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L'invidia che proviamo per i fotografi più illustri non dovrebbe impedirci di provare meraviglia per come, a volte, ciascuno di noi ha idee e fotografie nuove.
Forse ci aggrappiamo alle nostre superstizioni sulla creatività per far apparire più perdonabili le nostre deficienze.
Infatti quando ci diciamo che le capacità dei maestri sono semplicemente inesplicabili, in fondo non facciamo che consolarci con l'idea che questi super-fotografi vengono al mondo dotati di tutte le qualità che noi non possediamo. Pertanto i nostri insuccessi non sono da ascrivere a nostra colpa, nè le virtù di questi ultimi a loro merito.
Io penso che il talento e la genialità esistano: io non li posseggo, altri sì, indubitabilmente, ergo...
Comunque il talento senza studio e disciplina non arriva da nessuna parte. Lo studio e la disciplina, da soli, possono esprimere un discreto artigianato, ma niente di più.
In tutti gli ambiti dell'espressione e della comunicazione artistica esistono persone che hanno avuto l'acutezza di aprire nuovi percorsi ( in realtà penso che i percorsi si scoprano, più che essere inventati...), ma, che io sappia ( mi ripeto ) nessun artista si esime dalla fatica dello studio, dall'ansia della ricerca, dalla preoccupazione (sana ) di mantenere un proprio standard.
Insuccessi? Dipende da ciò cui uno aspira e, in definitiva, da ciò che si vuole nella vita: avere la consapevolezza della propria statura e dei propri limiti mi sembra saggio, se non altro, per non incorrere in inutili sensi di colpa o di frustrazione. Se conosciamo i nostri limiti, è impossibile rimanere delusi dai risultati. Evidentemente, talvolta, ci illudiamo di essere chi non siamo...
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