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Fotografo e Direttore Artistico


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avatarjunior
inviato il 27 Giugno 2018 ore 8:02

Buongiorno a tutti!

In una recente "diretta social", due noti(ssimi) fotografi italiani si sono soffermati sulla necessità, per un fotografo contemporaneo, di essere prima di tutto un Art Director.
Pur non amando l'espressione "Art Director", si tratta di una posizione chiave nel progetto e realizzazione di una o più immagini (Wikipedia riporta sinteticamente: "Professionista cui è affidata l'impostazione grafico-visiva di una campagna pubblicitaria").

Come fatto notare nello stesso intervento, di un film ci si ricorda il nome del regista, molto meno del direttore della fotografia e per nulla quello degli operatori, che sono professionalità di altissima competenza.

La fotografia ha tanti punti in comune con il cinema, pur essendo evidentemente una cosa diversa.
La fotografia permettete di essere svolta, anche come professione, da soli o con un assistente.

Io mi sento di condividere però questo modo di vedere, soprattutto oggi in cui sono due gli aspetti chiave:
1- ci sono tanti bravissimi fotografi e maggiori possibilità di farsi notare
2- gli strumenti fotografici semplificano sempre di più gli aspetti di natura tecnica

Io in questo non vedo nulla di male, anzi, penso sia un'evoluzione che costringa/permetta di spostare più energie verso la fase di ricerca e progetto.


Mi piacerebbe confrontare qualche punto di vista



avatarsenior
inviato il 27 Giugno 2018 ore 8:55

In una recente "diretta social", due noti(ssimi) fotografi italiani si sono soffermati sulla necessità, per un fotografo contemporaneo, di essere prima di tutto un Art Director.

Beh, non è proprio così, Cito e Toscani che sono i due fotografi, si sono scontrati perchè il primo, Cito, ha voluto puntualizzare che a Toscani il più delle volte la stampa nazionali gli attribuiva la paternità delle foto delle campagne pubblicitarie della Benetton dove, Toscani realmente li lavora come Art Director ( per l'uscita della foto della campagna Benetton con i barconi della SOS Mediterranee, attribuitagli, ma non sua ).
Toscani ovviamente ha risposto, anche perché si è alzato un polverone, difendendosi, che a suo modo un fotografo deve essere anche un Art Director, forse arrampicandosi un po sugli specchi.
Però lui è realmente un Art Director, solo che per molti è conosciuto più come Fotografo di Moda.

La cosa surreale è che sti due vecchietti si sono "scontrati" come i giovani rapper su facebook, dandosele a dire ( Buffone, Chi ti conosce, Piccolo fotografo, il BN è più facile del Colore ), svecchiando un bel pò la fotografia e diciamocelo strappando più di un sorriso.

Possiamo essere dalla parte di un o di un altro, certo che forse tra i due Toscani ha detto cose scontate, ma detet a modo suo hanno irritato il mondo della fotografia.
Quando dice che un fotografo è solo un "Cameramen", li lo fa per creare un polverone. Ovvio che un fotografo è prima un cameran, ma non è solo quello.

Io in questo non vedo nulla di male, anzi, penso sia un'evoluzione che costringa/permetta di spostare più energie verso la fase di ricerca e progetto.

Ma guarda che c'è sempre stato chi è anche un po Art Director di se stesso o chi si affida ad Art Director, Photo Edito, direttori di giornali.
Purtroppo la fotografia di reportage, ha perso sempre più chi li sovvenziona, i giornali e i sitiweb ormai si affidano anche a foto di basso livello ( la foto usata da Toscani per la campagna Benetton con i migranti sul barcone salvato dalla SOS Mediterranee, sembra una foto da cellulare e probabilmente non scattata da un fotorepoter ).
Se un Cito deve, magari senza essere finanziato per il suo progetto, rischiare la vita in un campo di guerra e poi si vede le sue foto scartate da una grande testata per le foto fatte dal ragazzo col cellulare, può fare pure l'Art Director di se stesso, ma onestamente ci fa poco.


avatarsenior
inviato il 27 Giugno 2018 ore 9:08

Si apre anche un dibattito interessante, la fotografia e il modo di essere consumata è cambiata, le macchine fotografiche hanno automatismi che permetto di fare foto accettabili quasi a chiunque, Joan Fontcuberta, secondo me, ha una posizione interessante in merito , lui afferma che anche una scimmia può fare click, la vera differenza ora è il racconto che si riesce a fare e il significato che si da all'immagine non solo l'immagine in se.
Anche Thomas Ruff ha fatto ragionamenti di questo tipo proprio legati al diverso modo in cui la gente vede e si approccia all'immagine usando e manipolando anche immagini prese dal web o da video pornografici

avatarjunior
inviato il 27 Giugno 2018 ore 9:18

Ciao Michele, grazie dell'intervento.
C'è un piccolo malinteso dovuto al fatto che non ho fatto riferimenti precisi alla discussione, che non ho visto e che magari non vale nemmeno la pena vedere. Mi riferivo più al monologo tenuto da Toscani durante la diretta dell'amico Benedusi, nel quale ha fatto comunque riferimento alla foto in questione e alle polemiche che ha provocato, esprimendo la posizione secondo lui, come fotografo, può benissimo non essere colui che esegue materialmente lo scatto.

In ogni caso ciò non toglie nulla al senso del tuo intervento, chiaro e condivisibile.

Credo che il discorso della direzione artistica sia poco applicabile al reportage, dove penso sia fondamentale la conoscenza e la comprensione della realtà in cui ci si trova e la capacità di gestire situazioni critiche e pericolose per la propria vita.



avatarjunior
inviato il 27 Giugno 2018 ore 9:28

Sì, Matteo, anche se penso che alla fine l'immagine in sé risulti tanto più interessante quanto più portatrice di un significato o di una storia.
Discorso pungente, perché si crea sempre un gap tra oggettivo e soggettivo.

avatarsenior
inviato il 27 Giugno 2018 ore 9:33

C'è un piccolo malinteso dovuto al fatto che non ho fatto riferimenti precisi alla discussione, che non ho visto e che magari non vale nemmeno la pena vedere. Mi riferivo più al monologo tenuto da Toscani durante la diretta dell'amico Benedusi, nel quale ha fatto comunque riferimento alla foto in questione e alle polemiche che ha provocato, esprimendo la posizione secondo lui, come fotografo, può benissimo non essere colui che esegue materialmente lo scatto.

Lorenzo, tutto parte dal post di Francesco Cito e per comprendere appieno il discorso di Toscani devi partire di li, Benedusi, credo che invece di calmare gli animi li abbia accesi più di prima, creando delle vere e proprie fazioni.
Lo vedo già il titolo, Photography War! rimanendo in tema cinema.

Credo che il discorso della direzione artistica sia poco applicabile al reportage,

MA Toscani quando da del "Cameramen" al fotografo, lo fa riferendosi ( come ho inteso io ) a tutti quei fotografi di reportage, bravi o bravissimi, che però non riescono a "vendere" il proprio servizio. Lui ha Benetton come amico e si è visto, ha comprato una foto e l'ha messa sulle pagine di un corriere.
Cito ha fatto dei nomi, come quello del grande Francesco Zizola, lui qualche anno fa ha fatto un reportage d'impatto ( tra cui ha avuto molte pubblicazioni e vinto anche alcuni premi ) , magari coinvolgere lui per una campagna più completa anche se meno attuale ( citare la SOS Mediterranee ) non era meglio?

avatarjunior
inviato il 27 Giugno 2018 ore 9:46

Infatti la diatriba foto commerciale vs reportage diventa una questione di tifo se si vogliono far sottostare entrambi i generi alle stesse logiche.
Non era quello lo scopo del mio intervento, riferito più esplicitamente ai generi dove la parte di direzione creativa, svolta o meno dalla stessa persona che esegue lo scatto, sia necessaria al confezionamento di un prodotto vendibile.

Secondo me Toscani si rivolge a tutti i fotografi che costituiscono il suo pubblico (lovers and haters, permettimi l'inglesismo) e, come per Benedusi, un'enorme cassa di risonanza. Io almeno ho inteso così dal solo intervento che ho seguito. E comunque non voglio dare un giudizio di tipo etico sulla campagna creata da Toscani e, in generale, sulle sue modalità comunicative.

avatarsenior
inviato il 27 Giugno 2018 ore 9:54

A mio avviso quello che serve a ogni fotografo se vuole essere autore di opere che possono essere viste e apprezzate da un potenziale pubblico dovrebbe avere la capacità di produrre e presentare progetti omogenei, il che significa anche fotografare con la consapevolezza di quello che si vuole fare, non "a ×" insomma ;-)

avatarsenior
inviato il 27 Giugno 2018 ore 10:02

il solito, (sopravvalutato) Toscani, che si permette di dire boiate su tutto e tutti, che mostra la tessera del PD, che fa finta di non conoscere Cito e che fa la morale a tutti.

avatarjunior
inviato il 27 Giugno 2018 ore 10:04

In una recente "diretta social", due noti(ssimi) fotografi italiani si sono soffermati sulla necessità, per un fotografo contemporaneo, di essere prima di tutto un Art Director.
Pur non amando l'espressione "Art Director", si tratta di una posizione chiave nel progetto e realizzazione di una o più immagini


Vero, la penso in modo uguale.
Qui parliamo di campo commerciale e il problema è solo uno: trovare il cliente che possiede la stessa cultura o sensibilità da riconoscere il valore di questa figura e, di conseguenza, ingaggiarlo affidandogli un progetto.

Nelle agenzie pubblicitarie di alto livello, l'art director è l'ideatore, il coordinatore, il supervisore e l'interfaccia col cliente. Molto spesso questa figura coincide con il proprietario o uno dei soci fondatori.
Questi si interfaccia poi con i singoli professionisti di cui ha bisogno: fotografi, grafici ecc....

Toscani ha una visione differente perché differenti sono state le sue fortune.
In verità mi chiedo spesso quanta conoscenza del "mondo reale" abbia, ma questo è un altro discorso.

avatarsenior
inviato il 27 Giugno 2018 ore 10:08

Mi sa che questa disputa tra Cito e Toscani rientra nell'italianità da tifo tipo coppi e bartali ecc... dispute inutili

avatarjunior
inviato il 27 Giugno 2018 ore 10:26

Nelle agenzie pubblicitarie di alto livello, l'art director è l'ideatore, il coordinatore, il supervisore e l'interfaccia col cliente. Molto spesso questa figura coincide con il proprietario o uno dei soci fondatori.
Questi si interfaccia poi con i singoli professionisti di cui ha bisogno: fotografi, grafici ecc....


Sta proprio in questo il nodo della questione!

Direi che i casi limite sono due.
1: Agenzia di comunicazione/direzione creativa che ha il peso e i contatti per arrivare ai cliente più importanti e cultura e capacità di gestione delle collaborazioni tali da portare a termine un progetto di valore (che vale n volte di più della somma dei singoli contributi) e che, commercialmente funziona (risultati misurabili in termini di vendite e riscontro del pubblico).
2: Agenzia di comunicazione/direzione creativa che, magari anche avendo clienti importanti, ragiona unicamente nell'ottica di ridurre i costi.

Nel primo caso i professionisti sono scelti sulla base delle specificità e della coerenza di queste con il concept generale, e adeguatamente pagati. Nel secondo no.



avatarsenior
inviato il 27 Giugno 2018 ore 10:37

io credo che questa separazione non sia netta, i costi sono sempre presenti in ogni caso, io penso che si valuti anche il compromesso ossia: posso raggiungere un risultato anche con costi inferiori? il mio target riesce a percepirne la differenza?

In ogni caso la foto di toscani é stata criticata e é stato richiesto un intervento a Gastel nel suo ruolo in Afip

Il nostro presidente Giovanni Gastel sull'ultima campagna di Toscani per Benetton:

Sono da molti amici “pressato” perché prenda, nella mia qualifica di presidente dei fotografi italiani professionisti (AFIP), una posizione dura contro la campagna Benetton di Oliviero Toscani.
Cosa che a costo di scontentare molti amici non farò. Per molteplici motivi. Il primo è perché questo linguaggio estremo e provocatorio è già stato utilizzato più volte e per lunghi periodi da Benetton -Toscani, cambiando di fatto, proprio per la sua potenza provocatoria, per sempre la storia della comunicazione pubblicitaria nel mondo. Secondo perché la libertà di espressione è uno dei baluardi della società civile e detesto personalmente e filosoficamente ogni forma di censura. Terzo perché, benché abbia scelto personalmente un tipo di comunicazione visiva lontanissima da questa, non sono così ottenebrato da non vedere la straordinaria potenza innovatrice di questo modo di comunicare che veicola, attraverso il messaggio di un marchio valori di discussione politica e sociale cui non si può non aderire. Quarto perché la posizione di Toscani serve ad aprire la discussione su di un tema che mi sta particolarmente a cuore: quale è la funzione e ll ruolo di un fotografo professionista nel terzo millennio. Quinto perché nelle sue posizione sento sempre uno “slancio vitale” che in un epoca di generale appiattimento ritengo oltremodo stimolante.
Diceva Luchino Visconti “Ho fatto il mio mestiere quando metà del pubblico fischia e metà applaude”. La creazione serve a dividere e a far prendere una posizione intellettualmente viva.
Capisco e mi scuso per non poter, in coscienza, sposare la tesi dell'indignazione e della riprovazione. (Benché trovi sinceramente che il tono preso dalla discussione non mi piaccia particolarmente). Lascio però ad altri, che sento giustamente convinti della loro posizione, questo compito e metto a disposizione tutti i canali AFIP per ospitare ogni posizione a riguardo nel rispetto più assoluto di ogni punto di vista. La mia posizione penso sia chiara.
Un abbraccio grande.

Giovanni Gastel presidente Afip International (Associazione Fotografi Professionisti).

Shanghai 201

avatarjunior
inviato il 27 Giugno 2018 ore 10:39

posso raggiungere un risultato anche con costi inferiori? il mio target riesce a percepirne la differenza?


Profondissima verità.

avatarjunior
inviato il 27 Giugno 2018 ore 10:49

posso raggiungere un risultato anche con costi inferiori?


Proprio per questo, dato che il direttore artistico vende un'idea e una gestione, ed è quella che sostanzialmente viene pagata, non è fondamentale essere art director di sé stessi (ma davvero, non per finta)?

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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