| inviato il 06 Marzo 2017 ore 21:25
In stampa non si puo parlare di sotto o sovraesposizione Si fanno prima i provini a scalare, e si determina il grado di carta da usare Poi stampi con il tempo che ritieni opportuno (se hai un buon negativo puoi gia' avere la stampa finale) Si puo' poi intervenire con bruciature locallizzate alla bisogna o secondo i propri gusti. Certo questa e' la base ( io mi fermo qui per ora) poi ci sono tante altre tecniche d'intervento che per ora lascio ai Maestri. Comunque facendo quello che dici se non fatto per qualche progetto particolare per il quale si dovrebbe aver gia'fatto dei test preventivi,(non ho la piu' pallida idea dove si potrebbe applicare questo metodo) ti uscira tanto ma tanto nero. |
| inviato il 06 Marzo 2017 ore 21:32
Leggi ancora bene i manuali di Anselm Adams. Ma proprio bene! |
| inviato il 06 Marzo 2017 ore 22:09
Credo che un'altra ripassata sui libri ci voglia, soprattutto dopo la domanda dove si "vuol sapere" cosa esce se si sovraespone in stampa una pellicola sottoesposta . |
| inviato il 06 Marzo 2017 ore 22:32
Visto che a quanto pare sembra che sia incapace, meglio chiarire perché sto chiedendo Ho 3 foto che ho scattato alla mia ragazza con la ilford fp4, tutte e 3 nello stesso momento, con l'esposizione a -2, -1, 0. Rullino fatto sviluppare e stampare da ars imago, che fanno tutto con processi ottici. Ecco, le 3 foto sono praticamente identiche, nessuna differenza visibile né sulle ombre né tantomeno sulle luci. Quindi queste differenze abissali che dite con neri totalmente privi di dettaglio, non le vedo. Per quello chiedevo cosa avrebbe dovuto cambiare e la differenza con un rullino tirato |
| inviato il 06 Marzo 2017 ore 22:58
Sicuramente ti sei rivolto a quelli bravi Lo sviluppo lo si fa con i prodotti chimici, otticamente si puo' misurare la densita' del negativo. metti i negativi contro una finestra di casa , fai una foto e la posti poi se ne puo' parlare. Se i tempi della macchina sono corretti la differenza deve essere ben visibile. Ma le stampe le hanno fatte sicuramente all'ingranditore ? |
| inviato il 06 Marzo 2017 ore 23:35
“ Ho 3 foto che ho scattato alla mia ragazza con la ilford fp4, tutte e 3 nello stesso momento, con l'esposizione a -2, -1, 0. „ Per valutare bisognerebbe vedere i negativi, però considera che, a seconda di vari fattori, si possono comunque ottenere risultati in stampa ancora accettabilissimi in un intervallo relativamente ampio. |
| inviato il 07 Marzo 2017 ore 6:50
Appena posso posto una foto dei 3 negativi |
| inviato il 07 Marzo 2017 ore 16:28
Pironman, per vedere le differenze le foto te le devi stampare da te. Se osservi bene i negativi, ti saccorgerai delle deffe differenze. Poi le foto che scatti non devono essere sullo stesso rullino per il motivo che vanno sviluppate in maniera diversa a seconda dell'esposizione. Ansel Adams nei suoi manuali te lo spiega bene. Leggili ancora con attenzione altrimenti i dubbi ti resteranno per tutta la vita. |
| inviato il 08 Marzo 2017 ore 13:27
Se il contrasto della scena non era elevato e non c'erano zone molto scure (che nel l'esposizione a 0 avevano già il minimo dettaglio e che quindi sarebbe andato completamente perso in quella a -2) la latitudine di posa della pellicola ha permesso FI avere stampe pressoché identiche. Ma nel caso la scena fosse stata più contrastata tutto cambia, infatti la supposta grande latitudine di posa della pellicola b&n non è fissa ma dipende appunto dal contrasto della scena. |
| inviato il 09 Marzo 2017 ore 14:11
Pironma, come ha detto diebu se la luce era molto dolce potrebbe essere che anche a -2 il negativo BW sia riuscito a catturare quasi tutto come a 0. cmq la prova del nove è scannerizzare bene i tre negativi e provare. |
| inviato il 18 Marzo 2017 ore 16:43
“ Riformulo: supponiamo di avere una pellicola da 400 iso, la tiro a 1600 iso. Quindi sottoespongo 2 stop, poi do più energia allo sviluppo. Quindi stampo normalmente. Se invece sviluppo normalmente, ottenendo quindi un negativo sicuramente più scuro di prima, e poi correggo la sottoesposizione in stampa anziché in sviluppo, quale sarà la differenza, all'atto pratico? Ovvero, le due foto affiancate in cosa differiranno? „ Sottoesponi di due stop rispetto alla sensibilità nominale... ma quella reale è solitamente inferiore, mediamente di uno stop (ma dipende da tutta la catena di lavoro), quindi la pellicola sarebbe sottoesposta di (circa) tre stop. Solitamente una pellicola sottoesposta (tirata) si sviluppa con rivelatori energici E compensatori (chimicamente, non per esaurimento), in modo che venga spremuto il possibile dalle ombre (alta energia) ma che al contempo le alte luci non diventino troppo dense (effetto compensatore). Il microphen a diluizione stock o l'ars-imago FD sono ottimi rivelatori con queste caratteristiche. Se sviluppi un negativo sottoesposto come se fosse un negativo esposto alla sensibilità reale, semplicemente lo sottosviluppi, ovvero otterrai ombre trasparenti e alte luci poco dense, insomma, un negativo "leggero". Poi dipende moltissimo dalla scena e da come è stata misurata l'esposizione. “ Visto che a quanto pare sembra che sia incapace, meglio chiarire perché sto chiedendo Sorriso Ho 3 foto che ho scattato alla mia ragazza con la ilford fp4, tutte e 3 nello stesso momento, con l'esposizione a -2, -1, 0. Rullino fatto sviluppare e stampare da ars imago, che fanno tutto con processi ottici. Ecco, le 3 foto sono praticamente identiche, nessuna differenza visibile né sulle ombre né tantomeno sulle luci. „ Non sapendo con che criteri hanno stampato, è difficile dire qualcosa... Servirebbe una foto dei negativi retroilluminati (apri una pagina bianca a schermo, tienici davanti i negativi e fotografali col cellulare, già così si capisce). NON scansionarli... altrimenti ci si mette di mezzo il software di scansione, lo scanner, il pc, la compressione, ecc ecc ecc e non si capisce più niente. |
| inviato il 21 Marzo 2017 ore 20:51
Se le tre immagini, -2,-1, e 0 sono state stampate manualmente, lo stampatore, osservando i diversi contrasti (da non confondere con le densità) variando la filtratura (V C) otterrà tre stampe quasi uguali.(compensando l'esposizione del negativo naturalmente e tralasciando le perdite di dettaglio nelle varie zone di illuminamento) Usando una filtratura fissa, probabilmente si vedrebbero le differenze di contrasto che ci si aspetta tra le tre immagini. Adams lo descrive chiaramente con il comportamento delle curve caratteristiche delle pellicole sottoposte a vari tempi di sviluppo e di relativa esposizione. Seguo sempre con piacere i vostri forum, se servisse, ho innumerevoli dati incrociati, su pellicole, tipi di sviluppo, temperature, e tempi con relativi indici di contrasto accumulati in 50 anni di camera oscura.(ero uno stampatore professionista) franco santi. |
| inviato il 06 Maggio 2020 ore 19:14
Il 3d e' di 3 anni fa ....sicuro di aver postato in quello giusto ? Forse ti sei confuso con l'altro dal titolo simile |
| inviato il 06 Maggio 2020 ore 19:16
Chiedo scusa, mi sono sbagliato a inserire il mio commento. Perdonatemi:ho cancellato l'intervento |
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