RCE Foto

(i) Per navigare su JuzaPhoto, è consigliato disabilitare gli adblocker (perchè?)






Login LogoutIscriviti a JuzaPhoto!
JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).

Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.

OK, confermo


Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:

Accetta CookiePersonalizzaRifiuta Cookie

Viaggio in Israele e Palestina


  1. Altro
  2. »
  3. Articoli
  4. » Viaggio in Israele e Palestina


Viaggio in Israele e Palestina, testo e foto by Piergiovanni Pierantozzi. Pubblicato il 11 Ottobre 2017; 12 risposte, 2829 visite.


Racconto il viaggio di otto giorni fatto in Israele, con un percorso che in certi tratti attraversava anche luoghi che si trovano nello Stato della Palestina.
Alla partenza, considerando che in quei territori convivono popolazioni che frequentemente sono in conflitto tra loro, e coincideva con un momento di crisi per gli attentati accaduti sulla spianata delle moschee, eravamo titubanti e un pò preoccupati. Tornato a casa ovviamente sono contento che tutto sia andato bene, e facendo un bilancio ritengo che il viaggio sia stato molto positivo e che le preoccupazioni iniziali siano da ridimensionare.
Già fin dall'inizio, quando siamo arrivati sul posto a Tel Aviv, le nostre preoccupazioni si sono piano piano svaporate, confortati dal comportamento tranquillo del personale dell'aeroporto addetto al controllo, e in seguito dalla gente che s'incontrava nei percorsi, viaggiatori come noi, con un miscuglio d'arabi ed israeliani che non davano alcun segno d'insofferenza reciproca. Questa sensazione sì è confermata anche dopo sempre di più, come vedremo.
La guida israeliana, incontrata sul posto, era un signore vivace di mezza età, in pensione da ufficiale militare, in possesso di conoscenze e cultura ad ampio raggio. Ci ha subito prevenuto dicendoci che sicuramente a casa qualcuno probabilmente ci aveva sconsigliato di far questo viaggio e ridendo ha aggiunto che avremmo veduto con i nostri occhi che le cose non stavano propio così e che non c'era da preoccuparsi.
Arrivati quindi un pomeriggio di settembre all'aeroporto di Tel Aviv, abbiamo visitato la città capitale, che si affaccia sul mare Mediterraneo.




Il giorno dopo abbiamo continuato a visitare la città, partendo alla mattina da Jaffa la zona portuale, che è abitata sopratutto da mussulmani. In Israele ci sono quasi otto milioni e mezzo d'abitanti, di cui circa il venti percento è d'origine araba. E' naturale quindi incontrare per strada molti mussulmani, che in ceri luoghi sono presenti prevalentemente, come a Jaffa, nota anche per i pompelmi, che là abbiamo visti appesi sugli alberi di alcuni giardini.
Personalmente non ho trovato il luogo particolarmente interessante, se non per i mercati allestiti nelle case basse che si affacciano sulle strade dei quartieri vicino al mare, dove ci sono molti barettini che vendono spremute d'agrumi, in particolare quelle di melograno, molto succose e buone in questa stagione di fine estate.
A piedi abbiamo percorso alcuni chilometri della strada che sul lungomare ci portava al nostro albergo di Tel Aviv, dove abbiamo incontrato interessanti costruzioni "moderniste" dell'inizio secolo scorso, tenute in ottimo stato di conservazione.
In tutta la giornata trascorsa nella capitale, anche nei quartieri del centro nelle zone dei grattacieli, dei grandi supermercati, dei vecchi quartieri e dei giardini pubblici, non abbiamo incontrato la polizia o subito controlli, se non all'entrate di alcuni grandi magazzini.

Lo stato d'Israele ha una dimensione paragonabile a quella della Toscana o dell'Emilia-Romagna, quindi per gli spostamenti da un luogo all'altro si percorrono distanze relativamente brevi.
Nel giorno successivo muovendoci in pullman, percorriamo una sessantina di chilometri su un'ottima strada asfaltata, per andare agli scavi archeologici di Cesarea marittima.
La città fondata da Erode, che divenne la capitale della provincia romana del regno di Giudea., allo stato attuale ha in un buono stato di conservazione il teatro romano, l'ippodromo ed altre costruzioni portuali dell'epoca. E' buffo vedere lontano sullo sfondo del panorama, e spesso confondersi con il profilo delle colonne romane, la ciminiera fumante d'un impianto termoelettrico costruito a poca distanza.

Proseguiamo verso nord per il Monte Carmelo e sostiamo per goderci la visuale del panorama su Haifa, con la città portuale che abbraccia il mar Mediterraneo fin in lontananza.




Ci dirigiamo otre, sempre sulla costa, fino a San Giovanni d'Acri (Akko), famosa per esser stata la capitale del regno crociato in Terrasanta.
E' molto bello il castello degli Ospitalieri dell'epoca dei crociati, ben conservato e arredato con i ritrovamenti archeologici, allestito con installazioni luminose e le proiezioni d'immagini storiche nei percorsi didattici.
Risalendo verso la città alta abbiamo trovato le strade affollate da gente in festa, sopratutto arabi, con le bancarelle e i giochi di strada peri i bambini. Si sono visti anche ragazzi e ragazze seduti ai bar mentre fumavano il narghilè con le vistose attrezzature da fumo.

Riprendiamo la strada verso l'interno del paese per dirigerci nella Galilea con destinazione Tiberiade, città che si affaccia sull'omonimo lago d'acqua dolce, formato dal fiume Giordano.
Tirando le somme sulla strada percorsa nelle varie tappe della giornata, abbiamo costeggiato per oltre la metà della lunghezza totale della sponda mediterranea del paese e ci siamo addentrati nell'entroterra fin ad arrivare quasi al confine con la Giordania, percorrendo in tutto meno di duecento chilometri.
Dopo il lago ci sono le colline del Golan, ora occupate e presidiate militarmente da Israele, che nei giorni del nostro viaggio brulicavano di militari per le grandi esercitazioni.
La serata la passiamo nell'albergo in riva al lago, mangiando ancora una volta molte varietà di cibo che credo siano sopratutto di cucina araba, e che per i miei gusti ho trovato buona e digeribile.
La mattina navighiamo sul lago con una grande barca che ci consente di vedere la vastità del lago ma una maggiore percezione è scaturita sulla riva sassosa vicino alla chiesetta (Tabga, chiesa del Primato di Pietro) costruita nel secolo scorso dai Francescani, nel luogo dove si dice che Gesù abbia allestito la mensa dopo la pesca miracolosa.
L'aria densa e luminosa del lago, che si ritrova ad una quota di oltre duecento metri sotto il livello del mare, dà una particolare sensazione di contatto con le acque ed il paesaggio intorno.




Nei paraggi di Tabga (in arabo Et-Tabega o Tabgha che deriva da un nome biblico "Magadan": le acque della buona fortuna) abbiamo visitato altre due chiese che sono interessanti anche per chi non desidera percorrere i cosiddetti luoghi santi. La chiesa della Moltiplicazione dei pani, di recente costruzione conserva al suo interno un antico pavimento in mosaico bizantino e la chiesa sul Monte delle Tentazioni, dove Gesù avrebbe pronunciato il discorso della Montagna, offre un grandioso panorama sul lago, da non perdere. Quest'ultima chiesa è stata costruita dall'architetto italiano Antonio Barluzzi nella prima metà del secolo scorso con le pietre scure del luogo, e se pur condizionata dallo stile Decò dell'epoca con contaminazioni arabeggianti, ha all'interno una piacevole leggerezza e luminosità colorata.

Il nostro viaggio prosegue per Cafarnao. Qui Gesù vi abitò dopo aver lasciato Nazareth ed iniziò la sua predicazione. Troviamo anche qui una chiesa, eretta sulle rovine ritenute della casa dell'apostolo Pietro, e i resti di un'antica sinagoga del quinto secolo, in stile greco, con elementi decorativi nei capitelli che richiamano i simboli della religione ebraica. Anche se per la scelta del nostro gruppo non si era optato per il percorso religioso, è normale che in questo viaggio in Israele si visitino anche luoghi della tradizione cristiana, perché sono comunque interessanti ed appartengono alla nostra cultura, per quanto voglia esser laica.

Dirigendoci ancora a sud verso Gerusalemme, passiamo da Natareth, città di settantamila abitanti di maggioranza araba. Negli anni sessanta è stata costruita una grande basilica nel luogo dell'annunciazione, costruita da un altro architetto italiano in stile moderno.
Proseguendo il viaggio raggiungiamo il sito archeologico di Beit She'an, una città di origine greco-romana. Ai tempi della dominazione romana era una florida città con numerose costruzioni, di cui è ben conservato il teatro. Abbiamo faticato a goderci la prelustrazione del luogo, sotto il sole cocente di mezzogiorno che anche nella tarda estete di quest'anno ci regalava temperature verso i quaranta gradi. Ma ne valeva la pena, il posto è molto bello.




Il viaggio continua verso sud nella valle del Giordano in direzione di Gerusalemme e facciamo sosta pressoo un kibbutz, a Sde Eliyahu, dove hanno fondato una fattoria agricola biologica. Il signor Mario Levi, di origine italiana, ormai ultranovantenne era dovuto scappare dall'Italia in seguito alle leggi razziali del regime fascista. E' stato uno dei fondatori del kibbutz e ci racconta, tenendoci un vero e proprio seminario, le tecniche portate avanti per riuscire a realizzare i loro prodotti senza l'uso dei pesticidi e delle altre sostanze chimiche, impiegando per esempio i rapaci per eliminare i roditori ed altri insetti infestanti. Mi ha colpito un particolare riguardo al trattamento del terreno: prima dell'inseminazione preservano la propietà vitali del suolo, necessarie a far proliferare bene le piante anche in zone povere del terreno come la loro, salvaguardando la flora batterica di cui è ricco naturalmente, arandolo a basse profondità.

Arrivati a Gerico, saliamo con una funivia su un monticello da cui si gode un'ottima visione panoramica sulla città. In questo posto c'è un antico monastero costruito scavando la facciata della collina. Si dice che da queste parti Gesù si ritirò per digiunare e fu tentato dal diavolo. Noi invece abbiamo mangiato in un buon ristorane arabo collocato su quelle alture ma non abbiamo potuto visitare li monastero per l'orario ormai in chiusura.
Continuando a far confusione fra i territori palestinesi e territori israeliani arriviamo in serata a Gerusalemme. La confusione nasce per il fatto che quei luoghi sono densi di storia recente, dove lo stato d'Israele ha combattuto guerre con le nazioni confinanti occupando territori, spesso non riconosciuti dagli accordi internazionali. Fino a questo punto del nostro viaggio non abbiamo ancora trovato muri o zone di confine non capendo bene dove risiedano i palestinesi. Alla guida del nostro autobus c'è un giovane autista d'origine palestinese, mentre la nostra guida è d'origine polacca, nato in Israele, dove i genitori sono migrati in seguito alle persecuzioni del regime nazista. La nostra confusione aumenta, ma impariamo che in Israele hanno cittadinanza quasi due milioni di palestinesi, con i diritti e doveri comuni con l'altra popolazione, ma non hanno obblighi militari. In parlamento ci sono una quindicina di deputati palestinesi ma sembra che non vadano mai d'accodo nel portare avanti le loro istanze. Questo è quanto ci dice la guida, sarà vero? (L'autista non parla italiano e non può confermare).

Dopo aver percorso più d'una cinquantina di chilometri in zone collinari desertiche e completamente brulle, dove si incontrano piccoli insediamenti con allevamenti di capre che non si riesce a capire cosa mangino, troviamo la città collocata in alto su una vasta zona collinare verdeggiante: eccoci arrivati finalmente a Gerusalemme.
Il nostro albergo è vicino alle mura della città vecchia e l'andiamo a visitare.







Nelle tre giornate a disposizione andremo a vedere oltre la città vecchia, i mercati, la spianata delle moschee con il muro del pianto, i musei e il palazzo del governo, il Santo Sepolcro. Nei paraggi visiteremo anche il Monte degli Ulivi, La Città di Davide e En-Karem. Infine faremo una puntata a Betlemme, attraversando il muro di cemento e filo spinato che divide Israele dallo Stato della Palestina.

A Gerusalemme convivono persone di religione cristiana, ebrea, mussulmana e armena. Nella città vecchia, circondata dalle alte mura costruite dai mussulmani nel cinquecento, circolano molti turisti e si vedono anche poliziotti armati, che in realtà abbiamo incontrato poche volte. E' un luogo molto coinvolgente per la dimensione e la continuità stilistica che ti immerge nel passato. La città si trova ad una quota ideale per la luce e i colori dell'estate, la popolazione appartenente alla varie religioni ed etnie, dove ognuno abita nei propri quartieri, la vedi circolare mescolata insieme nelle strade.
La mia impressione è che i mercati popolari che colorano e vivacizzano oltremodo l'ambiente e che trovi spesso lungo le strade, siano gestiti sopratutto da venditori arabi. Subito fuori le mura trovi il mercato di Mahane Yehuda che è un vero e propio shuk di grandi dimensioni, è frequentato e gestito da una popolazione veramente multietnica ed è un luogo sicuramente da visitare.
Spesso s'incontrano gli ebrei "ortodossi" che hanno un modo rigoroso di vestirsi e di tenere la barba e i capelli: in genere hanno un'aria molto seria e compassata (non proprio tutti come si vede nella foto precedente del ciclista) e si distinguono dagli altri sopratutto dal colore nero del loro pastrano e del cappello, che indossano anche in estate nonostante il caldo.




La città ha diversi musei, ne abbiamo visitati due: il primo è un grande museo d'arte antica e contemporanea, che raccoglie anche oggetti che provengono da altre parti del mondo, molto guarnito di cose molto belle, e se si dispone di molto tempo vale la pena vedere, il secondo riguarda la memoria dell'olocausto.
Il museo della Memoria è un pugno nello stomaco, anche se si è preparati a riceverlo fa male, molto. Ti porta ancora una volta a riflettere sulle esagerazioni devastanti di una generazione che voleva comandare il mondo. Non solo con la guerra ma anche annientando persone che non combattevano perché non si sentivano in guerra ma erano ritenute di un'altra razza. Uomini donne, anziani e bambini. Vicende che conosciamo ma che non dobbiamo mai dimenticare.
Qui troviamo il diario d'un deportato, scritto probabilmente su un libro di poesie.




Per entrare alla spianata delle moschee occorre attraversare dei passaggi controllati, quelli che sono stati ultimamente molto contestati dai mussulmani perché sembrava volessero installarvi dei metal detector, ma che poi non son stati installati.
Si entra in una grande piazza dove in fondo si erige un antico muro, costruito oltre duemilaecinquecento anni fa: è il luogo sacro per eccellenza per gli ebrei ma anche per la tradizione mussulmana. La gente prega accostandosi al muro e a volte infilando nelle fessure tra le pietre foglietti bianchi con scritte delle preghiere. Hanno diviso il muro a metà dove da una parte accedono gli uomini e dall'altra le donne.
Il senso del sacro, dopo un pò che si sta lì, ti coinvolge vedendo le persone intorno pregare.




Dentro le mura di Gerusalemme c'è la Via Dolorosa, la via crucis, che è una strada che si snoda tra le case e che secondo la tradizione corrisponde al percorso lungo il quale Gesù, portando la croce, fu condotto al luogo della sua crocifissione. Probabilmente per la sua frequentazione turistica è ricca di negozi e zone di mercato.
Lungo la strada abbiamo incontrato dei mendicanti, sopratutto donne mussulmane, vestite fino a coprirsi completamente tutto il corpo. E' l'evidenza della forte differenza di classe sociale ed economica che c'è nella popolazione.
Alla fine del percorso c'è la basilica del Santo Sepolcro che contiene il Golgota, la piccola collina della crocifissione e il Santo Sepolcro. La gente si mette in fila per arrivare nei punti di devozione, gestiti da sacerdoti greco-ortodossi.




Abbiamo completato il viaggio con la visita alla chiesa della Natività che si trova a Betlemme, in territorio palestinese.
Per arrivarci si percorrono solo pochi chilometri, quattro o cinque, però bisogna attraversare la muraglia di cemento che è stata eretta da Israele, dicono loro per proteggersi dal rischio del terrorismo.
All'andata siamo passati solo con un controllo a vista del nostro pullman dalla guardiola, mentre al ritorno è salito un militare donna, che velocemente ci ha osservato, per poi subito scendere e lasciarci andare.
La chiesa di Betlemme, che contiene quella che si ritiene sia la grotta dellea natività, è attualmente in restauro e non è possibile vedere i mosaici bizantini del pavimento e gli affreschi sulle pareti.
E' stato interessante notare come la guida palestinese del posto si sia facilmente accordata con la nostra guida israeliana che ci accompagnava. Probabilmente quando ci sono i turisti e dei soldi le cose si risolvono più facilmente.










Risposte e commenti


Che cosa ne pensi di questo articolo?


Vuoi dire la tua, fare domande all'autore o semplicemente fare i complimenti per un articolo che ti ha colpito particolarmente? Per partecipare iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!

Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti, partecipare alle discussioni e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 242000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista.





avatarsenior
inviato il 16 Ottobre 2017 ore 19:20

Complimenti, bel reportage, una domanda ci sono problemi a portare l' attrezzatura fotografica, tu che cosa hai usato? Grazie.

avatarsenior
inviato il 16 Ottobre 2017 ore 20:34

Gmorina, non abbiamo avuto nessun problema nel portare le macchie fotografiche. Solo al ritorno in aeroporto a Tel Aviv mi hanno fatto un controllo (solo a me) del contenuto della borsa fotografica che mi potavo appresso, aprendola e ispezionandola. Per gli scatti in strada, nei mercato, dove c'era gente cercavo di non esser troppo invadente. Qualche volta si è chiesta l'approvazione alle persone per qualche scatto, con risposte quasi sempre affermative. Avevo con me la D610, un 24-120, un 35 e un 20. Il 95% degli scatti erano con lo zoom: riesci a ritagliarti l'inquadratura in situazioni che non sono mai ottimali, per la presenza di turisti, il poco tempo ecc.
Ti ringrazio della lettura e del commento, ciao Piergiovanni SorrisoSorriso

avatarsenior
inviato il 21 Ottobre 2017 ore 12:09

Bel reportage, soprattutto ricco di informazioni pratiche !
Potevi però inserire qualche foto in più, quelle che hai messo sono molto belle ! ;-)

avatarsenior
inviato il 21 Ottobre 2017 ore 14:50

Ciao Runner, nella compilazione dell'articolo Juza vincola il numero di foto al numero di parole scritte e viceversaConfuso
Ti ringrazio della lettura e del complimento, a presto PiergiovanniSorriso

avatarjunior
inviato il 08 Novembre 2017 ore 16:01

Ciao Piergiovanni
davvero molti complimenti per il tuo reportage.
Io partirò per la Terra Santa il 27/12 e ritornerò il 4/1, e il tuo articolo mi sta aiutando a capire ciò che troverò e come potrò affrontare quindi il mio reportage.
;-) Grazie!
Ciao

avatarsenior
inviato il 08 Novembre 2017 ore 17:34

Ivan mi fa piacere che ti sia utile il mio racconto per il tuo viaggio in Israele. Avrai meno caldo, per fortuna, di quello estivo, insopportabile. Per contro le giornate saranno più corte e qualche volta a Gerusalemme, che è in alto, nevica, ma non come può capitare da noiSorriso.
Cari saluti, Piergiovanni

avatarjunior
inviato il 08 Novembre 2017 ore 21:41

Sono stato in Israele per motivi di lavoro con altri colleghi, molti anni fa risiedendo tra Haifa e Tel Aviv, abbiamo girato durante i sabati in cui non si lavorava, visitando una decina di ospedali e vari posti tra cui Gerusalemme, Nazareth, le alture del Golan. Pur spendendo come l'Italia il loro sistema sanitario è mooolto più moderno ed efficiente. Gli israeliani sono un popolo fiero ed orgoglioso, anche se forse mancano un po' di autocritica quando si parla delle persecuzioni che hanno subito e dei loro rapporti con i popoli confinanti. Israele è un paese moderno ed efficiente. Mi è molto piaciuto, anche se non lo metterei tra i primi dieci posti del mondo dove andare.

avatarsenior
inviato il 08 Novembre 2017 ore 23:45

Ciccio, condivido le tue impressioni anche se le mie sono molto meno approfondite, visto il breve periodo della mia visita.
Ti ringrazio del passaggio e delle informazioni sulla tua esperienza, un saluto, PiergiovanniSorriso

avatarsupporter
inviato il 09 Dicembre 2017 ore 17:09

Bel reportage, complimenti.
Ci sono stato 3 anni fa e ho rivisto con piacere quei luoghi, ma vedo che non è cambiato molto (tra israeliani e palestinesi, intendo; d'altronde le notizie odierne non ci portano nulla di buono).

Un cordiale saluto.

Mauro

avatarsupporter
inviato il 09 Dicembre 2017 ore 17:34

Ottimo reportage esaustivo in tutte le sue fasi. Mi hai ricordato i miei due viaggi negli stessi luoghi, e grazie alla tue rassicurazioni, mi consenti di programmarne un altro. D'inverno, perché il caldo di quei posti è allucinante anche settembre e ottobre.
Complimenti anche per gli scatti.
Ciao
Annamaria

avatarsenior
inviato il 09 Dicembre 2017 ore 20:33

Mauro grazie per la lettura e mi fa piacere che tu abbia rivisto così i luoghi che avevi visitatoSorriso
Un cordiale saluto, ciao PiergiovanniSorriso

avatarsenior
inviato il 09 Dicembre 2017 ore 20:49

Annamaria sapevo dele tue frequentazioni in Palestina. E' particolare che con questo antico nome si faceva, e si continua a fare, riferimento a quei territori così controversi.
Ho ritenuto questo viaggio molto interessante e mi ha lasciato ricordi importanti, anche se contrariamente mia moglie ed altri compagni di viaggio non sono stati dello stesso parere. Perché questo mio interesse? Vi ho trovato le radici della nostra storia, antica e recente, e concordo con te che sarebbe bello ritornare in quei luoghi per approfondire le esperienze, anche nei contatti con le persone.
Grazie della lettura e della condivisione, ciao, a presto, Piergiovanni Sorriso





 ^

JuzaPhoto contiene link affiliati Amazon ed Ebay e riceve una commissione in caso di acquisto attraverso link affiliati.

Versione per smartphone - juza.ea@gmail.com - Termini di utilizzo e Privacy - Preferenze Cookie - P. IVA 01501900334 - REA 167997- PEC juzaphoto@pec.it

www.juzaphoto.com - www.autoelettrica101.it

Possa la Bellezza Essere Ovunque Attorno a Me