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Jerry Uelsmann







avatarsenior
inviato il 07 Luglio 2017 ore 11:23

Jerry Uelsmann è uno dei maestri della fotografia americana, capace di influenzare l'ambiente fotografico gli anni 60, portando alla ribalta un nuovo concetto di estetica ed un nuovo linguaggio fotografico.

A metà tra il moderno ed il contemporaneo, Jerry Uelsmann attua una vera e propria rivoluzione d'immagine e di stile diventando il precursore di quella che poi è divenuta, a giorni nostri, la manipolazione digitale (tramite programmi di fotoritocco quali Photoshop) delle foto.
La manipolazione messa in atto da Uelsmann è ovviamente “analogica”, attuata mediante la tecnica della la sovrapposizione dei negativi. In fase di scatto, Uelsmann, utilizza una reflex mono-obiettivo ma in camera oscura arriva ad usare fino a dodici ingranditori. Ogni negativo va in un ingranditore diverso e la carta della stampa viene spostata da un ingranditore all'altro al fine di avere più esposizioni sullo stesso foglio (e quindi sulla stessa stampa finale). In pratica, tutto il genio di Uelsmann viene espresso nella camera oscura piuttosto che in fase di scatto: per Jerry lo scatto non è fine a stesso, non è il traguardo ma è la prima tappa di un viaggio creativo in cui va formandosi l'opera d'arte. Perché di opere d'arte si trattano: Jerry Uelsmann l'arte l'ha messa in tutti gli scatti realizzati, richiamandosi a Magritte, alla letteratura, alla filosofia ed alla psicologia.
I collage realizzati da Uelsmann, usando differenti foto e differenti soggetti, sono semplicemente unici. Le sue immagini, i suoi lavori, hanno un fascino ed una bellezza assoluti, senza tempo.

Il talento del fotografo è proprio nel riuscire a creare in ogni scatto un mondo onirico, surreale, ricco di significati e di profondità sempre nuovo e sempre diverso. Ogni opera sembra attingere ad una fonte creativa a se stante, creando quell'insieme di destabilizzazione, meraviglia, perplessità ed inquietudine tipici delle opere di Uelsmann. C'è inoltre da dire che le sue combinazioni sono sempre molto armoniche nonostante l'irrealismo. Il suo fine è quello di mostrare il mondo attraverso delle metafore per colpire la coscienza creativa di chi guarda.
Nelle immagini realizzate da Uelsmann è possibile scorgere l'ombra di Minor White, suo maestro, e di Beaumont Newhal, due fotografi che hanno pesantemente influenzato la visione artistica di Jerry al punto da spingerlo al suo “nuovo modo” di concepire la fotografia: la fotografia non è più testimone della realtà.

Jerry Uelsmann nacque nel 1934 a Detroit. Secondo figlio di una famiglia di droghieri, frequentò le scuole pubbliche con profitto ed iniziò ad interessarsi alla fotografia quanto era ancora un liceale (1948). Inizialmente Uelsmann si dedicò ai servizi fotografici per i matrimoni, cercando di riprodurre le opere dei grandi artisti della fotografia nel tentativo di perfezionarsi ma permettendo sempre alla sua creatività di irrompere nel suo lavoro, fidandosi del suo istinto e del suo intuito.
Dal 1955 al 1960 studiò presso il Rochester Institute Tecnology dove ebbe modo di apprendere le tecniche fotografiche da White Minor.

Presso l'Indiana University, nel 1958, lavorò come assistente di laboratorio ma ben presto optò per il dipartimento d'arte, dove studiò storia dell'arte. Nello stesso periodo, Jerry venne insignito dalle due università di due importanti riconoscimenti, ovvero il “Bachelor of fine arts” (Rochester Institute Tecnology) e il “Master of fine arts” (Indiana University).
Nel 1960 si iscrisse all'Università della Florida, iniziando nel contempo a rivoluzionare il mondo espressivo della fotografia. Nel corso dello stesso decennio, Jerry Uelsmann tenne varie mostre personali tra cui, nel 1967, un'esposizione al MOMA che gli permise di vincere il Guggenheim Fellowship. Nel 1966 affiancò alla sua professione (o meglio, passione) fotografica quella dell'insegnamento inizialmente in Florida e successivamente all'Indiana University (fino al 1998, anno in cui si è ritirato in pensione).

Negli anni 70 vinse numerose borse di studio fra cui una all'Università della Florida nel 1971 ed una nel 1972 presso il The National Endowment. L'anno seguente (1973), Uelsmann divenne ufficialmente membro della Royal Photographic Society inglese. In questi anni si trasferì definitivamente in Florida, innamorandosi della cittadina di Gainesville.
Fra il 1974 ed il 1977 esose la sua prima monografia, ricevendo il certificato di merito di Publication Designers ed il certificato di Eccellenza dall'American Institute of Graphic Arts per i contributi al New York Times.

Nel 1978 tenne probabilmente la sua mostra più importante, curata da Swarovski, al MOMA, che gli permise di ottenere una notevole visibilità internazionale. Oltre l'esposizione in questione, Uelsmann ha esposto in tutto il mondo, in centinaia di eventi.

Jerry Uelsmann, attualmente, vive a Gainesville con la sua terza moglie Maggie Taylor, anche lei artista, ed il figlio Andrew.

Sito ufficiale: www.uelsmann.net/

www.uelsmann.net/_img/works/ju_2.jpg
s-media-cache-ak0.pinimg.com/736x/d6/16/b4/d616b46641265d771ff5ce7a95e
www.digitalphotopro.com/images/stories/2016/mar/uelsmann/1.jpg
www.famousphotographers.net/wp-content/uploads/photo-gallery/jerry-n-u
mymodernmet.com/wp/wp-content/uploads/archive/HNDC5Q6DibXNne7fB9V2_108
nashvillearts.com/wp-content/uploads/2013/12/SelfReflection_2009.jpg

avatarsenior
inviato il 07 Luglio 2017 ore 11:53

Grazie Labirint e grazie Enzo Gomba per la segnalazione, non lo conoscevo, le immagini postate sono molto interessanti.
Un autore da conoscere più a fondo.

Peppe

avatarsenior
inviato il 07 Luglio 2017 ore 12:05

Intanto un grazie a Labirint per queste continue segnalazioni. Anche quando sono autori che non incontrano i miei gusti o oltre le mie capacità di apprezzamento, è sempre un qualcosa in più da conoscere.

Questa volta qualcosa mi arriva... di certo, se si considera il periodo, un mirabile esempio di inventiva e capacità tecniche.

Inquietante l'ultima foto linkata.. con quell'ombra sul fondo... colpisce davvero basso.

avatarjunior
inviato il 07 Luglio 2017 ore 13:18

grazie per la condivisione, tutte le opere sono spettacolari, pazzesco che siano realizzate in analogico.

avatarsenior
inviato il 07 Luglio 2017 ore 13:45

Ho visto, anni fa, una sua esposizione a Verona.

Colpisce molto il suo linguaggio surreale, carico di significati e metafore, le sue opere che potrebbero essere definite tecnicamente "iperfotografia" sono generalmente molto piacevoli e spesso dettate da intuizioni geniali.

Uelsmann è un'autore che ho trovato estremamente interessante e prolifico, un grande nel suo genere.

Consigliatissimo . . . !

avatarsenior
inviato il 10 Luglio 2017 ore 11:22

Uelsmann lo trovo geniale. Pensare che a quei tempi il digitale non esisteva.

avatarsenior
inviato il 10 Luglio 2017 ore 12:03

si faceva tutto in camera oscura a colpi di ingranditore e mascherature.

avatarsenior
inviato il 10 Luglio 2017 ore 14:41

Io conosco le sue Opere da circa 50 anni, era uno dei miei idoli quando fotografavo a pellicola, tanto che mi misi a fare fotomontaggi in pellicola, con tecnica diversa da quella di Uelsmann, e che mi fu insegnata da un grande della fotografia astratta e surreale italiana, Mario Bocci, viareggino doc, e persona amabilissima, che purtroppo è venuto meno di recente.

Chi ne ha l'opportunità, vada a vedere una mostra di Uelsmann, perché sono Opere veramente uniche e di una maestria compositiva e tecnica di eccellenza.

Un altro che, in digitale, ha ricalcato le orme di Uelsmann, senza però toccare le stesse vette, è Ben Goossens, belga, le cui Opere sono comunque da vedere.

Entrambi, sia Uelsmann che Gossens, secondo me, hanno risentito molto dell'opera di Rene' Magritte, belga come Goossen.

La fotografia astratta e surreale, ha il suo fascino, ed io l'ho sentito per oltre un paio di decenni, feci molte foto surreali, poi cambiai io, cambiai dentro, e smisi di farle, molti anni fa: in digitale, che rende il lavoro molto più facile e breve, non ho più fatto un fotomontaggio.

La vita è bella, ma è.......anche strana!

avatarsenior
inviato il 10 Luglio 2017 ore 14:58

Autore oltremodo interessante, fotoillustratori geniali come D. McKean, E. Johansson o il meno conosciuto J. K. Potter mi pare siano debitori nei confronti di questo precursore del genere.
Grazie Labirint.

avatarsenior
inviato il 10 Luglio 2017 ore 15:12

Ammetto che non conoscevo l'autore e mi è stato suggerito da Enzo Gomba, a me piace il surrealismo, avrei sempre voluto vedere una mostra di robert e shana parkeharrison che mi piacciono davvero tanto e ammetto che è stata una bella sorpresa questo autore davvero interessante

avatarjunior
inviato il 19 Luglio 2017 ore 12:33

Grazie La birint. Ti rispondo con ritardo perchè da quasi due settimaneho avuto un guasto al collegamento Internet. Sono contento di avertelo segnalato e vedo con piacere che l'autore è stato assai apprezzato proprio per il significato delle sue foto. Farò seguito con altre proposte più approfondite. Auguri.

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