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Bretagna: fari ma non solo.


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Bretagna: fari ma non solo., testo e foto by Mar40. Pubblicato il 31 Ottobre 2018; 32 risposte, 4442 visite.


La costa della Bretagna, a Nord-Ovest della Francia, è particolarmente pericolosa per la navigazione, a causa dei numerosi scogli e delle forti correnti derivanti dall'incontro tra l'Atlantico e la Manica. E' stata quindi necessaria la costruzione di una serie di fari per assicurare la sicurezza delle navi. Alcuni, costruiti in mare, rappresentano delle vere e proprie sfide tecnologiche.
A dicembre 2017, emerge quindi una prima idea per questo viaggio fotografico che dopo una lunga fase organizzativa ci porterà alla scoperta dei fari della Bretagna, regione ricca anche di molto altro con i suoi villaggi, le sue cappelle, le tracce degli insediamenti celtici e i panorami mozzafiato.

Ed eccoci al 21 settembre, giorno della partenza.

Ritirata la sera precedente l'auto a noleggio, incontrati i compagni di viaggio Massimo e Duilio di buon'ora e caricati i bagagli partiamo verso la Francia.

Il primo giorno prevede unicamente una tratta di avvicinamento di 900 km circa. Prima tappa: Tours.

Tours, raggiunta in serata, è una bella cittadina di circa 140 mila abitanti ed è il capoluogo della regione Centre - Val de Loire.
Dal 2000 fa parte del patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.
Si trova in una zona strategica per chi voglia visitare i castelli della Loira e dista pochi km da alcuni dei più noti tra essi. Il centro storico è caratterizzato da una moltitudine di locali e ristoranti, per tutti i gusti e per tutte le tasche. Residenti e turisti passeggiano, si fermano per un aperitivo o per cenare.
Il centro di Tours è collegato alla parte più moderna della città da un caratteristico tram.

Tra i monumenti più significativi di Tours sono certamente da segnalare la Cattedrale in stile gotico e la Tour Charlemagne (sotto) che faceva parte di un'antica basilica dedicata a San Martino di Tours. Prende il nome dalla sepoltura, mai ufficialmente identificata, di Luitgarde d'Allemagne, la quarta moglie dell'imperatore Carlo Magno, morta a Tours nell'800 e sepolta secondo le cronache dell'epoca in prossimità della torre.
Purtroppo l'urbanizzazione dei secoli successivi alla costruzione della torre ha fatto si che la stessa si trovi oggi tra strade e palazzi e dal punto di vista fotografico vi sono ben poche possibilità per eliminare gli elementi di disturbo 'di epoca moderna'.




Il giorno successivo il nostro viaggio riparte alle prime luci dell'alba in direzione di Port Haliguen, non prima però di una ricca colazione a casa della gentilissima Marie, la proprietaria della chambre d'hotes presso la quale avevamo prenotato le camere per la notte.

Il traffico è scarso sulle strade francesi ad inizio autunno e le 3 ore e 30 minuti che separano Tours dalla nostra meta sembrano passare in un attimo. Arriviamo con il brutto tempo: cielo grigio uniforme, temperature in picchiata, pioggia e vento. Tanto vento! Seguivamo da giorni gli aggiornamenti dei bollettini meteorologici e ce lo aspettavamo.
Sfoderiamo giacca a vento, mantella e copertura impermeabile per la nostra attrezzatura fotografica che, sebbene tropicalizzata, è meglio riparare il più possibile. Siamo pronti ad affrontare la tempesta: niente può più fermarci.

A Port Haliguen, visitiamo il porticciolo deserto che non offre grandi spunti fotografici. Le poche persone presenti a differenza nostra, rimangono al riparo nelle loro auto. Vista l'inclemenza del meteo alla fine anche noi desistiamo e decidiamo di ripararci in una trattoria che offre piatti tipici tra cui ostriche, presenti praticamente ovunque lungo le coste della Bretagna e una vera leccornìa per i due di noi che le apprezzano.

A stomaco pieno si dice che si ragioni meglio, ma forse nel nostro caso non è proprio così visto che sfidiamo ancora una volta la bufera a Pointe du Conguel dove dovremmo trovare il primo faro del nostro itinerario al termine di un sentiero pedonale che conduce su un promontorio.

Lasciata l'auto in un ampio parcheggio e fatti pochi passi siamo già in balia della pioggia gelida che, portata dal vento, arriva in diagonale tanto che nemmeno le mantelle sembrano sufficienti. Siamo costretti a desistere e decidiamo di proseguire avendo parecchia strada da fare entro sera, confidando anche nell'esattezza delle previsioni meteo che parlando di una tregua pomeridiana. Ripartiamo in direzione di Quiberon.

Il tempo a tratti sembra migliorare ma è una condizione effimera perché subito dopo un nuovo fronte umido di provenienza atlantica rovescia altra pioggia. Raggiungiamo il parcheggio di Saint Cado a metà pomeriggio, la luce è pessima.
Decidiamo di rimanere in auto per qualche minuto ancora, in attesa che smetta di piovere. Sembra che le nostre preghiere siano state ascoltate. Scendiamo dall'auto ma, per non rischiare, ci portiamo tutta la solita attrezzatura da pioggia.
Ci dirigiamo lungo la spiaggia verso il piccolo borgo dove abbiamo giusto il tempo di effettuare alcuni scatti alla caratteristica casetta costruita su uno scoglio a una cinquantina di metri dal ponte che conduce al borgo.
Chi abiterà in questa casetta? Il nostro interrogativo rimane senza risposta.

E' ormai tempo di rimetterci in viaggio perché dobbiamo raggiungere la chambre d'hotes prenotata per la notte a Locmariaquer, in bretone Lokmariaker, un piccolissimo paese affacciato sul golfo di Morbihan.
La mattina seguente, davanti ad una abbondante colazione, la proprietaria che, caso vuole, si chiami ancora una volta Marie, avendo sentito che visitiamo la Bretagna per un viaggio 'fotografico' ci racconta la leggenda del luogo, che narra che in un passato ormai lontano la Madonna apparse ad alcuni pescatori preannunciando una grande tempesta.
Due pescatori, devoti a Maria, rimasero in porto mentre tutti gli altri uscirono nell'Atlantico e non fecero più ritorno. I pescatori superstiti allora costruirono una statua dedicata alla Madonna e il paese prese il nome da questo avvenimento. Locmariaquer in bretone significa appunto “Luogo di Maria”.

La signora Marie ci consiglia inoltre di fare una deviazione dal nostro percorso e visitare la Pointe de Kerpenhir dove si trova la statua dedicata alla Madonna, oltre che di fare una breve sosta a Carnac.

Carnac vanta uno tra gli allineamenti megalitici più importanti al mondo con migliaia di Menhir disposti in file quasi perfette dalle antiche popolazioni celtiche che abitavano la Bretagna.
I campi con i menhir non sono accessibili liberamente ai turisti per preservare l'erba che, crescendo abbondante, evita l'erosione del terreno e la caduta delle pietre.
E' tuttavia possibile accedere con una guida, a pagamento, seguendo un itinerario prestabilito.

Proseguiamo e l'indispensabile navigatore satellitare ci porta ancora verso Nord, in direzione Pont Aven. A quanto pare non abbiamo affrontato con lo spirito giusto i luoghi sacri dei Celti perché il maltempo non ci abbandona.

Arriviamo a Pont Aven intorno alle 10.30, come al solito troviamo poco traffico lungo le strade statali. Sembra che un po' di fortuna ci sia rimasta perché riusciamo a parcheggiare nell'ultimo posto libero davanti al porticciolo sul canale che, a causa della poca portata, costringe le barche in secca.
Siamo costretti a indossare nuovamente giacca a vento e mantella oltre che a inserire la fotocamera nella custodia anti pioggia.




La luce è sempre pessima, tentiamo qualche scatto al porticciolo e lungo il fiume nella zona dei mulini. Ricordo molto bene questo bellissimo borgo che visitai più di 20 anni fa, allora c'era il sole e l'impressione era completamente diversa. Pont Aven è famosa per essere il luogo dove visse Gauguin.
L'influenza del pittore è ancora oggi molto presente tanto che il centro è caratterizzato dalla presenza di numerosissime gallerie d'arte che espongono quadri di pittori locali in vetrina.
Dopo pranzo dalla coltre di nubi esce qualche spiraglio di luce, ne approfittiamo per qualche scatto ma dura giusto il tempo di apprezzare il villaggio illuminato dal sole.

Arriviamo nel pomeriggio a Concarneau, cittadina del dipartimento del Finistère la cui maggiore attrazione fotografica è rappresentata dalle fortificazioni della Ville Close, un isolotto fortificato nella zona del porto commerciale da cui partono i pescherecci che insidiano i tonni dell'atlantico e dalle cui mura si gode di una splendida vista. Finalmente il cielo grigio lascia spazio a nubi stratificate e a tratti di azzurro, la situazione fotografica migliore per dare contrasto ai nostri paesaggi.




E' domenica e, approfittando della tregua dalla pioggia, i turisti ancora presenti si accalcano all'interno delle mura di Concarneau.
Il grandangolo rimane nello zaino e cede il posto al 24-105 più versatile per isolare qualche dettaglio.
Siamo costretti a qualche attesa prolungata per approfittare di uno scatto nei pochi momenti in cui non passa nessuno.




Ripartiamo, felici di avere approfittato di un po' di sole e speranzosi per i giorni successivi ma teniamo per prudenza e scaramanzia le nostre mantelle a portata di mano. E' tardi e dobbiamo ancora percorrere diversa strada. Ci dirigiamo verso la Pointe de Penmarc'h ed il faro di Eckhmul.
La Pointe de Penmarc'h si raggiunge facilmente in auto. Sulla punta sono presenti tre fari di epoche diverse e i resti di una antica Abbazia.




Il faro di Eckmuhl, risalente al 1892, è ancora oggi uno dei più alti del mondo. Prese il posto della vecchia torre del 1835 alta 60 metri e ancora presente. La costruzione fu resa possibile grazie ad una importante donazione da parte di Adelaide-Louise Davout, Marchesa di Blocqueville, a patto che il faro fosse dedicato al padre, Principe di Eckmuhl.

Dopo la visita al nostro primo faro, si riparte in direzione della Pointe du Raz, che è forse uno dei luoghi più noti del Finistère e che attira ogni anno un buon numero di turisti. Il sentiero che costeggia il promontorio è lungo diversi km. Decidiamo comunque di percorrerlo interamente anziché tagliare dalla strada più corta per ammirare, nonostante il vento sempre più forte, il panorama che offre sfumature di colore nel contempo delicate ma a tratti intense, sia nella bassa vegetazione che nell'oceano Atlantico.




Arriviamo al capo, il panorama che si ammira da una posizione privilegiata a circa 70 metri sopra il livello del mare lascia senza parole. Il vento è talmente forte che diventa difficile rimanere fermi in piedi e sposta continuamente la fotocamera. Dobbiamo alzare gli ISO per avere tempi di scatto rapidi al fine di minimizzare il mosso.
Lo stabilizzatore della Olympus e il Pentacon 135 sono messi a dura prova.
Proviamo ad avvertire l'hotel del nostro ritardo ma cade la linea. Siamo in una zona isolata e non c'è campo. Senza ulteriori indugi ci rimettiamo in macchina e, impostato il fedele navigatore, puntiamo questa volta su Audierne.
Per questa sera abbiamo fatto uno strappo alla regola e abbiamo prenotato un hotel con una magnifica vista sull'oceano; anche la cena è all'altezza dell'albergo!

Proseguiamo il giorno seguente per la Pointe du Van per arrivare poco dopo l'alba alla Chapelle de St. They che si trova al limite di una scogliera a picco sul mare, sullo sfondo si intravedono i fari della Pointe du Raz.
Dopo, una sosta a Pointe du Pen-Hir (sotto) dalla quale si ammira una meravigliosa vista sulla costa rocciosa e sulla baia circostante dai colori turchese.




Prossima destinazione è Camaret sur Mer, vivace cittadina di pescatori, la cui maggiore attrazione fotografica è rappresentata da un cantiere nautico nel quale si riparano vecchie barche da pesca in legno.

Il programma per la giornata è intenso così dopo pranzo proseguiamo verso il Faro du Pétit Minou, uno dei più pittoreschi e noti della Bretagna. Siamo fortunati e non ci sono molti visitatori così possiamo scattare alcune foto in tranquillità.
Il faro, costruito nel 1848, è collocato su uno sperone di roccia dal quale si intravede l'antico forte in funzione fino alla seconda guerra mondiale; testimonianza del periodo bellico sono ancora oggi i bunker che si trovano alle spalle del faro.




A non molta distanza arriviamo al Faro di St. Mathieu con i vicini resti di un'antica abbazia, ora in rovina.
Il faro di St. Mathieu, situato sull'omonimo promontorio è “il limite estremo, la punta, la prua dell'antico mondo” così scriveva lo storico Jules Michelet.




E infatti da qui si possono ammirare l'entrata del golfo di Brest, la penisola di Crozon, la pointe du Raz con i suoi fari, le isole di Beniguet, Molène e l'isola di Ouessant, la penisola di Kermorvan, Le Conquet e il suo porto di pesca. Il primo faro fu costruito dai monaci dell'abazia nel 1250 per proteggere i naviganti, l'abbazia fu poi venduta e abbandonata durante il periodo della rivoluzione francese e solo ad inizio del XIX secolo venne realizzato il nuovo faro in granito, elettrificato nel 1932.

Il nostro viaggio non è ancora finito. Il giorno successivo si prosegue verso nord costeggiando la costa d'Iroise verso la Pointe de Corsen, punto più a ovest della Francia. Il luogo non offre spunti fotografici particolarmente interessanti. Sulla punta è presente una rosa dei venti con le indicazioni delle distanze di alcuni punti di riferimento e una targa che indica la punta stessa come luogo più a Ovest della Francia. Davanti a noi si estende l'Oceano Atlantico.

Percorrendo la provinciale che ci condurrà a Porspoder ci imbattiamo in alcune indicazioni che ci mostrano la presenza di un Menhir. La Bretagna, terra abitata anticamente dalle popolazioni celtiche, è ancora oggi costellata dalle tracce degli insediamenti che ricordano questo lontano e misterioso passato.
Il Menhir è quello di Kergardiou che si trova in un campo; a breve distanza un altro Menhir, una volta imponente e maestoso, si trova ora coricato orizzontalmente al suolo.
Nel campo stanno lavorando alcuni contadini la cui ira è meglio non provocare. Giusto il tempo di un paio di scatti e ci allontaniamo.

A Porspoder, raccolta località lungo la Costa d'Iroise, nella penisola Saint Laurent, ci soffermiamo per qualche scatto al Phare du Four, per quanto parecchio lontano dalla costa tanto da richiedere l'utilizzo dei nostri teleobiettivi. E' un piccolo faro alto 28 metri, automatizzato nel 1993 e situato su uno scoglio di 25 metri di diametro e alto 11 metri sul livello del mare. Dal 2005 è divenuto monumento storico nazionale.

E' giunto il momento di rimetterci in marcia, questa volta vogliamo anticipare una tappa del giorno successivo e ci dirigiamo verso la cittadina di Lilia, dalla quale possiamo ammirare - e fotografare, - i fari de l'ile Vierge (sotto nella foto).




Prima di arrivare a Saint Renan, dove passeremo la notte, non possiamo non fermarci alla Chapelle de St. Samson, una delle più belle del nostro viaggio in Bretagna.
La Cappella, costruita in pietra e posizionata in alto ad una scogliera, lungo una strada costiera poco trafficata si nota da lontano per la presenza della grossa croce in pietra separata dalla struttura principale.
Scendendo lungo la scogliera attraverso un piccolo sentiero si arriva ad una fonte la cui acqua sgorga da una piccola costruzione, probabilmente più antica della cappella sovrastante. Un'insegna ricorda che la credenza popolare vuole che l'acqua sia miracolosa per la vista e per i reumatismi. Tentare non costa nulla! Male non farà di certo!




Il Menhir de Men Marz che incontriamo strada facendo è uno dei più grandi del Finistère, ed è anche il più grande menhir cristianizzato in Bretagna.
Eretto tra 4500 e 2500 anni fa, è semplicemente sospeso a terra, invece di avere la base affondata fino a una certa profondità come la maggior parte degli altri megaliti. Con un peso di circa 80 tonnellate, misura 8,50 m di altezza e 3 m x 1,5 m di base ed è uno dei quattro menhir più alti in Francia.
E' classificato come monumento storico. Fino al recente passato, le ragazze gettavano un ciottolo sul Menhir: se rimaneva nella tacca situata nella parte superiore del menhir, significava che si sarebbero sposate durante l'anno.

Il faro di Pontusval (sotto), nel comune di Brignogan Plage è una piccola costruzione bianca del 1865. Il faro non è molto alto: raggiunge solo i 14,5 metri ed è posto al termine di un promontorio, facilmente raggiungibile dall'antistante parcheggio. E' collocato scenograficamente in mezzo ad una scogliera di granito su una bella baia.
Le occasioni fotografiche non mancano.




Dopo una breve visita alla Chapelle Pol, altro luogo molto noto di questa parte della Bretagna ma che non offre grandi occasioni fotografiche essendo ormai circondata da abitazioni, decidiamo di fare una sosta al faro dell'ile de Batz che, essendo parecchio lontano dalla costa non è ben visibile. Il faro di Roscoff invece è realizzato sulla costa, ma orami circondato da un parcheggio e da alcuni negozi pertanto di scarso interesse fotografico.

Ben più piacevole è invece la visita a Menez-Ham, nel comune di Kerlouan: è un villaggio pittoresco ricostruito per mostrare ai visitatori, tra le sue dune erbose e la sua atmosfera unica, come era la vita dei pescatori un tempo. Si possono ammirare le caratteristiche abitazioni con i tetti di paglia (chaumière) con gli ambienti dedicati al lavoro e al riposo. Vengono inoltre proiettati video esplicativi. Tra le costruzioni più rappresentative vi è il corpo di guardia incastonato tra due enormi blocchi di granito.




Ed eccoci finalmente giunti ad uno dei fari più interessanti della Bretagna, quello di Mean Ruz (o Min-Ruz).
Situato nel comune di Peros -Guirec, nella Cotes d'Armor, il faro si trova nella località di Ploumanac'h e indica l'entrata del passo che porta al porto omonimo. Monumento interamente in granito rosa, è stato originariamente costruito nel 1860.
Distrutto dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale, è stato completamente ricostruito nel 1946. Opera degli architetti Henry Auffret e Joel Hardion, presenta nei suoi interni splendidi mosaici di Odorico. Con un'altezza di quindici metri, offre una vista mozzafiato sul castello di Costaèrés, sull'Isola Renote e sull'arcipelago di Sept-Îles.




La mattina seguente, come sempre di buon'ora per sfruttare al meglio l'intera giornata, si riparte. Il nostro programma per oggi prevede la visita di Castel Meure con la Maison du Gouffre ma, strada facendo, ci imbattiamo, in una fredda alba di inizio autunno, nel Mulino de la Lande du Crac'h. Ci fermiamo per una breve sosta in attesa che il sole sorga e illumini le pale del vecchio mulino per permetterci qualche scatto. Giusto il tempo di un paio di foto e ci rimettiamo in viaggio.

Eccoci finalmente arrivati a Plougrescant dove troviamo una delle attrazioni fotografiche più note di questa parte della Bretagna: Castel Meure con la sua famosa casetta incastonata tra le rocce davanti ad uno dei due stagni artificiali. Alle spalle, l'Oceano Atlantico.




C'è da dire che il proprietario, forse infastidito dai numerosi fotografi di passaggio, non sembra gradire la nostra presenza e ci osserva da lontano con il binocolo.
Meglio non insistere, proseguiamo sulla scogliera verso 'Le Gouffre' una particolare
spaccatura nella roccia dalla quale durante le frequenti mareggiate esce uno scenografico spruzzo di schiuma.

Pontrieux, in francese 'Ponte sul Trieux', in bretone Pont Trev, è un ridente borgo della Cote d'Armor la cui attrazione principale è rappresentata dal fiume navigabile Trieux, che lo attraversa. Sul fiume si affacciano giardini fioriti e palazzi signorili costruiti in granito a ricordare che la cittadina era fiorente fino agli inizi del XX secolo grazie ai commerci di cereali, vino e cavalli. Il paese fu più volte distrutto e ricostruito in epoca medioevale e durante la guerra di successione bretone. Il 15 agosto si svolge una grande festa che richiama numerosi turisti anche dai centri vicini. La festa oltre che per le vie del paese si svolge sulle barche che navigano lungo il fiume, di giorno e di notte.




Forse stiamo divagando, il nostro viaggio doveva essere alla ricerca dei fari della Bretagna. Ma come potremmo non fermarci per ammirare quanto ha da offrire questa meravigliosa regione francese.
E allora rimettiamoci in marcia verso il prossimo faro: quello de l'Ile de la Croix.
Risalendo in direzione della Normandia, dove termineremo il nostro viaggio, prima di arrivare a Saint Malo, facciamo una tappa per osservare il faro de l'ile de la Croix che tuttavia è più lontano dalla costa del previsto. Un'ultima tappa all'Abbaye de Beauport, un'antica abbazia che anora oggi ospita alcuni religiosi. Giusto il tempo di una veloce visita all'esterno e ci dirigiamo verso la Chambre d'Hotes che ci ospiterà per la notte.

La mattina seguente partiamo presto per arrivare subito dopo l'alba a Cap Frehel per gli ultimi due fari che vogliamo fotografare. Il faro di Cap Frehel, costruito tra il 1946 e il 1950 su una scogliera a circa 70 metri sopra il livello del mare, succede a due costruzioni più antiche esistenti nello stesso luogo. Quello che si vede sulla sinistra è il primo faro, o faro Vauban. Prende il nome dall'ispettore generale del re Sole che lo fece costruire nel 1694 come torre di avvistamento per difendere le fortificazioni dagli attacchi inglesi. Nel 1702 la torre divenne un faro utilizzato solo nei mesi invernali, nel 1717 divenne un faro permanente.




La giornata prosegue con una sosta per il pranzo a Saint Malo, cittadina fortificata al tempo dei corsari. Al giorno d'oggi i corsari non ci sono più ma orde di turisti vi si riversano senza sosta tanto che scattare qualche fotografia diventa un'impresa alquanto complicata. Ne approfittiamo tuttavia per consolarci con un'ottima quiche, servita dal simpaticissimo proprietario del bistrot che parla perfettamente anche l'italiano.
La sera visitiamo Dinan, cittadina dell'entroterra nel dipartimento della Cote d'Armor al confine tra Bretagna e Normandia, con il suo castello oggi visitabile nel quale si stabilì Anna di Bretagna negli ultimi anni di vita; il suo centro storico con le tipiche case bretoni a graticcio e il porto fluviale. Appena fa buio i suoi ponti vengono illuminati e le calme acque del fiume si accendono di mille riflessi.




Il nostro viaggio in Bretagna termina qui, l'indomani, caso vuole che sia il giorno di San Michele, visitiamo Le Mont St. Michel, che si trova in Normandia. Luogo mistico nonché affollato da turisti ma pur sempre affascinante, con le sue greggi di 'moutons des prés salés', una particolare razza di ovini che brucano l'erba dei campi nei quali si riversano le maree rendendo la carne più sapida e le sue innumerevoli scale che conducono, tra vicoli e negozietti, alla basilica.

Questo articolo ha la grande ambizione di essere una base per chi, come noi, vorrà
organizzare un viaggio alla ricerca dei fari della Bretagna e si troverà alle prese con mille dubbi e interrogativi. Non ha la presunzione di essere esauriente anche perché ci sarebbe molto altro da aggiungere e mostrare, tante sono le cose interessanti che abbiamo avuto il privilegio di poter vedere e fotografare durante i 3800 km percorsi in 10 giorni.

Ed ora qualche breve nota pratica per affrontare al meglio questo meraviglioso viaggio:

La stagione migliore per recarsi in Bretagna allo scopo di un viaggio 'fotografico' è sicuramente l'inizio autunno. Il clima è ancora accettabile e la presenza dei turisti inferiore rispetto all'estate.

La migliore soluzione per i pernottamenti riguarda la ricerca di 'chambres d'hotes' che hanno prezzi inferiori agli alberghi e offrono spazi più confortevoli e un rapporto umano che in molti alberghi non si trova. Le prenotazioni on line non presentano problemi ed il pagamento viene solitamente regolato in loco.

La soluzione migliore per visitare la Bretgana è l'auto con partenza dall'Italia. Bisogna mettere in conto svariate ore di viaggio ma facendo una o più tappe intermedie si ha una flessibilità impensabile con altri mezzi di trasporto.

Le autostrade in Bretagna sono gratuite. I limiti di velocità sono generalmente inferiori a quelli italiani e da tutti rispettati rigorosamente.

Un caloroso ringraziamento va ai miei compagni di viaggio: Massimo Schiavi e Duilio (Superventura) nonché un saluto a Roberto (Rob58) che purtroppo non ha potuto partecipare. Sarà per la prossima! Ci contiamo!
Un grande grazie per i loro preziosi e indispensabili consigli anche a Silvia (Sg67) e Paolo (PaoloP).
Ed ora, se siete arrivati a leggere fino a questo punto, non posso che ringraziare anche voi per la pazienza dimostrata. Se vorrete lasciare un vostro commento sarà di certo gradito.

Marco
























































Risposte e commenti


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avatarsenior
inviato il 31 Ottobre 2018 ore 12:04

Prima di tutto, Marco, un grande grazie a te ed a Duilio per la preziosa compagnia in questo viaggio e per il bell'affiatamento che si è creato tra di noi ! Sono stati dieci bellissimi giorni !
Saluto anch'io Roberto (Rob58) e faccio voti che il suo tendine d'Achille si sistemi perfettamente così che possa essere dei nostri alla prossima uscita lunga !
Mi unisco a te nel ringraziare Silvia (Sg67) e Paolo (Paolo P) per le loro dritte ! A questo punto, possiamo tranquillamente dire che si sono dimostrate indispensabili per il successo della nostra avventura.

L'articolo è fatto benissimo ed illustrato da bellissimi scatti e mi unisco a te nello sperare che possa essere di grande utilità anche ad altri juzzini che si accingessero a visitare la Bretagna, regione che offre migliaia di spunti fotografici!

Dunque tantissimi complimenti per il tuo ottimo lavoro !

Ciao e a presto !

Massimo Sorriso

avatarjunior
inviato il 31 Ottobre 2018 ore 16:41

Racconto utile e immagini molto belle. Anni fa ero stato sia in Bretagna che in Normandia (da vedere le spiagge dello sbarco), posti bellissimi e che mi riprometto di tornare a visitare. Grazie per la condivisione e saluti. Paolo

avatarjunior
inviato il 31 Ottobre 2018 ore 16:51

Bravissimo Marco gran bel resoconto del viaggio e visto che il tendine sta lentamente migliorando la prossima volta spero di esserci anch'io.....Duilio lo sa già ora è ufficiale dal primo dicembre sarò in pensione O meglio prepensionamento che va bene uguale....buona serata e ci vediamo sabato Rob

avatarjunior
inviato il 31 Ottobre 2018 ore 22:56

Bel racconto; ho rivisto luoghi già visti e visto luoghi che non avevo potuto conoscere. Una piacevole lettura ed una bella visione. ^P^

user117231
avatar
inviato il 31 Ottobre 2018 ore 23:04

Sana invidia..mi piace tanto la Francia..
e pure i francesi. Cool

user53936
avatar
inviato il 31 Ottobre 2018 ore 23:15

Complimenti Marco, un resoconto che lascia trasparire la vostra intenzione di ritornare...la Bretagna ha quasi sempre questi effetti collaterali;-)
Belle le foto a corredo dell'articoloSorriso
Un saluto
Silvia

avatarsupporter
inviato il 31 Ottobre 2018 ore 23:43

Bravi "ragazzi" (il virgolettato è, ovviamente, per Massimo).
Un bel tour, certamente un po' compresso come tempistiche ma, mi pare, molto ben organizzato.
Avete toccato molti dei punti migliori del territorio bretone che, tuttavia, avrebbe molto ancora da mostrare. Mi scuso se questo mio commento può apparire come saccente…. per carità, non è proprio il caso né la volontà ma, in Bretagna, ci vivo per qualche mese all'anno e conosco il territorio quel tanto che basta per avere ancora mille curiosità da soddisfare.
Bella, e molto ben gestita la vostra vacanza, mi complimento per l'organizzazione.
Ancora di più mi complimento per questo resoconto che, con affilata sintesi, dà risalto alle peculiarità del territorio e delle genti bretoni, convinti cittadini francesi ma, innanzi tutto, bretoni.
Le foto che illustrano questo articolo sono bellissime. Scatti di grande maestria, in particolare con magnifica gestione di luce e colore. Alcuni bn vorrei proprio averli scattati personalmente e, di certo, saranno spunto ed aiuto per cercare di migliorare i miei scatti.
Complimenti.
In definitiva, credo che sia sempre affascinante organizzare "da sé" il proprio viaggio ma, un resoconto come questo, lo consiglio, vivamente, per chi avesse intenzione di immergersi nell'atmosfera bretone per una vacanza.
Ti ringrazio per la citazione, tanto gentile da parte tua quanto immeritata.
Ancora complimenti.
Paolo

avatarsenior
inviato il 01 Novembre 2018 ore 9:42

Grazie Massimo, ciò che conta davvero sono state le belle giornate trascorse insieme e i ricordi dei posti visitati insieme, le foto e il testo sono solo un modo per ricordare meglio.
Mi auguro veramente di potere ripetere l'esperienza positiva in un prossimo futuro.
A presto.
Marco

avatarsenior
inviato il 01 Novembre 2018 ore 9:44

Grazie per la visita Paul50, anch'io sono stato molti anni fa in Normandia e ho visto alcune delle spiagge dello sbarco, davvero impressionanti. Ancora più impressionanti sono i cimiteri, ordinatissimi e con file quasi infinite di croci bianche.
Un saluto.
Marco

avatarsenior
inviato il 01 Novembre 2018 ore 9:47

Ciao Roberto, la prima bella notizia è arrivata (la pensione, o pre pensionamento;-)). Adesso aspettiamo la seconda e forse più importante che riguarda il tendine. Ti auguro che possa guarire il prima possibile e chissà che la prossima volta possa esserci anche tu.Sorriso
Ci vediamo sabato.
Marco

avatarsenior
inviato il 01 Novembre 2018 ore 9:51

Grazie Platypus, credo che, come scritto da Paolo, una regione come la Bretagna possa offrire sempre luoghi nuovi e angoli non visti. Magari questo riassunto di viaggio potrà rappresentare uno spunto per ritornare a chi , come te, aveva già visitato queste zone e per andarci per la prima volta a chi invece non ne mai avuto l'occasione.
Ciao,
Marco

avatarsenior
inviato il 01 Novembre 2018 ore 9:54

Ti ringrazio Felix, la Francia ha molte attitudini con l'Italia. In 10 giorni ci siamo trovati sempre bene, come se fossimo a casa.
Ciao.
Marco

avatarsenior
inviato il 01 Novembre 2018 ore 10:00

Grazie Silvia, in effetti avendo voluto vedere molto in un tempo relativamente breve abbiamo fatto tutto velocemente e, dal punto di vista fotografico, spesso ci siamo trovati con una luce piuttosto dura.
La prossima volta ;-) sarebbe meglio concentrarsi su un zona costiera più limitata.
Spero che il tuo augurio possa realizzarsiSorriso
Grazie ancora per i tuoi suggerimenti e complimenti per le tue foto (bellissimo il libro fotografico su OuessantEeeek!!!) anche se non sempre riesco a commentarle per una cronica mancanza di tempo.
Ciao
Marco

avatarsenior
inviato il 01 Novembre 2018 ore 10:06

Paolo grazie, sono contento che un esperto conoscitore della Bretagna come te abbia apprezzato questo mio modesto lavoro. L'idea iniziale era quella di creare una specie di diario di viaggio per ricordare, a distanza di tempo, la nostra 'avventura', le impressioni e i luoghi visitati. Solo in seguito ho pensato che la condivisione potesse essere utile anche per 'pubblicizzare' questi luoghi, sempre che abbiano bisogno di pubblicità ed, eventualmente, per dare qualche idea a chi abbia voglia di fare una vacanza nel nord ovest della Francia.
Un saluto.
Marco


avatarsenior
inviato il 01 Novembre 2018 ore 10:47

Ciao Mar40, complimenti per il viaggio e per le foto!
Mi hai fatto tornare alla mente i miei due viaggi nel nord della Francia, di tantissimi anni fa e mi hai fatto venire voglia di tornarci!
Ciao
Giovanni





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