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Fotografia e Maschere


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Fotografia e Maschere, testo e foto by Beppeiaf. Pubblicato il 10 Marzo 2017; 4 risposte, 4835 visite.


Il titolo potrebbe far pensare al solito reportage dal carnevale di Venezia ma, questa volta non è così, il soggetto mi pare troppo inflazionato e sicuramente ci sono fotografi che hanno reso la magica atmosfera della festa molto meglio di quello che potrei fare io, quindi nessun omaggio ai grandi che hanno descritto al meglio la città e la festa.
L' idea di mettere insieme un progetto con dei ritratti alternativi mi frullava in testa da tempo ma, non era semplice dare forma ai propri sogni (incubi?).
Dopo molte letture è quindi maturata l' idea di ritrarre modelle mascherate, travisate o coperte, lasciando il più possibile all' immaginazione di chi osservava le foto, quando ne ho accennato non ho trovato nessuno che mi appoggiasse o che ritenesse l' idea fattibile ma, non mi sono arreso ed ho proseguito.
Il primo problema nell' organizzare i vari set, è stato quello di trovare delle modelle che fossero a loro agio a posare mascherate, problema che può sembrare banale ma, che in fase di scatto diventa determinate. Quindi, non senza qualche imbarazzo, ho chiesto a chi conoscevo se fosse stata disponibile ricevendo qualche occhiata dubbiosa.
Organizzata questa prima fase, si è passati alla preparazione iniziando con il reperire il materiale per preparare il look, cosa non semplice vista l' impronta che si voleva dare al progetto ma, grazie anche all' aiuto del mercato on-line, sono riuscito a reperire tutto quello che mi serviva (quasi tutto penso).
Tutto questa parte è quella che io ritengo preponderante rispetto alla scatto vero e proprio.
Per mia formazione e per quanto concepisco io la fotografia, credo che il flusso di lavoro parta sempre a ritroso ovvero, normalmente io visualizzo mentalmente l' immagine finale che voglio ottenere e quindi inizio a pensare come ottenerla.
Ricercando la modella, quello che serve come asset, come curare il look, la location adatta, le luci e tutto il resto.
Lo ritengo il metodo migliore e che possa fare la differenza con la foto scattata per caso uscendo con la macchina fotografica.
Anche la semplice ricerca delle varie location non è stata semplice, era necessario trovare dei posti isolati per avere la necessaria riservatezza ma, che garantissero una certa "teatralità", non si poteva certo pensare ad una spiaggia o a una location in città.
E ovviamente la scelta della location doveva essere pensata per poter garantire di scattare anche in condizioni di tempo avverso perchè, ed immagino che molti lo sappiano, far coincidere la disponibilità di modella, fotografo, assistente e location con le giuste condizioni meteo è più complicato che azzeccare un terno al lotto.
Il filo conduttore del progetto è stato quello di avere delle immagini che bucassero lo schermo senza dover ricorrere a post produzioni esasperate, o effetti esagerati che stravolgessero lo scatto sconfinando, come accade molte volte, nella costruzione di un immagine da zero in computer graphic, cosa che non reputo sbagliata ma che supera le mie competenze in fatto di post produzione.
Molti sostengono che in ogni ritratto ci sia la visione personale del fotografo, del suo vissuto, della sua cultura e delle sue esperienze e che ogni ritratto in realtà sia un "autoritratto".
Per quanto mi riguarda ho preso ispirazione a piene mani dalle mie visioni cinematografiche, ispirandomi ai vari film "action" e "triller".
Ritengo che guardare al cinema come fonte di ispirazione sia molto istruttivo e seguire il lavoro di certi direttori della fotografia, che ritengo essere dei veri maestri nell' uso della luce al pari di tanti fotografi famosi, possa essere un fattore di crescita e di cultura personale.
In questo articolo ho voluto proporre una selezione degli scatti estratti dai vari set che ho sin ora approntato, selezione non certo esaustiva ma, la fase dell' editing è sempre dura da affrontare in prima persona.
Mi permetto una piccola digressione sulla questione dell' editing e della scelta dello scatto da estrapolare dal servizio.
Il mio parere, è che la fase di editing debba essere affidata ad una persona estranea, dotata ovviamente della necessaria cultura fotografica, in modo che si possa avere un giudizio imparziale e non viziato da qualche idea preconcetta che il fotografo ha normalmente e poi, come dice il proverbio, quattro occhi vedono meglio che due.
Come nella scrittura esistono gli editor che controllano il lavoro della scrittore affinandolo e correggendolo, penso che questa figura dovrebbe esistere anche nella fotografia.
Figura diversa di chi ad esempio si limita a scegliere lo scatto migliore del servizio per pubblicarlo.
Un lavoro fianco a fianco del fotografo, che si deve svolgere senza sovrapposizioni e senza interferenze ma con una collaborazione continua.
Ma, lasciando perdere queste mie idee sugli scatti, vediamo le foto di cui abbiamo parlato e cercando di descrivere il back stage dei singoli scatti per dare tutte le informazioni necessarie

La prima foto scattata è stata questa. Una post produzione che ha spinto su di un atmosfera e dei colori piuttosto freddi per un ambientazione che ricordasse un laboratorio scientifico e tutta la cinematografia che poggia su quel filone. Guanti, maschera e una fiala per ricreare il mood da guerra batteriologica.


Ripensando ad un set in interni si è pensato ad un ritratto più "action", quindi spazio al nero con guanti e un cappuccio che lascia scoperti gli occhi, il tutto con un illuminazione dura data dal flash con griglia a nido d' ape. Qui tutto è concentrato nello sguardo verso l' osservatore, la maschera copre il viso lasciando spazio all' immaginazione.


Dallo stesso set, si è voluto spingere all' estremo. Obbiettivo macro, luce radente per esaltare al massimo lo sguardo e valorizzare l' occhio, lasciando nell' immaginazione tutto il resto.


Sfruttando una location particolare (un ex tunnel della ferrovia in disuso) si è preparata una foto di impatto che sfruttasse la fisicità della modella con una silhouette che si staglia contro il fondo luminoso del tunnel creando una figura completamente avvolta nell'ombra. Il 35 mm usato leggermente dal basso permette di slanciare la figura della modella senza ricorrere ad un post produzione invasiva e inglobare buona parte del set che risulta fondamentale per rafforzare l' immagine.


In una location particolare, una ex chiesa, si è costruito il set delle foto. Una modella vestita con una semplice camicia bianca e gonna nera alla caviglia, il volto completamente nascosto da una maschera nera che spiccava sul bianco della camicia.
Per la modella non è stato semplice dover posare senza rendersi conto di quello che accadeva, affidandosi solo alle indicazioni che provenivano dall' esterno.
Il flash posto alle spalle per staccare la figura dallo sfondo e la modella illuminata direttamente dalla luce ambiente.
Il 17 mm usato con attenzione per non deformare la figura


Qui un immagine non ancora completata in fase di post produzione (il sensore era veramente sporco) e i capelli sono ovunque ma che ben rappresenta quanto anche i minimi dettagli possano essere importanti

Alla fine cosa resta di questo lavoro?

Direi molto, anche se di tratta di un progetto che non ritengo chiuso ma, da ampliare qualora si presentassero le condizioni ideali, ovvero location e modelle adatte.
Le suggestioni che provengono dall' esterno sono moltissime ma, è difficile poter tradurre tutto in fotografie.
Film, libri e televisione ci rimandano ogni giorno figure femminili con ruoli che una volta erano riservate agli uomini, protagoniste di storie dal carattere forte e determinato.
Bellissime e non certo in attesa del principe azzurro che le possa salvare.
Basti pensare alla saga di Resident Evil con la protagonista Alice a caccia di zombie o ad Underworld dove i licantropi vengono cacciati dalla bellissima vampira interpretata da Kate Beckinsale.
Purtroppo bisogna confrontarsi con la realtà di tutti i giorni e, rendersi conto che un progetto personale, deve per forza fare i conti con i limiti posti dal budget e dal tempo.
Occorre quindi trovare dei compromessi, compromessi che tengano conto dei limiti dovuti al tempo a disposizione e al budget, cercando di poter scattare delle foto che regalino comunque delle emozioni e che siano in linea con quanto è nell' idea di fondo del progetto.

La mia valutazione personale ?
Non penso certo di avere inventato nulla, il lavoro sulle maschere e su quanto le stesse possa alterare la realtà è già stato affrontato da Joel Peter Witkin prima e meglio di me ma, mi piace pensare di aver fatto qualcosa di diverso dal solito ritratto o dalla solito foto di street, costruendo delle immagini particolari. Immagini che possano essere quelle a cui nessuno pensa in prima battuta.
Forse nessuno avrà mai il coraggio di stampare ed appendere in casa un volto incappucciato al posto del classico tramonto o di una meravigliosa Via Lattea ma, non è certo lo scopo del progetto quello di produrre immagini per arredare casa.
A titolo di curiosità, alcune delle foto di questi set sono state stampate in formato 40 x 60 cm e hanno, appese, un impatto veramente forte.
Diciamo che sono argomento di conversazione per tutti quelli che entrano in studio e le vedono. Alcuni non dicono nulla ma, si vede che sono interessati e incuriositi.

Tecnica

Le immagini sono state scattate tutte con Nikon D700, obbiettivi: 17-35 f/2,8 e 60mm f/2,8 macro, la fonte luminosa era mista flash/ambiente.
Un pannello riflettente per indirizzare la luce ambiente ed un flash Nikon SB910 con griglia a nido d' ape modellare il flusso luminoso comandato con un trigger radio.
Non sono certo quello che rincorre l' ultimo modello di fotocamera, e penso che la corsa al megapixel sia molto pompata dal marketing delle case costruttrici.





Risposte e commenti


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avatarjunior
inviato il 23 Agosto 2017 ore 21:52

Bellissimo progetto e immagini notevoli, l'unica che non mi convince molto è quella davanti alla chiesa il cui sfondo è un pò confusionario e la vignettatura invadente. Cosa ti ha portato ad eseguire ritratti con un 17-35, preferendolo ad un fisso più spinto (per esmpio soprattutto nella prima dove non avevi bisogno del grandangolo)?
Complimenti!;-)

avatarjunior
inviato il 28 Agosto 2017 ore 11:36

Principalmente perchè un grandangolo fisso non l'ho ! :D
I miei fissi sono 60 e 85, la vignettatura che ho inserito in pp era per cercare di focalizzare l' attenzione sul soggetto, (tieni conto che le mie capacità di pp non sono certo a livello di altri frequentatori del forum)

avatarsenior
inviato il 22 Settembre 2019 ore 11:12

Ciao Beppeiaf, ho letto questo articolo e ho trovato interessante sopratutto la introduzione e le foto...
Buon domenica e buone foto.

Marco

avatarjunior
inviato il 27 Luglio 2020 ore 11:33

Molto attuale. Triste





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