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Una proposta per Juza e per gli altri amici del forum.


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avatarsenior
inviato il 31 Agosto 2017 ore 14:30

Ho la presunzione di credere che i fotografi naturalisti che si dedicano alla fauna gradiscano rimarcare la sostanziale distinzione fra le foto di animali ripresi nel loro ambiente naturale e quelle effettuate nei cosiddetti "ambienti controllati". Con questa premessa, e senza nulla togliere a coloro che pubblicano legittimamente foto di animali ripresi in cattività, proporrei ai titolari o gestori del sito di riservargli una galleria a parte, o in alternativa aggiungere a quella destinata agli animali domestici la dicitura "o ripresi in ambienti controllati". Credo che sarebbe un buon sistema per ovviare alle frequenti dimenticanze di quanti omettono - nel caso di foto ad animali in cattività- di specificarlo nei dati di scatto. Che ne pensate? Potrebbe funzionare?

avatarsenior
inviato il 31 Agosto 2017 ore 14:35

La regola esiste già, il problema è che non sono dimenticanze ma spesso pura malafede.
Per me sarebbe giusto anche introdurre l'obbligo di specificare se lo scatto è avvenuto in set o strutture a pagamento ( alcuni utenti già lo scrivono di loro iniziativa, ma li conti sulle dita di una mano monca)

avatarsenior
inviato il 31 Agosto 2017 ore 15:11

Speriamo che questa istanza, se condivisa dai più, possa essere recepita. In fin dei conti richiederebbe solo un piccolo intervento tecnico, ma che farebbe una enorme differenza. Sappiamo tutti molto bene, infatti, la distanza che intercorre, in termini d'impegno personale (a volte anche di rischio), fra una foto effettuata in ambiente naturale ed una scattata in uno zoo. Per non parlare di altri fattori che riguardano più genericamente l'etica e la sensibilità ambientale. Una foto è insieme "documento ed emozione". Intendiamoci, anche la foto di un animale in cattività può essere questo, essere cioè testimonianza di una condizione, o meglio di una privazione; ma per esserlo davvero occorre che chi guarda quella foto ne conosca il contesto in cui è stata scattata, altrimenti è solo finzione!!!

avatarjunior
inviato il 31 Agosto 2017 ore 16:46

Non posso non aderire all'istanza di Sergio, anche perché con lui condivido quelle fatiche e quei "rischi" a cui fa riferimento, così come, quando capita, la comoda opzione di sessioni di scatto in ambiti più rilassati. La differenza tra i due contesti in discorso è ben spiegata nei precedenti interventi che credo che possano costituire, già di per sè, un valido spunto di riflessione per Juza.

avatarsenior
inviato il 31 Agosto 2017 ore 16:47

Premesso che non sono un fotografo naturalista,ma apprezzo moltissimo le foto di questo settore particolare.In linea di massima sono d'accordo con te,Sergio: la differenza esiste,seppur non abissale,e a conforto vorrei portare un esempio.Io sono stato un pescatore e quindi paragono chi fa fotonaturalistica libera ad un pescatore che va per laghi,fiumi,torrenti,anche col rischio di fare "cappotto",ma sempre lì.Poi ci sono quelli che usano i vari laghetti piu o meno artificiali,con prede quasi sempre sicure.È sempre pesca,però...
Naturalmente è un mio parere personalissimo.

avatarsenior
inviato il 31 Agosto 2017 ore 18:02

Capisco il tuo punto di vista. Ciascuno di noi ha preferenze personali, tutte (o quasi) con pari dignità. Quello che intendevo dire è che basterebbe trovare un modo, non eludibile, che consenta di evitare all'origine equivoci, inganni consapevoli o semplici dimenticanze. Penso che ne beneficeremmo tutti; potremmo giudicare ed apprezzare più correttamente una foto, in quanto il contesto ambientale nel quale è stata scattata ne è la storia. Le da significato.
Con questo non voglio dire, ripeto, che le foto scattate in ambienti controllati debbano essere meno apprezzate. Possono esserlo altrettanto, è l'osservatore che le interpreterà secondo la propria sensibilità.

avatarsenior
inviato il 31 Agosto 2017 ore 22:18

non sono fotonaturalista ma un po' tra la natura ho girato.
esistono luoghi "selvaggi" dove la difficoltà a fotografare rasenta quella di scattare ai polli in un pollaio, in altri c'è da perderci dei mesi.

inoltre il baro può esserci sempre, specie se scaltro.

avatarsenior
inviato il 01 Settembre 2017 ore 11:38

Allora, facciamo un pò di chiarezza: i cosiddetti "ambienti controllati" sono aree recintate, più o meno grandi, nelle quali gli animali vivono in condizioni di privazione della libertà. Nei quali, di massima, tutte (o quasi) le dinamiche comportamentali di ciascuna specie vengono stravolte o annullate. Quello che fotografi da dietro una rete, indipendentemente dalle dimensioni del sito, non sono lupi, orsi, linci, cervi, daini, tigri, aquile, piccioni, passeri, lucertole, topi, ecc. Ne hanno solo le sembianze! Nella "pozzetta sotto il Raccordo Anulare", invece, il trampoliere di turno rimane un essere libero, capace di autodeterminarsi, la cui vita dipende da una infinità di fattori e non dall'orario nel quale gli portano la pappa. La differenza è tutta qui, ma è enorme!!!
Un discorso a parte va fatto per quelle strutture, viceversa assai meritorie, dove gli animali vengono curati per essere rimessi in libertà o dove se ne tenta la conservazione del patrimonio genetico, per scongiurarne l'estinzione.
Quello che dice Nerone sugli "ammaestratori" di animali è poi un secondo aspetto dolente. Infatti, la cattiva abitudine di avvicinare gli animali attirandoli sistematicamente con il cibo od altre trovate fantasiose è una pratica che alla lunga ne altera il comportamento, ne impoverisce le risorse individuali e li espone ai rischi dell'antropizzazione (vds.orsi e lupi abbattuti di recente). Per non parlare di quelli che hanno il vezzo di catturare farfalle e coleotteri per poi congelarli nel frigo e farne delle macro spacciate per foto naturalistiche.
Da ultimo, secondo me, la strada che fai e l'impegno che metti nella ricerca dei selvatici non può che essere una scelta personale, che nulla ha a che fare con l'etica ambientalista. Io macino chilometri in montagna ogni fine settimana, ho consumato e consumo decine di scarponi e ho l'abitudine al fiato grosso. Ma lo faccio solo perchè mi piace! Non mi considero migliore o più bravo di quello che -per scelta o per necessità- cerca, attende con pazienza, ascolta, ammira, si emoziona e fotografa, a due passi da casa, la volpe di passaggio, il cenerino nello stagno o il saltimpalo sulla recinzione. Siamo entrambi la stessa cosa: due fotografi appassionati di natura, a cui piace la biodiversità senza fronzoli e trucchi. Ci disturba entrambi che sulle zampe di un Pellegrino si notino i cenni dei lacci di cuoio, maldestramente cancellati con il Timbro Clona di Photoshop, perchè ciò che vediamo ritratto non è la magnifica creatura che conosciamo; è qualcosa di alterato, di piegato. E' il risultato di una trasformazione indebita, come lo sono i letti cementati dei fiumi, le montagne massacrate dall'eccesso di strade o di impianti sciistici, le coste soffocate e urbanizzate fino alla battigia.

avatarsenior
inviato il 01 Settembre 2017 ore 14:15

ma il discorso ecologistico fila ed è ammirevole.
è quello fotografico che lo trovo scabroso.

il baro può esserci sempre, specie se scaltro.

avatarsenior
inviato il 01 Settembre 2017 ore 14:38

Concordo, il baro può esserci sempre. La proposta di riservare una galleria del forum alle foto di animali in cattività (molte delle quali apprezzabilissime dal punto di vista estetico) voleva essere solo un mezzo per fornire meno alibi a coloro i quali giocano sull'equivoco. Senza farne un discorso di qualità, che resta legittimamente opinabile, i due piani sono diversi e tali dovrebbero restare. Ma forse hai ragione tu, potrebbe rivelarsi una battaglia persa. Un saluto, Sergio.

avatarsenior
inviato il 01 Settembre 2017 ore 15:15

Ammirevole il vostro intento, ma la realtà è che a nessuno frega nulla dell'etica e delle condizioni di scatto (ed è così sulla maggior parte dei siti fotografici...).
Su internet, conta solo il lato estetico di una foto: bella/brutta.
Davanti ad una bella foto, si può perdonare anche una didascalia falsa o altre piccole sviste...e, magari, ti danno anche un EPMrGreen

avatarsupporter
inviato il 01 Settembre 2017 ore 15:57

Nobile l'idea ma credo di difficile realizzazione, ogni fotografo per "onestà" dovrebbe specificare l'effettiva "location" dello scatto per dare quel valore aggiunto a chi percorre numerosi chilometri per fare una foto, qui nel forum si condivide e si commenta la qualità dell'immagine postata.

avatarjunior
inviato il 01 Settembre 2017 ore 16:27

Nobile l'idea ma.....ci sarebbe una classificazione eccessiva delle foto. Cerco di spiegarmi.Le oasi con vetri come vengono considerate? Sappiamo benissimo che il 90% delle foto ormai e' scattato con animali in semiliberta' ( le stesse aquile che ho scattato in Polonia sono attirate con la carne).....sono in cattivita' o libere?
Rischieremmo una deframmentazione delle foto....troppe situazioni differenti e classificabili
Rimane soltanto il proprio buon senso nell'ammettere certi scatti e dove sono stati effettuati.

avatarsenior
inviato il 01 Settembre 2017 ore 16:34

Temo, purtroppo, di non riuscire a spiegarmi. Non ne faccio un problema di distanza in km o di qualità intrinseca della foto. Dico solo che foto scattate in natura e foto scattate in ambiente controllato forniscono informazioni differenti. Sono testimonianza di "mondi" differenti, si rivolgono a sensibilità differenti e come tali andrebbero distinte. Le prime documentano una condizione naturale, non filtrata o condizionata dall'intervento umano, le seconde no! Si tratterebbe solo di collocarle nel posto giusto. Poi ciascuno sarà libero di apprezzare le une e le altre come meglio crede.

avatarsenior
inviato il 01 Settembre 2017 ore 16:44

Comunque, ringrazio i "colleghi" che sono intervenuti. Il confronto delle idee e lo scambio di opinioni è sempre un fatto positivo. Probabilmente resteremo tutti con le nostre convinzioni...e magari è giusto così. Indipendentemente dal luogo che frequenterete e dai soggetti a cui rivolgerete la vostra attenzione, buona luce a tutti!

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