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Vegani e vegetariani nuove realta' evolute avanzano


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avatarsenior
inviato il 04 Agosto 2018 ore 23:02

Chi di noi non si sente colpevole mentre conficca i canini sulla spalla del manzo o mentre scortica un aragosta uccisa immersa nell acqua bollente ( pratica al livello di barbarie),possibile non si provi ancora rimorso nel vedere l uccisione di un cinghiale con battute di cani anacronistiche dove gli stessi cani vengono massacrati negli scontri e dove il cinghiale grida di dolore per centinaia di metri trapassato da proiettili di potenza immane ,agnelli che sono piccoli uccisi in massa nel solito rito che ormai basta non se ne puo' piu', personalmente non sono vegano ne' vegetariano ma considero questo un degli step evolutivi che rafforzera' nell umanita' quello che deve essere un percorso di crescita globale ,la presa di coscienza per cui quello che facciamo debba essere analizzato senza la nostra atavica ingordigia.

avatarsenior
inviato il 04 Agosto 2018 ore 23:37

Caro Magomaghetto alt sul piave , se mi dici che siamo una civiltà basata sullo spreco e che deve darsi una mossa pena la nostra autodistruzione sfondi una porta aperta e ti seguo e ti ascolto in toto , se mi dici che il nostro modo di alimentarci è completamente sbagliato e che dobbiamo diventare tutti vegani o vegetariani personalmente avrei delle riserve mentali , se vuoi discutiamone ,,,,
Gli esempi che hai portato( aragosta , o caccia al cinghiale ) sono assolutamente veri nella loro drammaticità e devono fare riflettere , non è mai troppo tardi per iniziare seriamente una buona educazione alimentare , ma come tu ben puoi immaginare pensare di togliere dalla dieta quotidiana completamente le proteine animali è solo una utopia destinata a fare danni maggiori di quelli che vorrebbe evitare .
L'uso del buonsenso in primis è la strada da seguire , tutto il resto sono protocolli alimentari e in quanto tali assolutamente perfettibili .
Questo in sintesi il mio pensiero , ovviamente massimo rispetto per le tue idee .
un saluto
Silvano

avatarsenior
inviato il 04 Agosto 2018 ore 23:52

Caro Magomaghetto alt sul piave , se mi dici che siamo una civiltà basata sullo spreco e che deve darsi una mossa pena la nostra autodistruzione sfondi una porta aperta e ti seguo e ti ascolto in toto , se mi dici che il nostro modo di alimentarci è completamente sbagliato e che dobbiamo diventare tutti vegani o vegetariani personalmente avrei delle riserve mentali , se vuoi discutiamone ,,,,
Gli esempi che hai portato( aragosta , o caccia al cinghiale ) sono assolutamente veri nella loro drammaticità e devono fare riflettere , non è mai troppo tardi per iniziare seriamente una buona educazione alimentare , ma come tu ben puoi immaginare pensare di togliere dalla dieta quotidiana completamente le proteine animali è solo una utopia destinata a fare danni maggiori di quelli che vorrebbe evitare .
L'uso del buonsenso in primis è la strada da seguire , tutto il resto sono protocolli alimentari e in quanto tali assolutamente perfettibili .
Questo in sintesi il mio pensiero , ovviamente massimo rispetto per le tue idee .
un saluto
Silvano


Ciao Silvano ,grazie per la tua risposta apprezzo il tuo tono pacato e moderato, la mia considerazione e' ( ho scritto che anch io non sono vegano e neppure vegetariano) sullo sviluppo futuro della nostra coscienza ,

penso e sono convinto che per creare un insieme di convivenza piu' evoluta si debba passare anche dal settore alimentare senza andare a parlare altrimenti qua ci andiamo ad infilare in un discorso lunghissimo dello sfruttamento delle risorse idriche ,forestali ecc ecc,

so perfettamente che le proteine animali sopratutto in diversi stadi della crescita sono pressoche' indispensabili ( una recente sentenza condannava la mamma vegana che aveva tolto la carne dalla dieta del bimbo e la costringeva alla somministrazione di proteine animali dopo valutazione di un team medico)noi pero' come umani abbiamo un dovere anche morale di educare il piu' possibile ad una maggior presa di coscienza sulle sofferenze che applichiamo per la nostra ingordigia a moltissime specie animali, pensa anche un attimo agli zoo od agli allevamenti intensivi che fanno crescere un maiale in un paio di metri o una gallina in mezzo metro con la luce sempre attaccata per far si che continui a mangiare od alle anatre francesi addirittura inchiodate sulla tavola per produrre maggiormente il loro gustoso fegato.

Insomma possibile che ancora nessuno educhi nessuno al recinto dell ingordigia

Saluti

Andrea

avatarsenior
inviato il 05 Agosto 2018 ore 0:03

Mi sono appena gustato, che dico, azzannato una bistecca ben frollata oltre il Kg accompagnata da un buon Chianti. Ma avrà sofferto l'uva quando l'hanno spremuta ?

avatarsenior
inviato il 05 Agosto 2018 ore 0:10

Mha sai Andrea , l'uomo è strano , se ben vai a pensare persegue con ostinazione una strada che vorrei dire inizialmente è stata praticamente obbligata e che aveva senso quando la tecnologia dell'alimentazione era a livelli primordiali ( mi riferisco alle abitudini alimentari che abbiamo ereditato) e richiedeva lo sfruttamento di tutte le fonti alimentari immediatamente fruibili . Ovviamente anch'io faccio fatica a comprendere è come mai con le conoscenze che abbiamo , con le evidenze dei limiti che ha di tale modo di alimentarci , e ultima ma non ultima la nostra accresciuta sensibilità verso quelli che alla fine sono i nostri compagni di viaggio in questa avventura terrena , non ci sia stato nessun serio tentativo di modificare lo status quo , probabilmente alla fine tutto si può riportare a grandi interessi economici più o meno occulti , di cui quello che tu definisci "il recinto dell'ingordigia " è uno dei motori , certo è che se non ci si dà una mossa …..
Bene , ora ti auguro buonanotte e ti saluto .
Silvano

avatarsenior
inviato il 05 Agosto 2018 ore 0:15

a volte i pensieri sono davvero tanto differenti uno dall'altro.
tu hai citato il cinghiale impallinato. Pensa che mio fratello che è diventato vegano non l'ha fatto per la morte ma per la vita degli animali.
A lui, e io condivido, pare che la morte sia ben poca cosa.
Quello che lo convinto a diventare vegano non è l'uccisione, che è normalmente un atto breve, ma la vita degli animali d'allevamento.
Una vita che non ha nulla di degno, animali in batteria, vitellini separati dalla madre che urlano di pianto, polli che trovi ai supermercati che sono pulcinotti al di sotto dei 4O giorni, vissuti sotto luce perenne per indurli ad un'alimentazione forsennata.
Lui non è diventato vegano per la morte degli animali, ma per quei 4O giorni di vita, per quel momento in cui il vitello che in natura sarebbe rimasto ancora con la madre è stato separato dopo pochissimo per andare alle farine alimentari e gonfiare in fretta.
A te ha colpito la morte, a lui ha colpito la vita.

avatarsenior
inviato il 05 Agosto 2018 ore 1:56

Quello che lo convinto a diventare vegano non è l'uccisione, che è normalmente un atto breve, ma la vita degli animali d'allevamento.
Una vita che non ha nulla di degno, animali in batteria, vitellini separati dalla madre che urlano di pianto, polli che trovi ai supermercati che sono pulcinotti al di sotto dei 4O giorni, vissuti sotto luce perenne per indurli ad un'alimentazione forsennata.
Lui non è diventato vegano per la morte degli animali, ma per quei 4O giorni di vita, per quel momento in cui il vitello che in natura sarebbe rimasto ancora con la madre è stato separato dopo pochissimo per andare alle farine alimentari e gonfiare in fretta.


Si Ooo tuo fratello ha dimostrato una gran sensibilita' ,gli allevamenti intensivi sono tremendi ho visto documenti dove sulle carcasse d animali morti vivevano in batteria altri polli e qua andiamo sull illegale ma anche dove si manifesta il rispetto delle regole siamo sempre sul baratro del cinismo.

Gli allevamenti di branzini devono essere spostati ogni tot anni causa il loro alto tasso d inquinamento ,praticamente dove insistono non cresce piu' nulla sul fondo del mare ,credo poi vengano somministrati antibiotici a spiovere per evitare l insorgere di malattie dovuto allo sfregamento.

avatarsenior
inviato il 05 Agosto 2018 ore 3:49

Mangiamo meno. Mangiamo meglio.
Studiamo il nostro patrimonio enogastronomico.
Diamo un valore al cibo.

E rispettiamo le scelte degli altri.
Molti vegani (Non mi riferisco all' autore del post) hanno un piccolo difetto, pretendono di avere la verità assoluta in tasca, e quella deve essere per tutti.
E la cosa mi rompe parecchio i c.oglio.ni.
Di fanatici ne abbiamo in giro in numero sufficiente.

user35763
avatar
inviato il 05 Agosto 2018 ore 6:36

Non amo i moralizzatori, non amo i vietatori, o i fanatici;
non auspico altro da me e dagli altri che una maggiore consapevolezza, umanità e compassione per ogni vita.

A mio parere, carne, ogni tanto, da allevamenti "casalinghi" ci può anche stare;
(e lo dico da bodybuilder che deve in certe fasi della preparazione mangiare anche 3 grammi di proteine per chilo corporeo; anche in tal caso si può fare a meno delle proteine animali, non è assolutamente una limitazione).

Io sono solamente atterrito da quelli industriali; quelli sono dolore, orrore e agonia inimmaginabili che inconsapevolmente ingurgitiamo; dite che ci farà bene?

Anche caccia e cacciagione ci può stare, con sapienza e buonsenso (e qui, in media, visti tempi e tendenza, casca l'asino).

La nausea per la mia specie resta a causa degli allevamenti e macelli industriali; catene di montaggio dell'orrore, della psicopatia e della vergogna umana che solo quelli che hanno visto possono sapere.

Mangiare quella crudeltà e sofferenza, mangiare quella pena, è un suicidio spirituale, se volete...

Di mangiare carne, o anche soltanto di mangiarla tutti i giorni, si può fare a meno,
rendendo inutili quelle fabbriche della sofferenza e dell'inumanità;

si starà fisicamente meglio e avremo da vergognarci un po meno della nostra specie.

Forse diventeremmo persino migliori e più sereni.

avatarsenior
inviato il 05 Agosto 2018 ore 11:48

Molti vegani (Non mi riferisco all' autore del post) hanno un piccolo difetto, pretendono di avere la verità assoluta in tasca, e quella deve essere per tutti.

Lui è vegano da anni, adesso non so, 6? 8 anni?
Quando mangiamo insieme lui mangia il suo, io il mio, non c'è motivo di screzi.

La permacultura sarebbe la soluzione dei problemi per ridare dignità anche agli animali per uso alimentare, ma oggi siamo mentalmente distanti di almeno duecento anni.

avatarsenior
inviato il 06 Agosto 2018 ore 10:51

Temo che il problema degli allevamenti industriali sia anche legato alla sovraproduzione agricola, a livello mondiale, che non può entrare direttamente sul mercato alimentare perché in eccesso, appunto. Così si cerca di immetterne sul mercato meno di quella che servirebbe (per non saturarlo), e convogliare il rimanente verso l'allevamento intensivo animale; la quantità di prodotto alimentare finale risulterà inferiore (è normale nella piramide alimentare vegetali-erbivori-carnivori), ma commercializzandola a prezzo più elevato si compensa comunque la diminuzione e persino il valore della parte che dovesse (e nonostante il giochetto ne rimane in abbondanza) risultare ancora eccedente rispetto al reale fabbisogno (e che verrà eventualmente indirizzata ad altri settori, vedi il cibo per i nostri amici cani e gatti che si fa sempre più "raffinato" e appetitoso).
La logica da cambiare quindi non riguarda solo il consumo di carne, ma anche la produzione agricola portata all'eccesso, la deforestazione per nuove produzioni agricole ecc., cioè, in ultima analisi, l'intero sistema economico moderno basato sullo "sviluppo" anziché sulla "sussistenza".
Tra l'altro, ci viene fatto credere da sempre che "sussistenza" sia sinonimo di povertà e fame, mentre invece significa semplicemente produrre il necessario per vivere dignitosamente, ma senza sprecare nulla (la logica dell'oggetto riparabile e riutilizzabile rientra nel modello di "sussistenza", mentre quella dell'usa e getta o del riciclo al posto del riuso rientra in quella dello "sviluppo").

P.S. io sono inoltre tra quanti sostengono (vedi il neurobiologo Stefano Mancuso) che anche le piante abbiano sensazioni, soprattutto quelle "sgradevoli" come il (o assimilabili al) dolore fisico, perché essendo anch'esse esseri viventi necessitano delle sensazioni per rapportarsi all'ambiente; in particolare necessitano delle sensazioni "sgradevoli" per sapere quando sono sotto attacco da parte di parassiti ecc. in modo da mettere in atto le proprie difese (che sono parecchie, anche se non ce ne rendiamo conto perché sono per lo più di natura chimica e non fisica come quelle elaborate dagli animali). Insomma, in questa logica dello "sviluppo" a tutti i costi non è che le piante se la passino tanto meglio degli animali, e non credo che una patata gettata "viva" in una pentola d'acqua bollente sia più insensibile di un'aragosta

avatarsenior
inviato il 06 Agosto 2018 ore 11:18

Probabilmente il fatto (secondo me anche parzialmente fortuito) , di essere in cima alla catena alimentare ci ha fatto perdere ogni tipo di "rispetto" per tutto ciò che ci circonda , vivente e non , poi la nostra innata tendenza a monetizzare ha fatto il resto , come già dicevo nel mio precedente post ci stiamo scavando la fossa da soli ….

avatarsenior
inviato il 06 Agosto 2018 ore 12:15

Il problema dell'uomo è quello di credersi in cima ad una piramide anche e soprattutto dal punto di vista dell'importanza relativa delle varie specie che comporrebbero questa ipotetica piramide, per cui si è convinto che, trovandosi (o meglio: essendosi arbitrariamente autocollocato) al vertice del sistema, ogni altro organismo viva solo ed esclusivamente in funzione dell'uomo stesso. Ma anche se questo fosse "politicamente corretto", rimane il fatto che l'uomo non potrebbe sopravvivere da solo, e per la verità nessun animale potrebbe farlo, solo le piante e i batteri ci riuscirebbero; dovrebbe bastare questa semplice osservazione a farci capire che da un punto di vista etico la piramide si ribalta perché siamo noi ad avere bisogno degli altri esseri viventi per sopravvivere; sarà per questo che oggi la gente non è più disposta ad accettare l'esistenza dell'etica?

avatarsenior
inviato il 06 Agosto 2018 ore 12:44

Leggo sempre volentieri Daniele e l'intervento 06 Agosto 2018 ore 10:51 per la prima e maggior parte lo trovo addirittura da incorniciare.

Sulla seconda, sulla sensibilità del tubero, ci andrei cauto pena di finire nella parodia di crozziana memoria, con il cuoco Germidi Soia che cucina solo peperoni consenzienti.
Anche io mi sono interessato all'intelligenza delle piante e ho postato video di Mancuso qui su Juza, in + di un'occasione, ma non mi riesce proprio di paragonare la morte di una patata alla morte di un'aragosta, entrambe in pentola. Così, mi sembra nettamente differente la morte di un'aragosta rispetto a quella di un giaguaro, in termini di sensibilità, e ancora diversa quella di un giaguaro rispetto a quella di un orango o uno scimpanzè, meno diversa invece, ma qui troverò disaccordi, mi pare la morte di una antropomorfa e quella di un umano.
Poi dei germi, dei fili d'erba, delle formiche e dei ragnetti rossi che ammazzo ogni giorno camminando me ne frego completamente.
Ho quindi una scala di valori sulla questione? si ce l'ho.
Motivata come? non breve da spiegare, perchè di sono molti fattori.
Vegetali: una pianta di patata può essere ridotta a microtalea e dare la stessa patata (non una pianta figlia). Le sue radici si allargano sottoterra e generano fusti trasformati, i tuberi, portanti gemme che di nuovo, originano la stessa patata (non una pianta figlia). Se brucio quindi le 19 patate di tale pianta e tutto il fusto, ho ancora la stessa patata. Se distruggo tutte e 2O le patate e tutta la pianta, ma radica una sua propaggine, ho ancora la stessa patata (non una figlia per cui è necessaria la riproduzione per seme).
Non accade la stessa cosa con un'antenna di aragosta o un orecchio di coniglio, non riottengo l'animale, almeno, non in natura. Può accadere con un braccio di stella marina, che dal punto di vista della sensibilità per la morte di un individuo, riservo un posto molto basso nella mia personale scala.
Non mi preoccupo neanche della potatura + o meno drastica degli alberi, neanche se hanno qualcosa simile al dolore, non mi coinvolge + di tanto.

avatarsenior
inviato il 06 Agosto 2018 ore 13:01

Se questa etica di comportamento fosse inserita in un adeguato programma scolastico da riversare come una sorta di vedetta ,sentinella che prefigura uno sbarramento formato dalle migliori educazioni ambientali ,credo porterebbe a sostanziali mutamenti delle future visioni nelle prossime generazioni.

Chi e' intervenuto mostra grande sensibilita' ed e' da questa che bisogna partire ,svilupparla il piu' possibile in una massificazione di salvaguardia dei nostri sentimenti migliori.

Basta andare in uno zoo e osservare gli elefanti che ondeggiano traversalmente per ore

Le zebre in quel continuo scalpitare di zoccoli e corse frenate dalla limitata disponibilita' di spazi

O i delfini adoperati per il diseducativo divertimento dei piu' piccini imbottiti anche loro di psicofarmaci per controbattere il loro stesso temperamento .


Ci vorrebbero ore ed ore di una nuova materia scolastica da ripetere in tutto il ciclo ,solo per sperare che la sensibilita' diventi il nostro faro .






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