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Le mie Svalbard


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Le mie Svalbard, testo e foto by Pineta1984. Pubblicato il 12 Settembre 2017; 23 risposte, 4671 visite.


Beh, io penso che le emozioni offerte dalle Svalbard non siano solamente paesaggistiche e naturalistiche ma siano soprattutto “interiori”, per ciò che ti lasciano dentro. Penso che nella vita di ciascuno di noi, ci sia spazio per cose inutili e per cose molto utili, c'è chi ritiene utile avere “la materia” a portata di mano e chi ritiene utile sapere che, un viaggio, possa cambiare la sua personalità, il suo modo di vedere le cose arricchendosi di un'esperienza che non sia solamente materiale ma che vada ben oltre.
Questo per me sono state le Svalbard, fatte di paesaggi stupendi e pendii immacolati ma soprattutto fatte in solitaria, vuoi per i casi della vita, vuoi per scelte, vuoi per destino o vuoi perché doveva proprio succedere così.




E' un tipo di viaggio particolare, soprattutto per chi, come me, è amante della natura, dei posti incontaminati e del selvaggio, non è una meta “facile”, bisogna entrare nello spirito avventuriero perché, appena atterrati, le Svalbard ti catapultano in un mondo completamente sconosciuto, dove il quotidiano e la visione della vita nel day-by-day sono distorti, dove se non passa il pullman e rischi di rimanere all'aperto è una faccenda seria, dove non si può andare a fare un'escursione a piedi, rigorosamente con guida, senza il fucile, il lanciarazzi e la pistola.
Già sull'aereo che porta a Longyearbyen, cominciano le emozioni, in quanto, alle ore 00:45, quando si scorgono le cime nevose e frastagliate delle montagne avvolte da una luce di pieno giorno, ciò che si pensa è “ma dove sono capitato?”. Si è partiti da Oslo che stava imbrunendo e, dopo poco più di un paio d'ore, è di nuovo pieno giorno.
Il capitano dell'aereo comunica di allacciare le cinture, si sta atterrando a Longyearbyen, agli antipodi del globo, nel grande nord, a poco meno di un migliaio di kilometri dal Polo, in un gioiello incastonato tra il settantacinquesimo e l'ottantunesimo parallelo. Lontani da tutto, e la bellezza è proprio lì.


Non voglio narrare delle gite o delle escursioni effettuate, voglio raccontare della loro espressività, dello scricchiolio del ghiaccio sotto i ramponi, del sapore del vento gelido in vetta, del volo degli uccelli inseguendo la scia della barca, dello sbuffo delle balene, della bibita al pub e del silenzio tutto attorno a sé fatto per ascoltare i propri pensieri, sé stessi. Ed è qui che esce ciò che si è dentro, si sente solo la propria voce mescolata all'abbaiare dei cani, al suono delle onde del mare che si infrangono sulla costa, alla pioggia che ogni tanto ti bagna di goccioline gelide la faccia. Guardi in alto e perdi il tuo sguardo nell'orizzonte e pensi: “è proprio questo che cercavo”.

Il viaggio inizia ancora prima di prendere l'aereo, documentandosi su internet, con una mappa sulla scrivania, con una tazza di thè, con qualche briciola di biscotto sulla tastiera e con carta e penna. Lessi su internet, nel mio girovagare, una bella battuta: “ho provato a cercare le Svalbard nel mappamondo ma non le ho trovate perché erano coperte dal perno!”.
A mio modesto modo di vedere è proprio così, sono posti nei quali non ci puoi finire per caso, non ci si può fare un week end lungo, sono posti che devi assaporare e nei quali vuoi andare perché ti piace l'avventura e la natura più incontaminata, selvaggia.

Con la compagnia della macchina fotografica ho provato, sperando di esserci riuscito, ad immortalare le emozioni e gli scorci che più mi impressionavano anche se, in realtà, ogni angolo, ogni picco, ogni fiordo, sotto ogni condizione di luce, creava interessanti prospettive.

Ho cominciato a sentir parlare delle Svalbard durante un viaggio in Groenlandia qualche anno fa, mi hanno incuriosito i racconti delle varie persone con le quali ho parlato ed, incuriosito, ho cominciato a pensare seriamente ad una vacanza in quelle zone. Spinto da uno spirito avventuroso fatto di zaino in spalla e macchina fotografica al collo, ho prenotato, durante una calda mattinata estiva, un volo Milano – Longyearbyen (con svariati scali). L'insicurezza era tanta specialmente perché, un viaggio del genere, affrontato da solo, non era sicuramente il massimo, ho invece scoperto lì che, anche altri “avventurieri”, come me, provenienti da altre parti del mondo, avevano avuto la stessa idea.

Luce, silenzio, ululato dei cani e sussurro del vento tra le finestre del mio ostello o nei rifugi, sono ciò che mi ha accompagnato durante l'intera vacanza. Penso che la natura sappia dare molto alle persone che sanno coglierne le varie sfaccettature, non sono di certo una persona poetica, particolarmente sensibile o capace di esprimere emozioni meglio di altri, sono una persona normale a cui piace godere di ciò che la natura può dare. Penso di esserne stato capace, andando alla scoperta di stupendi posti in barca, a piedi o con gli sci, ho respirato ciò che le Svalbard mi volevano dire.
Come l'abbandono più completo di Pyramiden, cittadina russa capace, con il suo niente, di riempire gli sguardi di chi la osserva, sguardi stupiti da quanto si possa, per business, progresso e politica, alzare l'asticella, ma anche impressionati nell'immaginare le condizioni di lavoro del migliaio di persone, disperse, in questo remoto angolo di Terra completamente alla luce del sole per sei mesi e completamente al buio per altrettanti sei. Cittadina creata con l'intento di far notare al mondo quanto l'URSS fosse potente ed in grado di progredire anche in zone completamente inospitali.




L'abbandono di Pyramiden lascia il posto alle selvagge vette Nordenskjøldtoppen e Trollsteinen, lascia il posto ai ghiacciai a picco sul mare come quelli nel Nordenskiold.
Lascia il posto ad un rifugio nel bel mezzo di monti innevati dove, le coccole dell'husky groenlandese, sono l'unica tua compagnia nel giro di chilometri e chilometri, lascia il posto ad un sole che non ha voglia di tramontare.

Flora e fauna uniti in un'unica danza capace di immergere il viaggiatore all'interno di un perenne documentario, le Svalbard sono una meta capace di emozionare anche semplicemente guardandole senza fare nulla, l'emozione è l'ascoltare ciò che hanno da dirti attraverso i loro respiri.


Ho conosciuto molte persone lungo il mio girovagare, persone vere con le guance rosse dal freddo che, infreddolite, o all'interno dei negozi, sapevano consigliarmi questo o quello più consono alle mie esigenze, ragazzi e ragazze che, studiando per diventare guide o scienziati, si chiedevano come sarebbe stato il loro primo inverno completamente al buio. In ogni discorso, in ogni parola, in ogni scambio di idee, c'era la consapevolezza di essere in un mondo magico dove, convivendo con l'ambiente, le persone si sono create una loro identità fatta di un piccolo negozio di parrucchiere, di un paio di pub dove alle 19:00 chiudevano le tende per fare sembrare che fosse sera, di un supermercato pieno di ogni cosa.

Racchiudere in poche righe ciò che un normale ragazzo ha provato non è semplice, l'atmosfera, le fotografie, le sensazioni, le emozioni delle scalate, tutte realtà vissute nel profondo dell'anima con la consapevolezza che, questo arcipelago nel bel mezzo dell'Oceano Artico, fa parte di tutti noi ed è lì per dimostrare che la natura, pur facendole del male ogni giorno, è pronta a stupirci con la sua potenza ed immensa, semplice, smisurata bellezza.



NOTE TECNICHE:
Alcune note tecniche per chi fosse interessato ad intraprendere un viaggio simile: ho fatto tutto da solo non appoggiandomi a nessuna agenzia italiana. Ho prenotato gli aerei dai vari siti classici di prenotazione voli, ho pernottato nel bellissimo Mary-Ann's Polarrigg di Longyearbyen, ostello dotato veramente di tutte le comodità compresa una sauna a cielo aperto (che però non ho sfruttato). Ho fatto svariate escursioni soprattutto a piedi ed in barca, qui di seguito elenco le principali:
- Scalata su ghiacciaio Nordenskiold prenotata all'agenzia BaseCamp Spitsbergen.
- Visita della città di Pyramiden, prenotata all'agenzia Polarcharter.
- Scalata al Trollsteinen, prenotata all'agenzia Svalbard Wildlife Expeditions
- Scalata al Nordenskjøldtoppen, prenotata all'agenzia Poli Artici.

Vi è anche la possibilità di prenotare direttamente in loco tramite l'albergo oppure attraverso un ufficio in centro paese, consiglio vivamente di farlo in quanto, oltre a vedere le condizioni meteo che, a mio parere, sono fondamentali, si può capire che escursioni vi sono di disponibili e cosa si andrà a vedere.
Alcune escursioni, specialmente quelle su ghiaccio e montagne, si svolgono su ambiente non molto “amichevole” e “semplice”, ogni agenzia contattata è dotata di guide con esperienza e personale molto qualificato in grado di giudicare ogni situazione e capire, ad esempio, le condizioni del ghiaccio, per potersi muovere liberamente e divertirsi in sicurezza. Facendo tutto “da sé” si può risparmiare in maniera notevole, tra le escursioni prenotate direttamente in città rispetto a quelle prenotate in precedenza su internet non vi è differenza di prezzo, ovviamente i posti sono limitati quindi bisogna valutare bene come gestire le proprie giornate tra le varie escursioni.



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avatarsupporter
inviato il 13 Settembre 2017 ore 21:47

Bellissima testimonianza grazie! Prima o poi ci arrivo. Ma hai fatto tutto con due corpi e un 14mm o ho capito male?

avatarjunior
inviato il 13 Settembre 2017 ore 22:00

Bellissimo racconto, ti ammiro!

avatarjunior
inviato il 14 Settembre 2017 ore 10:09

Bravo!

avatarjunior
inviato il 15 Settembre 2017 ore 11:26

Ciao a tutti, grazie mille per il passaggio e grazie per aver letto l'articoloMrGreen!

@Fabrizio: quando caricavo le foto nel sito mi sono sbagliato ad inserire il TAG e non so più come modificarle. Ho usato la 6D con il samy da 14mm mentre a volte fotografavo anche con la mia vecchia 350D con Canon 55-250.

Ciao Alex.

avatarsupporter
inviato il 16 Settembre 2017 ore 23:29

bellissimo reportage, complimenti. Un vero e proprio invito al viaggio ed alla scoperta, anche in noi stessi.
Ciao, Andrea

avatarsenior
inviato il 17 Settembre 2017 ore 11:41

Chi vada alle Spitsbergen (altro nome con cui sono conosciute le Svalbard) come hai fatto tu in solitaria merita complimenti.
Avendole raggiunte io in nave, qualche anno fa, già noto nei tuoi scatti panoramici un incrementato scioglimento di ghiacci perenni (fino poco tempo prima), fenomeno assolutamente inquietante.
Riconosco la solitudine di tutti quegli ambienti, vista la poca ospitalità del clima, comunque sia.
Se posso permettermi, non per sfruttare da intruso, ma penso per completare in questo modo il tuo valido reportage, qui di sotto c'è il link del momento in cui sono ripartito, momento molto toccante ;-)
www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=2319335

avatarjunior
inviato il 19 Settembre 2017 ore 8:46

Ciao Andrea e Marmor, grazie mille! Sono contento vi sia piaciuto. Sorry

@Marmor: grazie anche del tuo link, peccato non avere "un audio" ma immagino come, per loro, veder partire tutti i turisti per l'arrivo della stagione fredda, sia veramente triste. Concordo sull'inquietante fenomeno dello scioglimento dei ghiacci......!!!!

Ciao Alex.MrGreen

avatarsenior
inviato il 27 Settembre 2017 ore 23:05

Bellissimi posti ci sono stato anch'io qualche mese fa e ci tornerei 100 volte

avatarjunior
inviato il 28 Settembre 2017 ore 14:18

Ciao Marcello, io sono stato a cavallo di Ferragosto, magari ci siamo anche visti MrGreen Ad ogni modo, sono d'accordo, ci tornerei oggi stesso, posti bellissimi!!!!

Grazie mille del passaggio.

Ciao Alex.

avatarsenior
inviato il 28 Settembre 2017 ore 17:46

MrGreenMrGreenIo sono andato via il 5 di agosto diciamo che ci siamo dati il cambio,dal punto di vista fotografico non mi e' andata benissimo,non ho preso acqua ma il cielo e' stato sempre un po nuvolo quindi foto un po cosi nel 2014 invece ero sato in giro per la norvegia fino alle Lofoten ed invece avevo trovato un meteo spettacolare e di conseguenza scatti veramente belli cmq visto che e' andata cosi saro' costretto a ritornarciMrGreen

avatarjunior
inviato il 01 Ottobre 2017 ore 8:25

Da quando ho iniziato a viaggiare nell'Europa del Nord ho fin da subito segnato le Svalbard come una delle mete da scoprire durante questi viaggi. Avrei una domanda: tra Svalbard e Groenlandia quale delle due mete ti ha colpito maggiormente a livello fotografico?
Avendo una grande passione per i ghiacciai e conoscendomi so che le vedrò entrambe prima o poi ma conoscere il punto di vista di chi ha avuto opportunità di viverle tutte e due sarebbe una gran cosa. Torno da un viaggio di due settimane in Camper nella Norvegia del Nord e quindi in parte mi rivedo nei tuoi racconti e nel modo di approcciarsi a questi viaggi (che tu alcune volte hai chiamato vacanza). Non amo molto questo termine anche perché credo che “non ci appartiene”.
Complimenti, viaggiando aggiungi vita alla tua vita.

avatarjunior
inviato il 03 Ottobre 2017 ore 12:44

Ciao Silvio, grazie mille del passaggio. Tra Svalbard e Groenlandia la scelta è ardua ma considera che, secondo me, sono ambienti simili ma molto diversi. Ho preferito una e l'altra e ti spiego perchè. Le Svalbard sono molto più selvagge ma, e questa è la cosa che mi è piaciuta di più, molto montagnose, quindi se, come a me, ti piacciono le montagne, trovi pane per i tuoi denti. La Groenlandia è un gran piattume (la Groenlandia Ovest dove sono stato io) ma dal punto di vista paesaggistico lasciano senza fiato, ma zero montagne. Sono pareri personali ma è come ho vissuto entrambi i viaggi. A livello fotografico forse la Groenlandia è meglio ma il "sapore" delle Svalbard è veramente magico, poi a me piaciono le vette e le creste...
Complimenti per le tue foto dell'aurora e per il tuo viaggio in camper!!!

Sono a disposizione volessi altri dettagli, con piacere!!!

avatarjunior
inviato il 05 Novembre 2017 ore 16:20

Narrazione molto interessante corredata da un'ottima carrellata di fotografie. Leggendo, un particolare mi inquieta ed affascina:
...dove se non passa il pullman e rischi di rimanere all'aperto è una faccenda seria, dove non si può andare a fare un'escursione a piedi, rigorosamente con guida, senza il fucile, il lanciarazzi e la pistola.


Perchè il fucile ? Animali selvatici ? Mi piacerebbe leggerti se tu volessi approfondire questi temi. Ciao !

avatarjunior
inviato il 05 Novembre 2017 ore 17:44

Ciao Mattia,
grazie mille per il passaggio e la lettura!!!
Le armi servono prevalentemente per gli orsi, prima di partire leggevo di queste cose e non ci davo molto peso invece arrivato lì ad ogni escursione le guide si portavano sempre con loro fucile e pistola. Personalmente non ho mai visto un orso in quanto, nel periodo estivo, dicono che siano nell'entroterra, ma il pericolo di trovarselo davanti è reale, specialmente durante un'escurisione, e quindi le guide vanno semrpe in giro armate sia per dissuadere (prima) che per colpire (dovesse rendersi necessario). Mi hanno anche raccontato che ovviamente ci sono delle regolamentazioni precise per sparare ad un orso, nel senso che bisogna prima cercare di spaventarlo sparando in aria o facendo casino e solo dopo che si è avvicinato troppo e non ne vuole sapere di scappare gli si spara. Subito dopo viene chiamata la polizia che arriva nel luogo in elicottero per tutti gli accertamenti del caso (e sente i testimoni) e poi la pelle dell'orso viene battuta all'asta per sovvenzionare attività di charity! Io ho avuto 3 guide abbastanza navigate e, di orsi ne hanno visti molteplici, ma nessuna ha mai sparato in quanto spesso si spaventano (se non sono proprio affamatissimi) e se ne vanno.

A disposizione.MrGreen

Ciao Alex.

avatarsenior
inviato il 05 Novembre 2017 ore 20:48

Alex, se mi consenti un'ennesima infiltrazione, mostro a Mattia questa scena eloquente:
www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1810839





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