user30556 | inviato il 14 Febbraio 2017 ore 6:50
Per me ste foto non si dovrebbero neanche scattare, figuriamoci pubblicare. Non solo premiano la follia omicida, ma pure ne favoriscono l'emulo. Da domani tutti in posa accanto al trofeo. Sconfortante |
| inviato il 14 Febbraio 2017 ore 7:13
“ Il Culo in questi casi fa la differenza. Se ti fossi trovato tu lì, cosa avresti fatto? Scattato o scappato? „ Vero nel caso specifico non solo il culo ma anche l'incoscienza (scarsa percezione del pericolo e delle sue conseguenze) tanto più grave se hai un famiglia a casa a cui provvedere. Per ogni foto venuta bene perché l'autore si è preso dei rischi assurdi ce n'è una che non è venuta perché l'autore ci ha lasciato la pelle. |
| inviato il 14 Febbraio 2017 ore 8:08
A mio parere è un premio giusto e quella è una foto di guerra come molte altre foto di altre guerre. Ogni conflitto crea nel suo orrore foto che vengono premiate da sempre. |
| inviato il 14 Febbraio 2017 ore 8:33
Mah... in quel caso il fotografo non era in zona di guerra, non è andato a fotografare l'ISIS... era lì per documentare tutt'altro e è capitata questa occasione. Secondo me non si tratta neanche di posto giusto, momento giusto... non è una cosa cercata. In ogni caso notevole la freddezza ma prendiamola per quello che è. Una gran botta di culo della quale ha saputo cogliere l'attimo. |
| inviato il 14 Febbraio 2017 ore 8:34
Dalle vostre parole i reporter di guerra tipo Capa sono degli psicopatici e sempre secondo questo ragionamento oggi non sapremmo nulla della violenza che ci sta intorno. |
| inviato il 14 Febbraio 2017 ore 9:01
“ Dalle vostre parole i reporter di guerra tipo Capa sono degli psicopatici e sempre secondo questo ragionamento oggi non sapremmo nulla della violenza che ci sta intorno. „ Un conto è fare foto per immortalare cronache di guerra, un altro è guardare quelle foto e dire "che culo, si è trovato al posto giusto al momento giusto". Certa gente vede una strage come un ottima occasione per fare foto, fregandosene dell'orrore che c'è dietro. |
| inviato il 14 Febbraio 2017 ore 9:06
se fai il fotografo di guerra è normale riuscire a fotografare l'orrore che i propri occhi vedono. Non penso siano così insensibili da scattare senza provare tristezza nel vedere morire delle persone. E' un lavoro, ma la sensibilità una persona dovrebbe comunque averla. Anche i soldati, non penso siano propensi ad uccidere le persone; quanti dopo la guerra vivono col rimorso di quello che hanno fatto? |
| inviato il 14 Febbraio 2017 ore 9:09
Diciamo più semplicemente che l'aspetto artistico/tecnico passa decisamente in secondo piano. Ma sicuramente questo tipo di foto sono la testimonianza dei nostri tempi. Giusto premiarla. Come altri scatti fatti per culo rimarranno impressi nella memoria. (io, ad esempio, ho sempre impresso lo scatto dello studente cinese in piazza Tienanmen di fronte alla colonna di carri armati. Foto anche questa rubata e giustamente premiata) |
| inviato il 14 Febbraio 2017 ore 9:19
Si tratta di culo? Uno, che anziché scappare davanti ad un attentato, si mette a scattare foto per documentare lo ritenete fortunato? Io no, lo ritengo un professionista, ha badato al suo lavoro, a documentare un qualcosa che altrimenti nessuno avrebbe immaginato. Quella foto è un simbolo, altro che culo |
| inviato il 14 Febbraio 2017 ore 9:33
Antonio il culo in questo caso per il posto giusto al momento giusto. Per il resto, sangue freddo, coraggio e molta professionalità. |
| inviato il 14 Febbraio 2017 ore 9:44
concordo anche io che quella è la foto da premiare e che hanno fatto scelta giusta, come detto da altri si parla troppo di attrezzatura e poco di foto |
| inviato il 14 Febbraio 2017 ore 9:48
Io dico tanto di cappello a quello che in quel momento ha deciso di immortalare un momento storico, un momento che finirà sulle pagine dei libri di storia e che grazie a quella foto potremo sicuramente tener meglio nella mente ed aiuterà a sensibilizzare molte persone riguardo a ciò che sta accadendo. Nella fotografia giornalistica (specialmente riguardante il settore bellico ed affini) c'è sempre stato il dilemma tra fare qualcosa (ovvero aiutare, dare una mano) e fotografare: alcuni pensano sia meglio posare la macchinetta in certi casi e "sporcarsi le mani", altri invece danno più valore alla testimonianza ed alla sensibilizzazione del resto del mondo. Personalmente non mi sento di dire chi abbia ragione e chi no, so soltanto che sicuramente queste immagini (non mi riferisco solo alla vincitrice) aiutano a farci capire quanto siamo fortunati ad esser nati "nella parte giusta" del mondo ed a renderci conto di ciò che accade nelle zone colpite da guerre o nel pieno di varie crisi. Ogni anno, puntualmente, guardo queste foto e mi dico "cavolo, incredibile ciò che sta accadendo qui" o "cavolo, guarda a che punto può arrivare la cattiveria umana"; per quanto potessi aver già letto svariati articoli sull'argomento (come nel caso della foto vincitrice dell'attentato) nulla è più potente di una fotografia. Un saluto, Leonardo |
| inviato il 14 Febbraio 2017 ore 9:51
“ Per me ste foto non si dovrebbero neanche scattare, figuriamoci pubblicare. Non solo premiano la follia omicida, ma pure ne favoriscono l'emulo. Da domani tutti in posa accanto al trofeo. SconfortanteTriste „ Hai ragione, per il bene dell'umanità d'ora in poi solo più foto alle aurore boreali, e alle te**e e ai cu*i delle showgirl di turno. |
| inviato il 14 Febbraio 2017 ore 10:00
Gundam poteva anche morire. Trovarsi davanti ad un attentato io non lo chiamo culo. Lui ha avuto prontezza, era lì per fare il suo lavoro. |
| inviato il 14 Febbraio 2017 ore 10:24
Burhan Ozbilici si è trovato, improvvisamente davanti, una scena indicibile di grande valore storico simbolico, sicuramente con pochissimi secondi per pensare, trovare il sangue freddo e l'autocontrollo, ha prevalso in lui la forte passione di raccontare attraverso gli scatti una scena estremamente drammatica. Burhan O. un fotoreporter di valore. |
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