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Fotografia Naturalistica si può ancora chiamare cosi?


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avatarsenior
inviato il 31 Maggio 2018 ore 22:05

Esatto Regolus. La fotografia naturalistica fatta bene, e' per pochi fortunati. La massa, si arrangia come puo'. Avere tempo di questi anni, e' lusso che non tutti si possono permettere.

user28347
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inviato il 31 Maggio 2018 ore 22:08

concordo in pieno banjo ,si fa come si può anche con soggetti comuni si può essere dei piccoli bravi naturalisti

avatarsupporter
inviato il 31 Maggio 2018 ore 22:13



Non e' detto Nerone. Non e' detto assolutamente. Io credo che il problema alla base sia proprio questo. E' per questo che chi ha passione e non puo' fare da se' per i piu' disparati motivi e' costretto a rintanarsi nelle oasi o a pagare capanni. E qui' non c'e' etica o non che tenga, si tratta solo di vita moderna frenetica. E comunque, dall'esperienza che mi sono fatto da 4 anni a questa parte, conoscendo diversi fotografi naturalisti in questo tempo, e frequentando diversi posti preposti a questa tipologia di fotografia ho realizzato che il 95% della gente che fotografa e' pensionata. E questo e' gia' in parte risposta a quello che ho domandato sopra.


Non è vero

io prima lavoravo di notte e avevo il giorno libero, per cui andavo in palude 3-4 volte a settimana
ora faccio il giorno e ho libero il sab e domenica, il piu delle volte dedico un giorno solo a settimana

riesco comunque a dedicare tempo alla mia passione e alla famiglia, anche perchè per fotografare vai la mattina presto verso le 4,30 o le 5 e quando sono le 9 9,30 sei a casa,perchè le foto vanno fatte in orari giusti, perciò dedichi il tempo alla famiglia tranquillamente,

i capanni e i sopralluoghi li fai nel tempo, per cui quando sei a rotazione hai tutto pronto, ma è una stupidaggine affrontare un nuovo luogo e preparare la postazione, con qualche minuto sei operativo, non ci vuole niente, io mi sono attrezzato con postazioni autocostruite che trasporto e monto in due tre minuti, poi tolgo tutto.

Naturalmente chi è pensionato o ha un lavoro flessibile che gli consente di ritagliarsi tempo a piacimento è molto avvantaggiato, ma credimi se lavori tutta la settimana e hai passione il tempo lo trovi sempre.

avatarsenior
inviato il 31 Maggio 2018 ore 22:22

“io prima lavoravo di notte e avevo il giorno libero, per cui andavo in palude 3-4 volte a settimana”

Hai detto niente! Avevi tutto il giorno libero!

“ora faccio il giorno e ho libero il sab e domenica, il piu delle volte dedico un giorno solo a settimana”

Ok, fai come praticamente faccio io attualmente. I capanni non me li posso fare perche' o me li rompono e poi la mia zona e' campagna ed e' tutta coltivata, e gli agricoltori spazzano via tutto, non vogliono vedere nulla nelle loro proprieta', al massimo mi posso permettere il capanno portatile sulle rive di qualche fiume (lanche), ma i risultati sono sempre quasi deludenti come per la caccia vagante. Come vedi non e' tutto rose e fiori e per fare soggetti ben vicini e foto “decenti” bisogna anche attirare con il cibo, che ovviamente va dato regolarmante senno' col cavolo che si avvicinano e anche li' ci va' tempo da spendere in settimana. E poi la pastura non e' una pratica che mi piace e che perseguo.

Ah. Lavoro a 150km da casa e viaggio 4 ore al giorno e lavoro le canoniche 8/9 ore giornaliere.

avatarsenior
inviato il 31 Maggio 2018 ore 22:31

“concordo in pieno banjo”

Sergio, cerco di essere realista, e quello che ho scritto e' vero. E' il tempo che manca e le beghe tra casa e lavoro precludono sempre
i momenti di passione che vengono sempre
meno.

avatarsenior
inviato il 31 Maggio 2018 ore 23:19

Vero Banjo, al tempo stesso sono d'accordo anche con Nerone, a volte si riesce ad organizzarsi e a incastrare qualche momento di passione fra tutto il resto.
I sopralluoghi a volte li faccio andando a portare la spesa a mia madre, allungo qualche chilometro e una manciata di minuti per dare un'occhiata a quel che gira nelle risaie lo trovo.
Se non posso andare all'alba, magari riesco ad organizzarmi per il tramonto, che per luce e situazioni non è così peggiore; e a volte anche le ore più centrali possono riservare sorprese.
Certo, nel mio caso, abitare in Maremma aiuta, come anche aiuta avere amici parimenti appassionati (e impegnati con famiglia, lavoro ecc) con i quali condividere anche le informazioni raccolte , così da poter comunque organizzare con cognizione di causa quelle poche uscite fotografiche.

avatarsenior
inviato il 01 Giugno 2018 ore 1:10

Io lavoro a turni di 6.5 ore per 6 giorni a settimana, sono single quindi mi faccio beatamente i cactus miei MrGreen e ho tanto tempo da dedicare ai miei hobby (fotografia, home theatre e cura del bosco) Sorriso

P.S: quando fai notte mica vero che hai tutto il giorno, bisogna pur dormire eh MrGreen poi si entra in campo soggettivo, a me quando tocca farla passa la voglia di fare tutto compreso fotografare Confuso insomma non credete che sia tutto rose e fiori...

avatarsenior
inviato il 01 Giugno 2018 ore 4:51

Ragazzi, io lavoro una media di 60 ore settimanali, se ho un giorno di riposo accendo un cero. La soluzione é semplice: sottraggo tempo al sonno e ad altri hobby che potrei avere. Ho moglie e figlio dodicenne e tanti problemi anche io ve lo assicuro.
Il problema vero é che molto spesso si fanno alzatacce a vuoto, si va in posti dove non transitano persone raccomandabili ( a Roma si dice il più pulito ha la rogna ) e ci sono tanti km da fare con la macchina.
Ma vuoi mettere la soddisfazione di veder realizzate le tue fatiche? Fotografare la natura non é il capriccio di avere una determinata specie in galleria, é rendere al meglio la bellezza di ciò che abbiamo intorno, basta anche un germano o un passero, non li cambierei con una poiana di Argenta.

avatarsenior
inviato il 01 Giugno 2018 ore 8:37

Quello del tempo a disposizione è effettivamente un problema "moderno", nel senso che, oggi, la gran parte di quelli che producono fotografia senza essere professionisti del settore ha allargato il campo a tutti i generi fotografici, mentre ai tempi di mio padre scattava solo le foto ricordo coi parenti al mare; ben venga, perché significa che forse, in quel paese comunque arretrato che è l'Italia, sta aumentando anche la cultura.
Il fatto però di avere un lavoro diverso, o un maggior numero di impegni extra rispetto al passato, non dovrebbe comunque essere un motivo sufficiente per modificare il concetto di naturalistica o comunque di "wild o non wild", se non altro perché ci sono comunque determinati soggetti e situazioni che non possono essere ripresi se non cercandoseli con la pazienza di un vecchio naturalista di professione; io, ad esempio (ripeto che non faccio "naturalistica" intesa come la si intende oggi, ovvero foto di animali che non siano insetti e simili), ho iniziato da diversi anni la ricerca di mixomiceti, un genere di organismi di piccolissima taglia, ma tecnicamente piuttosto facili da fotografare a patto di ... trovarli, e purtroppo non mi è mai capitato di trovarli nell'orto dietro casa, ma nemmeno nella maggior parte delle aree boschive che pure frequento, perché in genere necessitano di situazioni con scarsi o nulli elementi di "disturbo" (soprattutto in senso temporale: del tipo che se cade un albero deve rimanere in posto fino alla marcescenza completa) e, soprattutto, di microclimi particolari che già non sono comunissimi in ambiente naturale, men che meno nelle aree attrezzate delle oasi.
Ovviamente questo comporta due cose: che dovrò necessariamente frequentare aree naturali e che avrò pochi scatti all'anno di tali soggetti (in alcuni anni, ad esempio il 2017, nemmeno uno scatto), ma questo non mi porta a modificare il mio concetto di "naturale o artificiale".
Certo che se mi trovo in situazioni "controllate" come le oasi, o persino chiuse come un rettilario, non smetto di fotografare solo perché non sono "wild"; anche queste situazioni presentano vantaggi e circostanze altrimenti introvabili: non potendomi permettere viaggi in paesi esotici, in che altro modo potrei fotografare certi animali (anche nelle mie gallerie c'è la foto di un "lucertolone" di queste provenienze); nonostante questo, non riesco a considerare "naturalistica" in senso stretto la foto scattata in tali situazioni, non per la maggiore o minore difficoltà o fatica nell'averla realizzata, ma perché dove è l'uomo che appronta o modifica l'ambiente appositamente, va anche a modificare in qualche modo (a volte minimo, altre con risultati più pesanti) la "nicchia ecologica" degli organismi coinvolti.
Credo che il fatto di dichiarare se la foto è stata scattata in ambiente naturale o controllato sia importante proprio per potersi rendere conto se il comportamento del soggetto ritratto possa ancora corrispondere alla sua "nicchia ecologica" o possa aver subito qualche alterazione

avatarsenior
inviato il 01 Giugno 2018 ore 9:04

nonostante questo, non riesco a considerare "naturalistica" in senso stretto la foto scattata in tali situazioni, non per la maggiore o minore difficoltà o fatica nell'averla realizzata, ma perché dove è l'uomo che appronta o modifica l'ambiente appositamente, va anche a modificare in qualche modo (a volte minimo, altre con risultati più pesanti) la "nicchia ecologica" degli organismi coinvolti.



Ma infatti caro Daniele il punto è proprio questo, ossia che in qualche maniera più o meno diretta l'uomo finisce sempre per interferire con l'ambiente naturale e stai certo che quando ciò avviene non avviene mai a costo zero per l'ambiente ... stai certo insomma che l'uomo, anche non volendo, un qualche disastro, per piccolo che possa essere o (più spesso) sembrare, lo produce sempre!

E il pasturare gli animali per esempio è proprio uno di quegli atteggiamente di evitare ... quantomeno a mio modesto avviso.

avatarsenior
inviato il 01 Giugno 2018 ore 9:58

Pasturare i passeriformi nel periodo invernale è consentito, basta farlo con costanza durante tutto l'inverno.

avatarsenior
inviato il 01 Giugno 2018 ore 10:05

che dal punto di vista strettamente naturalistico, è comunque poco corretto :agevoli la sopravvivenza di quegli individui che per selezione naturale forse non ce l'avrebbero fatta

avatarsenior
inviato il 01 Giugno 2018 ore 10:08

la sopravvivenza di quegli individui che per selezione naturale forse non ce l'avrebbero fatta

Diciamo che facciamo il minimo per farci perdonare dalla devastazione che abbiamo creato, gli abbiamo sottratto spazi verdi e riempito l'habitat di pesticidi e rifiuti.

avatarsenior
inviato il 01 Giugno 2018 ore 10:53

C'è anche da considerare, in effetti, che la coscienza di cosa sia un "corridoio ecologico" e dell'impatto della frammentazione degli habitat naturali è, almeno in Italia, cosa abbastanza recente e ancora poco radicata, al punto che nel nostro Paese per molte specie è effettivamente difficile trovare un'area che possa essere considerata più naturale di certe oasi appositamente protette, ma allo stesso tempo attrezzate per l'osservazione e la documentazione, a parte forse alcune aree alpine.

avatarsenior
inviato il 01 Giugno 2018 ore 10:57

Così aggiungiamo errore a errore, si finisce per aumentare il numero di individui deboli e inadatti, che non è proprio un bene. Fatti salvi naturalmente i casi di specie sull'orlo dell'estinzione, con pochi esemplari, da salvaguardare ad ogni costo, anche in cattività Triste se necessario.
La strada maestra sarebbe invece di diminuire pesticidi e rifiuti, oltre che restituire spazi verdi o per lo meno cercare di non sottrarne di nuovi; cosa chiaramente non semplice, nè sempre possibile. Purtroppo!

Pensiero filosofico (so' diventato come Aristotele Eeeek!!! ? ):
L'evoluzione ha generato l'uomo
L'uomo distrugge la natura
Quindi alla fine è l'evoluzione che distrugge la natura, con un processo perfettamente naturale...

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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