| inviato il 17 Febbraio 2018 ore 23:09
Nel proporre questo tema di riflessione e di discussione parto da un principio che, in qulasiasi transazione commerciale, è inderogabile: chi vende deve soddisfare le esigenze di chi compra. E' la cultura del cliente, è la corretta etica commericiale.
Chi vuole vendere non può e non deve pensare a un rapporto paritetico con il cliente: quest'ultimo è il protagonista dalla relazione, il venditore deve porsi come servitore del cliente (non servo, attenzione...servitore. C'è un abisso di differenza, il servitore è un soggetto libero e indipendente che ha scerlto di produrre e fornire un servizio. Anche il Presidente della Repubblica, massima carica dello Stato, è un servitore delle istituzioni).
Bene, se qualcuno vuole vendere qualcosa deve preoccuparsi di rendere la sua proposta conveniente per l'acqirente. Questo, quando si propone un usato, significa che bisogna proporlo ad un prezzo, la cui differenza con il nuovo copra, oltre alla perdita di valore conseguente all'uso pregresso, il rischio dell'acquirente, i minori contenuti di servizio (garanzia, mancanza di un referente, ecc.) e anche il maggoir incomodo e costo di trattare e ritirare da un privato.
Ciò comporta, come conseguenza, che il valore residuo riconoscibile sia sensibilmente differente in funzione del prezzo del bene.
Mi spiego: se compro usato un 400 f2.8 il valore residuo verrà essenzialmente determinato da uso e rischio: i "costi fissi" della trattativa sono facilmente annegati nel valore di migliaia di euro che l "pezzo" conserva (a meno che non lo trovi in Indonesia...).
Se il bene vale cento euro, tutto cambia: se il supertele lo pago volentieri il 70% del valore del nuovo, il cinquantino no, non ci sto dentro con 110 euro di prezzo di partenza, se ne spendo 80 per l'acquisto più un'andata e ritorno per il ritiro e ci perdo mezza giornata in trasferta, prove e controlli. Spendo meno a prenderlo su Amazon (non voglio pensare ad acquisti on-line con irregolarità fiscali sottese) o nel negozio vicino a casa.
Può avere senso prenderlo a 50-60 euro se sono vicino al venditore, oppure spedito. Il minor incomodo è compensato dal rischio della spedizione, a mo carico.
Chi pensa di vendere a cifre più alte e non considera questi aspetti, non pratica una corretta cultura commerciale. Che non vuol dire che sia un lestofante, ma secondo me sbaglia prospettiva. |
| inviato il 17 Febbraio 2018 ore 23:20
avevi tempo da perdere, direi |
| inviato il 17 Febbraio 2018 ore 23:52
Anche tu... |
| inviato il 19 Aprile 2018 ore 14:57
vabbè.... |
| inviato il 20 Aprile 2018 ore 2:39
Il venditore fa il prezzo che più gli pare e piace e se inserisce nell' annuncio l' avviso non trattabile tale deve essere considerato..
L' importante è mantenere la civiltà poi se domanda e offerta non si incontrano va benissimo così.. il venditore penserà prima o poi di abbassar il prezzo... o di aspettare il pollo che non conosce le offerte di amazon o i siti giusti..
Qui verament tutto si equilibra da solo in base a domanda- offerta, sull'interesse e sul denaro e va benissimo.
Va meno bene se si tratta delle vite delle persone ma questo è un altro argomento |
| inviato il 20 Aprile 2018 ore 10:54
“ Bene, se qualcuno vuole vendere qualcosa deve preoccuparsi di rendere la sua proposta conveniente per l'acqirente „
Beh, lo scambio commerciale tra privati ha gorssomodo le regole di tutti gli scambi del mondo.
Ma c'è una differenza sostanziale che non si può dimenticare...
Se faccio impresa DEVO vendere, per cui essere appetibile per il mio mercato è essenziale. Non necessariamente col prezzo, ma con un'insieme di valori interessanti per il mio target.
Forse "conveniente", ma magari forse "appagante", o forse "nobilitante". O qualcos'altro.
Ma come privato che vende un oggetto di proprietà personale, non devo fare business.
Per cui se decido che sotto una certa cifra preferisco tenermi l'oggetto, mi pare cosa normale.
Se sono fuori mercato o non affidabile, l'acquirente non comprerà, io non venderò.
Ma non credo ci siano particolari doveri da parte di nessuno in questo senso 
Ciao
F |
| inviato il 20 Aprile 2018 ore 13:02
Purtroppo si leggono ogni giorno post sul discorso "prezzi" nel mercatino.
Il discorso è un po questo...ognuno fa che vuole...
Ovvio che io se ho REALMENTE necessità/voglia di vendere qualcosa, faccio di tutto (compreso il prezzo "appetibile") per riuscire a cederlo... ma magari non ho voglia di vendere e cerco l'Affare.....
Alla fine dei conti, il mercato sul termine della parola significa trovare un accordo, se non si trova AMEN.
Personalmente da un po di tempo oltre a guardare sul forum, punto negozi online cosiddetti "GRIGI"... |
| inviato il 20 Aprile 2018 ore 13:23
Stabilire quale sia il prezzo giusto non è facile. Mi è capitato di vendere oggetti qui su juza dove tutti mi domandavano perchè vendevo ad un prezzo così basso e altri che ho fatto molta più fatica (forse perchè era un prodotto un po' più di nicchia nicchia). Entrambi i casi ritenevo un prezzo adeguato personalmente.
Comunque mettere un prodotto ad un prezzo più alto si fa sempre in tempo ad abbassare in seguito |
| inviato il 20 Aprile 2018 ore 16:20
Ci sono regole in alcuni forum dove si prevede una certa percentuale e anche il decurtamento dell'iva. |
| inviato il 20 Aprile 2018 ore 16:59
io sono convinto che la maggior parte degli oggetti in vendita sul mercatino siano prezzati in modo da NON vendere neppure per sbaglio.
Secondo me i venditori sono amatori nella mia stessa situazione: Una moglie che ogni tre giorni insiste per svuotare l'armadio dai vecchi catorci fotografici.
Per conservare la pace basta accontentarla... le si fa vedere un annuncio di una 5D old messa in vendita a mille euro e si fa altrettanto. Poi dopo sei mesi, con faccia contrita, si esprime la convinzione che quell'oggetto meraviglioso e cosi' pregiato, non sia conveniente svenderlo. Certo, in quel momento il mercato e' fermo per l'uscita di nuovi modelli, molto appetibili. Ma entro sei mesi... massimo un anno, la situazione dovrebbe sbloccarsi ed allora si' che si vendera' al giusto prezzo!!. |
| inviato il 20 Aprile 2018 ore 17:07
Io credo invece che alcuni nell'indecisione, mettono un prezzo più alto... oltretutto non rispondono mai.... e se vendono...fatto l'affare..altrimenti..valeva la pena tenerselo... |
| inviato il 20 Aprile 2018 ore 18:03
A me piacerebbe prendere un caffè con chi compra usato un 35, un 50 F1,8 uno zummetto di kit "risparmiando" poche decine di euro. Veramente. |
| inviato il 20 Aprile 2018 ore 18:53
“ io sono convinto che la maggior parte degli oggetti in vendita sul mercatino siano prezzati in modo da NON vendere neppure per sbaglio. „
Devo fortemente dissentire.
Trovo questa discussione illuminante sul perché del prezzo alto dell'usato: leggila che secondo me ne vale la pena.
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=2695990 |
| inviato il 21 Aprile 2018 ore 0:40
Chiarisco un attimo il mio intento.
Partendo dal criterio che un forum serve per parlarsi e vedendo le ricorrenti polemiche che si scatenano tra venditori esosi e acquirenti pretenziosi, mi sono sentito - a tempo perso - di stimolare una discussione non incentrata sul giusto valore di un usato, ma sui criteri di convenienza per l'acquisto.
Così, in spirito di dialogo.
Ho acquistato diversi pezzi daltri amatori, in alcuni negoziando e altre volte no.
Esponendo in modo articolato le mie ragioni e cercando di ottenere lo stesso dal prospicente.
Ho sempre raggiunto accordi onesti (almeno, io li ritengo tali...).
Parlarsi è buona cosa, saper esporre le proprie ragione è ancor meglio, capire quelle degli altri è il massimo. La discussione che ho aperto verte sul come capirsi, non sul come fare i prezzi... |
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