| inviato il 10 Giugno 2018 ore 12:23
Ho trovato di recente un' articolo sull'uso dei colori in fotografia, specialmente fotografia di paesaggio. Mi è piaciuto molto ed effettivamente alcune cose non ci avevo pensato (di solito cerco di aggiungere vibrance ad ogni colore nella scena) ma talvolta soffermarsi sulla palette colori presente nei nostri scatti aiuta a rendere più armoniosi i nostri scatti.
Avendolo trovato molto riflessivo, aggiungo qui il link:
www.tedgorecreative.com/blog/2016/2/8/imc0w2lc0ie6b1jtixfht4jgqyjvnu
Voi avete mai fatto questi ragionamenti? |
| inviato il 13 Giugno 2018 ore 10:36
No, anche perchè scatti con quello che hai davanti, non è che puoi andare a modificare i colori, io personalmente prediligo i colori caldi, quindi albe e tramonti con il sole spesso nell'immagine, mi piace stravolgere i colori delle mie foto portandoli verso queste tonalità, la teoria è bello conoscerla ma la sua applicazione spesso è complicata, come si dice "In teoria funziona in pratica..." |
| inviato il 13 Giugno 2018 ore 17:14
Interessantissimo articolo, grazie per la segnalazione Monica!
Sarò grato a chiunque volesse utilizzare questo topic per condividere altre risorse al riguardo. |
| inviato il 14 Giugno 2018 ore 8:54
"Voi avete mai fatto questi ragionamenti?"
Io li faccio da decenni.
La composizione artistica si fa anche coi colori, e queste tecniche sono ben note e conosciutissime, almeno da chi fa fotografia seria.
Soprattutto l'uso dei colori complementari è molto diffuso, anche in pubblicità, tipo per esempio il logo dei giocatori dei Los Angels Lakers è di solo due colori, Blu e Violetto,
www.google.it/search?q=complementary+color+mccurry&source=lnms&tbm=isc
Il celebre fotografo Steve McCurry ad esempio usa moltissimo la composizione coi colori complementari, il rtratto della ragazza afgana
www.bing.com/images/search?view=detailV2&ccid=2ZP%2figit&id=B3B4BD102B
è basato sulla composizione coi colori complementari, in questo caso il rosso ed il verde, ma McCurry ha moltissime immagini composte coi colori complementari.
Se uno ci fa attenzione, ed ovviamente conosce la materia, si vedono immagini, fotografie e pubblicità, diffuse ovunque, composte con la teoria dei colori.
Questa mia
è basata sui colori complementari, arancione e blu
più grande qui:
www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=2675035
oppure questa
più grande qui:
www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1359129
basata sul rosso e blu |
| inviato il 14 Giugno 2018 ore 9:03
Ok ma se faccio un paesaggio in cui non è che posso spostare gli oggetti lo prendo così com'è c'è poco da fare, il concetto lo conosco e funziona ma è forse più applicabile in una foto in cui io costruisco la scena, oppure mi scelgo il momento in cui la composizione rispetti di più questa teoria, comunque l'articolo è indubbiamente interessante, io poi sono un semplice fotoamatore. |
| inviato il 14 Giugno 2018 ore 9:20
Chi fa fotografie, deve osservare, deve fare un atto cognitivo voluto, attivo.
In fotografia non basta vedere, vedere è solo un atto fisiologico, è passivo, anche i micci vedono.
Ma il fotografo deve essere attento, deve osservare, e se uno osserva ed è preparato, tira fuori delle fotografie valide.
Per fare foto con la composizione coi colori, bisogna osservare bene e conoscere la materia. |
| inviato il 14 Giugno 2018 ore 9:26
Lo studio dell'accostamento dei colori era, conosciuto anche secoli fa dai pittori.
Basta scrivere sugli "occhiali" le parole psicologia e colore ed esce un mondo. |
| inviato il 14 Giugno 2018 ore 9:37
Tipo i girasoli di Van Gogh |
| inviato il 14 Giugno 2018 ore 9:52
@Alessandro son d'accordo con tutto e bellissimo il primo scatto arancione/ blu!
@Goldrake concordo che spesso é difficile ragionare sui colori trovandosi sul campo, peró magari riflettendoci qualche minuto in piú secondo me si possono ottenere risultati molto soddisfacenti e armoniosi (ottenendo una fotografia piú ragionata, non la frettolosa punto e scatta da ogni angolo). Spesso me lo dimentico (sia perché ho fretta di cogliere un tramonto, sia perché son con amici che si impazientiscono).
Conoscevo giá questo argomento, essendo uno studio che esiste da tempo immemore, vedasi la pittura, Steve McCurry che la usava tantissimo, e per non parlare della pubblicitá, peró ho trovato comunque molto interessante l'articolo, che mi ha fatto pensare e realizzare che devo riflettere di piú sui miei scatti, nonostante abbia sempre poco tempo.
Spero possa essere utile/interessante anche ad altri |
| inviato il 14 Giugno 2018 ore 10:29
Grazie per la segnalazione, sono sempre ri-letture interessanti.
Il mio timore, in questo mondo dove tutto si impara "con un tutorial", è che la ricerca formale prevalga su tutto.
Mi rassicura che lo stesso autore dica: "I personally generally do not let color influence what I photograph in nature (...)". E più avanti: "When making modifications to colors with processing, it's important to keep in mind the 'context of nature', or in other words, keeping a color within the realm of believability ". Ho aggiunto io il grassetto.
Personalmente credo che la fotografia di paesaggio non abbia solo una valenza estetica ma tragga il suo valore dalla capacità del fotografo di trovare il "senso" di un luogo e di trasmettere questo nella fotografia. Ogni luogo ha un "perché", quando ci chiede di fermarci ad osservarlo e forse a fotografarlo.
Ma sono consapevole che questa mia opinione sia largamente minoritaria. |
| inviato il 14 Giugno 2018 ore 10:34
Conosco vagamente.
Di certo ripreso dalla pittura dove il pittore può decidere in autonomia come correlare, o anche dividere (serve pure questo) i vari elementi in maniera anche complessa e dove dunque l'utilizzo lo studio dell'uso del colore arriva a profondità disumane.
Vedere Matisse forse uno dei massimi geni nell'uso del colore...
labyrintheque.files.wordpress.com/2015/04/matisse-famille-du-peintre-m
4.bp.blogspot.com/-1DXjX2X7qRk/UP7xyli1JdI/AAAAAAAACvk/ReFTDyyac2Q/s16
Sicuramente funziona anche in fotografia. Certo andare a cercarsi coppie di soggetti con colori complementari a prescindere funziona come può funzionare il fatto di mettere i soggetti nei terzi a prescindere... Cioè produce un determinato effetto che però va valutato di volta in volta nell'economia della foto.
Detto questo molto interessante il link di Monica (grazie mille!). Sapere queste cose forse non aiuta in maniera diretta (almeno di non fare foto "staged") a fare scatti migliori ma ci aiuta a valutare meglio questi elementi nella composizione. |
user42139 | inviato il 11 Aprile 2019 ore 8:53
Tutto molto interessante. Rispetto alla percezione dei colori nel grande Van Gogh, essa era fortemente alterata dai farmaci antipsicotici che assumeva. Per questo motivo i gialli dei suoi girasoli e il blu dei suoi cieli avevano tonalità particolarmente accese. |
| inviato il 11 Aprile 2019 ore 9:08
Mi domando: se un farmaco può alterare la chimica del cervello e, quindi, la sua percezione dei colori, quali altri processi (anche non indotti artificialmente) possono farlo?  |
| inviato il 11 Aprile 2019 ore 9:59
Grazie per la condivisione,
io sono un semplice fotoamatore della domenica e fatico sempre a trovare informazioni di questo tipo. Attualmente sto studiando Strobist 103 di David Hobby sul colore che mi ha aperto nuovi orizzonti e questo articolo mi é utilissimo.
Ritengo questo genere di post sul blog un grandissimo aiuto per la mia crescita.
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| inviato il 11 Aprile 2019 ore 11:41
Sulla presunta protanomalia di Van Gogh consiglio questo link, con le simulazioni di come ipoteticamente l'artista percepiva i colori nei sui quadri
asada0.tumblr.com/post/11517603099/the-day-i-saw-van-goghs-genius-in-a
Comunque resta una speculazione, non si possono avere riscontri certi. Però è una teoria affascinante che può spiegare l'uso insolito del colore che faceva Van Gogh.
@ Cosmosub, non vorrei sbagliarmi ma più che alterazioni dei neurotrasmettitori sono cambiamenti fisiopatologici nell'occhio, le cause oltre ad alcuni farmaci (barbiturici, alcuni antibiotici, farmaci per l'ipertensione) possono essere molte:
- malattie croniche come l'Alzheimer e il Parkinson, il diabete, il glaucoma, alcune leucemie, malattie del fegato e alcolismo.
- danni alla retina o ad altre aree dell'occhio o del cervello deputate alla visione e dovuti ad incidenti o ictus.
- sostanze chimiche, come il monossido di carbonio, il solfuro di carbonio e i metalli pesanti. |
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