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Dream On New York!


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Dream On New York!, testo e foto by Marco Capellari. Pubblicato il 24 Marzo 2018; 24 risposte, 4952 visite.


New York City: la più grande città del nostro tempo. Basta un sussurro per attirare l'attenzione del più distratto tra i passeggeri che viaggiano al nostro fianco; basterebbe scriverne le iniziali su di un foglio per inebriare la mente del lettore casuale con un tourbillon di suoni sorprendenti, colori sgargianti ed emozioni elettrizzanti. New York City: una giungla metropolitana gremita di alberi secolari e maestosi edifici, un groviglio di legno, mattoni e metallo memoria di sfide architettoniche affrontate nel segno di un futuro che resta sempre ancorato al suo passato. New York City: un estremo urbanistico che poco si addice a chi non vi e' avvezzo, a chi e' abituato a tetti bassi e ritmi lenti. New York City: l'emblema dell'ambizione, il simbolo del costruire per arrivare, magari a toccare il cielo con un dito o ancora a sorseggiare un Martini seduti in compagnia del dio denaro al tavolo dei potenti.




New York City rappresenta la Mecca per molti tra quelli che come me provano emozione anche solo a tenere in mano una macchina fotografica: qualsiasi io fotografico che coltivi l'ambizione di diventare un paesaggista urbano difficilmente riuscirà a rimanere impassibile davanti alla potenza espressa ed alla potenzialità espressiva da cui viene letteralmente investito non appena si ritrova immerso nella città. Ad oltre quattro mesi di distanza dalla mia visita nella casa dei Knicks e degli Yankees la mia mente di frequente saltella indietro nel tempo per rivivere le lunghe camminate nelle strade trafficate e rumorose di Manhattan, le missioni di avanscoperta delle composizioni da realizzare al calar del sole, le veloci pause caffè passate a pianificare e fantasticare su itinerari di future visite. Mi ritrovo immerso nella fiumana inesauribile di Newyorkesi che sfrecciano a destra e a sinistra intenti a raggiungere questa o quella meta come maratoneti che non sentono stanchezza. Newyorkesi…. sorrido al pensiero che ancora adesso è vivida nella mia memoria la sensazione di assoluta complementarità che il mio io fotografico ha provato nei confronti degli abitanti della Grande Mela lungo tutto il corso della mia permanenza: il mio “stare” di osservatore estemporaneo vs. il loro “andare” di pendolari routinari, la mia calma vacanziera vs. la loro frenesia lavorativa, la mia concentrazione da studio vs. la loro distrazione da sovraccarico di informazioni. Testa alta io, testa bassa loro.




New York City, qui bisogna essere onesti, e' una meta fotografica tanto ambita quanto pericolosa: qualsiasi scorcio, soggetto, composizione, momento, stagione e' già stato scoperto, catturato, riprodotto. Qualsiasi immagine che saremmo in grado di far nostra sarà una versione simile a quanto già possiamo trovare nelle gallerie d'arte, nelle riviste o navigando nel web. Come affrontare dunque una settimana da neofiti della città e cosa privilegiare tra le mille opzioni che si possono scegliere? Come spesso accade, la soluzione migliore e' dedicare il tempo necessario per mettere a fuoco il “che cosa” vogliamo portare a casa dal nostro viaggio: nel mio caso, non avendo mai avuto l'occasione di fare una sessione a New York, ho deciso di prediligere le vedute classiche, arricchite da uno sviluppo in chiave panoramica, per dare forza al concetto di estensione orizzontale che caratterizza la città; a questo set ho voluto aggiungere una sessione di scatto dall'Upper Deck del Top of the Rock ed una sessione di fotografia aerea, per bilanciare la dimensione orizzontale appena citata con una serie di riprese volte ad esaltare l'assoluta verticalità dei grattacieli. Il tempo, pur generoso, a mia disposizione non mi ha permesso in questa occasione di fare street photography ed architettura “pura”: devo ammettere che in linea teorica sarebbe stato possibile, ma le distanze da coprire sono considerevoli e la volontà di fare le cose “a modo” avrebbe richiesto un effort troppo alto. Fare meno ma farlo bene.




Entrando ora nel cuore di questo articolo, che vuole essere in parte racconto di viaggio ed in parte saggio fotografico, e' doveroso da parte di chi scrive presentare quelli che sono gli elementi chiave della fotografia di paesaggio urbano. La luce, innanzitutto. Per sua caratteristica la fotografia di paesaggio urbano non ha momenti della giornata che siano in assoluto preferibili ad altri: la scelta di “quando” scattare e' molto personale e strettamente dipendente dal contesto urbano in cui ci si trova, dai punti di osservazione a disposizione ed infine dal risultato “artistico” che si desidera ottenere. Considerazione poetica: tipicamente si e' portati a prediligere la dolcezza della luce all'alba – ideale per esaltare e trasmettere l'atmosfera di quiete che si percepisce nell'aria, il lento risveglio di una città che si appresta ad intraprendere le sfide di un nuovo giorno – o, in alternativa, il calore della luce al tramonto – l'ultimo respiro luminoso di un sole che scompare per lasciare spazio alle più diverse anime notturne. Fine della considerazione poetica. In entrambi i momenti della giornata descritti l'espansione della gamma tonale dovuta ad una luce più tenue e “diffusa” permette ai nostri io fotografici di avere maggiore possibilità di giocare con il RAW in post produzione e quindi di plasmare l'immagine finale in maniera più efficace.




La luce, dicevamo, ma non solo: il punto di osservazione. La fotografia di paesaggio urbano viene magnificata se il punto di ripresa è in grado di esaltare la verticalità del soggetto o amplificare la sua distribuzione orizzontale, di includere elementi tra loro differenti, armoniosi o contrastanti che siano; la composizione in fase di scatto e' fondamentale per dare risalto alla progressione dei piani, per accentuare l'opposizione tra tonalità calde e fredde e per esaltare i contrasti presenti all'interno della scena ripresa. Ancora, scegliere un punto di ripresa efficace permetterà di bilanciare, o forzare, la convivenza di elementi naturali (cielo, nuvole, acqua) con elementi artificiali (edifici, monumenti, mezzi di trasporto, etc.), di elementi statici (ponti, lampioni, banchine, etc.) con elementi dinamici (nuvole, fiumi, etc.).




La luce, il punto di osservazione e – infine – le condizioni meteo. La fotografia di paesaggio urbano è a mio avviso meno dipendente dal verificarsi di talune o talaltre condizioni atmosferiche rispetto a quella di paesaggio naturale. Nella fotografia di paesaggio naturale, ad esempio, una luce piatta o un cielo monotono possono fortemente influenzare in negativo la realizzazione di uno scatto stante una scena ben composta ed un soggetto interessante: il fotografo a questo punto potrà sicuramente trovare la chiave di volta e dare la sua interpretazione al frame, ma molto probabilmente il risultato sarà subottimale rispetto al caso in cui la luce fosse stata quella desiderata. Nella fotografia di paesaggio urbano questo aspetto, come accennavo, si ridimensiona. Il soggetto, sia esso un edificio, una piazza, un ponte, un crocevia, etc.. e' centrale a tal punto che le condizioni atmosferiche possono finire per essere marginali, pur restando valida una scala di preferenze che a sua volta viene definita sulla base del soggetto ripreso. Aggiungo che una condizione atmosferica avversa può giocare addirittura a favore del fotografo permettendogli di esaltare la sua creatività: la pioggia appena cessata lascerà sul suolo pozzanghere utili a creare riflessi mentre una fitta nebbia aiuterà a dipingere una scena noir. Di fatto la fotografia di paesaggio urbano gode di beneficio unico: non ci sono confini di interpretazione, non vi è limite alla fantasia.




Terminata la descrizione di assunti teorici di dubbia moralità cambio passo ed alleggerisco la narrazione con il racconto del mio piano di azione: munito di nutrita attrezzatura e benedetto da condizioni meteo estremamente favorevoli il mio io fotografico newyorkese ha deciso di concentrarsi quasi esclusivamente sulle sessioni di alba e tramonto. E' vero, non ho resistito nell'abbracciare una scelta banale: la possibilità di esaltare la contrapposizione tonale tra il calore delle mille luci della città e la freddezza pur avvolgente del crepuscolare cielo autunnale ha rappresentato un mix coinvolgente ed imperdibile per iniziare a costruire il mio portfolio della Grande Mela. Devo ammettere che mi sono fatto ingolosire come un porcello rosa d fronte ad un laghetto di fango. Soddisfatto quindi del rotolamento melmoso? Sicuramente sì, ma comunque lucido nella volontà di sfruttare nella mia sessione le splendide condizioni atmosferiche che le previsioni meteo mi prospettavano. Risultato: prediligere lo scatto eseguito con il sole alle spalle ad illuminare il soggetto ripreso.

Inciso: di norma si tende a volere scattare fronte al sole, con quest'ultimo protagonista centrale del frame oppure in posizione decentrata per irradiare calore nella scena. Scelta ovvia, l'intera scena ne beneficia: splendido avere il sole nel frame! Tra le due, la seconda opzione – lasciare il sole ai margini del frame o appena al di fuori dello stesso – la ritengo quasi più efficace: la luce trasmessa da un sole non ancora tramontato e' una sorgente sempre troppo luminosa per essere facilmente gestita in fase di scatto e/o in fase di post produzione: lasciando il sole “in disparte” possiamo beneficiare ugualmente dell'onda di luce calda da esso emanata mantenendo però integralmente la possibilità di modularne l'intensità, di gestirne l'impatto, di caratterizzarne i toni, tutto al fine di evitare manipolazioni invasive e/o di cattivo gusto. Fine dell'inciso.




Riprendendo il filo del discorso: perché decidere di scattare con il sole alle spalle ad illuminare il soggetto ripreso? Risposta di estrema sintesi: per esaltare la combinazione dei tre aspetti descritti in precedenza, ovvero luce, punto di osservazione e condizioni meteo previste per l'arco temporale della nostra sessione. Luce e condizioni meteo: durante tutto il corso della mia permanenza a New York refoli di vento hanno mantenuto il cielo terso e l'aria pulita esaltando la luce sinuosa che solo l'autunno sa regalare. Riguardo al punto di osservazione, l'orientamento sull'asse Nord-Sud della penisola di Manhattan consente al fotografo di scegliere se inquadrare Downtown e Midtown avendo il sole di fronte o lasciandocelo alle spalle: all'alba, se voglio immortalare lo skyline con il sole nel frame allora dovrò andare a posizionarmi ad ovest, nel New Jersey, se invece voglio che il sole mi sorga alle spalle dovrò andare a Brooklyn. Il risultato lo vedete qui sotto: la Skyscrapers Jungle viene esaltata dal contrasto tonale che si crea tra le tonalità calde delle sue mille luci e le dominanti blu, ciano e del viola del cielo. Se a questo pacchetto aggiungiamo un sole dalle retrovie inizia a dipingere, magnificando, i colori dei singoli grattacieli, otteniamo l'obiettivo che ci eravamo prefissati. La foto che segue è, nel complesso, l'esatta trasposizione in fotografia del mio diabolico piano.




Non mi soffermo ulteriormente sul mio piano di azione, di cui ho scritto solo brevi riflessioni, perché l'ambizione è quella che siano le foto a farvi assaporare il gusto mistico dell'esperienza newyorkese. Quello che invece vorrei adesso approfondire brevemente è la descrizione della singola sessione di scatto. Ancora una volta, voi che leggete ed io che scrivo, siamo chiamati ad essere onesti con noi stessi, senza vergogna, senza timidezza: il nostro io fotografico, quando relegato davanti ad uno schermo, si incuriosiscono di fronte ai dibattiti ed ai test su ottiche, corpi macchina, software di post-produzione. Leoni in gabbia? Leoni in gabbia! La nuda verità e' questa: non vediamo l'ora di uscire, non vediamo l'ora di correre nella savana, identificare la nostra gazzella, sferrare l'attacco e portare a casa la preda. E' tutto qui: l'apice dell'esperienza fotografica viene raggiunto sempre al momento dello scatto. Ogni sessione, nonostante la pura esecuzione viva di meccanismi rodati ed azioni automatiche, porta sempre con se l'emozione di un risultato mai scontato; alcune scelte possiamo farle in anticipo, ma solo alcune…. Sul campo bisogna tenere alta la concentrazione, vivere le condizioni atmosferiche, l'intensità e la diffusione della luce, il fluire dell'acqua. E' necessario essere flessibili rispetto alle idee che si sono fatte ormai forti durante il nostro iter di pianificazione. E' importantissimo provare a scattare inquadrature e composizioni diverse per avere poi modo di scegliere quella che più preferiamo in un secondo momento, o semplicemente per avere un set di scatti di una medesima location. Le sessioni di alba e tramonto sono molto diverse tra di loro e vorrei condividere con voi alcuni spunti per farsi sempre trovare pronti al momento dello scatto. Mi concentro sulla sessione all'alba perché ritengo che abbia il grado di difficoltà maggiore.




Scattare all'alba significa che vi dovete alzare prima, molto prima, infinitamente prima che il sole sorga. Quando arrivate nella location desiderata deve sorgere in voi il tremendo dubbio che il vostro orologio vi stia ingannando o che abbiate sbagliato a puntare la sveglia. Quando arrivate nella location desiderata la città deve apparire deserta come i villaggi del far west nella cinematografia di un tempo che fu. Quando arrivate nella location desiderata gli operatori ecologici di turno non devono essere ancora entrati nella fase rem. Questo non è un consiglio e non è una minaccia: è un diktat!.... a maggior ragione se non avete mai scattato in quella location o se il punto di ripresa che avete scelto è unico, il che significa a sua volta che se qualcuno arriva prima di voi, la sessione è “compromessa”. Per farvi un esempio concreto, sul Manhattan Bridge – lato Brooklyn – esiste un solo spot dove la rete di protezione è “aperta” e dove quindi potete posizionare il cavalletto (la foto qui sopra e' una dei possibili punti di ripresa): se trovate quello spot occupato, non esiste alternativa, e lo scatto è perso. In una sessione di scatto all'alba dovete concedervi il tempo di fare tutto con calma, ivi compreso incluso la possibilità di testare diversi punti di ripresa, di provare diverse combinazioni di filtri, diverse profondità di campo, sempre tenendo a mente che quando arrivate sul posto (… ? remember the diktat ? …) è buio indi non si vede poco o nulla sia nel mirino che in live view: la fretta in situazioni cosi può essere la peggio nemica vostra. L'alba è un momento magico, ma la magia dura il soffio di un respiro! L'esposizione può essere lunga, la panoramica può comportare più scatti, soggetti di passaggio possono disturbare la scena inquadrata e, soprattutto, dovete essere veloci e precisi nel regolare i settaggi man mano che sale la luce! Al tramonto l'esposizione si allunga, si ha più tempo per pensare. All'alba no, l'esposizione diventa man mano più “breve” e la sua gestione non è ugualmente semplice. La soluzione? Iniziate a scattare quando è buio pesto, magari un'oretta prima che il sole sorga se siete nuovi del posto (come era il mio io fotografico newyorkese), prendete confidenza con i settaggi e man mano adattatevi alle condizioni di luce. Esposizioni al buio richiedono minuti e quello che sembra un tempo lunghissimo (un'ora, al buio .... che sonno .... e che vento .... eh si, pure il vento ci mancava .... a febbraio .... -20 gradi .... chi me lo ha fatto fare .... etc..) volerà via senza che ve ne accorgiate. Seguire questo consiglio forse consente anche di ottenere più atmosfere all'interno della/delle medesime inquadrature: l'alba sa regalare emozioni diverse in un breve lasso di tempo.




Concludo ora questo breve scritto nel quale mi sono divertito a raccontarvi tra il serio ed il faceto la mia prima esperienza yankee da fotografo! L'ultima foto di questo racconto, che vedete qui sopra, l'ho scelta per simboleggiare quella che e' secondo me la migliore espressione di una città che ammalia, che affascina, che si imprime nella mente di chi la visita e li vi rimane per sempre .... Due Torri, due guardiani di ieri e di oggi, simboli di quello che e' stato e di quello che sarà.

Continuate a sognare fotografi, perché New York e' un viaggio che non ha mai un inizio e che non ha mai una fine .... ed io già' non vedo l'ora di ammirarla di nuovo e di regalarmi ancora le viste mozzafiato che la Grande Mela ci sa regalare ....

Dream On New York!



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avatarsenior
inviato il 24 Marzo 2018 ore 22:37

Che emozione Marco ! Hai scritto un articolo fantastico corredato da foto della Madonna !
Mi sembra di essere ritornato li, ed il bello è che, prima di partire, non ci avrei scommesso nemmeno un centesimo.
Le ultime due righe le sottoscrivo parola per parola, io, un vecchio animale selvatico, che mi sento più a mio agio in mezzo ad una bufera di neve piuttosto che in metropolitana e non vedo l' ora di tornare a Manhattan ! Eeeek!!!Eeeek!!!Eeeek!!!
Per questo viaggio sono stato convinto dal resto della famiglia e una settimana mi sembrava esageratamente lunga, invece poi è volata via in un amen ed ora ho un sacco di "rimpianti" fotograficamente parlando.
Il primo giorno ero molto in "soggezione", non riuscivo a trovare la quadra, sempre con il muso per aria e sempre troppo lungo anche con 16 mm. Ammetto che il genere fotografico non mi è del tutto famigliare però con un pò di pazienza mi ci sono applicato e sono rimasto soddisfatto dei risultati ottenuti. Mi mancano però foto all' alba, in questo ero abbastanza condizionato dal resto della truppa e dalle loro esigenze e quindi ho dovuto "accontentarmi" del tramonto.
Vedo che anche tu, come noi, sei stato fortunato dal punto di vista meteo, noi andammo la prima settimana di Ottobre, tu quando ci sai stato ?


Complimenti sinceri per tutto !

;-)

avatarjunior
inviato il 25 Marzo 2018 ore 9:10

Grazie mille per i complimenti! Sono stato a fine settembre! A presto M

avatarjunior
inviato il 26 Marzo 2018 ore 16:31

NYC è la città per antonomasia. Viva ed energica, espansiva ma a misura di persona, decadente ma sfarzosa. Come Lei nessun altra. E' un turbinio di emozioni che solo a pensarci s'accappona la pelle.
Grazie Marco, questo articolo non poteva essere presentato meglio!

avatarjunior
inviato il 26 Marzo 2018 ore 16:44

Grazie mille Cagnaluia! City Super Top

avatarsenior
inviato il 26 Marzo 2018 ore 17:21

un bellissimo articolo e foto spaziali, fatte con elicottero giusto? ci voleva manina ferma, tempi veloci e un grandissimo occhio fotografico... complimenti!!!

avatarjunior
inviato il 26 Marzo 2018 ore 17:28

Grazie mille Berserk!

Era la mia prima esperienza in elicottero, conto di fare ancora meglio alla prossima tornata!

A presto
M

avatarsenior
inviato il 26 Marzo 2018 ore 18:22

Bellissimo articolo. Leggendolo e guardando le foto strepitose che hai fatto mi è risalita la volgia a mille di visitare per l'ennesima volta questa splendida città.Ciao, Massimo

avatarjunior
inviato il 26 Marzo 2018 ore 18:46

Grazie Massimo! Io tornerò a NYC aa settembre se tutto va bene :)

avatarsenior
inviato il 27 Marzo 2018 ore 18:52

Beato te Marco, io manco dal 2011. E' cambiata totalmente da allora...aspetto che cresca un po' mio figlio - ora ha 5 anni - e ci torno di sicuro Cool

avatarsenior
inviato il 27 Marzo 2018 ore 22:44

Complimenti non solo per le magnifiche foto che hai fatto, ma anche perchè nel tuo racconto si sente tutta quella emozione e passione che ti ha guidato nel viaggio fotografico, che ti ha permesso di ottenere tutta questa bellezza.
Ciao Stefano

avatarjunior
inviato il 28 Marzo 2018 ore 11:50

Grazie mille Stefano!

Massimo, grazie alla disponibilità della mia signora la settimana me la sono fatta in solitaria, da vero professionista! MrGreenMrGreenMrGreen

Si sa... la Mela non lascia spazio ad altre distrazioni!! MrGreenMrGreenMrGreen

avatarjunior
inviato il 28 Marzo 2018 ore 12:21

Bellissimo shooting... non banale nonostante i POV siano i "classici".
Vorrei anch'io apprestarmi a questa bellissima e suggestiva meta...
Che corredo hai portato? Quali ottiche hai usato e quali no?

Grazie, a presto ;-)

avatarjunior
inviato il 28 Marzo 2018 ore 13:45

Ciao Ros, guarda se vai sul mio profilo c'è un piccolo post dove ho parlato dell'attrezzatura. L'unica che non ho mai usato è il 35...

Ciao e grazie ancora per il passaggio!

avatarjunior
inviato il 28 Marzo 2018 ore 19:59

grazie per la lezione gratuita signor Marco. ho avuto la fortuna di visitare NY ma tutte le volte che vedo foto come le tue la malinconia mi assale perché è veramente la metropoli più............del mondo.complimenti sinceri

avatarjunior
inviato il 28 Marzo 2018 ore 21:05

Grazie Foto! Solo qualche suggerimento forse utile :):)
Grazie anche per tutti i commenti alle foto! Davvero graditi!!





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