| inviato il 23 Ottobre 2017 ore 11:28
“ LO SPESSORE delle cose non é rappresentabile su 2 assi cone non lo é con gli 0 e gli 1. Con un "sistema ternario", che quindi contempli nativamente anche il dato di profonditá, ne possiamo parlare (perché c'e quella curiosa cosa dei numeri periodici...che lo assimila in qualche modo al decimale). „ Ripeto si può parlare di limiti di tecnologia del sensore e di implementazione. Meno di mancanze date dalla precisione del digitale come "sistema". Un numero come 1,414213562373095 è, ovviamente avendo a disposizione il giusto numero di bit, facilmente rappresentabile in binario. Certo non è che solo un'approssimazione della radice di due. Ma in analogico hai un problema anche maggiore dato dalle tolleranze del processo. Per cui qualche volta leggerai 1,414213563273095 e qualche altra 1,414213567323095... (Se poi usi un regolo "analogico" invece della calcolatrice digitale come ho fatto io a malapena leggerai 1.41). In entrambi gli esempi (digitale e analogico) hai numeri "di troppo" se il valore ti serve come misura per appendere un quadro al muro o stampare con una stampante che non ha quella "precisione"/risoluzione/tolleranza... |
user90373 | inviato il 23 Ottobre 2017 ore 11:39
@ Opisso “ Ripeto si può parlare di limiti di tecnologia del sensore e di implementazione. Meno di mancanze date dalla precisione del digitale come "sistema". Un numero come 1,414213562373095 è, ovviamente avendo a disposizione il giusto numero di bit, facilmente rappresentabile in binario. Certo non è che solo un'approssimazione della radice di due. Ma in analogico hai un problema anche maggiore dato dalle tolleranze del processo. Per cui qualche volta leggerai 1,414213563273095 e qualche altra 1,414213567323095... (Se poi usi un regolo "analogico" invece della calcolatrice digitale come ho fatto io a malapena leggerai 1.41). In entrambi gli esempi (digitale e analogico) hai numeri "di troppo" se il valore ti serve come misura per appendere un quadro al muro o stampare con una stampante che non ha quella "precisione"/risoluzione/tolleranza... „ Tutto questo a dimostrazione del fatto che.......? |
| inviato il 23 Ottobre 2017 ore 12:05
There are 10 kinds of people: those who understand binary and those who don't. |
| inviato il 23 Ottobre 2017 ore 12:14
Quando voglio una vera rappresentazione tridimensionale con la pellicola è facilissimo: stereofotografia fatta con diapositive 6x6 esperienza visiva incredibile. Per ora mi limito a guardala con un visore; sarebbe possibile anche proiettarle ma non ci o ho mai provato (soprattutto per mancanza di spazio). |
| inviato il 23 Ottobre 2017 ore 13:14
@Paolo. ok Un minimo comune denominatore tra le 2 tecnologie è l'osservazione della fotografia nella sua interezza. Mentre con la pellicola questo è scontato e gli ingrandimenti sono relegati a casi particolari, nel digitale mi pare che questa ovvietà si sia un po' persa, essendo alimentata dalla visualizzazione a monitor "al 100%" combinata a risoluzioni sempre maggiori. Pare sia importante, se fotografo una casa, leggere il titolo del giornale che si trova nella cassetta della posta. Si è perso cioè il concetto che il dettaglio può anche essere immaginato dall'osservatore (che vede la fotografia nella sua interezza da una certa distanza e non si avvicina con una lente di ingrandimento) |
user46920 | inviato il 23 Ottobre 2017 ore 13:53
“ Non mi risulta che l'analogico faccia eccezione, non ho mai visto la pellicola gonfiarsi dopo uno scatto „ magari qualche Polaroid andata a male e/o riscaldata in forno.... “ ...fino a diventare una sorta di modellino tridimensionale (però sarebbe una bella idea per un film di fantascienza, meglio delle foto di Blade Runner MrGreen) „ beh, ma quello era un film ... questo invece è un thread vero! |
| inviato il 23 Ottobre 2017 ore 13:59
“ Si è perso cioè il concetto che il dettaglio può anche essere immaginato dall'osservatore „ Secondo me con questa osservazione hai fatto centro. |
| inviato il 23 Ottobre 2017 ore 14:12
“ " Si è perso cioè il concetto che il dettaglio può anche essere immaginato dall'osservatore" Secondo me con questa osservazione hai fatto centro. „ Concordo pienamente anche perché la moderna tecnologia ci sta abituando ad una risoluzione e definizione assolutamente innaturale. Faccio un esempio pratico (io stesso che la condanno) ho un bel televisione di oltre 50 pollici con tecnologia OLed, si vede magnificamente bene, i documentari sono una cosa stupenda, ma in realtà se vado in quel posto non vedrò mai quei colori che visto seduto sul mio divano ......ecco in fotografia sta accadendo lo stesso con decine di MP che ci stanno propinando, ma siete sicuri che servano? |
| inviato il 23 Ottobre 2017 ore 14:22
a proposito di "definizione" (che sia di un obiettivo, di un sensore, ecc.) il mio criterio per valutare se è "abbastanza" è il seguente: vedo gli stessi particolari che riuscirei a vederne a occhio nudo? Se "SI" allora è "abbastanza", se è di più ok, pure meglio, ma non cambio certo un obiettivo o una macchina (ammesso che potessi farlo; usando Hasselblad a pellicola gli obiettivi sono quelli e quelli restano, tranne poche eccezioni non esistono diversi modelli per la stessa focale) perché con la mia non leggo il nome sul citofono a 100 metri mentre con un'altra si. A occhio lo leggerei? No! E allora una iper-definizione che mi consentisse di farlo non solo sarebbe a mio avviso superflua, ma addirittura renderebbe la foto innaturale, che, credo, è una delle cause per cui trovo le foto digitali "artificiali, piatte, con soggetti appiccicati". |
user90373 | inviato il 23 Ottobre 2017 ore 14:23
@ L'occhiodelcigno “ beh, ma quello era un film ... questo invece è un thread vero! „ VERO ????? In questo mondo virtuale si parla di verità ???? Male, molto male, non tener separati i due ambiti. |
| inviato il 23 Ottobre 2017 ore 14:42
Diebu (e non solo lui) ha centrato il problema: la ricerca dell'iperdefinizione, ben oltre quella della vista umana, è il principale tallone d'Achille della fotografia digitale, perché è la cosa che le fa perdere la sensazione di profondità, soprattutto se applicata "a pioggia" sull'intera immagine senza porsi domande sulla sua effettiva utilità zona per zona. Il problema però è legato soprattutto alla possibilità di aumentare la sensazione di nitidezza via software, cosa che non era fattibile con l'analogico a meno di trattamenti particolari su pellicole altrettanto particolari, esposte a sensibilità "ottocentesche" ecc.; ma proprio questa maggior laboriosità ne disincentivava l'utilizzo "ad capocchiam", cosa che invece sembra essere diventata prassi comune con i software di postproduzione |
| inviato il 23 Ottobre 2017 ore 14:59
“ ...possibilità di aumentare la sensazione di nitidezza via software, cosa che non era fattibile con l'analogico... „ E' una delle cose che più mi lascia perplesso del digitale; anche nella fase finale di stampa bisogna applicare "una certa dose" (quanta!? Bohooo!!! non sono riuscito mai a trovare informazioni precise) di sharpenig. Invece con la pellicola quella era e non te ne dovevi preoccuapre, soprattutto non dovevi fare cose diverse in base alla dimensione di stampa; facevi sempre al massimo consentito dall'obiettivo di ingrandimento. Vuoi mettere quante complicazioni in meno? |
| inviato il 23 Ottobre 2017 ore 15:06
In effetti, la preparazione per la stampa è forse la fase che più allontana la filosofia digitale da quella della vecchia pellicola, perché ha maggiori richiami verso le tecniche tipografiche |
user90373 | inviato il 23 Ottobre 2017 ore 15:35
Siamo alla pagina 15 e fra poco tutto finirà nell'oblio virtuale, ho pronta però una nuova serie di quesiti per un prossimo thread. |
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