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Thread filosofico (la vita, l'invecchiamento, la morte, la fotografia, le due ruote)


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avatarsenior
inviato il 07 Giugno 2017 ore 16:30

[Modalità Serio ON]
Amiche ed amici di JuzaPhoto,

E' da un po' che leggo il forum molto meno di quanto facevo solo poche settimane fa, contribuisco poco, e addirittura mi sento immune dalla Sindrome da Acquisto Compulsivo che, in precedenza, mi faceva dare un'occhiata periodica agli annunci dell'usato e alle offerte sul nuovo, e che mi faceva lèggere con interesse anche discussioni in cui si parlava di lenti che obiettivamente non avrei mai comprato (300mm F/2.8, ad esempio).
Ho anche smesso di guardare su base regolare se, su Canonrumors, la nuovissima 6D Mark II viene data per imminente.
Sto anche scattando poco.
E sto anche dedicando una parte limitata del mio poco tempo libero alla mia passione ufficiale numero 2, ovvero la realizzazione / implementazione di una App Android (spinta da un nobile fine: farmi quotare in borsa e diventare miliardario).

Un po' è dovuto al lavoro, ma non solo.

Credo che, in realtà, la colpa sia il ritorno della madre di tutte le passioni.
L'avevo sepolta nel 1993... o almeno, così credevo.



Ma lei ha aspettato. Lei non mi ha mai abbandonato.



Forse c'entra qualcosa anche il fatto che mia suocera (santa donna e santa nonna, davvero!) sia in cattive condizioni.
Non solo fisiche: su una cartella clinica si parla di sintomi di demenza.

Ad intermittenza, si dimentica di avere sei nipoti, si dimentica di avere un femore appena fratturato, chiede di tornare a casa. Si dimentica anche che, da tempo, non abita più "a casa", bensì in una residenza per anziani.

Rispetto le scelte altrui, ma io non voglio arrivare a quell'età in quelle condizioni.
Sono laico, e vorrei essere abbattuto non appena compariranno i primi sintomi di rimbambimento (beh, i primi ce li ho già da anni... diciamo i secondi!).
O magari anche un attimo prima: l'ideale forse sarebbe poter ordinare la propria esecuzione al compimento degli 80/85 anni, anche se apparentemente non ho problemi di salute. Aspettare potrebbe essere pericoloso.

In sintesi: non scoppio dalla voglia di invecchiare.




La madre di tutte le passioni sta tornando, dicevo.


Ho detto alla mia terzogenita le mie intenzioni ufficiali: entro la mezzanotte del 31 dicembre 2020 comprerò una moto.

Mia moglie è contraria, ed è soprattutto contraria al fatto che io ci vada in giro con una figlia che me lo chiede da anni.

Non guido una moto dal 1993 (gli scooter presi a noleggio in vacanza non contano), però...

Però... credo che il modo migliore di spiegare quello di cui sento la mancanza da oltre vent'anni sia ricorrere alle indimenticabili parole con cui Robert Pirsig descrisse la differenza tra un viaggio in macchina e un viaggio in moto (a proposito: Pirsig ci ha lasciato quest'anno: riposi in pace l'Autore della Metafisica della Qualità).

In macchina sei sempre in un abitacolo; ci sei abituato e non ti rendi conto che tutto quello che vedi da quel finestrino non è che una dose supplementare di TV.
Sei un osservatore passivo e il paesaggio ti scorre accanto noiosissimo dentro una cornice.
In moto la cornice non c'è più. Hai un contatto completo con ogni cosa. Non sei più uno spettatore, sei nella scena, e la sensazione di presenza è travolgente. È incredibile quel cemento che sibila a dieci centimetri dal tuo piede, lo stesso su cui cammini, ed è proprio lì, così sfuocato eppure così vicino che col piede puoi toccarlo quando vuoi — un'esperienza che non si allontana mai dalla coscienza immediata.



La terzogenita compirà 18 anni nel febbraio 2021. Mi ha chiesto di comprare una moto "da neopatentati" (max 35 KW), in modo che possa guidarla anche lei. Probabilmente prenderò una moto non impegnativa, ma con qualche KW in più.
Mia figlia mi ha fatto sottoscrivere il mio impegno all'acquisto e a scarrozzarla su un foglio (ho firmato a matita, e lei peraltro ha perso il foglio sùbito dopo).


...Quindi, per prepararmi al 2020, ho dedicato il mio tempo libero a lèggere le caratteristiche e le prove delle due ruote: i modelli papabili vanno da una leggerissima ma pepata monocilindrica KTM ad una aggressiva tricilindrica Triumph, passando per alcune bicilindriche (Yamaha, Honda, Ducati ecc.). Nuova o usata? Chi lo sa. C'è tempo per questi dettagli.

Nello scorso millennio guidavo una tranquilla semi-carenata, mentre ora credo di essere interessato alle "naked" (sempre nel segmento "moto tranquille", naturalmente).

Ho scoperto che, nel frattempo, l'ABS è diventato obbligatorio e che le soluzioni di personalizzazione after market (dalla marmitta rumorosa alle sospensioni ultra-regolabili) sembrano molte di più che "ai miei tempi". O forse è solo che, con internet, è più facile scovarle.

Decisione importante.
Irreversibile?
Boh.
Il 2020 è ancòra lontano.

[Modalità Serio OFF]

Alla prossima!

avatarsenior
inviato il 07 Giugno 2017 ore 16:57

Avrai certamente notato un altro accessorio ora obbligatorio che cambia parecchio l'esperienza delle due ruote : il casco
Cool

avatarsenior
inviato il 07 Giugno 2017 ore 17:54

Insomma hai mai provato a scattare una foto con il casco (seppur a visiera alzata! ) io preferisco farlo da un finestrino, magari di un treno MrGreen
Modalità semiseria a parte i tuoi post sono sempre gustosissimi ! Grande Ignatius!
Ti auguro di non diventare mai miliardario finiresti per perdere il senso dell'umorismo ;-)

avatarsenior
inviato il 07 Giugno 2017 ore 20:20

Concordo pienamente sul discorso vecchiaia, per me uno se ne dovrebbe andare al max entro i 50 anni e se mi toccasse domani non farei manco una piega, altro che 80 o 85, spero proprio di non diventare mai così vecchio. Oh! Non insultatemi però, lo so che sono idee poco condivisibili dalla maggior parte delle persone.

avatarjunior
inviato il 07 Giugno 2017 ore 22:03

Andare in moto è come andare in bicicletta, una volta che hai imparato non lo scordi piu', e se ti appassiona..... puoi lasciarla li anche trent' anni, ma non muore mai, io ho ricominciato da circa dodici anni dopo una pausa di oltre dieci, e quando riesco a ritagliare un po' di tempo salto in sella e via, vado a fare qualche foto, dico in casa, ma poi non riesco a fermarmi, e' davvero troppo bello gironzolare in moto per l' appennino ( tosco- emiliano nel mio caso ). Il mio cavallo d' acciaio e' una piccola yamaha xtx 660 ( motard ) e spesso mi accompagna anche mio figlio, buona scelta e buon divertimento !!!!
Franco

avatarsenior
inviato il 08 Giugno 2017 ore 1:43

L'unica volta che ho inforcato uno scooter sono caduto rovinosamente nel giro di due minuti ( credo di aver mollato bruscamente la frizione, accelerando, in una marcia bassa ...peggio di così. ) Avevo 18 anni appena compiuti. Ora ne ho 68. Non posso rimpiangere le due ruote.
Ma il tema è anche un altro.
Se si vive, invecchiare è inevitabile.
Dipende da come si invecchia ( e non è nè un luogo comune, nè un'ovvietà ).
Dipende dal fatto di avere rimorsi o di avere rimpianti. O di non avere nè gli uni nè gli altri.
Come ci troviamo davanti a un bel tramonto ? Certo, ci troviamo anche con la sottilmente amara consapevolezza che una bella giornata sta per finire. Ma se siamo capaci di gustarlo per quello che è, diventa una cosa più che accettabile.
Credo di essere una persona disposta a cambiare parere sulle cose.
Ma di poche sono abbastanza certo.
Tra le quali una: credere di essere padroni e controllori della propria vita e della propria morte,è un modo abbastanza certo per rovinarsele entrambe.

avatarsenior
inviato il 08 Giugno 2017 ore 6:22

"Se si vive invecchiare é inevitabile"


@Diebu presumo tu non abbia figli... credimi sulla parola: mentre ti avvicini ai 50, con figli in tenera età, tendenzialmente speri di esserci almeno sino a che diventino "grandi"! Abbastanza grandi da affrontare il mondo e da essere un minimo autosufficienti!
Mio padre non è invecchiato o forse è invecchiato troppo rapidamente (in sei mesi 17 anni fa), capita spesso il rammarico per ciò che si è perso e per averlo perso così... ecco non saremo padroni del nostro destino ma ogni tanto crederlo aiuta molto, a migliorare il proprio stile di vita o anche solo a prendere consapevolezza del fatto che non siamo immortali... proprio nella speranza di esserci e non perdersi nulla di un figlio!

avatarsenior
inviato il 23 Giugno 2017 ore 15:13

Grazie a tutti i partecipanti a questo thread filosofico-motociclistico: Giuliano, Diebu, Franco e Paolo: vi ho letto più volte.
Grazie anche a chi ha letto senza scrivere.

_______________________________________

Nel frattempo, c'è qualche novità, più filosofica che motociclistica. E non mi riferisco ai rumors, ormai consolidati, sulla Canon 6D Mark II.

Nel primo post parlavo di una suocera che invecchia, inevitabilmente degenera fisicamente e mentalmente, e della moto. La vita da vivere, finché c'è.


Venerdì scorso ero partito con la moglie e la terzogenita in macchina, direzione Portogallo.
La suocera era stabile.
Volevamo fare una settimana di trekking lungo la Rota Vicentina (lungo le coste portoghesi: immagino che sia qualcosa di simile ad una versione laica del Cammino di Santiago) e poi qualche giorno nelle città.
Sarete tutti/e ansiosi di sapere che, date le temperature previste e i 20/30 km giornalieri, con me era venuta la 6D con il solo 24-105 IS prima serie.

Dopo il primo pernottamento in suolo spagnolo, sabato mattina mio cognato ci ha avvisato che la casa di riposo aveva chiamato per dirgli che la suocera aveva improvvisamente avuto problemi respiratori, e le avevano dato della morfina. Poco dopo ci ha detto che il medico, visto di persona, con una serie di "mi dispiace", gli aveva fatto capire che era rimasto pochissimo tempo.

Eravamo a sud di Tarragona. Abbiamo invertito la rotta. Ho proposto a mia moglie di prendere un aereo a Barcellona, mentre la figlia ed io proseguivamo il viaggio in macchina, ma ha risposto che non sarebbe stata tranquilla a sapere che facevo centinaia di chilometri da solo, pur fermandomi a dormire da qualche parte (è un po' ansiosa, "ma questa è un'altra storia, e si dovrà raccontare un'altra volta", come dice Michael Ende).

Abbiamo pernottato a Nimes, in Francia, e il mattino dopo, mentre guidavo e dall'iPod provenivano le note di "Father Kolbe's Preaching" della colonna sonora di "The Truman Show", è arrivata un'altra telefonata.





Durante la notte, mia suocera se n'era andata.

Con la morfina, mia suocera non aveva ripreso coscienza e, se anche fossimo arrivati prima, lei non se ne sarebbe accorta.


Cosa si fa in questi casi?
Ci si dice che ha avuto una vita complessivamente bella: non agiata ma con due bravi figli, sei nipoti che le volevano e le vogliono bene (e anche un tesoro di genero, diciamolo!).
Ci si dice che, per una persona dinamica come era lei, stare per anni in una sedia a rotelle o, peggio, immobilizzata a letto, sarebbe stato molto peggio.

Si parla con i parenti, ci si occupa di varie faccende burocratiche.
Si cerca una fotografia, di qualche anno prima ma non troppo, adatta per il loculo.



Sempre Robert Pirsig, sempre "Lo Zen E L'Arte Della Manutenzione Della Motocicletta", forse per coincidenza ma forse no, ci offre una visione della Morte.


Era una persona reale, viva, che occupava un tempo e uno spazio su questo pianeta: e ora, d'un tratto, dov'era finito? Era salito su per la ciminiera del crematorio? Era nella piccola urna piena di ossa che ci avevano restituito? Stava suonando un'arpa d'oro su una nuvola lassù? Nessuna di queste risposte aveva senso.

La domanda da fare era: A che cosa ero così attaccato, io? A qualcosa che si trovava solo nella mia immaginazione? Quando si è stati in un ospedale psichiatrico questa non è mai una domanda oziosa. Se [..] non era immaginario, dov'è andato?
Le cose reali scompaiono e basta? Se è così, è un bel guaio per le leggi fisiche della conservazione. Ma se ci teniamo alle leggi della fisica, il [..] che è scomparso era irreale. Gira, gira, gira... Ogni tanto scappava via, così di punto in bianco, solo per farmi arrabbiare. Ma prima o poi ricompariva; adesso però dove sarebbe potuto ricomparire? Perché in fin dei conti, dove era andato questa volta?

Quel girare in tondo alla fine si arrestò quando capii che prima di chiedersi «Dove è andato?» bisognava chiedersi: «Che cos'è il "[..] " che se ne è andato?». È un vecchio vizio culturale quello di pensare alle persone innanzitutto come a qualcosa di materiale, qualcosa fatto di carne ed ossa. Finché questa idea reggeva, il problema era insolubile. Gli ossidi che erano nella carne e nelle ossa di [..] , naturalmente, sono saliti su per la ciminiera del crematorio. Ma non erano [..] .

Quello che bisognava capire era che il [..] di cui sentivo tanto la mancanza non era un oggetto ma una sorta di ampio disegno, e che anche se la carne e le ossa di [..] facevano parte di questo disegno, la cosa non finiva lì. Il disegno era più vasto di [..] e di me, e ci legava con rapporti che noi non capivamo né padroneggiavamo fino in fondo.

Ora il corpo di [..] , che era parte di quel disegno più ampio, non c'era più.
Ma il disegno restava. Al centro c'era un grande strappo, un buco, ed era di lì che veniva tutto il dolore. Il disegno cercava qualcosa a cui attaccarsi e non lo trovava. È forse per questo che le persone in lutto sono così attaccate alle lapidi e agli oggetti o ai ritratti dei morti. È il disegno che cerca di mantener salda la propria esistenza incentrandosi su questo o quel nuovo oggetto materiale.

Un po' più tardi, quando tutto fu più chiaro, capii che questi pensieri erano assai vicini a concetti che si trovano in molte culture 'primitive'. Se si prende quella parte del disegno che non è la carne e le ossa di [..] e lo si chiama «spirito» o «fantasma» di [..] , si potrà dire senza ulteriori traduzioni che lo spirito o il fantasma di [..] sta cercando un nuovo corpo. Quando cose del genere ci vengono presentate come credenze dei 'primitivi' le consideriamo superstizioni, perché per «fantasma» o «spirito» intendiamo qualcosa come un ectoplasma materiale, e non pensiamo invece che il loro significato potrebbe essere tutt'altro.




Una mia figlia ha detto che la nonna si è reincarnata in uno dei gemelli di Beyoncé.

avatarsenior
inviato il 23 Giugno 2017 ore 16:03

@Ignatius: prima di tutto una breve riflessione. Non ci conosciamo e, forse, non ci accadrà di incontrarci. Eppure...gli eventi che ti sono occorsi mi fanno comprendere una volta di più il fatto che è così importante raccontare, ascoltarsi veramente, partecipare. Una vicenda, per certi versi, non molto diversa da quella che ho vissuto in occasione della morte di mio padre, ormai molti anni fa. Non è necessario che io la racconti qui. Ma una cosa così naturale come la morte di una persona vicina ci accomuna tutti; molto di più di quanto siamo abituati a pensare abitualmente. E' poco, ma è tanto.

Poi mi viene subito in mente un'altra cosa: come tutto, in poco tempo, si sposti, possa cambiare e ci spinga a riflessioni, come la tua, che contano davvero. Il 3D che hai aperto e, in particolare il suo titolo, anticipavano i fatti, ma non secondo la cosiddetta 'legge di Murphy', alla quale credo poco. Piuttosto secondo una inspiegabile intuizione che ci sfugge e di cui siamo capaci.
A quanto ne so, siamo gli unici esseri viventi consapevoli dell' Amore, che fa sì che i nostri morti sopravvivano nei nostri affetti: il primo rudimentale, ma solido, argomento sull'immortalità dell'uomo. Io. poi, vivo anche altre ragioni, legate alla mia povera fede. Ma qui mi fermo per non essere invadente e per mantenere il giusto rispetto per il credo ( o non-credo ) altrui.

Un caro saluto

Paolo

avatarjunior
inviato il 21 Marzo 2018 ore 14:38

Probabilmente anche l'ultimo elettrone di un'atomica è convinto di poter andare, sempre, dove vuole, ma quando il Bottone viene premuto, se ne va (non si sa dove) come tutti gli altri.

franco santi

avatarsenior
inviato il 26 Giugno 2020 ore 13:27

Nel 2017 scrissi:
Ho detto alla mia terzogenita le mie intenzioni ufficiali: entro la mezzanotte del 31 dicembre 2020 comprerò una moto.


A fine maggio 2020 la moto è arrivata, dopo indecisioni simili a quelle relative all'acquisto di una macchina fotografica o un obbiettivo... anzi, molto di più!

Riepilogo: prima pensavo a una bicilindrica naked media usata (dalla Yamaha MT-07 a BMW F800R), poi ho pensato che dopo tanti anni poteva essere opportuno qualcosa di più piccolo (tipo Yamaha MT-03 da 321cc, Kawasaki Z400 o BMW G310R, al massimo una Honda CB 500 F)... da neopatentato, in effetti.

Ma quelli con cui ne parlavo mi dicevano che mi sarei stufato dopo un mese e l'avrei rivenduta subito.

Qualche mese fa ho comprato il casco (mia moglie non mi ha parlato per diverse ore), e anche il commesso dello storico negozio 5 Anelli di Milano mi ha suggerito di orientarmi su una media.

Quindi, alla fine, ero indeciso fondamentalmente tra due Yamaha una più sportiveggiante MT-07 e la più classica XSR 700.

Lo stesso telaio di MT-07 e XSR 700 viene usato da Yamaha anche per un modello più turistico (leggermente più lunga, alta e comoda): la Tracer 700. Non l'avevo mai presa in considerazione.


Finito il lockdown, sono andato a vederne una (anno 2017, 27.304 chilometri) in un concessionario.
Non mi aspettavo che, pur avendo la sella 3-4 centimetri più alta delle sorelle "naked", uno normale come me (176 cm) toccasse abbastanza bene a terra.

Era dello stesso colore di quella del meravigliosissimo, epico, shakespeariano video promozionale d'epoca.





Forse è stato proprio il romantico video... o forse il fatto che ha il parabrezza regolabile, come la mia antica Yamaha Diversion 600 di 27 anni prima... o forse il fatto che ho pensato che avrei potuto sopportare quei 15 chili in più rispetto ai due altri modelli, e sarebbe stata più comoda e stabile in caso di viaggi extraurbani...

Sono tornato dal concessionario con mia moglie e ho firmato la proposta.
L'unica condizione che lei ha posto è stata che, prima di ritirarla, andassi a comprare una giacca nuova con protezioni ai gomiti, alle spalle e paraschiena. Un altro giro ai 5 Anelli.

Il 29 maggio l'ho ritirata.

Il traffico post lockdown era scarsissimo ma comunque, quel giorno, prima di immettermi in Viale Sarca uscendo da un portone e girando a sinistra, con l'ansia che la moto potesse spegnersi mentre ero a metà... ho guardato almeno 2 minuti, finché l'orizzonte non era completamente sgombro di auto e bici.

Il primo giorno è stato, com'è giusto che sia, imbarazzante: qualche spegnimento, una sgasata, frecce lasciate accese dopo le curve, clacson attivato per sbaglio quando dovevo mettere la freccia...
Il giorno dopo è andata un po' meglio.

Poi ho provato a fare un tragitto urbano casa-lavoro, e mi sono accorto che nelle rotonde strette avevo poca sicurezza.

E poi, ai miei tempi, il tranquillo quadricilindrico a carburatori non aveva l'on-off che ha questa bicilindrica euro 4 (traduco: quando si rilascia l'acceleratore e poi si torna ad accelerare, la ripresa è accompagnata da una sorta di strattone poco progressivo).

Poi sono seguìti alcuni giorni di pioggia e poi di quarantena. [Ho fatto l'esame sierologico e ho avuto un risultato "dubbio", per cui sono rimasto a casa fino all'arrivo dell'esito negativo del successivo tampone: credo di avere affrontato il virus a fine 2019, "ma questa è un'altra storia e si dovrà raccontate un'altra volta" (Michael Ende, "La Storia Infinita")] .



Questa settimana sono andato di nuovo al lavoro in moto, e mi accorgo che, se mi concentro su qualcosa letto sui manuali o visto nei tutorial su YouTube, un po' per volta miglioro.

Tra i tutorial che mi ispirano, mi sono stati utili quelli di Moto.it (ma sicuramente ce ne sono altri), ad esempio:





Ieri, per esempio, mi sono concentrato su "guardare in fondo alla curva": lo sguardo aiuta in qualche modo il corpo a spostarsi, e le rotonde sono andate un po' meglio.
Oggi mi sono focalizzato su "spalle rilassate" (che per un neofita di ritorno non è immediato), e mi è sembrato di scorrere meglio.

Prima o poi affronterò un'uscita della tangenziale vicina a casa mia che, lo confesso, mi preoccupa perché ha un raggio di curvatura che si riduce abbastanza bruscamente verso la fine... e cercherò di non sbattere contro il guard-rail. Eeeek!!!
Con le macchine moderne ci si può distrarre e, con ABS ed ESP, frenare anche energicamente mentre si è in curva, ma la frenata in curva in moto non è sicuramente una delle competenze che posso dire di avere acquisito.

Sono un ultracinquantenne con famiglia, e quindi prudente... meglio troppo prudente che troppo poco. Un passo alla volta: farò qualche prova di curva con freno posteriore al parcheggio del cimitero di Bruzzano, che mi sembra un posto adeguato (se cado e mi ammazzo, sono già pronto per la sepoltura! MrGreen)


Fra l'altro, io ho fatto la patente B in un periodo in cui valeva anche come patente A, per cui non ho avuto un insegnante di guida su due ruote. Sono stato autodidatta, e certi dettagli importanti (es. in curva non si frena, se non con il freno posteriore) sono quasi sicuro di non averli saputi nemmeno 27 anni fa.

La terzogenita domani torna dalla Germania, dove ha fatto l'anno scolastico all'estero. Quando avrò un po' più di confidenza con la moto, le farò comprare un casco e una giacca e la porterò... che so, per 200 metri, anzi facciamo 250!


Pace e bene!

avatarsenior
inviato il 26 Giugno 2020 ore 15:58

Ciao Ignatius,
la madre di tutte le passioni
come non darti ragione!
In vita mia (dai 18 anni in poi) sono riuscito a stare solo due anni senza due-ruote: mi era andata a pezzi quella che avevo, e in quel periodo non me ne serviva un'altra. Poi nel 2001, tornato al mio vecchio lavoro, un giorno ho letto un'inserzione che proponeva una vecchia Suzuki GS 750 del '77 per 1.000 Fr, collaudata e funzionante. Sono andato a provarla e l'ho presa, lì sui due piedi. Era la stessa che aveva mio padre 23 anni prima, e che avevo quindi già guidato. Ho provato le stesse sensazioni, e non ho saputo resistere... per la felicità di mia moglie Confuso
L'ho usata tutti i giorni durante 8 mesi all'anno per 14 anni senza troppi problemi. Poi l'ho messa sotto un telone e ne ho presa un'altra, un pochino più moderna, che uso tutt'ora ;-)
Non riuscirei a stare senza Cool Non faccio viaggi e pochissime escursioni, la uso per gli spostamenti quotidiani, ma senza non riuscirei proprio a stare.

Quindi, forza Ignatius!!! ;-)
Attento però, ci vogliono almeno 6 occhi: tre davanti (uno solo per guardare a terra dove metti le ruote), uno per lato e uno anche dietro MrGreen

Saluti, Roberto

avatarsenior
inviato il 26 Giugno 2020 ore 16:46

Grazie per l'incoraggiamento e complimenti per la costanza! Sorriso

A proposito dei sei occhi, purtroppo è verissimo, almeno in Italia.
Considerando anche il numero di persone che guida l'auto mentre usa lo smartphone, è bene avere un atteggiamento... diciamo pure "paranoico": se attraversi un incrocio e hai la precedenza, non è detto che chi arriva te la dia; se un semaforo è verde per te, non è detto che chi ha il rosso si fermi, qualcuno potrebbe aver deciso di parcheggiare dietro una curva a destra cieca, e così via... anzi: UNA PETROLIERA POTREBBE AVER DISPERSO IL SUO CARICO IN UNA STRADA DI CITTA', RENDENDOLO SCIVOLOSO E PERICOLOSO! PANICO!!! Eeeek!!! Eeeek!!! Eeeek!!!

Insomma, sono sicuro che sarò uno dei centauri più lenti del mondo Sorry, ma spero di guadagnare in sicurezza quello che perdo come tempi di percorrenza. Sorriso

avatarsenior
inviato il 26 Giugno 2020 ore 16:53

Vedo che sai già tutto! Cool
Un po' di doti di preveggenza non fanno mai male, cioè saper prevedere ciò che faranno gli altri. Se uno è fermo ad uno stop, lo guardo negli occhi per capire se mi ha visto... sì, la paranoia ci vuole! ;-)MrGreen

Buon vento! Cool

avatarsenior
inviato il 26 Giugno 2020 ore 17:15

mio figlio si e' comprato una ktm 350 monocilindrica.

ogni tanto faccio un giro... bella moto, leggera, tiene bene strada e piega...
pero'... sembra di andare in giro sulla mia motozappa.
Il motore e' buono e potente... ma la sensazione di guidare una motozappa e' quella e rovina ogni poesia.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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