2018 ore 14:27
@Ettore Sì, certamente: è il bello di internet; però mi sembra che spesso manchino i trucchetti, quelle accortezze che vengono dall'esperienza: sarebbe bello che fossero riunite in un articolo dopo un confronto che riguarda più utenti di un forum, che di sicuro amplia la conoscenza rispetto al singolo che scrive una guida sul proprio blog |
| inviato il 07 Dicembre 2018 ore 15:29
@Jack96: devi mettere in preventivo un certo spreco di materiale, dato che non esiste una formula-panacea che risolva ogni caso. Pensa un attimo alle tue/nostre foto in digitale: a meno che non si tratti di una serie di scatti realizzati nello stesso evento, sarà difficile trovarne 12, 24 o 36 che richiedano tutti gli stessi parametri in post produzione. Il rullino lo sviluppi una volta sola e il processo dovrebbe tener conto delle condizioni (pari agli exif del digitale) in cui sono stati scattati i fotogrammi. Ammesso che si sia sviluppato decentemente, la fase di stampa comporta una serie di "tentativi" ben calcolati che portino poi alla realizzazione di una stampa ben esposta (e, sul concetto di "bene esposta", si apre un mare di possibilità legate al gusto, alle capacità personali.) Il discorso è ampio ed il percorso ha le sue asperità,ma veder nascere un'immagine nella vaschetta, immersi in una penombra rossa, ha un che di magico. La fotografia torna ad essere frutto della consapevolezza. |
| inviato il 08 Dicembre 2018 ore 16:38
Ti dirò caro Maurizio che anche trascorrere alcuni giorni attendendo il ritorno del tuo rullino di diapositive per poi assistere, in proiezione, al miracolo della luce che crea senza alcun altro tuo intervento è qualcosa di magico! |
| inviato il 09 Dicembre 2018 ore 5:12
Confermo, Paolo. Molti anni fa ero solito scattare solo dia. Non ero attrezzato con schermo dedicato o finezze simili, ma bastava la parete del salotto per sbalordirmi. Pensa anche che avevo solo una AE 1 col suo cinquantino di kit e con quello facevo tutto. Potere del portafoglio deserto... Altri tempi, mica come adesso che sono un "ricco" uomo di mezza età che come minimo gira con una borsa da 5/6 kg. dopo aver scelto quale corpo macchina usare... |
| inviato il 09 Dicembre 2018 ore 15:52
Pensa anche che avevo solo una AE 1 col suo cinquantino di kit e con quello facevo tutto. Potere del portafoglio deserto... Eh Maurizio se è solo per questo la mia prima reflex (ce l'ho ancora) è stata una AT-1 con 50/1.8 S.C. |
| inviato il 09 Dicembre 2018 ore 17:11
“ C'era una volta... una pellicola agfa per diapositive che si poteva comprare a bobine e processare in proprio, con un kit economico (AP 41). Il procedimento era facile perchè poteva essere realizzato a temperature fra i 20 e i 24 °, quindi quasi a temperatura ambiente (a differenza del processo kodak), e vi assicuro che tirar fuori dalla tank delle immagini già pronte invece che dei negativi è una cosa che ti dà un'emozione non da poco! „ Agfa 50S, l'ho usato per un paio d'anni (poi passato al ben superiore Kodacrome, e infine alla Velvia) |
| inviato il 09 Dicembre 2018 ore 17:44
La Kodakcrome aveva dei colori che somigliavano a certe foto iper postprodotte di oggi. Tutto sommato preferivo l'agfa... |
| inviato il 09 Dicembre 2018 ore 18:00
Paolo ma che parliaffa? Peccato la distanza, altrimenti una serata di audiovisivi non te la toglieva nessuno!! |
| inviato il 09 Dicembre 2018 ore 18:12
“ Kodakcrome aveva dei colori che somigliavano a certe foto iper postprodotte di oggi „ Semmai la Velvia, il Kodachrome era abbastanza equilibrato al confronto. L'Agfa era molto buona, ma per essere 50iso aveva una grana, soprattutto in bassa luce, troppo marcata |
| inviato il 10 Dicembre 2018 ore 16:55
Eh Duilio ... che ci vuoi fare ... probabilmente con l'età stò diventando logorroico! Comunque hai ragione amico mio, è un gran peccato la distanza altrimenti mi avrebbe fatto piacere rivedere i tuoi audiovisivi, questa volta in un ambiente finalmente adatto alla bisogna, senza contare che ci terrei a mostrarti le mie luci così come andrebbero osservate e valutate Buona serata, Paolo. |
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