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e dopo la morte?


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avatarsenior
inviato il 01 Dicembre 2017 ore 13:59


Non c'e' nulla dopo. La vita dopo la morte e' stata inventata perche' la morte ci fa paura.
E le religioni lo sanno.


Esattamente, sta tutto lì.
Qualsiasi culto è fondato sulla paura di ciò che non conosciamo.

E quoto ooo, la morte paradossalmente è forse il trucco più efficace che la vita possiede per poter continuare in un ambiente che non ha risorse infinite.

avatarsenior
inviato il 01 Dicembre 2017 ore 14:08

QuotoOoo che la morte è un sistema che permette l'evoluzione di esistere e l'evoluzione è un elemento fondamentale per la soppravivenza in quanto il nostro pianeta muta continuamente.
Nota: Ci sono esseri viventi che sono potenzialmente eterni. Di recente un gruppo di scenziati ha ucciso per errore un mollusco che si stima avesse 10'000 anni. Sono comunque delle eccezzioni

Prima non si stava affatto nella perfezione assoluta.
la perfezione assoluta non esiste e mai esisterà, questa condizione è una risorsa.
la perfezione assoluta è il nulla.

La perfezione è di per sè imperfetta o meglio non è la soluzione ottimale. Su questo Darwin ci aveva ragionato tanto

avatarsenior
inviato il 01 Dicembre 2017 ore 14:13

siamo semplicemente come il resto delle cose dell'universo in evoluzione.
La sofferenza fa parte del processo evolutivo, ed è anch'essa una caratteristica evolutiva vincente.
Chi non sente dolore muore bruciato o dissanguato. La sofferenza permette di salvarsi e progredire. Quindi la sofferenza è una compagna utile, necessaria, chi non la ha perisce, come sono periti gli immortali. chi la ha progredisce, con passaggi di sofferenza e morte.


In linea di massima condivido, ma per esperienza e convinzione personale nel processo evolutivo oltre che il DNA genetico ci metto anche il DNA spirituale e la coscienza del "se" (niente ego) parte anch'essa dell'universo in evoluzione.

avatarsenior
inviato il 01 Dicembre 2017 ore 14:28

Che la morte sia funzionale all'evoluzione non ci piove, così come per il fatto che una dimensione "materiale" come quella del nostro pianeta non possa prevedere una condizione di perfezione; queste considerazioni però sono altrettanto valide anche in un contesto "individuale", dove l'individuo non sia parte di un "unicum", ma un'entità ben definita (e non a caso geneticamente irripetibile) e con un valore intrinseco e non legato necessariamente alla propria linea evolutiva. In entrambe le ipotesi, comunque, sarebbe irrilevante che la vita dell'individuo sfoci in una sequenza (chiamiamola reincarnazione) o finisca nel nulla, quindi la domanda se dopo la morte ci sia o meno qualcosa rimarrebbe ugualmente senza una risposta chiara. Tra l'altro, il numero delle linee evolutive (cioè delle sequenze) che si sono estinte senza discendenti è superiore a quello delle linee che continuano tutt'ora, quindi una qualche forma di interruzione definitiva deve esistere: seguirà qualcosa in un'altra dimensione o finirà tutto con la fine di questa?

avatarsenior
inviato il 01 Dicembre 2017 ore 19:46

Tra l'altro, il numero delle linee evolutive (cioè delle sequenze) che si sono estinte senza discendenti è superiore a quello delle linee che continuano tutt'ora, quindi una qualche forma di interruzione definitiva deve esistere: seguirà qualcosa in un'altra dimensione o finirà tutto con la fine di questa?


il 3D si è bloccato proprio su questa domanda alla quale non è facile rispondere con la scienza e la razionalità, viceversa le religioni monoteiste, ancor meglio il buddismo e altre forme più o meno teosofiche su questi argomenti se la cavano meglio e abbondano di risposte.

avatarsenior
inviato il 01 Dicembre 2017 ore 20:00

A me piace immaginare che qualunque particella di questa realtà contenga in sè un intero universo. Altrettanto noi siamo in un universo-particella di "qualcosa".
Un atomo della mia barba che contiene mondi.
Allo stesso tempo creature e dei.
Non so se questa visione sia già prevista in qualche religione o filosofia particolare, ma mi piace.

avatarjunior
inviato il 01 Dicembre 2017 ore 21:05

Io sono Cristiano, cattolico e praticante. Ho avuto modo di fare molte esperienze profonde, purtroppo non credibili e quindi è inutile raccontarle. Comunque in sintesi ho ragionato su questo:
1) Quando viviamo abbiamo lo sguardo rivolto ai nostri genitori, fratelli, al nostro vicino, alla nostra compagna, ai figli (per chi li ha), ai colleghi, agli amici....dopo la morte lo sguardo è solo rivolto verso Dio, verso la Luce che non ci farà più sentire il bisogno di amare, odiare....sentire la mancanza di un altro essere umano...."vivremo" solo per Dio, come anima...
2)....."dopo 7 mariti, la vedova della parabola di Gesù ricordate? Di chi sarà sposa"? Gesù risponde in modo terrificante: "Alla risurrezione non si prende né marito né moglie, ma si è come gli angeli del cielo"....dopo la morte non ci saranno spose, non ci saranno genitori o figli, fratelli o sorelle. Ognuno di noi perderà questo ruolo....perché saremo tutti Figli di Dio, tutti uguali
3) Appena morti....ci vengono incontro le persone care che avevamo in vita e ci accompagnano un po' per la nostra strada di Salvezza....poi ognuno "cammina" da solo......ma non sentiremo la solitudine, questa è una cosa umana.
4) Bisogna pregare per le persone che sono già andate. Hanno bisogno di SS.Messe e di tante preghiere per salvarli.
5) Credo nella resurrezione del corpo, ma credo anche che ognuno avrà un corpo non più con funzioni umane, cioè credo che non si mangerà e non si farà sesso, non avremmo bisogno di cercare l'amore, perché chi meriterà di risorgere, sarà già pieno di amore tanto da non aver bisogno di nessuno.
6) Il risorgere dai morti, è molto ambiguo. Lazzaro e gli altri che sono resuscitati, sono tornati nel loro stesso corpo perché erano morti da poco, ma invece il nostro corpo che dissolverà nella terra....non avrà più le sembianze che ci appartengono ora....ma avremmo un altro corpo.
7) Bisognerebbe già amarsi ora, preparare la strada, di là ci aspetta una vita parallela, ma diversa. Le anime sono vicine a noi, ma non hanno i nostri bisogni.....SE STATE ATTENTI ALLA VITA...LE ANIME SI POSSONO PERCEPIRE, SOPRATTUTTO ATTRAVERSO IL SOGNO.........
8) La Vita continua, in modo diverso.
9) Il male che facciamo oggi lo pagheremo
10) L'Amore che diamo oggi lo ritroveremo
11) Ho perso i miei genitori e vorrei riabbracciarli....ma so che è un sentimento che ho qui, perché sono umano....dopo questo non lo sentirò più....appena morto mi prenderanno per mano e mi condurranno sulla mia Strada....ma quando saremo risorti.....non saranno più i miei genitori....non ci saranno più i legami che abbiamo su questa terra.....NON LO SO PERCHE'....ma è IL TRISTE INSEGNAMENTO DEL VANGELO.....MA DICE ANCHE DI NON ESSERE TRISTI....L'AMORE DI DIO SARA' COSI' IMMENSO CHE NON AVREMMO BISOGNO DI NULLA....
12) Viviamo al meglio gli anni che ci sono concessi su questa terra, cercando di non fare del male a nessun altro essere vivente...

avatarsenior
inviato il 01 Dicembre 2017 ore 22:45

I miei complimenti a tutti coloro che hanno avuto il coraggio di scrivere il proprio pensiero su questo argomento.

user46521
avatar
inviato il 01 Dicembre 2017 ore 23:52

Minchia raga che freddezza che avete nel credere che dopo la morte... the end...
Io non sono credente nella religione per come ce la raccontano ma mi viene difficile per non dire impossibile pensare che non esista niente a vedere cosa c'è la fuoriCool
Sarà una bella sorpresaMrGreen

avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2017 ore 0:09

Cesaregiancarlo: colpito da ciò che hai raccontato, mi permetto di esporre il mio pensiero serio e di riferire un'esperienza raccontatami da un caro amico, qualche anno fa.

Io non credo in una vita dopo la morte, in quanto considero la vita un fenomeno fisico pari a quello della morte. La loro distinzione è puramente percettiva regolata, comunque, da fenomeni fisici, che si esplicano nella nostra materia grigia.
La mia vita dopo la morte continua in altra forma fisica e nient'altro.

Questa è la mia visione materialista, tuttavia agnostica, non atea del creato.

Molti anni fa, un caro amico mi raccontò un'esperienza che ebbe in auto, una sera di settembre: passando un incrocio con semaforo verde, fu investito in pieno da un autoarticolato.
La sua auto fu distrutta e lui rimase in stato di coma per 7 giorni (sette). Poi riprese conoscenza e riprese a vivere. Ora sta bene, o quasi, ma non entro nei dettagli.
Mi raccontò che, nell'auto, prima che arrivassero i soccorsi, lui vide un bagliore di luce fortissima, tuttavia non accecante bensì avvolgente e straordinariamente rassicurante. Egli mi raccontò che le sensazioni che provò in quegli istanti furono le più belle che avesse vissuto, qualcosa di impossibile da descrivere in modo preciso.
Gli chiesi di usare degli aggettivi per spiegare le sensazioni provate e lui mi disse: serenità, sicurezza, fiducia, pace.
Da allora, ogni volta che parla della morte, vedo sul suo viso un leggero sorriso, come fosse per lui, un appuntamento con un mondo denso di emozioni benefiche provate solo per qualche istante che, la maggior parte di "noi", nemmeno può immaginare.

Non parlo di una persona sbandata o altro, ma di un ragazzo dolce, brillante e razionale.

Io, naturalmente ho seri dubbi, non sulla fedeltà del racconto, ma sulla "natura" delle sensazioni che egli ha provato, ma tali dubbi sono nella mia testa e non nella sua...

avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2017 ore 0:11

roberto, un bellissimo intervento.
grazie di cuore : )

avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2017 ore 1:30

rispondo nuovamente a Daniele Ferrari, per me fonte di stimoli in questa discussione.
l'individuo non sia parte di un "unicum", ma un'entità ben definita (e non a caso geneticamente irripetibile) e con un valore intrinseco e non legato necessariamente alla propria linea evolutiva. In entrambe le ipotesi, comunque, sarebbe irrilevante che la vita dell'individuo sfoci in una sequenza (chiamiamola reincarnazione) o finisca nel nulla, quindi la domanda se dopo la morte ci sia o meno qualcosa rimarrebbe ugualmente senza una risposta chiara. Tra l'altro, il numero delle linee evolutive (cioè delle sequenze) che si sono estinte senza discendenti è superiore a quello delle linee che continuano tutt'ora, quindi una qualche forma di interruzione definitiva deve esistere: seguirà qualcosa in un'altra dimensione o finirà tutto con la fine di questa?


è irrilevante che l'individuo sia qualcosa di geneticamente (e non solo geneticamente) irripetibile. Egli è insignificante se decontestualizzato. ne risulta assurdo, e se tale fosse sarebbe motivo di grande ricerca per dei senzienti extraterrestri.
Un uomo su Nettuno, non è un uomo decontestualizzato oppure è un uomo morto.
Provvisto di tuta e astronave si porterebbe appresso la sua umanità fatta di tecnologia, anche fosse semplicemente solo. Ma la stazione a Terra sarebbe fatta d'altri uomini.
La sua unicità genica è irrilevante a tali fini poichè non si tratta di un essere unico e autonomo, MAI. L'uomo non è quindi individuo neanche se ci si sente (sono IO).
quell'io ha un passato di 3.600.000.000 di anni che lo ha portato all'oggi ed è imparentato di fatto con tutti gli altri esseri, sia vivi, sia morti. In pratica non è decontestualizzabile, se non come dicevo, messo nudo in un provettone e motivo di studio per una razza aliena, per il quale risulterebbe un enigma se privi della conoscenza dei suoi "contorni".

La risposta chiara sulle cose che sono al di fuori della nostra esperienza diretta non c'è mai. per es. non possiamo dire come sarebbe vivere su un pianeta della fascia abitabile di Trappist 1, oppure non possiamo capire come percepisca gli odori un cane.

Le linee evolutive che chiudono sono la maggioranza, come fai notare. è un fenomeno normalissimo dal punto di vista evolutivo.
Dal punto di vista della reincarnazione invece una linea evolutiva (darwinianamente parlando) non pregiudica il succedersi evolutivo.
Infatti i due passaggi non sono vincolati, cosa nota nel buddhismo che infatti riconosce la possibilità che uno stadio successivo a quello umano possa essere animale, o viceversa.
La progressione quindi, non prevede un percorso necessariamente lineare, e questro ricalca la storia della vita sulla Terra, in cui ci sono stati periodi floridi e periodi alquanto bui e con sterminii di massa.
Tuttavia, anche se può sembrare una retrocessione (l'incarnarsi in un animale o lo sterminio della vita causa asteroide 65milioni di anni fa o altro), si tratta solo della progressione evolutiva, che non conosce un andamento lineare. (sia della vita così come più sovente è intesa, sia della vita che volendo semplificare possiamo dire "spirituale").

avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2017 ore 3:21

ho letto un pò tutto il thread.
e mi sono commosso.
e questo per me è il valore più grande. :-P

riguardo al tema getto una parola tra le tante: ilozoismo.

avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2017 ore 4:37

Talete ed i presocratici...
Credo che ci sia un fondo di verità nell'ilozoismo.

"la materia è vita"

Non si tratta certo di vita biologica. Quella è un'altra cosa e ha una definizione differente.
Noi siamo vivi, e ci supportiamo nella materia, anch'essa viva a modo suo.

Forse l'unica cosa non viva nell'universo è un luogo a -273,16°C
ma non c'è. MrGreen

avatarsenior
inviato il 02 Dicembre 2017 ore 8:31

Ooo, quello che scrivi è senz'altro valido per l'aspetto materiale (un individuo che si trovasse solo al mondo, soprattutto se appartenente a specie sessuate, non avrebbe alcuna prospettiva), mentre l'ipotesi che sia la vita nel suo insieme, e non l'individuo, ad avere un valore assoluto ha una sua logica anche per chi non si ferma all'aspetto puramente materiale. Tuttavia mi pare che tutte le teorie che prevedono la reincarnazione, così come quelle che parlano di un dualismo del tipo Paradiso-Inferno, parlino in realtà proprio dell'individuo anche in una prospettiva di ciò che potrebbe esserci oltre "questa" esperienza terrena: se io mi reincarnerò, sia pure in un animale o, perché no, in un vegetale (non dimentichiamo che anche questa è vita, e non priva di sensazioni e risposte a tali sensazioni) sarà pur sempre la mia "porzione individuale della Vita" che si reincarnerà, così come, per un cristiano, sarà l'anima individuale che ascenderà in Paradiso o precipiterà all'inferno. In ogni caso (tranne ovviamente l'ateismo puro) pare che all'individualità sia comunque riservata una notevole importanza anche oltre la singola esperienza corporea.

P.S. individualità intesa non come puro e semplice ego, ma come qualcosa di cosciente; chiamiamola anima, spirito, comunque in un'accezione simile a quella che già Cirillo Donelli ha evidenziato

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