user31483 | inviato il 23 Giugno 2017 ore 12:42
è la società ormai ad essere profondamente superficiale... si nota anche dalla pochezza di riflessione su cosa si commenta... in un mondo che si misura sull'esteriorità delle cose, sul giudizio che si da alle persone senza poi conoscere sè stessi...sul bisogno immediato di appagamento per qualsiasi cosa; non si può sperare che producendo foto, materiali o oggetti ci sia la stessa qualità di chi ci ha preceduto... un tempo gli oggetti parlavano e raccontavano le loro storie, così come anche le foto e tutto il resto... oggi non raccontano nulla... osservando le mie foto mi accorgo che non vanno oltre la bellezza estetica, e a me ciò non basta... beato chi si accontenta |
| inviato il 23 Giugno 2017 ore 14:22
@Eleuterio “ un tempo gli oggetti parlavano e raccontavano le loro storie, così come anche le foto e tutto il resto... oggi non raccontano nulla... osservando le mie foto mi accorgo che non vanno oltre la bellezza estetica, e a me ciò non basta... beato chi si accontenta „
Dipende tutto da cosa vai cercando (e questo già lo sai), ma soprattutto da cos'hai dentro da esprimere. Oppure da cosa trovi attorno a te da mostrare o raccontare. Se mancano queste ultime due cose, inevitabilmente le foto risulteranno vuote. E' già difficile riuscire a far trasparire ciò che si prova (o che prova il soggetto) figuriamoci far trasparire qualcosa che non c'è nemmeno...
Le cose di un tempo ci raccontano delle storie per il semplice fatto che sono di un'altra epoca che non conosciamo, e che quindi ci desta interesse. Le nostre foto racconteranno qualcosa (forse) ai nostri figli e nipotini.
Ciao, Roberto |
user90373 | inviato il 23 Giugno 2017 ore 16:30
@ Skylab59
“ All'interno di un gregge ci si sente sicuri. Se ci si trova nelle posizioni di testa di un gregge ci si sente realizzati.
Beeeee
Un lupo solitario forse si sente solo, ma di sicuro fa una vita più interessante.
Una pecora che si è persa e non trova più il suo branco è... spacciata „
A proposito di pecore:
www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=2382975
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| inviato il 23 Giugno 2017 ore 16:44
Vedo che in questi giorni tanti si sentono arrivati al capolinea (fotografico). Sarà il caldo, la crisi di mezza età...
Ma una cosa è smettere di pubblicare immagini, un'altra è smettere di scattarle.
Una passione non si cancella così facilmente, al massimo la si mette a riposare per un po', perchè si rigeneri.
Forse il continuo confronto genera un senso di disagio da overclicking.
L'astinenza può essere una cura, oppure fotografare solo quando c'è effettivamente qualcosa che valga la pena di essere immortalato. Quando si ha uno stimolo vero, senza che ci si senta obbligati a farlo per tenere alto il livello del confronto con gli altri. Della serie: ci sono, ci sono anch'io... click, click, click. 
Ciao, Roberto |
user90373 | inviato il 23 Giugno 2017 ore 16:52
@ Skylab59
“ Ma una cosa è smettere di pubblicare immagini, un'altra è smettere di scattarle. „
Per me vale la prima ipotesi, scendo dalla giostra e la guardo girare. Ora vedo bambini a bordo di carri armati, aerei da guerra che mitragliano tutto attorno, quando torneremo, se mai torneremo, ai bianchi cavallini di legno, se non sarà troppo tardi, risalirò. |
| inviato il 23 Giugno 2017 ore 17:07
Ettore, a me dispiace vedere persone che si fanno buttar giù il morale dalle meccaniche dei "social". Qui non ci sono solo menti infantili che sparano con il bazooka, ci sono anche persone positive con la testa sulle spalle, con le quale è un piacere poter dialogare. Forse si dedica poco tempo per guardare bene il lavoro altrui. Del resto il monitor di un PC non è il supporto migliore per assaporare una buona fotografia.
I bianchi cavallini di legno si possono sempre usare... sta ad ognuno di noi scegliere. Il rischio è quello di fare la figura della pecora nera, ma chissene...
Ciao, Roberto |
user90373 | inviato il 24 Giugno 2017 ore 10:24
Le meccaniche dei social sono quel che sono, una volta capito che non fanno per noi si cambia, inutile cercare di cambiarle, deleterio assuefarvisi. |
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