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Lunghe esposizioni senza filtri nd????


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avatarjunior
inviato il 16 Novembre 2018 ore 17:33

No magari su LR non esiste

avatarsenior
inviato il 16 Novembre 2018 ore 18:18

Quell' articolo di NiSI è abbastanza tremendo, è ovviamente troppo di parte.
Scriverò un post kilometrico perché l'argomento è molto interessante, tra l'altro ho sperimentarto personalmente la teoria usando una camera CMOS e un software (Sharpcap, solitamente usato per astrofotografia), quindi posso assicurare che funziona benone MrGreen

Cominciamo rispondendo alla domanda iniziare del post: è possibile simulare un filtro ND usando esposizioni multiple? Assolutamente sì! Anzi, non solo è possibile ma è una tecnica che in teoria (la pratica è un' altra storia, e ci arrivo dopo...) ha un sacco di vantaggi rispetto ai filtri ND normali che con le nuove camere sono destinati a sparire, perlomeno nel digitale.
Come simularlo correttamente? Semplicemente scattando una quantità di foto tale da eguagliare l'esposizione del filtro ND nello stesso arco di tempo, senza far passare del tempo tra uno scatto e l'altro.
Il filtro ND matematicamente non fa altro che ridurre la luce che arriva sul sensore di un fattore x.
Mettiamo ad esempio che l'esposizione liscia richieda 1s, con un ND100 ciascun secondo invece inciderà 1/100 del totale dell' esposizione. Ma anche facendo una media di 100 scatti da 1s uno dopo l'altro ciascun secondo di esposizione inciderà per 1/100 dell' esposizione totale.
La differenza però è che in quel caso il filtro ND:
- Cattura 1/100 del segnale, quindi l'immagine finale è per forza di cose più rumorosa.
- Peggiora la qualità di immagine (il vetro per quanto ben lavorato è sempre vetro, quindi riduce la nitidezza e introduce dominanti di colore tanto più evidenti quanto più è denso il filtro.
- Fa perdere tempo sul campo nel montaggio essendo scomodo da mettere/togliere (per MAF, composizione etc), peggio se uno magari ha i guanti e nel frattempo pioviggina/nevica.
- È scomodo da trasportare dato che essendo fragile richiede una custodia apposita.
- Non permette subframe (che spiegherò più avanti), quindi rischia di far perdere molto più tempo in caso di errori o problemi.
- Causa un aumento del dark noise dato che il sensore si scalda mentre il segnale luminoso buono è ridotto dal filtro.
- Enorme perdita di tempo nel caso si voglia cambiare lente

Ma veniamo ai problemi, o meglio all' unico problema che al momento rende la tecnica inutilizzabile all' atto pratico con la maggior parte delle fotocamere: l'otturatore meccanico. Simulare un ND1000 richiede 1000 scatti, fare 1000 scatti per ogni lunga esposizione con un otturatore meccanico significa maciullarlo. Fortunatamente lo sviluppo degli otturatori elettronici procede spedito e presto sarà la norma averlo su tutte le fotocamere.
Risolto quel problema l'unico svantaggio diventa un maggior consumo di batteria, ma sinceramente preferisco portarmi dietro una batteria di riserva che cambio in un attimo piuttosto che uno scomodo e molto costoso costoso kit di filtri.

Adesso smontiamo pezzo per pezzo l'articolo di NiSi MrGreen

molte foto richiedono moltissimo spazio e capacità di elaborazione (HDD/SSD, processore, RAM, ecc). Una foto in RAW pesa dai 40 agli 80MB circa, se volete provare a simulare la lunga esposizione avrete almeno 3GB di scatti per una sola foto!ì[...] Nell'elaborare lo scatto sopra abbiamo sovraccaricato un MacBook Pro 15? 2018 (top di gamma), ci abbiamo messo circa 20 minuti abbondanti a fare tutta l'elaborazione ed erano solo 50 foto

Falso, il peso delle foto può essere ridotto enormemente se l'algoritmo di simulazione è fatto in camera, e la spiegazione è semplice.
Mettiamo che io abbia 10 valori da mediare, ciascuno da 2 cifre (es 12,14,11,08, etc...): per tenerli in memoria tutti contemporaneamente effettivamente mi servono 20 "slot" nella memoria, ma perché dovrei farlo?
Mi basta sommare ogni valore al totale dopo ogni foto: 12 -> 26 -> 37 etc, il numero finale occuperà sempre 2 slot. Anche nel caso di 1.000 esposizioni non dovrò tenere in memoria 10.000 numeri, mi bastano 5 spazi per rappresentare i numeri da 0 a 99.999 che è il massimo possibile.
Il conteggio provvisorio tra l'altro occupando poco spazio può essere tenuto nel buffer della fotocamera per un tempo indefinito, senza mai limitare la velocità della raffica.

Usare Photoshop per mediare i file è darsi la zappa sui piedi, ci sono programmi che per fare quello che Photoshop richiede minuti (dato che Ps non essendo fatto per quello carica tutti i file assieme PRIMA di mediarli) richiedono pochi secondi dato che caricano i file uno per volta risparmiando un sacco di memoria e di calcoli.

non avete un feedback immediato, quindi non potete sapere se lo scatto è riuscito e se avete fatto abbastanza foto e con la giusta velocità di scatto.

Se lo stacking è fatto direttamente in macchina il problema non solo non sussiste dato che il tempo di scatto totale sarebbe lo stesso con un ND, ma addirittura si è avvantaggiati dato che la macchina può mostrarmi in qualsiasi momento la media provvisoria degli scatti (cosa che ad esempio fanno già le Olympus con la funzione LiveMOS).
Altro grosso vantaggio è che nel caso il movimento risulti soddisfacente posso interrompere l'esposizione in qualsiasi momento ed avere una foto perfettamente esposta, mentre con un ND interrompendo a metà avrei una foto sottoesposta.


un errore può comportare di non portare a casa lo scatto. Senza feedback immediato non potete correggere eventuali errori

Il feedback immediato non esiste nemmeno con l'ND normale, ma con lo stacking una cosa che si può fare è decidere di scattare al posto di 1000 foto 5 gruppi da 200 foto mediate da mediare a loro volta, in questo modo se un × mi butta giù la fotocamera al 930° scatto non dovrò rifare tutto da capo ma potrò comunque sommare i primi 4 gruppi di foto riuscite bene!


il risultato può avere effetti ghost, di cui vi accorgerete troppo tardi
.
Problema che si presenta solamente con esposizioni distanti nel tempo e non continue.


il GND e il Polarizzatore non possono essere simulati, se volete bilanciare lo scatto (cielo e terra) e lo volete fare con HDR o altre tecniche non è possibile mentre simulate anche l'ND. Infatti l'HDR si avvale del bracketing, cioè scattare diverse foto con esposizioni diverse e poi fonderle. Ma questo non è possibile se stiamo scattando una serie di foto per simulare l'ND. Quindi tanto vale aggiungere un ND al nostro slot se abbiamo anche un ND e polarizzatore montato.

Vero per il polarizzatore (che in generale è impossibile da riprodurre in digitale), falso per il GND.

Sì può sfruttare il fatto che un' immagine mediata da (ad esempio) 1000 scatti avrà un SNR pazzesco e di conseguenza una gamma dinamica enorme, permettendo quindi di aprire le ombre senza problemi o semplicemente di ridurre l'esposizione con una maschera sfumata (cosa che già si fa in due secondi in Lightroom se l'orizzonte lo permette), cosa che letteralmente richiede meno tempo che non trafficare con i filtri sul campo dove invece ogni secondo di luce giusta è prezioso.


Questa è la teoria, e sarebbe potenzialmente già fattibile con dei semplici aggiornamenti software su tutte le camere in commercio dotate di otturatore elettronico.
Nella pratica con la maggior parte delle fotocamere non è possibile o comunque sarebbe da evitare, ma se il numero di scatti per la simulazione è basso (per esempio nel caso si voglia simulare un ND da 4-5 stop) imho è preferibile al filtro fisico per i motivi elencati sopra.
Ovviamente nessuno vieta di applicare già adesso i consigli usando filtri meno densi per simulare filtri più densi senza dover fare centinaia di scatti, o perlomeno per evitare di usare più ND contemporaneamente che ammazza la qualità ;-)

avatarjunior
inviato il 16 Novembre 2018 ore 21:00

Grandissimo spiegazione pazzesca dell'articolo! Devo leggermelo con calma per capire tutto, intanto grazie! L'unica cosa è secondo te come mai nonostante io abbia usato nella foto di prova un intervallo tra le foto di 3 secondi (con “soli” 0.4 sec di esposizione) non si vede lo stacco tra gli scatti sul flusso delle nuvole? Se avessi fatto la stessa cosa con l'acqua sarebbe cambiato qualcosa? Forse è il software che mediando sistema?Confuso

avatarjunior
inviato il 16 Novembre 2018 ore 21:31

Non hai stacchi per la lentezza del movimento delle nuvole.
Se hai modo di provare in una giornata con vento in quota e nuvole “veloci” vedrai differenze.
Probabilmente se medi la prima ed ultima foto della serie (quindi simulando una pausa di 90 secondi) dovresti vedere artefatti nel cielo.

avatarsenior
inviato il 17 Novembre 2018 ore 0:03

Se non scatti in continuazione i problemi puoi avere con soggetti che cambiano posizione velocemente tra uno scatto e l'altro e che quindi possono dare origine a delle scalettature (motivo per cui per imitare alla perfezione un filtro ND serve una macchina in grado di scattare senza mai fermarsi).
Nel tuo caso probabilmente c'era abbastanza sovrapposizione tra le nuvole da non creare problemi.

L'acqua dipende, solitamente le increspature tendono a restare nella stessa posizione, quindi non si creano particolari problemi anche facendo uno stacking "approssimativo".

avatarsenior
inviato il 17 Novembre 2018 ore 1:26

bell'intervento Bubu, come dicevo le Sony A6xxx e le A7 fino alla seconda serie hanno una app molto comoda e customizzabile che già fa quel lavoro. otturatore meccanico però. in ogni caso è una gran comodità avere l'app on board ed evitersi i filtri

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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