JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).
Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.
Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:
Ho capito come modellizza l'obiettivo. Lui considera D = p' + p. Di fatto utilizza un modello a singola lente, in cui la messa a fuoco avviene cambiando la distanza fra il piano della lente e quello del sensore.
Io consideravo D=p'
Quindi, con distanza di messa a fuoco, si intende la distanza dal sensore. E' utile saperlo perchè io ho sempre pensato che si intendesse quella dal piano della baionetta.
Grazie di nuovo!
user78019
inviato il 22 Febbraio 2017 ore 10:31
Diciamo che la distanza lente-soggetto viene comunemente chiamata "distanza di lavoro" (o working distance). La distanza di messa a fuoco (D) è quella scritta sui barilotti degli obiettivi ed è la distanza tra soggetto e supporto sensibile (sensore o pellicola). Per le lenti spesse (come pure per i sistemi di più lenti quali sono gli obiettivi) occorre considerare l'interdistanza (InD) tra i piani principali (p.p.o. e p.p.i.: piano principale oggetto e p.p. immagine). I conti sono un po' più lunghi ma Pierre Toscani li ha fatti per me Alla fine si giunge alla relazione D = (1+R)F + InD + [1+(1/R)] F. E' bene sottolineare che da quest'ultima relazione, ponendo InD= 0, otteniamo quella per la lente sottile (come è giusto che sia).
Ma infatti io partivo da una sola lente, e consideravo la messa a fuoco come uno spostamento del piano del sensore. Si trattava di una approssimazione ovviamente, il tiraggio non cambia. Solo che non tornava, per questo ho pensato ad un modello con due lenti aventi la stessa focale.
Però l'inghippo era tutto nella definizione della distanza di lavoro.
Di fatto, la formula corretta di Pierre Toscani prevede appunto un modello a due lenti
user78019
inviato il 22 Febbraio 2017 ore 14:49
“ la formula corretta di Pierre Toscani prevede appunto un modello a due lenti ... „
Dove le vedi le due lenti? Lui usa una lente spessa (trattata anche in alcuni manuali di Fisica II dell'università ...).
Venduto il Tamron 70-300, ora sentendo anche i vostri pareri per ingombro e peso sto trattando l'acquisto di un 70-200 F4 a 700 €. Domani mattina vado a provarlo.
Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 242000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista.