| inviato il 21 Agosto 2018 ore 18:58
Fotografare è una cosa meravigliosa, è una forma di arte. LO scatto è un contenitore di emozioni.
Quando ci apprestiamo a scattare, il cuore batte fortissimo, vorremmo che l'immagine che ora abbiamo davanti ai nostri occhi, trasporti le emozioni, i colori, le sfumature e l'atmosfera che viviamo noi che siamo li in quel momento, ad altri occhi che la vedranno in un tempo diverso.
Tra poco la cattureremo, schiacceremo quel fatidico pulsante.
Che meraviglia, è stato cosi facile immortalare un momento cosi meraviglioso.
Questo in un mondo perfetto.
Il mondo reale invece è una cosa diversa.
Nel mondo reale, le emozioni che avresti voluto passare ad altri attraverso il tuo fotogramma, inspiegabilmente non sono presenti, anzi spessissimo è meglio buttare l'immagine.
Non solo non sono presenti le emozioni ma anche il tasso di errore è altissimo.
Come mai? Cosa faccio ora? Non posso andare avanti così.
Idea. La colpa è da attribuire all'attrezzatura! Mi basta sostituirla, non avrò più problemi acquistando modelli superiori, risolveranno loro i miei problemi. Senz'altro!!!
Non funziona neanche in questa maniera. Gli errori continuano ad essere tanti.
Qualche scatto decente tiene in vita la passione, lo guardi e lo riguardi.
Ma l'ho fatta veramente io quell'immagine? Come ho fatto?
Confronto i dati di scatto, non sono molto dissimili da scatti orribili.
Altra idea.
Devo frequentare altri fotografi.
Catturerò i loro segreti, i dettagli importanti, l'esperienza che hanno acquisito in anni di scatti vincenti.
Sono riuscito ad aggregarmi a fotografi esperti; fotografia naturalistica il tema.
Mattino presto, capanno per la mimetizzazione, la richiesta degli esperti è di stare in assoluto silenzio. “Se arriva il picchio non devi muoverti perché il pennuto nei primi secondi perlustra quanto ha intorno, dopo di che si rilassa e possiamo scattare”.
Il picchio arriva, non ha ancora posato le zampe sul ramo, che di fianco a me parte una raffica rumorosissima della mega macchina del fotografo esperto, che naturalmente fa scappare il volatile.
La mia faccia incredula, ma per il fotografo esperto la cattura è stata assicurata.
Va bene, almeno lui l'ha “preso” penso.
Chiedo quando ci saremmo rivisti per discutere un pò di immagini e dati tecnici.
Non l'ho più visto.
Recentemente in occasione di in evento sportivo, mi sono recato sul posto con la miglior attrezzatura possibile per ottenere il meglio.
Sono fortunato: vicino a me un “Fotografo Professionista”.
Mi avvicino, cerco di instaurare un contatto. Il mio fine è di riuscire ad avere uno scambio di informazioni tecniche: maestro, allievo.
Ha fatto molta fatica a concedermi sei secondi, con risposte inconcludenti.
Sono molto deluso.
Non tanto dalla mia incapacità di replicare quegli scatti che di quando in quando riesco ad eseguire, né le mie pesanti lacune tecniche, ma dall'assenza di uno spirito di collaborazione tra persone.
Percepisco la gelosia del proprio sapere.
Maestri a pagamento se ne trovano tantissimi, ma ritengo che ci sia ancora spazio per condividere esperienza ed emozioni tra individui che hanno passioni comuni.
Il mondo perfetto va costruito insieme.
Scusate lo sfogo.
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| inviato il 21 Agosto 2018 ore 19:23
Leggo che sei pensionato. Tuttavia avrai un ricordo del tuo lavoro, giusto?
Ecco imamgina che a un certo punto, mentre tu stai lavorando, arriva un tale che, per suo diletto, ha piacere di stabilire un contatto con te e di scambiare con te informazioni tecniche.
Mentre TU, ripeto, stai lavorando. LAVORANDO.
Smetti di confondere lavoro con passione e vedrai che sarai meno deluso.
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| inviato il 21 Agosto 2018 ore 20:39
Non devi replicare ma cercare la tua strada.
Purtroppo molta gente che fotografa se la tira una cifra. Non è una regola ma è un modo di fare abbastanza diffuso. Te ne accorgi soprattutto nei circoli fotografici dove ci sono un sacco di minchioni che fanno foto mediocri ma se la tirano all' infinito,
Quindi comprati qualche libro. Leggi e studia, visita mostre, screma i veri appassionati di fotografia dai minchioni che parlano solo di macchine fotografiche, divertiti, sperimenta e non aver mai paura di presentare i tuoi lavori. Ci sarà sempre un fotografo migliore di te e uno peggiore.
È soprattutto qualcuno disposto a condividere. |
| inviato il 22 Agosto 2018 ore 1:45
“ Ecco imamgina che a un certo punto, mentre tu stai lavorando, arriva un tale che, per suo diletto, ha piacere di stabilire un contatto con te e di scambiare con te informazioni tecniche.
Mentre TU, ripeto, stai lavorando. LAVORANDO. „
mi capita spesso col mio lavoro (che non c'entra na ceppa con la fotografia) e onestamente a volte fa piacere, sai quando sei un po' per i cazzi tuoi però due chiacchiere e due scambi di opinioni sono quello che ci vogliono per non esplodere e sclerare male.
ci sono giorni invece che pure se mi chiama mamma dicendomi che mi ha fatto i cannelloni, le dico × (no scherzo, ai cannelloni non si dice no)
ma in entrambi i casi, si può essere gentili senza essere spocchiosi :)
per mia esperienza nella fotografia, se la tirano un po' tutti, ed è un peccato.
sempre per mia esperienza, in fotografia (e anche in pesca situazione simile) il momento più bello è stato imparare qualcosa di nuovo e UTILE da un perfetto sconosciuto che si trovava lì
ps: poi va be' se rompi il × al fotografo durante una cerimonia importante ci sta' che ti manda a cagare per carita, ma l'esempio del picchio fa capire quanto se la tirasse il tipo.
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| inviato il 22 Agosto 2018 ore 3:35
Si, ma poi? Anche quando tu trovassi un "insegnante" che ti prende sotto la sua ala nella propria bottega, tu poi chi saresti? Cioè, che fotografo saresti? Una copia più o meno riuscita di un altro. Ti costerà comunque fatica cercare una tua strada ed un tuo stile. Insomma, la vedo dura a sperare di fare Giotto a bottega di Cimabue...
Ti è stato suggerito di leggere, frequentare mostre, etc. :mi pare la strada più efficace. |
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