user90373 | inviato il 05 Dicembre 2018 ore 15:11
@ Skylab59 Credo che anche Monet abbia dovuto fare dello slalom tra i paletti, essendoci una committenza da accontentare e un dato perimetro da "valorizzare". Senza dubbio c'è chi scia meglio di altri riuscendo a superare pendenze per altri impossibili. |
| inviato il 05 Dicembre 2018 ore 15:16
Sicuramente in quel caso specifico è stata concordata una certa superficie con dimensioni date. Del resto era spesso così che i pittori dovevano "riempire" con la loro arte una data cornice. Non sempre però. Noi non lo siamo, non dobbiamo vendere le nostre "opere", per cui perché non sentirsi liberi di scegliere il formato che riteniamo più opportuno per un certo lavoro? |
| inviato il 05 Dicembre 2018 ore 16:03
io so d'accordo |
| inviato il 05 Dicembre 2018 ore 16:13
A proposito di Giverny...ecco una parte dello studio media.gettyimages.com/photos/general-view-of-claude-monets-painting-st Se ci andate in primavera anche il giardino è uno spettacolo unico Comunque in tutte le mostre dedicate ai grandi pittori ho sempre trovato un mare di formati diversi. Poi tornando a noi il formato unico è certo più pratico ma comunque richiede dei compromessi lavorando su scene non costruite, a volte ha senso accettarli per far rientare un'immagine in un lavoro, altre per me no, preferisco rinunciare ad una buona immagine in un lavoro che forzarla in dimensioni non sue...per e mostre spesso uso cornici standard con passpartout personalizzati, nessuno si è mai lamentato...a parte chi me li deve tagliare |
| inviato il 05 Dicembre 2018 ore 16:18
E che dire del fantastico formato "Cinemascope" 2.35:1, con il quale furono girati capolavori di Sergio Leone quali C'era una volta il West . E' un formato perfetto per i paesaggi ampi e forse quel film mi ha dato l'imprinting per i miei paesaggi nel formato 2:1 o 2.5:1
|
| inviato il 05 Dicembre 2018 ore 16:28
Questo fa parte di quello che dicevo di capire il motivo della nascita di tanti formati standard. Solo una guerra commerciale. Si cercava di imporre alcune cose rispetto ad altre con evidenti implicazioni in tema di distribuzione e di visione. Qualcuno ha vinto ed altri hanno perso. Quelli che hanno vinto hanno imposto un forte condizionamento nel comune modo di vedere. Hai mai visto un cinemascope come viene ridotto dalla televisione? Pensi che il regista sarebbe contento di vedere il suo lavoro in quelle condizioni? Ad ogni modo parliamo sempre di formati standardizzati con caratteristiche peculiari. Insisto nel dire che una cosa è una preferenza tra 2/3, 4/3 pari lato, panoramico e via dicendo. Altro è il formato ad casum perchè mi sta bene cosi. Passo e chiudo. Buona giornata. |
| inviato il 05 Dicembre 2018 ore 16:50
Avevo visto una mostra dove i formati erano totalmente fuori standard ma che seguivano una disposizione sul muro e i formati erano stati scelti appunto perchè stavano bene così e nell'idea dovevano essere tutti differenti. A me il lavoro era piaciuto con quella presentazione |
| inviato il 05 Dicembre 2018 ore 16:58
Il discorso di Caterina sulle cornici uguali, ma con un passpartout che consenta di inserirvi immagini di formati differenti, si riallaccia a quello sulle riviste che facevo qualche pagina più indietro: anche la pagina di una rivista e la sua griglia di impaginazione costituiscono una cornice standard che elimina il possibile fastidio derivante dal fatto di dover osservare in modo "non mediato" una serie di immagini non standardizzate. Il passpartout è fondamentalmente un medium neutrale, ma che ricompone il tutto all'interno di un progetto unitario anche da un punto di vista formale, pur lasciando molta libertà nei confronti dei formati reali delle immagini (purché non ad casum, come giustamente direbbe Mirko) |
| inviato il 05 Dicembre 2018 ore 17:03
Chissà perché dobbiamo porci dei limiti e fissare delle barriere anche dove non ce n'è bisogno? Posso capire se le foto vanno a finire su un libro, magari insieme ad altre, e il tutto deve avere un'unitarietà, oppure per una mostra, e anche questa deve per forza (chissà perché) avere una presentazione unitaria. Il formato “ ad casum „ non è solo “ perchè mi sta bene cosi „ , ma soprattutto perché è il formato giusto per quella foto. Se poi una serie di 3 foto deve stare insieme, si cercherà un formato uniforme, o tre formati compatibili fra loro. |
user90373 | inviato il 05 Dicembre 2018 ore 17:03
Scendendo dai "massimi sistemi" e tornando tra i comuni mortali mi ritrovo a dover conciliare formati di ripresa (pellicola) che vanno dal 2,4x3,6 quindi 2/3 al 4,5x6 3/4 al 6x6 1/1 con il formato di stampa, prevalentemente 30x40 per vari motivi che non sto ad elencare. Stampe orizzontali, verticali senza nessuno spreco dal 3/4, circa 4 cm di spreco sul lato lungo per il 2/3 e scarto pellicola per il 6x6 che mi permette 12 scatti rispetto ai 16 del 4,5x6; in caso di stampa quadra lo scarto si trasferisce sulla carta anche se è possibile recuperare per provinature. Trovare la "quadra" per tutto ciò mi basta e avanza per il poco tempo che posso impiegare nel cercar di trovare soluzioni alternative a quel che in fondo mi soddisfa. |
| inviato il 05 Dicembre 2018 ore 17:06
Ho a casa alcuni numeri della prestigiosa rivista LIFE degli anni '60 e '70. Stasera me le riguardo, ma non mi pare vi siano formati tanto unitari... |
user90373 | inviato il 05 Dicembre 2018 ore 17:12
@ Skylab59 “ Ho a casa alcuni numeri della prestigiosa rivista LIFE degli anni '60 e '70. Stasera me le riguardo, ma non mi pare vi siano formati tanto unitari... „ Bisogna tener conto che molto spesso le foto vengono ridimensionate o tagliate per esigenze di impaginazione in base al formato delle pagine, ed editoriali; queste ultime hanno a che vedere con la committenza che interpreta il "sentire" del consumatore. |
| inviato il 05 Dicembre 2018 ore 17:12
Ettore, forse sarà perché mi ricordo dei tempi dell'Università, quando soldi in tasca non ne avevo (finivano tutti in pellicole, carta da stampa e chimici), ma anche a me rodeva parecchio l'idea di sprecare un quarto di foglio per un ritaglio in stampa; devo dire che col digitale, anche se continuo a prediligere la stampa, la possibilità di visionare comunque a monitor tutte le mie foto mi conforta un po' sulla scelta di formati diversi; non le stamperò tutte, ma almeno le posso comunque guardare quando voglio |
| inviato il 05 Dicembre 2018 ore 17:16
Ehi, ma se il motivo per tenere il foglio intero e quindi usare il formato 3:2 è solo quello di non buttare carta, allora non mi trovate proprio d'accordo. Se avete raccolto troppo prezzemolo lo buttate tutto nei funghi solo per non buttarlo via, col rischio di rovinare i funghi? |
user90373 | inviato il 05 Dicembre 2018 ore 17:20
@ Skylab59 “ Se avete raccolto troppo prezzemolo lo buttate tutto nei funghi solo per non buttarlo via, col rischio di rovinare i funghi? „ Non butto il prezzemolo, cerco altri funghi e invito qualcuno a pranzo. Poi ci si lamenta del consumismo e delle sue derive culturali. |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 242000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |
Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |