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Nel caso in cui la selezione degli ISO viene fatta manualmente mi è chiara la differenza tra le modalità di esposizione a priorità di tempi, di diaframma o manuale. Mi piacerebbe però capire la logica con cui la fotocamera calcola gli ISO quando questi sono impostati su Auto.
Nel caso di esposizione in manuale mi viene da pensare che, una volta impostato tempo e diaframma, la fotocamera imposti gli ISO in modo da ottenere un valore corretto in base alla lettura esposimetrica. Quindi in un certo senso si ottiene anche in manuale sempre un'esposizione corretta (entro il range di ISO Auto impostato)?
In modalità a priorità di diaframma con quale logica viene determinato il valore dell'ISO? Forse in modo tale da consentire un tempo sufficientemente breve per evitare il mosso? Magari tenendo presente che la fotocamera può leggere anche la lunghezza focale impostata? In questo caso la regola sarebbe "l'ISO più basso possibile ma che consenta comunque un tempo non superiore ad un certo valore...".
E in modalità priorità di tempo? In questo caso la fotocamera può agire sia sul diaframma che su gli ISO. Con quale logica? Quale priorità tra maggiore apertura o maggiori ISO?
Dipende dalla fotocamera: se hai una reflex con la modalità Tav basta impostare manualmente il tempo e il diaframma che poi ci pensa il programma della fotocamera a scegliere la sensibilità adatta all'accoppiata tempo/diaframma che hai selezionato.
Questo l'ho capito e penso che praticamente tutte le fotocamere operano così. Ma in priorità tempo o diaframma qual è la logica con cui opera il software nel determinare gli ISO?
Le fotocamere più evolute hanno la possibilità di selezionare con che priorità vengono scelti i tempi in caso di auto ISO
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