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Fotografia Naturalistica si può ancora chiamare cosi?


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user6737
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inviato il 29 Maggio 2018 ore 12:42


avatarjunior
inviato il 29 Maggio 2018 ore 13:33

La fotografia in generale non e' piu' la stessa.
Pensa alla “street” che e' una caccia “umana”.
Puoi fare 500 scatti a raffica, scattare tutto il giorno e prima o poi qualcosa prendi.
Se penso ai vecchi strett a pellicola dove veramente il momento colto era quello, e' tutta un altra cosa.

avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2018 ore 14:08

Ci sono già alcune discussioni nel merito, comunque la penso esattamente come te, la fotografia naturalistica si basa sulla conoscienza dell'ambiente e delle specie... ciò comporta, tra le tante cose, di avere un bel po' di tempo da dedicargli (cosa che tanta gente oggi non ha). ;-)
Personalmente mai e poi mai andrei in un capanno a pagamento, piuttosto cambio hobby, ma come si dice il mondo è bello perchè è vario Sorriso

avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2018 ore 14:19

Io non sono mai stato in un capanno a pagamento e dedico ancora molto tempo alla ricerca e studio dei soggetti che poi fotograferò, come già facevo quando ho cominciato 30 e più anni fa.

Probabile che un grosso aiuto venga dal vivere in Maremma con le sue zone umide ;-), e anche se purtroppo il tempo che posso dedicarci è davvero poco, trovo comunque piacevole e rilassante proprio la ricerca e la preparazione dell'appostamento. La bella foto viene eventualmente dopo

user28347
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inviato il 29 Maggio 2018 ore 14:24

per me se non diamo cibo per far la foto ci sta bene tutto,in auto ,a piedi,col capanno ,basta non rompere le scatole alla natura

user36759
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inviato il 29 Maggio 2018 ore 14:30

Dal titolo credevo ti riferissi all'eccesso di post produzione che snatura la natura...MrGreen

La fotografia naturalistica secondo me è ancora praticata, ma da chi la natura la studia.
Se io passeggio e scatto ora ad un fiore, poi un passerotto e poi ad una roccia ecc., questa non è fotografia naturalistica, è uno che scatta perché gli va, senza nessuno studio o impegno. Esattamente come chi scatta da in capanno perché gli va di farlo.
La fotografia naturalistica in realta è un duro lavoro

avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2018 ore 14:45

Esco un po' dal seminato, nel senso che io mi limito alla macro, ma anche lì le tematiche non sono diverse (posatoi realmente naturali o artificiali, sfondi bellissimi ma altrettanto artificiali ecc.) e vedo che il problema di fondo rimane comunque l'intento; nel mio caso, sarà anche perché lavoro in un museo scientifico, l'intento è sempre principalmente documentaristico, quindi con la ricerca di soggetti, ambienti e situazioni il più possibile naturali e cercando di arrecare il minimo disturbo. Può capitare di modificare qualcosa sulla "scena del crimine", ma solo come ultima ratio in situazioni particolari, altrimenti diventa come il capanno a pagamento in zona di pastura; ad esempio mi è accaduto di recidere delicatamente il rametto su cui era posata un'Apatura iris e metterlo al sole per convincerla ad aprire le ali, ma sarà stata la seconda Apatura che vedevo in questa zona in tanti anni e per giunta in una valletta stretta e ombrosa, in una mattinata non proprio calda (e già mi era successo altre volte di aspettare due ore per nulla). In ogni caso anche per questi soggetti conta più di tutto lo studio di abitudini e ambienti, fatica di cui, vuoi per reale mancanza di tempo, vuoi perché anche la pazienza e la perseveranza non sono più quelle di una volta, non tutti sono disposti a sobbarcarsi

avatarsupporter
inviato il 29 Maggio 2018 ore 14:48

La foto dal capanno è certamente naturalistica da un punto di vista tecnico. Non lo è da un punto di vista etico.

Personalmente credo che ogni volta che ci si confronta con altre specie animali non ci si debba prendere troppi vantaggi altrimenti non c'è gusto. Trent'anni fa, forse anche di più, facevo caccia fotografica; andavo spesso per lupi sugli appennini con una Zenith E con il mitico MTO 500 a specchio... freddo, fango, rischi di farsi male e pochissime foto riuscite... ma che soddisfazioni! evitavo di andare per orsi, molto più pericolosi dei lupi a mio giudizio Sorriso ma ho fotografato un paio di volte, sulle dolomiti le aquile da sopra... anche in quel caso arrampicate non sempre facili e un paio di volte rischio vero di farmi tanto male.

Non parlatemi di capanni per favore.

avatarsupporter
inviato il 29 Maggio 2018 ore 15:39

Dipende dalle foto che vuoi ottenere.. Crearsi un capanno, curarlo e alimentare con attenzione e senza eccessi gli ospiti non è certo un crimine.. Smettere con calma poi quando finisce il periodo caldo per poi andare avanti con la pozza è un buon modo per attirare diverse specie che altrimenti non fotografresti mai così bene..
C'è chi dirà che la foto al capanno è snaturata.. Beh, si probabilmente si.. Basta non spacciarsi per fotografi naturalisti wild..
Si è spesso sulla border line..
Quando vado x fiumi sono un fotografo naturalista e quando sto al mio capanno sono un fotografatore di uccelli?
Pensatela come volete x me è una passione non un lavoro.. I fotografi naturalisti sono i professionisti che con le foto agli animali ci campano e capita però che siano i primi ad infrangere certe regole..
Questo il mio pensiero
Saluti
Alby :)

avatarsupporter
inviato il 29 Maggio 2018 ore 16:25

E x capire Emanuele, tu da che parte stai? Nelle tue gallerie c'è la foto di un Martino fatta evidentemente tramite acquario.. No, per capire..

avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2018 ore 20:09

Io mi riferivo esclusivamente a capanni a pagamento... se uno si costruisce il suo in un posto che ritiene interessante non ci trovo nulla di male... Sorriso
Anche perché per avere risultati seri bisogna per forza di cose ricorrere a reti mimetiche o capanni mobili e fissi ;-)

avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2018 ore 22:41

Quindi i capanni sono eresia pura MrGreenMrGreen

Eresia allestire le mangiatoie nel periodo invernale, eresia pagare un capanno per fare le foto.

Eresia pagare viaggi organizzati per vedere specie nuove, è pappa pronta bella e buona! Cosa c'è di wild nel vedere un orso bianco nel proprio habitat naturale? Nulla! Per essere definito un fotografo wild dovrei migrare nella baia di Hudson (o alle Svalbard) e studiarne il territorio per mesi, naturalmente senza capanni o jeep.

Essere o non essere un fotografo wild (sulla base del capanno, e della conoscenza del territorio e della specie) è un quesito tutto italiano. Andatevi a fare un giro fuori dall'Italia e vedete come funziona!!!
A Texel bastava fermarsi con l'auto, scendere e fotografare senza teli mimetici o capanni. In Engadina le cincie ti arrivano in mano, idem per tucani e colibrì in Costa Rica.
Nella mia zona le cincie le mangiano, assieme a tutto il resto Triste
In Italia i soggetti tendono ad allontanarsi il più possibile, e fanno bene ;-)

Pago più che volentieri i capanni Lipu/WWF, idem per gli ingressi alle oasi. Sono soldi che vanno investiti nelle pochissime aree protette italiane. Sono felice, nel mio piccolo, di dare un contributo a chi cerca di combattere la caccia.
Pago più che volentieri i viaggi organizzati che mi consentono di imparare sempre qualcosa di nuovo (sulla specie che vado a fotografare, sull'habitat e sul paese che mi ospita), ma deve essere fotografia nel PIENO rispetto della natura e del soggetto.

Lascio a voi foraggiare gli alberghi al mare o in montagna MrGreen

avatarsenior
inviato il 29 Maggio 2018 ore 23:16

Ma cosa è questa storia dell'Italia? Me la spiegate?
Che ne sanno gli animali che siamo in un paese di m...a? MrGreen

avatarsenior
inviato il 30 Maggio 2018 ore 0:42

Ma cosa è questa storia dell'Italia? Me la spiegate?
Che ne sanno gli animali che siamo in un paese di m...a? MrGreen


Niente di che, all'estero i soggetti sono molto più confidenti che in Italia.
In Italia sei un vero fotografo naturalista soltanto se studi le abitudini del soggetto, questo ti consente di avvicinarti tramite mimetizzazione e/o capanno.
In Olanda sono sceso dal traghetto e mi sono fiondato nella spiaggetta più famosa di Texel; c'erano soggetti ovunque, mi sono steso a terra ed ho fatto parecchi GB di foto..il tutto senza nessuna mimetizzazione e a 5-6 metri di distanza.
C'erano beccacce di mare, avocette, corrieri piccoli/grossi, voltapietre ecc ecc.

Ecco un esempio all'alba, un no crop completamente privo di mimetizzazione:

www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1973271

Chiaro che lo studio del soggetto aiuta, fa parte del bagaglio del buon fotografo....ma fuori dai confini nazionali viene tutto stravolto!

avatarsenior
inviato il 30 Maggio 2018 ore 2:29

bella foto,con che focale.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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