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Vegani e vegetariani nuove realta' evolute avanzano


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avatarsenior
inviato il 08 Agosto 2018 ore 11:12

Qualcuno ha mai osservato quanto prodotto agricolo siano realmente in grado di sbafarsi cinque o sei grossi bruchi?
proprio quest'anno mi è capitato di seguire (fotograficamente) lo sviluppo di alcuni bruchi di Cucullia lychnitis su una pianta di verbasco; francamente, da come era ridotta la pianta quando i bruchi sono scesi per impuparsi non ci giurerei che la resa di quel pugnetto di bruchi sia così superiore a quella di altra carne.
Ma soprattutto, questo mi fa ricordare un altro problema: i bruchi di moltissime specie sono "specie-specifici" per quanto riguarda l'alimentazione, ovvero si alimentano solo di una specie vegetale, e nemmeno di tutta la pianta, ma solo di alcune parti; quindi dovremmo convertire buona parte delle produzioni agricole verso le specie gradite ai bruchi allevati; ma soprattutto: cosa facciamo di tutte quelle parti della pianta che i bruchi non mangiano?
Non sarà che tutte quelle parti non entrano nelle statistiche e nei grafici sull'impatto dell'allevamento di insetti, ma a noi toccherà comunque buttarle?

avatarsenior
inviato il 08 Agosto 2018 ore 12:44

@maghetto
Come al solito, non mi rispondi, o meglio: sai solo dirmi che mi invento tutto; poi però migliori: affermi che io dica totali inesattezze, e certo prima dici che me le invento, alle quali non vuoi dare risposta.
O diciamo le cose come stanno: non sai è non puoi dare risposta; perché nel tuo profondo, sai anche tu che stai dicendo cose senza senso e senza una base logica, solo che non vuoi ammetterlo per non vedere cadere il tuo castello costruito per aria.
Io sono ben disposto a sentire altri parere, solo se supportati da qualche dato, ma ehi: dici che i dati ce li inventiamo; e ricorda che costruttivo non significa che il discorso deve proseguire solamente dandoti ragione, devi accettare che qualcuno possa muoverti critiche. Mi sa di aver capito chi è il bambino di cui tanto parli...

Signori, se non è questa una setta, allora cos'è? Certo, non è organizzata, per il momento...

@ Ooo
Ma dove hai lasciato il Lehninger e il Clementi-Fumagalli? In biblioteca?
Spero tu non mangi mai mandorle e torte alla vaniglia MrGreenMrGreen
Inoltre, il rendimento dei motori endotermici non è del 20% perché il pistone non è sparato lontano, ma perché non si riesce a sfruttare il calore: termodinamica!

Grazie ancora, Daniele


avatarsenior
inviato il 08 Agosto 2018 ore 13:12

jack, io ti riporto solo quello che mi ha detto un mio prof che insegnava matematica a proposito del motore ha scoppio. Mi disse che dal punto di vista dello spreco dell'energia quel pistone "recuperato" piuttosto che esaurito nella sua corsa è uno spreco dell'8O%. E mi fece come es. per contrapposizione quello di un motore di un razzo, a propulsione, dove quasta azione assurda dal punto di vista dello spreco dell'energia non esiste.
La cosa mi sembra intuitiva e soprattutto valida perchè detta da un prof. di matematica.
Riguardo alla chimica e alla farmacologia non ho assolutamente capito su cosa hai fatto la battuta. Se me la traduci. MrGreen

avatarsenior
inviato il 08 Agosto 2018 ore 13:28

Ooo il tuo professore era nel giusto.. sei tu che non hai focalizzato bene il concetto.


Se sparo una palla di cannone il mio obiettivo e' di lanciarla lontano. quindi la maggior parte dell'energia va ad essere impiegata per il tragitto della palla. Una certa parte comunque si perde in calore perche' il cannone si scalda.


Nel caso del motore, una parte considerevole dell'energia si impiega per scaricare i gas combusti e ricaricare la miscela e comprimerla.

Anche qui la parte di energia termica viene sprecata.

avatarsenior
inviato il 08 Agosto 2018 ore 13:44

se spari una palla di un cannone che ha una gittata di 1OO metri e la blocchi a 2O metri hai sprecato il potenziale del cannone.
così come se il pistone non fosse collegato alla biella sarebbe sparato via, ma dato che non puoi lasciarlo andare lo recuperi ad un 2O% dell'espressione del suo potenziale. questo mi spiegò il prof. Per me è stato semplice e chiaro e lo ringrazio per avermi evitato complicate formule e disegni tecnici.

avatarsenior
inviato il 08 Agosto 2018 ore 14:44

ecco, questo però mina tutto, perché bisogna accettare anche chi pensa che solo l'uomo abbia importanza.


Partendo da questa considerazione l unica modalita' di sviluppo e' la retrocessione culturale .

Non vi e' salvezza in affermazioni del genere e giustamente non si puo' applicare ad essa nessun ragionamento che provi ad alzare il livello da un patetico scontro tra tifoserie.

no, questo a mio avviso non è accettabile poichè autodistruttivo innanzi tutto quindi deme.nte


Questa risposta ad una tale mancanza di rispetto pregnata di cristallizzato egoismo umano e' perfino solidale nella sua umanita'.

Solidale con la maggioranza di chi crede che c e' una linea un confine che dobbiamo considerare sempre maggiormente presente per individuare definitivamente chi puo' generare ancora problemi per tutti noi ( intesi come sistema eco compatibile ) da chi invece puo' generare forme piu' evolute e maggiormente eco sostenibili .

Date le dimensioni, mezzi e prerogative dell'odierna umana presenza; date le nostre possibiltà di nuocere e nuocerci -

evolvere da una Weltanschauung che ci auto esclude da ciò che ci circonda,
a piccoli passi, per quanto poco si possa, e per la nostra stessa dignitosa e serena esistenza è improrogabile.

Che si debba cercare di sensibilizzare il risolvere e superare una "fase fallica" dell'uomo che non possiamo più mantenere dovrebbe essere oramai una necessità, anche ai più, assodata.

Mutare – trasmutarsi - da una Weltanschauung, da un daimon, che rasenta la psicopatologia generale (non a caso insisto su tale termine, poiché lo ritengo il più appropriato quale descrizione del deficit del sentire ed emotivamente percepire, in sintesi letteraria la malattia dell'anima che si conduce sino alla sua perdita.),
e promuovere un insita scintilla "divina", “animica” della possibilità del com-patire, di una pietas senza ipocrite e autoingannevoli distinzioni e paletti.

La possibilità del compatire non distingue, poiché è un transfert, la capacità sensitiva di una proiezione. O c'è o non c'è.

Patetico raccontarsela diversamente.
O senti o non senti.
E se non senti non ce ne per nessuno, te compreso.

Si comincia a distinguere l'uomo dal resto della natura, e fatalmente, inevitabilmente si prosegue a distinguere l'uomo dall'uomo, tramite innumerevoli aspetti, campanilismi, interessi e categorie, idiosincrasie....

Infine al processo non resta che un individualismo egotico che si traduce in concreto nella gabbia di un angusto inferno personale, solo, al calduccio dell'odio di se coltivato e maturato da raccogliere e godersi;
spaventato, diviso e abbandonato dall'abbraccio materno e confortante del tutto.

Evolvere da tale Weltanschauung a piccoli passi, per quanto poco si possa, e per la nostra stessa dignitosa , etica e serena esistenza;

Un cammino che inizia e prosegue nel personale, mai imposto o indottrinato, quale surrogato posticcio, divieto o astratto idealismo o dogma.

Anche se riterrei che si debba almeno cercare di sensibilizzare, illustrare la possibilità di superare una "fase fallica" dell'uomo che non possiamo più permetterci.

Fase fallica che poteva anche "laissez-faire” in una dimensione hobbesiana-carlyleiana "bellum omnium contra omnes" fino a pochi secoli fa, ma oggi risulta deleteria e controproducente sotto ogni aspetto.

Risulta essere suicida, nichilista e irrazionale. Oltre che consapevolmente crudele e colpevole.

Piccoli passi, e graduale sensibilizzazione, sarebbe già un notevole risultato.

Che poi personalmente sia pessimista al riguardo non conta.

Almeno alla dimensione attuale, generalmente, questa pietas allargata non è ne e ci viene -ancora - naturale, spontanea, automatica.

La dimensione psicopatologica-infantile dell'uomo permane pressoché inalterata;

E, a oltranza ripeto, se mai ci fosse una "divina" superiorità e centralità dell'uomo riguardo al resto del creato, questa non può che consistere che in tale possibilità di compassione, connessione, e unità spirituale con tutto ciò che ci circonda e percepiamo.

Nella nostra possibile, latente, dimensione spirituale.

Nella nostra possibilità estatica (d'andar fuori dalla stasi; dalle chiuse pareti di un individualità fittizia e sempre equivocata soltanto nel suo peggiorativo assetto.

In che altro se no?

La misura d'una nostra auto referenziale "superiorità" dovrebbe solo constare in una amorevole -materna-dolorosa-straziante capacità latente di sentire, con-patire quel tragico pathos (duhkha > samudaya > nirodha, se vogliamo) che accomuna tutto ciò che vive e esiste.

Che, forse, chissà, tutte le anime sono magari uguali.

Vero o non vero, che importa!? Crederlo, sentirlo, e cercare per quanto si possa di praticarlo sarebbe una benedizione tanto per la natura quanto per noi.


Non posso far altro che ringraziare Silvano per questi interventi che aiutano ed invitano a prender tempo per ragionare che aumentano ( per chi vuol sentire ) il bisogno di esplorare ponendoci non piu' su un piedistallo ma su ben piu' concrete posizioni ,per gli ottimi spunti culturali da approfondire e di grande interesse per la discussione.

Ed ancora
Sembra che questa contrapposizione dove se ami o vuoi rispettare natura e animali, allora odi l'uomo, e sei un fanatico estremista che gli vuol del male, sia ancora lungi dall'essere superata.

O l'uomo o la natura! Che se cerchi di rispettare flora e fauna ce l'hai con l'uomo e gli vuoi togliere il pane di bocca, lo vuoi limitare, lo vuoi morto!

Vuoi criticare la sua sacrosanta possibilità di fare cinquanta figli quando non ha nemmeno gli occhi per piangere, fottendosene del loro destino.

L'uomo che ha diritto - anzi deve - a moltiplicarsi esponenzialmente senza criterio, senza risorse, terra, lavoro. prospettive di dignità e futuro; senza cervello....L'uomo come come un animale.

L'uomo, puerilmente, geloso, invidioso del cane, del gatto, delle tartarughine, delle foche, delle foreste...."vuoi più bene a loro che amméTriste! Quello che dai a loro me lo togli ammé!Triste"

Noi siamo natura, natura e cultura (spirito, se vogliamo) quando non ci regoliamo da soli, tramite cultura, responsabilità, rispetto, ragione, finisce per regolarci lei; e per voler vivere fuori da ogni limitazione e dal rispetto per la natura, si finisce per vivere, paradossalmente, come animali.

Il rispetto, l'amore per la natura, il riconoscimento della responsabilità per essa, è frutto, costrutto dello spirito e ragione umana.

Dove non c'è, o lo si è perso, c'è una regressione.

Se umano vuol dire davvero qualcosa di più - oltre a "io, io, io"!!! -

Vuol dire quella ragione e spirito - Logos - emancipate dall'oralità animale


Di nuovo spunti che intaccano e scalpellano la nostra scorza di certezze.

Ma poi ancora vorrei tornare qua

Dice " perchè ce li mangiamo? noi dovremmo occuparci di loro ".
Riconosce quindi una "superiorità" umana nei confronti degli animali, ma a differenza della linea più comune, al posto di usufruirne in modo egoistico sente la responsabilità di questa superiorità, per "prendersi cura di...".
Sicuramente un bambino ed una famiglia particolari, con aperture mentali e rispetto per la persona fuori dal comune.
La maggior parte delle mamme forse, se di parere differente, avrebbe sgridato il bambino e lo avrebbe coercito alla propria volontà. Qui no. Assistiamo ad una mamma, ovviamente onnivora dal momento che ha preparato polpo-patate e piselli, che ascolta veramente le idee di suo figlio. prova appena con qualche piccola bugia.
" ma il polpo è finto? ", si .
ma è un tentativo minimale. La mamma conosce benissimo l'intelligenza di suo figlio che già fa un'altra domanda per indagare meglio, e la madre non è disposta a riempirlo di panzane, cede e gli dice tutta la verità, come stanno le cose.
Però lo segue, nelle sue scelte, con un rispetto per la persona encomiabile. Un genitore sostegno e non un padre (o madre) padrone.



Condivido la tua analisi Ooo e condivido il fatto che questo bambino sia speciale ,da parte mia lo individuo nella purtroppo ristretta cerchia di persone con doti di sensibilita' devastanti per la media a cui siamo abituati.

"Vorrei vederli in piedi " dice e poi in una esplosiva saggezza "Noi dobbiamo aiutarli ".

Ecco il concetto di Dovere un concetto ormai bistrattato ,desueto ,nel quale sarebbe opportuno invece ritrovarsi.


Personalmente un video del genere lo adopererei nelle scuole a titolo educativo ,credo indurrebbe anche molti genitori a porsi simili importanti tematiche e magari aiuterebbe ad uno sviluppo sociale sui problemi ambientali.








avatarsenior
inviato il 08 Agosto 2018 ore 15:35

Indubbiamente la sensibilità di quel bambino è superiore alla media di quella degli adulti, ma attenzione a non sopravvalutarne le cause; il bambino "vede" nel polpo qualcosa (la testa, probabilmente ne ricorda gli occhi) che lo accomuna a sé, quindi anche la sua rimane una visione antropocentrica: ciò che mi è simile deve essere difeso, mentre ciò che è diverso può essere mangiato. Non a caso continua a fare riferimenti agli "animali".
Mi chiedo però: se per noi fosse usuale mangiare meduse, attinie o i polipi dei coralli, che sono tutti incontrovertibilmente animali, ma non mostrano alcuna similitudine con la struttura del corpo umano, quel bambino avrebbe fatto il medesimo ragionamento?
In altre parole, anche se con esito opposto, non siamo molto lontani dal ragionamento di quanti, nel '700, osservando che quando i pesci venivano feriti o uccisi non urlavano, ne deducevano che non provassero il dolore fisico.

avatarsenior
inviato il 08 Agosto 2018 ore 15:37

Alla fine di una serie di erudite enunciazioni e disquisizioni più i meno filosofiche, sulle quali di può essere facilmente d'accordo, vedo pochi elementi di concretezza.

avatarsenior
inviato il 08 Agosto 2018 ore 16:05

vedo pochi elementi di concretezza.

perché per sopravvivere non possiamo mangiare morale e filosofia, ma altri esseri viventi; è il più grande controsenso etico a cui la Natura ci obbliga

avatarsenior
inviato il 08 Agosto 2018 ore 16:36

Indubbiamente la sensibilità di quel bambino è superiore alla media di quella degli adulti, ma attenzione a non sopravvalutarne le cause; il bambino "vede" nel polpo qualcosa (la testa, probabilmente ne ricorda gli occhi) che lo accomuna a sé, quindi anche la sua rimane una visione antropocentrica

e su questi valori del piccolo brasilero concordo al 1OO%, mentre si ha la sensazione che tu Daniele non abbia una scala di preferenze. Ma non ci credo.
In stato di stress escono le verità, anche quelle di pancia.
Chi butti giù dalla torre? il lombrico o l'ermellino?!?
è normale e aggiungo, ha anche valore etico avere una scala di valori.
Tu dici antropocentrica... forse perchè hai ragionato antropocentricamente. MrGreen
Io non vedo una scala antropocentrica, se non per concausalità.
La scala di questo bambino a mio avviso riguarda altro, una alieno molto sensibile ed intelligente ma a forma di cozza lo metterebbe in alto anche se esteriormente non ha appigli antropomorfici. La sua approssimazione all'umano dipende solo dai limiti della sua età.
La scala a mio avviso DEVE esserci, inutile dire che un orango è quanto una talpa, non è e non deve esserlo ai fini della sensibilità. Un delfino non è una medusa.
Un cervo non è un fungo, un abete non è un'escherichia coli.

Non dimentichiamoci che la lotta CONTRO la natura continua per l'uomo, ininterrotta da quando è originato. L'opera di disinfezione delle mani è distruzione di migliaia di singole vite di batteri potenziamente pericolosi, ma anche di saprofiti e sinbiotici. E che dire degli animali che per loro natura si nutrono solo di altri animali? hanno un marchio come animali meno evoluti se c'è una evoluzione verso la sensibilità?

Come è possibile non avere una scala valori tra i diversi animali, come posso paragonare la gestazione di quasi due anni di un elefante con la duplicazione per mitosi ogni mezz'ora di un batterio. Un minimo di piedi per terra per non volare via con sofismi e voli pindarici?

La scala valori c'è, è naturale che ci sia e tutti la hanno. Anche i giainisti che si mettono una benda davanti alla bocca per non ingoiare insetti devono averla, altrimenti si ammazzerebbero non appena acqusiscono coscienza, perchè ogni volta che cammineranno, che si metteranno su una sedia o un giaciglio, ogni volta che masticheranno, ogni volta che respireranno ammazzeranno esseri viventi.

perché per sopravvivere non possiamo mangiare morale e filosofia, ma altri esseri viventi; è il più grande controsenso etico a cui la Natura ci obbliga

ecco, questa mi sembra una bella scusa. Siccome per natura mangio il vivente sono già in condizione-natura, che supera ogni filosofia e ogni etica.
E siccome non ho stilato alcun tipo di scala...

avatarsenior
inviato il 08 Agosto 2018 ore 16:37

Ma non e' mica vero ci siano pochi elemenri di concretezza ,la storia ci insegna che vi sono state svolte epocali ,l aberrante pratica di considerare inferiori all essere umano addirittura altri esseri umani e' stata respinta con sacrificio lotte e persecuzioni ma abbiamo in questo caso tracciato una linea tra cio' che dev essere considerato lecito e cio' che e' distruttivo per noi tutti.

Non e' neppure detto che dobbiamo continuare per molto ad uccidere per mangiare ,gli interrogativi che molte persone hanno appena cominciato a crearsi non vanno sottovalutati.

avatarsenior
inviato il 08 Agosto 2018 ore 17:23

Mah !.. chiudo qua, sei un produttore di aria fritta ( non commestibile)

Un saluto

avatarsenior
inviato il 08 Agosto 2018 ore 17:26

il cantiere ha chiuso. MrGreen

avatarsenior
inviato il 08 Agosto 2018 ore 17:54

Mah !.. chiudo qua, sei un produttore di aria fritta ( non commestibile)

Un saluto

Ahah be' mi hai fatto fare una risata ...

pero' seriamente se non condividi ( posizione lecita ) la mia simpatia verso chi riesce a nutrirsi senza uccidere ,devi e sottolineo devi nel senso che e' un tuo dovere imprescindibile ,

" perché per sopravvivere non possiamo mangiare morale e filosofia, ma altri esseri viventi; è il più grande controsenso etico a cui la Natura ci obbliga"
ecco, questa mi sembra una bella scusa. Siccome per natura mangio il vivente sono già in condizione-natura, che supera ogni filosofia e ogni etica.
E siccome non ho stilato alcun tipo di scala... S


capire che una societa' umana e' migliore se non uccide altri esseri viventi per sostenersi.


avatarsenior
inviato il 08 Agosto 2018 ore 18:43

capire che una societa' umana e' migliore se non uccide altri esseri viventi per sostenersi.


Devi anche capire che la società umana non è composta solo da gente come noi con la panza piena, che fortuna sua
può permettersi di filosofeggiare sgranocchiando saporiti semini biologici che qualcuno, magari sfruttato e bastonato, produce per te.
come ho già detto ci sono 800 milioni di persone che non hanno di che nutrirsi.
Questa è la cosa più scandalosa e inaccettabile. E da qui dobbiamo partire, altrimenti saranno
sempre pochi a star bene a scapito di molti. E di che rispetto stiamo parlando...

Ora chiudo seriamente
ciao

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