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Come si fa a definire una foto emozionante?


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avatarjunior
inviato il 24 Ottobre 2017 ore 20:35

Da cosa nasce l'emozione nell'osservare una foto?
Quali sono i meccanismi che stimolano tale emozione?
É tutto soggettivo o esiste in qualche modo un input che permetta di "creare" concettualmente una foto che susciti emozione?

avatarsupporter
inviato il 25 Ottobre 2017 ore 8:33

Domanda difficilissima, sopratutto perché l'emozione non è un concetto univoco ma, come già suggerisci tu, è sentimento del tutto soggettivo; a mio modesto avviso, c'è tutto un retroterra assolutamente personale dietro all' "emozione" ed è per questo che, come credo sia anche giusto, ciascuno reagisce in un certo modo ad un'immagine (e anche a tutti i fatti della vita , quanto a questo) ed è quindi impossibile, penso, stabilire dei canoni che garantiscano una risposta emozionale universalmente valida... e, sempre a mio modesto avviso, credo sia meglio così!

user35763
avatar
inviato il 25 Ottobre 2017 ore 9:12

Esistono innumerevoli studi,insieme a corsi universitari di psicologia dell'arte e della percezione,che si occupano dell'argomento;

ovvero - e in breve- come particolari abbinamenti di forme,composizione e colori suscitino risposte e tensioni emotive e psicologiche.

Un classico è: Arte e percezione visiva
di Rudolf Arnheim.

Insieme a molti studi di Ernst Gombrich: Art and Illusion. A Study in the Psychology of Pictorial Representation (1957)

Art, Perception, and Reality (1970)

The Sense of Order. A Study of the Psychology of Decorative Art (1979)


The Image and the Eye. Further Studies in the Psychology of Pictorial Representation (1982)

Tutti tradotti in italiano da Einaudi.

www.siestetica.it/download/SIE_testi_Arnheim.pdf

Nel link un pdf del seminario del Centro Internazionale Studi di Estetica in collaborazione con l'Università degli Studi di
Palermo e la Società Italiana d'Estetica del 2004,per approcciarsi al tema : Arnheim,
arte e percezione visiva.

avatarsenior
inviato il 25 Ottobre 2017 ore 9:24

Qualche input non soggettivo (o non completamente tale) c'è sicuramente, ma credo rimanga comunque di tipo culturale, quindi difficilmente avrà un'aura di universalità, basta vedere le differenze tra la paesaggistica dei fotografi occidentali e quella degli orientali.
Dipende molto anche dall'abitudine visiva a canoni artistici consolidati da secoli; anche quando le basi "filosofiche" di questi canoni sono sorpassate e nemmeno più conosciute, la pura e semplice conoscenza visiva delle opere del passato crea dei "precedenti" emozionali di lunga durata. Penso ad esempio ai chiaroscuri di un Caravaggio che permangono nelle opere di parecchi fotografi.
Motivazioni analoghe riguardano la "presa emozionale" delle mode; magari si tratta di un fenomeno temporaneo, ma sempre molto forte nella sua epoca

avatarsenior
inviato il 25 Ottobre 2017 ore 10:13

Ti hanno già risposto bene...
Ci sono dei criteri "oggettivi" (culturali) e altri più soggettivi che creano forte empatia.
(Tra l'altro casualmente ho appena iniziato il libro da cui hanno tratto Blade Runner dove il livello di empatia ed emozione è proprio la discriminante per riconoscere i droidi dagli umani misurandone le reazioni)

Barthes chiamava "punctum" l'elemento non ponderato del fotografo che colpiva (emozionava) in maniera "irrazionale" il fruitore.

Il fattore emozione crea anche un problema nella valutazione della foto. Credo che in generale vada riconosciuto il merito quando l'abilità del fotografo concorra volutamente e in modo "autoriale" al coinvolgimento dello scatto. E cercando di capire quando si tratta invece di fattori personali ("assomiglia alla mi ex...") o a "cliché" (gattini, tramonti, belle gnocche ecc.).

avatarjunior
inviato il 25 Ottobre 2017 ore 10:42

Vediamo se ho capito: Io non sottovaluterei anche le informazioni che il fotografo dà su quello scatto. Un esempio banale: la foto di un leone che salta in direzione del fotografo. Se la foto è stata fatta con un tele da 500mm crea meno "emozione" se invece la foto è stata fatta col 24 mm .

avatarsenior
inviato il 25 Ottobre 2017 ore 10:49

Da cosa nasce l'emozione nell'osservare una foto?

Dalla comprensione del suo contenuto.

avatarsenior
inviato il 25 Ottobre 2017 ore 10:55

Dalla comprensione del suo contenuto.

bella risposta, credo che questo sia una componente fondamentale

user90373
avatar
inviato il 25 Ottobre 2017 ore 11:01

@ Opisso

Il fattore emozione crea anche un problema nella valutazione della foto. Credo che in generale vada riconosciuto il merito quando l'abilità del fotografo concorra volutamente e in modo "autoriale" al coinvolgimento nello scatto. E cercando di capire quando si tratta invece di fattori personali ("assomiglia alla mi ex...") o a "cliché" (gattini, tramonti, belle gnocche ecc.).


Ad una prima lettura tutto fila, alla seconda, non sono ancora in grado di spiegarmelo, un pò meno. Forse sarà quel "autoriale" che mi confonde e non mi fa capire perchè la bella gnocca valutata "autoriale" pur essendo volutamente "emozionale" a volte finisca per farlo Eeeek!!! (emozionare) in maniera minore del clichè? ;-)

avatarsenior
inviato il 25 Ottobre 2017 ore 11:25

non mi fa capire perchè la bella gnocca valutata "autoriale" pur essendo volutamente "emozionale" a volte finisca per farlo Eeeek!!! (emozionare) in maniera minore del clichè?

Perché tu hai una cultura che il "lui" in basso dietro la cerniera non vuole proprio riconoscerti MrGreen

user90373
avatar
inviato il 25 Ottobre 2017 ore 11:28

@ Daniele Ferrari

Perché tu hai una cultura che il "lui" in basso dietro la cerniera non vuole proprio riconoscerti


Questa è la dimostrazione "dimostrata" che l'emozione è un fatto altamente soggettivo. MrGreen

avatarsenior
inviato il 25 Ottobre 2017 ore 11:36

@Ettore:

In realtà bisogna vedere cosa si intende per "autoriale". Perché fotografare una bella figliola alla stregua di uno still life di una pentola personalmente faccio fatica a considerarlo autoriale...
Indubbio che ho comunque malamente generalizzato e che se l'obiettivo è "farlo emozionare" ci saranno dei professionisti che sanno come ottenere il risultato adoperando al meglio "psicologia", canoni estetici che provengono dalla cultura e dalla selezione della specie e altri trucchi consolidati nel settore. E non dimentichiamoci la diversificazione dell'offerta MrGreen Come qualsiasi branca della fotografia commerciale la cosa che conta di più è soddisfare il cliente.

Poi si potrà discutere se incidentalmente questi scatti "emozionali" rientrano nei canoni della buona fotografia...
Considerando che in una buona foto la parte "emozionale" può anche essere del tutto assente.

avatarsenior
inviato il 25 Ottobre 2017 ore 12:01

Comunque, scherzi a parte, non è detto che quello "emozionale" sia sempre un fattore di miglioramento qualitativo di una foto: una buona immagine è sempre un insieme di parecchi fattori esaltati o smorzati ad arte per armonizzarli nell'insieme.
In linea di massima le moderne cartoline panoramiche emozionano parecchio di più (perché devono vendere) rispetto a foto che riescono ad utilizzare i medesimi luoghi per trasmettere messaggi più articolati.
Credo che uno dei modi per stimolare l'emozionabilità dell'osservatore sia una certa dose di "eccesso" nell'utilizzo di alcuni fattori di richiamo per quella tipologia di immagini; ecco allora che si spiegano i colori pompati ad arte dei tramonti e altre simili amenità. Questo però risponde ad una logica di tipo "commerciale" che non è detto funzioni in altri contesti

avatarsenior
inviato il 25 Ottobre 2017 ore 17:07

condivido pienamente il pensiero di Wolfschanz.

Se ho avuto una zia con i baffi e senza un occhio, cui ho voluto particolarmente bene, potrei emozionarmi per una foto in cui molti altri vedono qualcosa di diverso, vedendo appunto una donna senza un occhio e baffuta.
L'esperienza personale quindi segna l'individualità dell'osservatore, e ciascuno trae emozioni differenti da ciò che osserva.

Se si vuole colpire un bersaglio vasto, occorre quindi fare leva non su quanto di emozionale è più soggettivo, ma quanto è più universale.

Alla base dell'universalità del linguaggio emozionale entrano tutte quelle situazioni che più d'ogni altra hanno un riscontro comune tra tutti gli umani.

L'evocazione di sentimenti comuni quindi è come una fucilata a pallini che colpisce tanti osservatori, diversamente da un'altra mirata che è come un proiettile singolo.

Tali sentimenti comuni di solito riguardano la sfera affettiva che ci coinvolge nelle prime fasi della vita, che di solito sono più analoghe tra i vari esseri umani.

La maternità, la madre che dà il cibo, gesto comune anche per chi una madre non la ha mai avuta, colpisce per esempio un sentimento comune.
Altri ne esistono. La malattia e la morte, l'ideale di paesaggio meraviglioso, il dolore, la solidarietà, sono alcuni esempi di eventi che se ben descritti in un'immagine hanno facile arrivo alla quasi totalità delle persone.
Ma un'altra caratteristica probabilmente è la percezione della veridicità dell'immagine, poichè il grande abuso della volontà nel colpire i sentimenti, spesso ha originato immagini che vengono percepite come farlocche, e quindi la leva sui sentimenti fa a farsi benedire e può avere un effetto boomerang.

avatarjunior
inviato il 26 Ottobre 2017 ore 1:34

Bellissime risposte con altrettanti interessanti spunti.
Ora provo io a dare le risposte ai quesiti che mi sono posto.

1] Da cosa nasce l'emozione nell'osservare una foto?
Dal vedere le cose che abbiamo sotto gli occhi in un modo che NON AVEVAMO MAI VISTO PRIMA.

2] Quali sono i meccanismi che stimolano tale emozione?
Il fatto che la nostra vista non riesca né ad incorniciare/isolare un particolare/un dettaglio, né a "visualizzare" cosa accada in 1/1000esimo di secondo. Tutte cose che UNA FOTOGRAFIA riesce a fare (oltre a rendere statica una cosa dinamica), sorprendendoci.

3] É tutto soggettivo o esiste in qualche modo un input che permetta di "creare" concettualmente una foto che susciti emozione?
L'effetto WOW, quando é il frutto di post-produzione tamarra/scellerata o di foto studiate a tavolino, dura pochi secondi. Nel giro di 1 minuto la foto, finito l'iniziale stupore, finisce nel dimenticatoio (se non nel cestino).
L'input che SECONDO ME crea emozione é legato ad un attimo impercettibile ripreso in un istante casuale con una luce particolare e un punto di vista inusuale, che PER PURA FORTUITÁ ci fa vedere cose REALI MA NON VISIBILI a occhio nudo.
E solo quando vedremo LA FOTO, rimarremo sorpresi dal suo contenuto inatteso.

P.S. Questo per dire: se il fotografo PER PRIMO si emoziona nel vedere un proprio scatto, con buona probabilitá quella foto sará foriera di EMOZIONI anche per altri.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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