| inviato il 06 Luglio 2017 ore 11:50
@Marameo
Parlavo della skin, non del Make Up. La texture della pelle del volto che hai postato, è molto realistica e ho convenuto che lo sia, ma neanche molto complessa come skin. Ma è una texture realizzata completamente in digitale "2D", "3D" come ne discutevamo, oppure è solo fotoritocco? Sono due cose diverse. Recuperare e migliorare una skin già con texture presente o la pulizia dela pelle non ha la stessa difficoltà di crearne una da zero o anche parzialmente.  |
| inviato il 06 Luglio 2017 ore 15:20
@Marameo
credo che gli esempi che hai postato vadano un po' fuori tema rispetto alla proposta iniziale di Fireshoot...
nella seconda foto, le due ragazze in bichini hanno una pelle molto omogenea e a tutta la foto è stata data un po' di grana che la rende sicuramente più piacevole, non sarebbe sicuramente uno scatto adatto alla tecnica proposta da Fireshoot perchè comunque l'effetto 3D dei pori non avrebbe senso in questo caso...
Nella prima che hai postato è stata aggiunta della grana ad un skin che comunque non era andata del tutto persa durante il fotoritocco (ritocco non certo di qualità a mio avviso viste quante zone piatte sono state create).
La proposta di Fireshoot è una tecnica che ricrea una certa idea di texture (solo di alcune zone del viso perchè in altre è diversa a mio avviso) e va usata secondo me in casi estremi in cui ad esempio si vuole dare un po' di vita ad una foto in cui la vera texture della pelle non c'è proprio, come in un caso di fastidiosio fuori fuoco |
| inviato il 06 Luglio 2017 ore 18:11
@Marameo
Credo che sia una texture reale, di sicuro accentuata con l'aggiunta anche di grana, ma tutto elaborato con una buona skin e makeup originali già ottimi di partenza senza ricostruire nulla. Un pò come questa che ho elaborato già presente in galleria ma ricostruita. La modella è uno scatto reperito sul web ma che aveva skin originale.
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| inviato il 06 Luglio 2017 ore 18:25
“ @Marameo
Credo che sia una texture reale „
anche secondo me è la texture reale, hanno tolto la ruga d'espressione dalla narice al lato della bocca secondo me e li un po' di Texture vera di riporto male non faceva, non vorrei sbilanciarmi ma più split frequency che Dodge & Burn o per lo meno usata maggiormente |
user15476 | inviato il 06 Luglio 2017 ore 18:29
Visto che è una scatto reperito dal web se lo puoi mettere qui così posso lavorarci e confrontarlo con il tuo lavoro.. |
user15476 | inviato il 06 Luglio 2017 ore 18:35
“ non vorrei sbilanciarmi ma più split frequency „
Ma la split cosa offre di più? Secondo me nulla..
Va bene che alcuni strumenti come il timbro clone lavorano meglio sulla texture (alta frequenza) e con il mixer brush su un livello vuoto sopra al livello bassa frequenza si può spingere il colore ma sono tutte cose che si possono fare con i metodi tradizionali.
Seguo già da un po' il fotografo dell'ultima texture perché è un livello a cui vorrei arrivare:
www.gavinoneill.com/beauty
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| inviato il 06 Luglio 2017 ore 18:53
Quoto Federicof. |
user15476 | inviato il 06 Luglio 2017 ore 19:07
Secondo me è 90% dodge and burn perché il risultato non appare filtrato..
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| inviato il 06 Luglio 2017 ore 19:38
“ Ma la split cosa offre di più? „
la Split non offre niente di più, offre qualcosa di diverso.
Premesso che questi lavori che hai indicato partono da un'ottima materia prima, cosa da non sottovalutare per ottenere certi risultati, e per materia prima non intendo solo una gran bella figliola, ma ottime luci, ottimo trucco, un file che sicuramente viene da un sensore con tanti Mpixel etc etc.
premesso questo la split permette di separare il dettaglio della texture dai colori e dai toni, quindi da quelle informazioni che danno la reale sensazione di volume, io personalmente, e comunque mi pare di vedere il solito approccio in questo scatto, lavoro più di Split quando ho una base di partenza come questa, ovvero una texture di pelle già ottima in partenza e che va toccata il meno possibile, a quel punto si lavora molto "sotto" per creare dei volumi il più perfetti possibili.
Il D&B, almeno per come piace usarlo a me, lavora invece sopra a tutto, lavora minuzioso, ed io, sempre a mio gusto, lo uso come metodo principale quando devo lavorare su dei ritratti, ovvero quando la personalità visiva del soggetto non deve essere intaccata ma solo corretta e migliorata.
Diciamo che ad occhio e croce io lavoro:
Beauty, Moda etc Split 70% + D&B 30 %
Ritrattistica Split 30% + D&B 30 %
molto approssimativo ovviamente....
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| inviato il 06 Luglio 2017 ore 19:40
Ma Marameo, non è questione di quale metodo è migliore di un altro o se basta il solo Dodge and burn per avere una buona skin. Se una modella già con una pelle quasi perfetta senza coupe rose, senza brufoletti, machiettine della pelle ed un make-up reale di alto livello con uno scatto già studiato alla perfezione con luci ed ombre rendono lo scatto finale perfetto comunque a mio parere deve passare per l'editing per perfezionare ulteriormente quello che sono le naturali imperfezioni della pelle. E per fare questo può bastare un Dodge and burn come anche no.le tecniche split frequency e simili sono necessarie li dove servono e cioè nel'80% delle volte su primi e primissimi piani. Dove non servono, tanto di guadagnato. |
user15476 | inviato il 06 Luglio 2017 ore 22:06
Ok, diciamo che mi ero basato sui video di questo retoucher americano che utilizza solo timbro clone e pennello correttivo su livello pixel e poi dodge and burn su livello luce soffusa. In effetti lo strumento pennello correttivo (healing brush), così come lo strumento toppa (patch tool), si basa internamente sullo split quindi lavora solo sulla texture. Con il d&b si creano quei volumi "più perfetti possibili". Su un'immagine spende mediamente 4/5 ore solo di skin retouch.
Una breve anteprima del video |
| inviato il 07 Luglio 2017 ore 8:26
beh se ti può interessare ti butto qua anche un mio video... roba vecchia, ma comunque abbastanza attuale, ho caalbiato un po' il mio workflow, sono più rapido adesso e lavoro in maniera più lineare, d'altra parte 3 anni di esperienza penso facciano la differenza
fotoritocco |
| inviato il 07 Luglio 2017 ore 9:44
“ beh se ti può interessare ti butto qua anche un mio video... roba vecchia, ma comunque abbastanza attuale, ho caalbiato un po' il mio workflow, sono più rapido adesso e lavoro in maniera più lineare, d'altra parte 3 anni di esperienza penso facciano la differenza „
In linea di massima è un workflow molto simile al mio. Il tuo video già parte da una buona skin, per cui ulteriori livelli di editing sono superflui ed è comunque una lunga procedura. Quando la modella invece ha un trucco non professionale e "qualche problemino" di impurità allora ricorro ad ulteriori livelli nei quali trovo utilissimo utilizzare il pennello mixer color diffusione ad 1%, sempre in modalità split, il quale uniforma le transizioni di colore matchando l'origine della pennellata, idem per ombre e luci, ed un livello vuoto nel quale, anche in questo caso eseguo utilizzo per matchare il colore per zona. Ma le procedure sono le medesime. Tutto dipende da com'è la foto di partenza. Utilizzando uno screenshoot di quello che era il video postato da marameo, mostro l'utilizzo della texture creata da zero, come va a colmare i vuoti di zone piallate, "in questo caso" dalla scarsa risoluzione dello screenshot. Rende però l'idea, di quando può essere utile questa tecnica, quando si lavora con immagini chiaramente ad alta. Quello che infatti aveva fatto notare Federicof, quando parlava di texture mancante.
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| inviato il 07 Luglio 2017 ore 12:04
Domanda leggermente OT rispetto al tema iniziale: ma software tipo Portraiture della Imagenomic aiutano a velocizzare il processo di ritocco o "piallano" eccessivamente la pelle? |
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