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Al cospetto del Matterhorn


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Al cospetto del Matterhorn, testo e foto by Yura. Pubblicato il 16 Gennaio 2018; 20 risposte, 4232 visite.


In Italia si chiama Cervino, in Svizzera Matterhorn. Il progetto di Enrico prevede la salita in mountain-bike alla Gornergrat, una cresta a quota 3100 mt. con uno dei panorami più spettacolari delle Alpi.
L' idea è quella di provare poi a scendere da un sentiero che conduce dapprima verso il Gornergletscher e poi al Riffelsee, quindi proseguire per altri sentieri per raggiungere quindi la famosissima località di Zermatt.
Il comune denominatore di questo itinerario sarà LUI: il Matterhorn, una delle icone delle Alpi !

Visto che questa gita è stata pensata da Chicco, lascio a lui la “penna” e io mi tengo la reflex, pertanto il testo che segue è opera sua mentre le foto sono mie.

Nell'arco dell'ultimo anno ho fatto molti dei giri in mountain-bike più belli che potessi immaginare: Ghiacciaio dell'Aletsch, Ghiacciaio di Plaine Morte, Belalp, Fuorcla Surlej e Piz Nair, Piz Umbrail, Cima della Trosa, Balconata della Val Ferret, Becs de Bosson e The Brazilian, Illhorn. Ma c'è un luogo che supera tutti: Zermatt.
A Zermatt tutto è perfetto. L'apoteosi della perfezione svizzera.
Da un paio d'anni esploro e studio le mappe e le foto della Ober Mattertal e c'erano alcuni sentieri che avrei DOVUTO fare in bici, inspirato come non mai.
Il 22 Settembre si presenta l'occasione di andare a concretizzare il sogno nelle condizioni ideali: solo con due amici in gamba e simpaticissimi, Yura che conosce tutte le vette, va forte e potrebbe campare facendo il fotografo e Pol che guida deliziosamente. Ci lega inoltre il gusto di praticare questa particolare attività: cercare di percorrere sentieri alpini in sella ad una MTB senza che gli stessi siano stati per forza creati per questo, qualcuno lo chiama clicloalpinismo. Il tutto con il massimo rispetto dell' ambiente e degli escursionisti che incontriamo (premessa dovuta visti i problemi che in qualche caso si sono verificati).

NOOOOOO maledizione non è suonata la sveglia!
Sebastian Loeb si è impossessato di me e in un nanosecondo mi proietto all'appuntamento, con gran puzza di gomme e freni bruciati (in 12 minuti ho vanificato il lavoro ai freni fatto dal meccanico fatto giusto della scorsa settimana !)
Trovo Yura e POL che mi aspettano sonnolenti in auto…poco male, birretta pagata assicuro, ci facciamo una risata e si parte.
Risalendo in auto il “solito” Passo del Sempione una densa quanto sinistra nuvolaglia compatta ci spaventa: ma come, Meteo Suisse ci ha promesso sole per oggi e quindi DEVE essere bello ! Yura asserisce, non si sa bene sulla base di quali dati scientifici, di non precoccuparsi "sul Simplon, la mattina sopratutto, è spesso coperto, una volta sorto il sole tutta questa umidità si diraderà...falso allarme quindi.

Arriviamo a Täsch, l'ultimo paese della valle in cui è consentito il transito delle auto (per proseguire verso Zermatt si deve obbligatoriamente prendere il treno), quindi parcheggiamo, ci prepariamo con tutta calma visto che molto presto e cominciamo a salire in bici nel freddo pungente del mattino, con la sella di Yura che comincia a torturarlo. Ignoramo più divieti e segnalazioni di interruzione del percorso per frana. La scusa è che, essendo i cartelli scritti in tedesco noi facciamo finta di non capirli: “L'Europaweg è un sentiero balcone troppo bello, dobbiamo andare, frana o non frana in qualche modo passeremo!”. Ma quando al quarto cartello di divieto, s'aggiunge una barricata in legno insuperabile e sentiamo l'elicottero che fa spola probabilmente con operai al lavoro, siamo costretti a rinunciare.
Riscendiamo, da veri cinghiali in MTB ci facciamo ingolosire da una tagliata nel bosco e perdiamo il sentiero strabello che riporta a Täsch, ci infogniamo in un alpeggio. Dietro-front, risalita, discesa su inutile sterrata, depressione massima, due ore perse, voglia di tornare a casa…
Raggiungiamo quindi Zermatt prima su sentiero, poi su asfalto e paghiamo 40€ per una salita in trenino. Morale bassissimo.

Mentre saliamo col trenino in mezzo ai soliti turisti asiatici, rivivo malinconicamente i ricordi delle precedenti esplorazioni, e il morale non si risolleva fino a quando non si apre il panorama:
Il Re si mostra in tutto il suo splendore ! Il sapore d' autunno si fa sentire anche nell' aria. La prima neve è già arrivata, i prati hanno quel colore che inequivocabilmente preannuncia l' arrivo dell' inverno, i numero di turisti in giro è molto limitato...molto molto bene !




Raggiungiamo quindi la stazione a monte del trenino, siamo attorniati dai turisti di cui sopra che non si spiegano bene dove vanno quei tre pazzi in bicicletta.
Montiamo in sella a 3100m. in cinque minuti di pedalata ci ritroviamo soli, solo noi tre, le nostre MTB in paradiso. Non mi investe lo stesso stupore della prima volta, ma la maestà di questi ghiacciai lascia sempre senza parole.




Il sentiero che voglio fare è vietato alle bici. Capiremo anche il perchè. E' ripido, molto ripido, tecnico e abbastanza pericoloso, ma in tre, in un sabato di settembre con così poca gente in giro forse può essere tollerato.
Prima di iniziare a scendere, ci fermiamo a goderci ancora per qualche minuto questo spettacolo immenso.
Yura sfotacchia senza sosta (come me la prima volta); Pol si sdraia a godersi tranquillamente il tepore del sole; io ho fame di ricordi. Vorrei sdraiarmi anch'io e crogiolarmi al sole come una lucertola, ma “non è il momento”; voglio incidere profondamente l'immagine di quei ghiacciai nella mia memoria. Contemplo il ritiro dei ghiacciai, che solo 3 su 6 si toccano ancora. Voglio portare con me per sempre quel momento, quello stato delle cose d'una bellezza primordiale, che già odora di tristezza, sapendo che i miei figli non vedranno lo stesso spettacolo.

Le previsioni meteo davano un cielo senza nuvole, ma Yura ha richiesto delle nuvolette per esaltare la profondità delle foto e Dio l'ha accontentato. (Anche qualche nuvola in meno andava bene, eh!)
Ok, si parte. Il versante nord è innevato, quello sud asciutto e solatìo, come previsto.
La traccia è molto impegnativa, con tornantini stretti, passaggi al limite, ripidi, fondo smosso per niente sincero, su un pendio che ti chiede cortesemente di non precipitare e di non far cadere pietre che rischierebbero di ammazzare chi passa sui mille tornanti sotto.
[sconsigliato a chi non ama il vertriding. Invito a rispettare il divieto nei weekend estivi e ai gruppi di più di 4-5 persone] .




Pol se la cava piuttosto bene, Yura è un po' intimorito e continua a dirmi “a veder scendere te, sembra tutto facile” e io gongolo.
L'esaltazione è alle stelle. Quei 400 metri dai dislivello di vertriding in picchiata sul Gornergletscher sono stati fenomenali! Il paesaggio intorno è talmente grandioso che siamo sempre fermi a far foto. Questo significa che lo zainone di yura continua a volteggiare velocemente per estrarre e ritirare “l'arma”. Lucky Luke con l'AK-47. Click click, anzi sftà-sftà-sftà-sftà…




Il sentiero vert si innesta sulla balconata che va verso il Monterosahutte; noi lo risaliamo in direzione NWW, apprezzando l'alternarsi di salite lisce a rampe tecniche ed esposte quasi a strapiombo sul ghiacciaio.




Raggiungiamo in uno stato di estasi mistica una spalla rocciosa dove il sentiero sparisce. Impossibile farlo in bici. Ce le carichiamo in spalla e con molta circospezione scendiamo arrampicando con la bici in spalla. Il tratto è breve ma "intenso", niente di estremo ma comunque le antenne vanno tenute belle dritte anche perchè la mountain- bike sulle spalle tende a sbilanciare.




Bisogna stare attenti a non farsi incantare dalle sirene e precipitare: gli occhi sono attratti continuamente dai ghirigori bislacchi dei ruscelli che solcano il ghiaccio, e dai laghi sospesi, e dalle seraccate infernali sotto al Breithorn e… ricompare il Cervino di fronte a noi, nella sua perfezione geometrica, nella sua posa ieratica e distaccata, bello perché perfetto (visto dalla Svizzera), di roccia scura, quasi immune ai cambiamenti climatici.




Il piccolo Riffelhorn è una piramide nera che cerca di imitarlo, scolpito da immani frane, e la prospettiva con cui ci avviciniamo ne risalta la somiglianza.





È ora di flow (In gergo "ciclistico" di definisce flow quel genere di sentiero più scorrevole e meno tecnico rispetto a quelli più impegnativi).
Il sentiero è una pista con piccole rocce per saltare, appoggi naturali e quel maledetto bastardo aguzzo che ci costringe a fermarci ancora ad immortalarlo. E pazienza, fotografiamolo! Vanitoso si specchia nel Riffelsee, formando un rombo preciso. E allora poseria sia! Proprio di fronte al lago una roccia pare messer stata messa li appositamente per saltare, certo il landing non è proprio liscio ma ci provo lo stesso e Yura spara la raffica !




[qui si ricongiunge il sentiero più facile che arriva dal Gornergrat per chi non vuole avventurarsi su quello più difficile]
E giù ancora in un idillio di curvettine veloci fino a Riffelberg. Semplicemente esaltante.
Tra le varie alternative di sentiero (che difficilmente sono deludenti), scegliamo la discesa più lunga, ma che implichi meno risalite. Sono preparatissimo, quindi andiamo sul sicuro.
Tra Riffelberg e Riffelalp il singletrack è completo: un continuo alternarsi di tratti super-flow su Ovomaltina (a Zermatt non c'è terra, ma Ovomaltina!!) e tratti super-tecnici tra le pietre aguzze, in mezzo alle piantine di mirtillo arrossate dal freddo, i primi larici con voglia d'autunno e il solito Matterhorn.






E da Riffelalp dove andiamo? Anche qui ci sono mille alternative tra cui scegliere, un vero luna park per mountain-biker ! Prendiamo un saliscendi bucolico tra venerandi cedri che ci porta verso Sunnegga, (dove saremmo dovuti arrivare al mattino percorrendo l'Europaweg). In breve raggiungiamo il singletrack desiderato e le danze ricominciano. Liscio, dolce, stretto, imprevedibile, un orgasmo da guidare nel sottobosco. Quasi commossi, all'incrocio con l'altro sentiero, ci fermiamo a stringerci le mani con un sorriso incredulo.
E ora si cambia stile: DH! Traccia più larga, saltini, sponde naturali, sassi, canalini e radici da ollare a tutta velocità. Livello di adrenalina a fondo scala.
La pacchia proseguirebbe, ma io ho altre idee. Non ne abbiamo ancora abbastanza così decidiamo di allungare ancora la goduria. Deviamo a destra e risaliamo verso una piccola frazione sul lato opposto della valle. Su un ponticello troviamo due belle ragazze in bici. Non ci credo. Ma allora è proprio vero che è questo il paradiso!
Nella ripida salita successiva ci sfidiamo. Toste queste due! E subito sono innamorato, ma sono poco socievoli. Peccato.
Prima dell'ultima parte della discesa, una birretta al sole, davanti al Cervino, nella beatitudine più assoluta, nel tepore del sole pomeridiano autunnale è ciliegina sulla torta… con ancora una vagonata di torta da mangiare!

Però c'è un problema che ci rende dubbiosi: il sentiero che dovremmo percorrere è vietato alle moto, alle bici, agli slittini, e c'è anche una sbarra (alzata) con divieto per i pedoni! e che cos'è una mulattiera per scoiattoli?!
Prima di prendere seriamente in considerazione di seguire una delle alternative che presento, chiediamo alla barista, che gentilmente ci dice che possiamo scendere comunque. MOLTO bene!
C'è un lungo bisse da seguire (le bisse sono dei “canali” artificiali scavati per trasportare l' acqua nelle zone sprovviste, sono tipiche del Vallese ed alcune risalgono addirittura al Medioevo. Pare che le prime furono costruite nella zona di Briga perchè il Barone del luogo aveva imposto una tassa anche sull' acqua !), illuminato dal bel sole del pomeriggio. Voglio portare i miei compagni su un altro traverso interminabile, con un tratto davvero a balcone nella roccia.
Dopo un paio di chilometri, quando raggiungiamo una mulattierona, la ignoriamo e prendiamo la direttissima per Zermatt: ancora DH style a fuoco, alternando sponde lisce a passaggi sconnessi da pennellare su traccia larga. WOW!
La discesa è infinita, il sole ci bacia fino all'ultimo, il godimento è stellare.
Gli ultimi 100 metri di discesa sono ancora diversi: gradini, gradini, gradini, gradini; prima sono una successione di travi di legno smussate, non raccordate, che si attorciglia su se stessa (trappola insidiosa); poi facili e veloci gradini di pietra.
Pizzico all'inizio della scala e quindi buco. Con la mia mini-pompetta (masturbamarmotte) ci metto una sacco a portare la gomma ad una pressione appena decente, per cui farò il resto del giro “sulle uova”.
Arrivati sazi a Zermatt optiamo per completare il giro secondo capitolato, anche se s'è fatto tardi. Quindi risaliamo brevemente sul versante occidentale, oltre l'abitato e ci spariamo gli ultimi 4km di saliscendi in singletrack che ci riporta a Täsch, stanchi e felici come bimbi il giorno di Natale.
_______
Grazie ragazzi per la compagnia splendida, per avermi dato piena fiducia sull'itinerario, per le tante foto che so già essere da antologia prima ancora di vederle.
Che giornata memorabile!
Enrico Zanetta & Yura



Risposte e commenti


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avatarsenior
inviato il 17 Gennaio 2018 ore 10:00

stupendo racconto e che bella esperienza con le bici (e una buona dose di coraggio).
Il Cervino è sempre spettacolare a vedersi, svettare in quel modo sopra le altre montagne e soprattutto senza nuvole ad impensierire.

la masturbamarmotte è epica MrGreen

avatarsenior
inviato il 17 Gennaio 2018 ore 12:25

Grazie mille Beskerk84 mi fa piacere ti sia piaciuto !
In effetti la pompa che ci portiamo appresso in caso di foratura è proprio piccolina, da li la definizione di masturbamarmotte !!! MrGreenMrGreenMrGreenMrGreen

Grazie ancora per il commento positivo

avatarsenior
inviato il 18 Gennaio 2018 ore 23:39

Carissimo Yura, devo dire che siete un'accoppiata vincente, perché sia le foto che il racconto sono coinvolgenti, per quanto mi riguarda è stato emozionante "vivere" in un certo qual modo quell'esperienza, emozioni interrotte a volte solo da quella che chiamiamo ... "una sana invidia!", complimenti quindi anche a Enrico e Pol per l'impresa!!
ps: non dirlo a nessuno ma anche il Cervino ha il suo "visino", se vai alla settima foto, quella in cui c'è Enrico (credo) che scende lungo il sentiero, vai nel punto in cui il Cervino incontra la diagonale, sali di 1 cm e spostati di 1 cm a sx ... ci sei!! ... ma si vede anche in altre foto!MrGreen
Un caro saluto, Rod;-)

avatarsenior
inviato il 19 Gennaio 2018 ore 11:39

E' vero ! L' abbiamo trovata anche li, è acclarato, siamo circondati senza rendercene conto !!!

Grazie ancora per l' apprezzamento carissimo ROD.

;-)

avatarsenior
inviato il 19 Gennaio 2018 ore 19:19

Cmq, voi avete realizzato una bella impresa raggiungendo quote abbastanza elevate, ma anche la mia ... non è da meno!! ... dai un'occhiata e ... vedrai!!MrGreen

www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=2124516

Ciao,Rod;-)

avatarsenior
inviato il 19 Gennaio 2018 ore 19:52

Sulla stessa "lunghezza d' onda" ho fatto questo scatto:

Kikko salta con un balzo nientepocodimeno che il Bietschhorn !!!...e ha pure rischiato di bucare vista la punta aguzza !!!






MrGreenMrGreenMrGreenMrGreen

avatarsenior
inviato il 19 Gennaio 2018 ore 20:01

... se non ha bucato .. gli è andata di ... lusso!!MrGreen
molto bello anche questo!!

avatarjunior
inviato il 20 Gennaio 2018 ore 17:18

Bellissime foto e racconto, complimenti.
Ciao.

avatarjunior
inviato il 28 Gennaio 2018 ore 22:24

Senza parola. complimenti

avatarsenior
inviato il 28 Gennaio 2018 ore 22:29

Grazie mille Gianni !...detto da de poi vale doppio !!!

MrGreenMrGreenMrGreen

avatarjunior
inviato il 17 Febbraio 2018 ore 8:16

Complimenti vivissimi a tre ragazzi amanti della natura e della fotografia. grazie delle bellissime immagini e dell'intinerario. io li ci vado solo a sciare. mi piacerebbe andarci anche in MTB, ma i miei 62 anni non me lo permettono
Ciao Angelo

avatarsenior
inviato il 17 Febbraio 2018 ore 11:34

Angelo grazie mille sia per i complimenti sia per per avermi definito "ragazzo" !
Dentro lo sono rimasto di sicuro, ma fuori un pò meno Sorriso
Vacci, vacci anche in MTB, magari non scendere dal primo tratto che abbiamo fatto noi perchè è veramente difficile, ci sono vari altri sentieri bellissimi che partono dalla cima e si ricongiungono poco sotto nella zona del Riffelsee, ne vale senza' altro la pena te lo assicuro !

;-)

avatarjunior
inviato il 18 Febbraio 2018 ore 22:15

Mi iscrivo a Juza e chi trovo?
Il miglior fotografo di un certo forum marrone di bikers... ;)

FuffoFaiman aka GuidoDrastico...

avatarsenior
inviato il 19 Febbraio 2018 ore 6:59

Ahahah esageratoooooo....confesso che l'inattività forzata causa infortunio mi ha fatto riscoprire la passione originaria della fotografia.
Grazie Fuffo aka Guido !!!
;-)

avatarsupporter
inviato il 16 Marzo 2018 ore 23:33

noi abitanti della valle del Cervino lo chiamiamo " LA GRAN BECCA"





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