| inviato il 09 Giugno 2017 ore 16:16
@Gian Carlo F ve bene, sono d'accordo che comanda la distanza perchè è dal punto di ripresa che dipende tutto l'insieme della prospettiva ecc. ecc. ma domando umilmente se è una consuetudine (che per carità, è anch'essa fonte del diritto), o lo dici per esperienza o c'è scritto da qualche sacro testo o deriva da qualche dimostrazione matematica che la distanza "canonica" è 1 metro e mezzo ? Col 135 da 1,5 m ci fai un primissimo piano. |
user28666 | inviato il 09 Giugno 2017 ore 18:22
Ma davvero fate tutti questi conti per fare un ritratto? Se uno decide per un 85 o un 135, in fase di ripresa, in base a quello che vuole fotografare si regola di conseguenza a che distanza porsi. Alcune focali accentuano i lineamenti più di altri deformandoli, ma ho visto ritratti fatti col 28mm a dei mezzi busti. Nessuna distorsione e li sta il manico di chi fotografa. Alla fine la fotografia non è solo regola ma bisogna metterci anche dell'estro |
| inviato il 09 Giugno 2017 ore 18:27
Beh.....un mezzo busto fatto col 28 e senza distorsioni lo vorrei vedere.... Mi sembra di sentire un certo Cos che affermava di fare ottimi primi piani senza distorsioni...... Lo invitai a mandarmi un esempio di foto di matrimonio.....della sposa..... La sto ancora aspettando e son passati già 3 anni.... |
| inviato il 09 Giugno 2017 ore 23:21
Gr8wings perché quella all'incirca è la distanza a cui stiamo normalmente tra persone. Il nostro cervello memorizza come normali quegli effetti prospettici |
| inviato il 09 Giugno 2017 ore 23:43
bel nasone!!!che si vede. |
| inviato il 09 Giugno 2017 ore 23:56
Sono sì ritratti ambientati, ma con il soggetto sempre al centro e che occupa meno di un terzo del frame. Se vai oltre come nell'ultimo distorci per forza. Io al 28 per ritratto ambientato ci sto pensando ma siamo veramente ai limiti.... |
| inviato il 10 Giugno 2017 ore 1:05
La distanza di 1 metro e mezzo è valida indicativamente ma non è per forza la migliore.È sicuramente il minimo o quasi a cui si deve stare, questo sì. Io preferisco focali più lunghe e la distanza spazia tra i 2 ed i 5 metri.( ovviamente mi riferisco ai mezzi busti).Il soggetto si sente più a suo agio ed i visi risultano più piacevoli e proporzionati. Questa la mia modesta esperienza di ritrattista. |
user28666 | inviato il 10 Giugno 2017 ore 7:46
Anch'io preferisco stare un pelo più lontano dei 2 metri per non interferire con quello che sta facendo il soggetto (Non faccio quasi mai ritratti in posa a modelle o in studio). Comunque in mezzo a tutti questi numeri Abbey si sarà perso e si starà innamorando del suo 135 Art. Chissà quando ci farà vedere qualcosa! |
| inviato il 10 Giugno 2017 ore 8:35
Parlate di distanze tirando in ballo motivi estetici standard da ritrattistica preconfezionata, ancorata ai primi insegnamenti anni '70, se non addirittura '60. Dimenticando a mio avviso, che la ritrattistica oggi non sono le belle figurine ma sono un'espressione comunicativa che è sempre più legata all'emozione stessa che suggeriscono le differenti distanze. Parlare di nasone nelle immagini linkate da Fullerenium è la dimostrazione di pregiudizio. Vivete la prospettiva come un incubo e cercate un frivolo senso estetico standardizzato al posto di un linguaggio vostro da utilizzare. Pazienza per le signore di turno che vogliono apparire simili alle modelle delle riviste patinate, ma quelli dietro la fotocamera siete voi, mentre a me spesso leggendovi, mi sembra di ascoltare loro... __________________________________________________ “ Tu dimmi quando, quando dove sono i tuoi occhi e la tua bocca forse in Africa che importa. Tu dimmi quando, quando dove sono le tue mani ed il tuo naso verso un giorno disperato ma io ho sete ho sete ancora. „ Pino Daniele |
| inviato il 10 Giugno 2017 ore 9:29
La ritrattistica per me è anche il pane. Il mio modo di fotografare mi piace e "paga", quindi due piccioni con una fava. Le foto linkate da Fullerenium più che nasoni sono dispersive ed obbligatorie.Troppa aria attorno.... Chi da me prende un ritratto, non vuole certo delle foto così. Il 28 è ottimo ma per ritratti " ambientati". |
| inviato il 10 Giugno 2017 ore 11:10
@Oco, ti potrei far vedere ritratti bellissimi (non miei) scattati negli anni '60 e '70 fatti con dei fisheye, dei 24mm o o dei catadiottrici, ma secondo te a quei tempi si usava il metro per fare i ritratti? Dai.... La sperimentazione, la trasgressione dalla "normalità" ammesso che esista, c'è sempre stata e sempre ci sarà. Secondo me è utile sapere però che una certa distanza di (1-2m) è il range normale, poi ciascuno fa come crede in relazione ai suoi gusti e all'effetto che desidera avere (ieri come oggi e domani) |
| inviato il 10 Giugno 2017 ore 11:22
se leggi Oco è un probabile astigmatismo. nelle prime 4 righe dici appunto che si è fatto, ma come trasgressione e non come canone. oggi andrebbe fatto come linguaggio, lasciandoci alle spalle canoni e trasgressioni. tuttavia il discorso "commerciale" di Giuliano è corretto e comprensibile. |
user92023 | inviato il 10 Giugno 2017 ore 13:26
@Ooo. L'"espressione comunictiva" evolve, o involve, nel tempo. Anche nello scrivere... Spesso leggo "apposto", "gnente", "o" (voce del verbo avere), mancanza, o sovrabbondanza, di soggetti nella stessa frase, ecc.. Roba vecchia! Agli inizi del '900 -ci provarono anche Marinetti & Co. (I futuristi), ma non ricordo un loro grande successo! Roba "vecchia"! "Vecchi" arnesi ruggini con cui, secondo me e secondo la mia esperienza di vita, soggetti affetti da disturbo istrionico della personalita' tentano di contrabbandare la loro insipienza creativa per creativita', appunto. Il principio (quello della distorsione gnomonica) e', del resto, applicabile non solo a ritratti & nasoni. Ha senso mostrare un nuovo modello automobilistico inquadrando una coda da 40 cm. con un grandangolare spinto? Si capisce qualcosa, di quella vettura e delle sue PROPORZIONI, se non la "creativita'" dell'improbabile "fototelecine operatore"? Ed un bel castello ripreso, con le stesse modalita', con un bel panettone antiparcheggio (che apparira', nell'immagine finale, piu' imponente del castello stesso) a far da assurda quinta al maniero? Bah! Nel mio personalissimo vocabolario "l'espressione comunicativa" ha un'altra valenza, ed in mancanza di essa mi pongo, senza complessi/senza vergogna, nel piu' modesto ambito dell'immagine -semplicemente/CORRETTAMENTE, pero'- documentativa . Tra l'altro "tento" di esprimermi nel mio povero italiano, e non in dialetto ne' romanesco ne' natio (pavese, per la cronaca...sono bilingue!)! Ciao. G. |
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