user124620 | inviato il 09 Luglio 2018 ore 11:08
perché se la fotografia digitale è così comoda, quella analogica una volta provata lascia il segno? perchè ho una macchina ultramoderna e quando ho preso la macchina a rullino, mi sono cercato un corredo, preso uno scanner e ora voglio sviluppare? perché? perché? perché? eppure il digitale era così comodo...non lo so spiegare... qualcuno di voi può rispondere? |
| inviato il 09 Luglio 2018 ore 11:23
Io non lo so, sarà che ho imparato le basi 40 anni fa ovviamente tutto in manuale e pellicola o dia, ora mi sembra il paradiso col digitale.....l,, unica cosa che rinpiango di allora sono le full frame tascabili.... |
| inviato il 09 Luglio 2018 ore 11:50
“ perché? perché? perché? „ Perché è un processo organico e tangibile, e per alcuni questo può essere molto coinvolgente. |
user90373 | inviato il 09 Luglio 2018 ore 11:54
@ DavideMi_Otto Perchè è più fisica ed essendolo lascia le impronte. |
| inviato il 09 Luglio 2018 ore 12:02
perchè la comodità alla lunga rompe i co.glioni. In fotografia, come in altre cose. Il "tutto e adesso" dopo un po' stanca, non sitmola più. Ovviamente, il digitale può essere (ed è per me) anche fonte di innovazione e sfida continua, e come al solito il tutto ci riporta alla scomoda (quando banale) verità. Noi e solo noi siamo i fautori dei nostri successi o dei nostri insuccessi, delle nostre gioie e delle nostre frustrazioni. Quando ci stanchiamo o non troviamo i giusti stimoli ci spostiamo su altro, o approfondiamo approcciando il noto in moto diverso. “ perché? perché? perché? „ Perchè per te è così. Ciao LC |
| inviato il 09 Luglio 2018 ore 12:35
Parafrasando Ironluke: per una questione di feeling che, ovviamente, ciascuno prova per esperienze e approcci diversi. Ed è un bene che sia così, altrimenti ne sarebbero sparite di tecniche espressive e relative tecnologie! Invece sono ancora tutte ben vive, compreso il disegno a carboncino che resiste da almeno 35.000 anni |
| inviato il 09 Luglio 2018 ore 16:50
Questi sono i post che mi sollevano dalla calura estiva di Maremma e le sue temibili zanzare. Sono argomenti che mi invogliano a vincere la letargia che mi affligge, accendere l'aria condizionata, spolverare per bene, preparare i bagni e cominciare a cuocere quei tre/quattro rullini che di solito trovo in frigo, accendere lingranditore e bestemmiare fino a notte fonda fino a che non ho prodotto una stampa soddisfacente. Il digitale, che qualcuno benedica chi lo ha inventato, per quanto pratico, non mi da la stessa sveglia che il solo sentir parlare di argento... È una malattia alla quale non c'è rimedio. Cavoli tuoi. |
| inviato il 09 Luglio 2018 ore 17:24
"...quella analogica una volta provata lascia il segno? " lascia un bel segno NEGATIVO! Ho stampato 35 anni a pellicola in 35 mm ( IFF Auregon + Schneider Componon 50 mm F 4 per stampe normali e Rodensock Rodagon 50 mm F 2,8, più luminoso, per i fotomontaggi) in formato minimo 30 x 40 cm e dal 2008 stampo in digitale in A3 ed in A2, circa 40 x 60 cm, sempre con attrezzatura professionale: il digitale FATTO BENE la stampa a pellicola se la fuma, anzi, se la strafuma, sempre e comunque. Con un 35 mm in digitale ed ottiche buone, ma non da fine del mondo, si fanno stampe in A2 o più grandi che FORSE col banco ottico e gli Schneider, a pellicola, ci si avvicinano, ma solo ci si avvicinano. A pellicola, in pratica, mi aveva insegnato a stampare Mario Bocci, di Viareggio (maschere, fotomontaggi, con le palette, i cartoncini col buco, etc.) mentre in digitale ho imparato presso uno studio di grafica in Canada visto che in Italia, entro 100 km da me, non ho trovato nessuno che ci capisse veramente in modo serio. …….per chi ha fatto la pellicola seriamente, la stampa digitale non solo è in discesa ma da risultati a dir poco fenomenali per il formato del sensore, basta molto più piccolo rispetto alla pellicola. Un Dx ultimo strillo, con ottica buona, scattato e trattato bene, ed a bassi ISO, fa dei 30 x 40 cm migliori di un'Hasselblad con gli Zeiss a pellicola. La pellicola è un mondo morto, carne che puzza, non ci sono stati più investimenti da decenni, e la roba (pellicole, carte, sviluppi, etc) che si trova a giro adesso è peggiore di quella che c'era ai tempi in cui era in voga, soprattutto le carte sono peggiorate moltissimo rispetto, ad esempio, ad una Agfa Brovira, che aveva neri belli profondi e bianchi purissimi, oggi non c'è più argento nella carta ed i neri veri non si vedono praticamente più. Parlare di pellicola oggi è anacronistico, ha fatto il suo tempo, è morta e sepolta, spunta solo qualche osso ogni tanto scavato da qualche nostalgico. |
| inviato il 09 Luglio 2018 ore 18:22
È tutto bello finché scatti..dal momento che togli il rullino dalla macchina una menata pazzesca... |
user92328 | inviato il 09 Luglio 2018 ore 18:32
Bah, tutto sto bello nell'analogico io non lo vedo, in primis perchè se dovessi fare le foto che faccio oggi mi costerebbe un rene per comprare tutti i rullini, e già solo questo per me allora fu il motivo che mi bloccò lo sviluppare della passione, perchè se da un lato ero attratto dalla fotografia dall'altro, proprio il fattore costo rullini e successivo sviluppo stampe mi ha totalmente inibito il proseguimento.... Con il digitale, a parte il costo dell'attrezzatura, il seguito è tutto un godimento a costo zero....... |
| inviato il 09 Luglio 2018 ore 19:02
Come ti hanno detto in tanti la pellicola é figa nel momento in cui scatti poi dopo é una menata , personalmente ho iniziato a pellicola ed era molto bello però dovevo farmele stampare da uno bravo oppure una bella camera oscura personale che fortunatamente non ho mai fatto visto che in pochi anni tutto é diventato così veloce ed obsolescente. Adesso con gli strumenti digitali hai una possibilità immensa di giocare, se ripenso a qualcuno che potrebbe tornare indietro rifacendosi i colori anziche comprarseli o scolpire a mano anziché con il dremel....si può fare? perché no? personalmente avvicinarmi ancora ad un metodo che non sai se hai cannato tutte le foto...no grazie |
| inviato il 09 Luglio 2018 ore 19:08
Perché mi piace tenere una copia fisica tra le mani e non un mucchio di bit in un HD; Perché mi piace il processo più del risultato (come se poi il risultato della pellicola fosse scadente); Perché il non vedere subito il risultato mi stimola di più; Perché mi piace l'emozione dell'attesa del risultato e l'emozione di quando finalmente lo vedo; Perché le fotografie sono vere fotografie cioè scritte con la luce e non con l'inchiostro (a queste ultime andrebbe dato un altro nome, magari semplicemente "stampe", oppure " stampa da ripresa fotonumerica"). |
| inviato il 09 Luglio 2018 ore 19:10
"personalmente avvicinarmi ancora ad un metodo che non sai se hai cannato tutte le foto...no grazie" Beh, si spera che uno dopo qualche rullo non dia ancora a questi livelli. |
| inviato il 09 Luglio 2018 ore 19:15
Parlo per me: perché aiuta a pensare. Non scatti a caso, anche avendo una marea di rullini non ti vien voglia di "buttare" una posa in una cosa non troppo interessante. Non dipende dal costo, è che pensare al fatto di sviluppare e scansionare (o stampare in casa) una foto che è prevedibile sia poco interessante o brutto è uno spreco di tempo che, a differenza dei soldi, è limitato e non si può guadagnare. Se hai un rullino in b/n sai che contrasto avrà, che toni di grigio prenderà ogni colore con la luce che vedi e, mentre scatti, hai già l'immagine finita in mente. Poi c'è la soddisfazione: beccare perfettamente il fuoco su un medio formato usato in modo "sbagliato" (un 80 a 1.9, un 200 a 2.8...), in un ritratto fatto al volo con messa a fuoco manuale... È bello, c'è poco da fare, fa venir voglia di giocare |
| inviato il 09 Luglio 2018 ore 19:24
“ perché se la fotografia digitale è così comoda, quella analogica una volta provata lascia il segno? „ Molti fotografi, quelli un po più anziani, inevitabilmente sono partiti e si sono fatti le ossa con l'analogico compreso il sottoscritto che come molti altri ha passato molte notti in camera oscura a sviluppare tra baccinelle, ingranditori, pellicole, carte, timer e altri accessori. Noi della vecchia guardia siamo già stati abbondantemente . . . "segnati" . . . e abbiamo subito o gestito il fascino dello sviluppo materico dell'analogico. Insomma è un'esperienza che abbiamo vissuto con intensità variabile a seconda dei casi e nel mio specifico, l'analogico, è stato coinvolgente, rivelatore e costruttivo ma ha fatto il suo tempo e il digitale è veramente comodo, pratico e piacevole e lo preferisco ma ciò non significa che lo sviluppo in camera chiara non sia creativo e impegnativo. L'analogico è ancora interessante nelle pellicole piane in grande formato 4x5" e 8x10 pollici, ma con quali costi?. . . alti |
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