| inviato il 19 Maggio 2019 ore 22:33
Ciao Themau,
Grazie dell'intervento, mi e' venuto il dubbio perche' andando a controllare le fotografie fatte con il display del Batis 99 su 100 non viene a fuoco mai la foto sul punto della iperfocale calcolata dal suo software
Lo disattivo un'altra volta e fine del problema 
Grazie ancora dell'intervento |
| inviato il 20 Maggio 2019 ore 1:07
ma tu cosa intendi per non viene a fuoco?
se intendi che ad un ingrandimento del 200% a monitor vedi sfocato, è normale.
l'iperfocale non è un miracolo ottico. |
| inviato il 20 Maggio 2019 ore 2:14
quoto Valgrassi |
| inviato il 20 Maggio 2019 ore 2:50
“ ma tu cosa intendi per non viene a fuoco?
se intendi che ad un ingrandimento del 200% a monitor vedi sfocato, è normale.
l'iperfocale non è un miracolo ottico. „
Non sull'ingrandimento ma sulla messa a fuoco della iperfocale.
Se seguo la regola della iperfocale mi dice ad esempio che devo mettere a fuoco un oggetto a 1mt, se misuro un oggetto ad 1mt con la iperfocale del batis l'oggetto non risulta a fuoco, devo andare su 1,6 mt per vederlo a fuoco.
Non so se rendo l'idea |
| inviato il 20 Maggio 2019 ore 8:19
Col digitale il concetto di iperfocale è stato molto ridimensionato: quasi tutti guardano un'immagine sul monitor ed ingrandiscono sino al pixel. In queste condizioni è ovvio che il piano di messa a fuoco è solo uno, e l'iperfocale che era un compromesso (circolo di confusione accettabile in una stampa magari medio piccola) va a farsi benedire. Come spiegato da Pollastrini si dovrebbe tener conto della dimensione di stampa: il circolo di confusione accettabile per un 10/15 non è quello per un 30/40 o peggio per una stampa ancora più grande. |
| inviato il 20 Maggio 2019 ore 8:42
Veramente l'unica cosa certa in tutta questa storia è che la PdC (e quindi l'iperfocale) ognuno se la può calcolare come meglio crede o come meglio gli aggrada però non cambia la realtà delle cose ... e cioé che nel momento in cui avrà messo a fuoco sulla distanza di 0,7 metri (o dove vuole lui) il nostro buono e bravo fotografo avrà a fuoco solo quel piano, posto per l'appunto alla distanza di 0,7 metri dal piano focale della sua reflex e parallelo allo stesso, mentre tutti gli altri infiniti piani posti avanti e dietro quello da lui prescelto saranno tutti INEVITABILMENTE sfocati !
E il perché lo sanno tutti ... |
| inviato il 20 Maggio 2019 ore 10:20
la pdc intesa come una distribuzione uniforme del fuoco sulle tre dimensioni non esiste a nessun diaframma. questo perchè il fuoco è sempre su un unico piano virtualmente fatto di soli punti, quindi è il quadro che abbiamo di fronte, e può essere retto o più probabilmente leggermente curvo, secondo la progettazzione dell'ottica, MA...
...Ma occorre dire che nessuna ottica è talmente perfetta da raggiungere una risolvenza infinita su quel quadro, quindi l'errore ottico c'è sempre.
Tale "pasta" a fuoco si trasforma da lastra di punti a tavola che possiede uno spessore con "fuoco accettabile" (inaccettabile se l'ottica fosse un fondo di bottiglia).
Supponendo un'ottica molto buona e un piano sensore molto risolvente, una volta fatta la nostra stampa 2 x 3 metri, noteremo che quello che ci sembrava rientrare ancora nella pdc guardando nel piccolo, sarà estremamente ridotto proporzionalmente.
Allora l'iperfocale dipende dalle dimensioni d'osservazione (in un francobollo può senbrare tutto a fuoco).
La pdc la si misura, non sul campo fotografato ma sulla stampa prodotta, poichè l'ottica la determina, ed essa termina quando i CdC (cerchi di confusione) nella fotografia cominciano ad intravedersi ad occhio in una persona con 10 decimi.
Per tali motivi, se in una stampina 15x10 vedo a fuoco tutta la fila delle persone che stanno facendo la coda di fronte al mio sportello, nella stampa 2x3 metri potrebbe apparirmi solo una persona a fuoco.
(ho ingrandito le persone ma conseguentemente anche i CdC).
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