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Tagliare o non tagliare... un formato diverso, perché no?


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avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2018 ore 10:12

Nella vita siamo già ingabbiati in mille costrizioni, il cinema è legato al suo formato (ai suoi formati), lo stesso vale per la TV... almeno in fotografia facciamo un po' come ci piace!!! ;-)
Decidiamo il formato in base all'esigenza della foto o della serie di foto che stiamo preparando. Dobbiamo sentirci liberi! Per favore... ;-)

E poi che ognuno abbia le sue preferenze! Cool

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2018 ore 11:38

@Daniele Ferrari:

adattare e croppare non sono necessariamente la stessa cosa


Forse sbaglio, ma per me croppare significa utilizzare solo una parte dell'immagine, che può anche essere piccola (se la risoluzione e la nitidezza lo permettono), mentre che adattare significa tagliare da qualche parte per ottenere il meglio dalla foto.

A volte croppare è necessario, specialmente se l'obiettivo che si ha non è abbastanza lungo per inquadrare solo la parte che ci interessa.

Adattare per me vuol dire scegliere il formato giusto per la foto che ho scattato. Per esempio nei paesaggi piatti, cosa me ne faccio di metri di ghiaia in basso e chilometri di cielo blu sopra, quando poi la sostanza si perde nel mezzo. Inoltre il formato largo accentua l'ampiezza orizzontale del soggetto principale (campi lontani, montagne, ecc.).

La vecchia scuola che insegnava ad utilizzare l'intero fotogramma per la composizione era tutt'altro che negativa


Gli esercizi scolastici sono sempre buoni per imparare qualcosa. E' altrettanto vero che, da che mondo è mondo, di solito le "scuole" (di ogni genere) tendono a fossilizzarsi entro certi schemi. Chi sgarra è visto male.

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2018 ore 11:56

Mah, di solito vedo che si scrive di crop a proposito di tagli "generosi" su tutti i lati; in questo non mi pongo problemi se la situazione rendeva oggettivamente impossibile fare diversamente (a me capita con macro che richiederebbero un rapporto d'ingrandimento superiore a quello del mio 60 mm), o per foto che si prestano a ricavarne tagli diversi per scopi differenti.
Quando scrivevo di "adattare" intendevo più che altro il classico taglio in una sola direzione per trasformare un 3:2 in un 4:3 o situazioni simili.
Se mi è possibile, tendo in linea di massima ad utilizzare per intero uno dei lati del fotogramma rifilando solo nell'altra direzione (di solito tenendo centrata la scena su quella direzione, così rifilo entrambe le estremità che, soprattutto sul lato lungo, non hanno la resa migliore). Cerco di impormi anche una dimensione minima in Mp; dai 10 effettivi del sensore, in genere non scendo mai sotto i 6, ma questo dipende dal fatto che sono un amante della foto stampata e che vorrei poterne ricavare almeno un A3 decente

avatarjunior
inviato il 05 Dicembre 2018 ore 12:04

Non è vero che tutti i tagli sono corretti. Il 2/3 è quello con + successo per un preciso motivo, si avvicina alla sezione aurea, per questo l'occhio umano lo gradisce di più di altri.

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2018 ore 12:06

Il mio 3D era però partito dalla constatazione che girando un po' fra le gallerie degli utenti ho notato che le foto pubblicate sono per la stragrande maggioranza a formato pieno, cioè il classico rettangolo 3:2.
Me ne sono chiesto il motivo, visto che tagliare nella foto digitale non è un problema (non sono diapositive).
Mi sono chiesto: perché ci si sente così legati a questo formato?

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2018 ore 12:10

@Luca:
si avvicina alla sezione aurea, per questo l'occhio umano lo gradisce di più di altri


Anche questa della sezione aurea è una lunga storia... ma non so fino a che punto possa essere veramente percepita.
Secondo me si tratta più che altro di abitudine. Da secoli i quadri e le pagine dei libri, sono perlopiù rettangolari, poi la TV e il cinema.
Inoltre la nostra vista e il collo girevole che abbiamo, tende a darci una visuale leggermente allargata, anche se senza bordi netti (a meno di avere occhiali rettangolari).

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2018 ore 12:32

Cerco di essere serio.
Personalmente (sottolineato) ritengo che un uso sistematico (sottolineato) di tagli, crop ed adattamenti vari, ad casum, denoti solo una certa superficialità, mancanza di riflessione e di idee al momento di scattare.

Una modo di praticare la fotografia che non ritengo utile.

La domanda da porsi è: perchè intervengo dopo se potevo farlo tranquillamente e meglio prima?
Risposta 1: Non lo potevo fare.
Ok, benissimo, mica siamo talebani, può capitare qualche volta per vari motivi, anche richiamati.
Risposta 2: non mi interessa il formato sono un libero creativo.
Per me questo vuol dire scattare più o meno a caso, ogni tanto qualcosa porto a casa e poi ruoto, taglio, allineo, tiro e qualcosa rimane (tra la pagine chiare e le pagine scure cit.)
Secondo me mancanza di motivazioni di click e strada meno faticosa, meno curata e con "studi superficiali tanto le regole non servono".
Le regole serve di conoscerle.
La conoscenza è presupposto per disattenderle.
La superficialità è dannosa.

Non esiste un formato migliore di un altro.
Ciascuno ha la propria storia,la propria funzione e la propria funzionalità.
I formati vanno conosciuti e studiati per provare a comprendere pregi e difetti, come reagiscono con certe regole compositive e via dicendo.
Buttare secoli di opere di geni lo trovo estremamente superficiale, o meglio presuntuso.
Non si trovano certezze, ma solo domande e problemi che si affrontano al momento di scattare.

Diverso è se penso e previsualizzo una immagine o un lavoro in un certo formato, diverso dal più usuale 3/2.
Oggi è un pochino più difficile e certamente meno pratico trovare sensori pari lato o panoramici.
E' più difficile previsualizzare un certo risultato se nemmeno lo vedo nel mirino.
Eppure è importante provarci.
Se ho in mente un certo di lavoro in quel formato devo comunque tagliare, ma dovrò necessariamente pensare all'inquadratura in funzione del taglio che andrò ad operare sul frame.
Discorso analogo per foto di architettura con uso di grandangoli.
Sapendo di dover necessariamente tirare a destra ed a manca devo pensare ad inquadrare con i margini necessati per operare successivamente lasciando comunque non un formato ad casum per avere quattro angoli giustificati, ma all'interno di un formato "standardizzato che avevo intenzione di riempire.

Il formato sartoriale può essere una eccezione, ma una sola.
Non la regola.

Ed infine mia nonna mi ha sempre educato a non sprecare niente; se conoscesse i pixel, non ne butterebbe nemmeno uno.






avatarsupporter
inviato il 05 Dicembre 2018 ore 12:59

Mirko stavolta faccio un po' faitca a seguirti, parli di secoli di storia facendo riferimento alla pittura, ma allora...

www.google.com/search?q=monet&client=firefox-b&source=lnms&tbm=isch&sa

Mi sembra chiaro che sia il formato ad adattarsi alle esigenze dell'immagine e non viceversa

Poi è chiaro che sicuramente è meglio avere bene in testa cosa si vuole ottenere al momento dello scatto, non è detto che questo debba coincidere per forza con il formato del sensore/pellicola, per svariati motivi che partono dalle caratteristiche della scena, spesso un taglio consente una composizione più efficace che una forzatura per adattarsi ad un formato non consono per arrivare a quelli tecnici, non credo che qualcuno porti in un'escursione con 2000 metri di dislivello un 600mm ma magari può previsualizzare sul posto un taglio da 600 mm avendo a disposizione un 200.

I gusti personali non si discutono ma sono irrilevanti se si discute su cosa è giusto o non giusto fare, mica possiamo imporli agli altri.

Resta infine la rivoluzione anche culturale di PS Gastel dice
Tu puoi scattare una sola foto e passare una vita a ritoccarla cambiandone continuamente il significato. Photoshop è un vero e proprio strumento di "nascita" della fotografia

Può essere o meno concordi ma certo è opinione forte che merita attenzione e rispetto.

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2018 ore 13:33

Il riferimento a secoli di pittura è in generale a quanto può essere stato "codificato" a livello compositivo.

Per quanto riguarda i formati del link hai preso dei riferimenti non omogenei, relativi a Fotografie o Immagini di opere non le opere stesse, le cui dimensioni possono non restare all'interno di certe proporzioni esatte per motivi che appaiono evidenti.
Mica conoscevano la televisione.
MrGreen
Peraltro sono fotografie delle opere, prese da talvolta nemmeno da quadri ma da intere pareti.
Ovvio che la cupola della Cappella Sistina non segue un formato "codificato" mentre casualmente le pareti o le stanze di Raffaello si avvicinano molto di più e comunque sono uniformi.
Le tante opere erano eseguite in funzione della collocazione del luogo ove andavano inserite dai commitenti; era fondamentale pensare alla prospettiva da dove dovevano essere osservate.
Se partivi a caso arrivavi poco lontano.
Se poi vuoi sostenere che la pittura non abbia preceduto la fotografia nello studio di molti aspetti compositivi, non sarò certo io a volerti far cambiare idea.

I gusti personali non si discutono ma sono irrilevanti se si discute su cosa è giusto o non giusto fare, mica possiamo imporli agli altri.


Imporre? Mi quoto:
Personalmente (sottolineato) ritengo

I gusti personali sono senz'altro irrilevanti, ma le argomentazioni servono per discutere e dare più peso ad una scelta anziché ad un'altra. Altrimenti rimaniamo sempre al punto a me piace così e faccio come mi pare. Se sia meglio o peggio una scelta anziché l'altra si può provare a cercare di capire quale sia quella più giusta. Se non si riesce pazienza, ma un valore alla forza delle argomentazioni deve essere dato. Ciascuno è giudice del valore da attribuire a quanto sostenuto.

Resta infine la rivoluzione anche culturale di PS Gastel dice " Tu puoi scattare una sola foto e passare una vita a ritoccarla cambiandone continuamente il significato. Photoshop è un vero e proprio strumento di "nascita" della fotografia"

Mi pare, con tutto il rispetto, una banalità non rilevante per due motivi:
- non occorreva aspettare Photoshop; lo era già dalla camera oscura.
- tutte i prodotti intellettuali fotografie, quadri, sculture, testi e via dicendo possono essere sempre modificati, ritoccati e via dicendo nel corso degli anni dagli autori.

E' normale evoluzione formativa.
Se non ricordo male ti avevo già menzionato che Rodin alla fine della sua più grande ed imponente opera distrusse due decenni di lavoro perchè non rispecchiava quello che voleva rappresentare.

Poi uno muore e lo ritoccano gli altri.

Opinione personale (sottolineato) con motivazioni personali (sottolineato)









user90373
avatar
inviato il 05 Dicembre 2018 ore 13:47

La fotografia come "arte" è fra le ultime arrivate, lo dimostra il fatto che si ricorre sempre a consolidati esempi "altri" per giustificare scelte, il più delle volte soggettive, nel tentativo di oggettivarle. IMHO.

avatarsupporter
inviato il 05 Dicembre 2018 ore 13:52

La schermata è per comodità, Sono stata a Giverny nello studio di Monet e ricordo la vastità di formati esposti ma far entrare quella stanza nel topic mi veniva difficile MrGreenMrGreen
Banalità? Credo che le implicazioni di quella frase vadano ben oltre la sola questione taglio e alla luce delle millemila discussioni che si trovano in rete siano tutto fuorchè banali se non lette cob sufficenza...poi è vero anche il buon Filippo Crea in "compito a casa" su progresso fotografico ben prima di PS definiva le forbici strumento creativo, ma qui siamo ben oltre..
Dire a me piace/non piace non è argomentare, solo fare un'affermazione personale.

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2018 ore 13:52

Ettore non è il discorso arte o non arte.

La fotografia si esprime attraverso immagini statiche bidimensionali. La pittura pure.
Il linguaggio è simile, non uguale perchè è ovvio che ciascuna disciplina ha le proprie peculiarità.
Ma sempre un vuoto bidimensionale deve essere riempito.

avatarsupporter
inviato il 05 Dicembre 2018 ore 13:53

Per gusto personale amo il rapporto 3:2 oppure 1:1. Ma si tratta puramente di preferenza personale. Non ci vedo nulla di male a formati diversi. Anzi, se ti fa esprimere al massimo ben vengano :-P

avatarsenior
inviato il 05 Dicembre 2018 ore 13:57

si trovano in rete siano tutto fuorchè banali se non lette cob sufficenza

che ti devo dire, sarò superficiale.
Magari puoi smentirmi nel seguito che ho scritto come motivazione, ossia che le medesime possibilità non erano offerte dalla camera oscura, e/o che altre discipline non possano essere ritoccate, modificate e via dicendo.

Poi se l'ha detto Gastel va bene lo stesso.

user90373
avatar
inviato il 05 Dicembre 2018 ore 14:00

@ Mirko Fambrini

....... Ma sempre un vuoto bidimensionale deve essere riempito.


Qualora ci si sentisse condizionati dal formato saremo ben oltre il "vuoto bidimensionale".

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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