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Il ritorno della pellicola fotografica.


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avatarsenior
inviato il 26 Luglio 2018 ore 8:22

"Sono l'unico a pensare che con l'andare dei tempi, …….. la vera fotografia ritornerà su pellicola?"

E' una domanda posta male, molto male, semplicemente perché non hai definito il termine "vera".

Che significa la tua accezione di "vera fotografia"?

Definiscila prego per quanto concerne il contenuto tecnico ed artistico di una fotografia che tu, con la tua competenza, giudichi "vera", e che NON può essere realizzata con tecnologia fotografica digitale.

Così…...vediamo anche la tua competenza.

Detta in altre parole……..Fatti, non pugnette!

user90373
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inviato il 26 Luglio 2018 ore 9:56

@ Alessandro Pollastrini

Tralasciando il contenuto artistico e restando con i piedi per terra il processo fotografico prevede l'esistenza di materiali in grado di cambiare stato in modo permanente se esposti ad una fonte luminosa. Un laboratorio di analisi sarà in grado di rilevare detti materiali tra quelli che compongono le varie manifestazioni tangibili di un astratto gesto fotografico,

avatarsenior
inviato il 26 Luglio 2018 ore 18:49

"...il processo fotografico prevede l'esistenza di materiali in grado di cambiare stato in modo permanente se esposti ad una fonte luminosa:::"

E chi lo ha detto?

Fotografia, letteralmente, significa Scrivere con la Luce, ed uno ci scrive come gli pare, basta che utilizzi la Luce per creare una immagine.

E stop.

La Tecnologia, in tutti i campi, va avanti col passare del tempo, e la Fotografia non fa eccezione.

Il digitale odierno, gestito opportunamente, produce immagini, stampate, di una qualità del tutto irraggiungibile per la pellicola, e non esiste nessuna campo di applicazione fotografica, nessun tipo di Fotografia che non si possa realizzare in digitale che invece sia possibile realizzare con la pellicola, mentre è vero il contrario, ci sono Fotografie che si possono fare in digitale e non si possono fare a pellicola.

Ho stampato per quasi 40 anni a pellicola, sempre in formato minimo 30 x 40 cm, con attrezzatura professionale su tutta la catena di apparati che porta all'immagine, inclusa la stampa ( IFF "Auregon" con Schneider "Componon" 50 mm F 4 per le stampe normali, e Rodenstock "Rodagon" 50 mm F 2,8 per i fotomontaggi e per mascherature veramente impegnativa).

Dal 2009 sono passato al digitale e stampo in digitale, sempre con attrezzatura professionale, e sempre in formato minimo 30 x 40 cm.

Se uno proprio vuole parlare di Fotografia Vera in un confronto di tecnologie, si può parlare di Fotografia Vera unicamente dal punto di vista tecnico, non artistico.

Tecnicamente, la Fotografia Vera è quella che più si avvicina al mondo reale inquadrato nel mirino, con tutte le sue infinite sfumature di colori e di grigio.

E, misure alla mano, la Fotografia Vera è dunque quella digitale, la pellicola non può in alcun modo competere col digitale sia nella resa dei colori, che in digitale modifichi a piacere, e della dinamica di una immagine, che in digitale controlli con una perfezione assoluta.

A questo va aggiunto la capacità di fare stampe di buona qualità in luce veramente bassa, in vera bassa luce, stampe che sono, semplicemente, impossibili, tecnicamente impossibili a pellicola.

Il fotoritocco fatto bene, tassativamente, è completamente invisibile, sia come deformazioni geometriche locali (artefatti) che cromatiche, chi lavora bene in fotoritocco persegue, e conquista, la piena invisibilità del suo lavoro.

Fotograficamente parlando, oggi la pellicola è carne morta, putrefatta, è un mondo morto, un mondo nel quale i pochissimi nostalgici, di solito ben attempati, che per limiti loro non hanno saputo aggiornarsi tecnicamente al digitale FATTO BENE, rufolano nel cadavere puzzolente, e...…. tirano fuori qualche osso ogni tanto.

avatarsenior
inviato il 26 Luglio 2018 ore 19:23

L'analogico provoca un cambiamento dello stato dei materiali, perché quella tecnologia funziona così.
Non è una conoscenza che ci ha concesso una divinità, e che tutto ciò che è diverso non è verità.
Fra un po' si guiderà l'auto con un pedale solo, chissà forse con solo un joystick, le cose cambiano.

Se piace la pellicola la si usa... , finché si potrà farlo.

user90373
avatar
inviato il 26 Luglio 2018 ore 22:15

@ Alessandro Pollastrini

Fotografia, letteralmente, significa Scrivere con la Luce , ed uno ci scrive come gli pare, basta che utilizzi la Luce per creare una immagine.


Mai confondere la luce con l'energia elettrica, può esser fonte di confusioni.

avatarsenior
inviato il 27 Luglio 2018 ore 0:34

Fotograficamente parlando, oggi la pellicola è carne morta, putrefatta, è un mondo morto, un mondo nel quale i pochissimi nostalgici, di solito ben attempati, che per limiti loro non hanno saputo aggiornarsi tecnicamente al digitale FATTO BENE, rufolano nel cadavere puzzolente, e...…. tirano fuori qualche osso ogni tanto.


Io non so o attempato, tutt'altro! Semplicemente mi piace un mezzo (la pellicola) più di un altro, proprio come uno può preferire il carboncino ai colori a olio o acrilici, ecc.
Ma soprattutto non mi permetto di usare termini e frasi offensive verso chiusa un mezzo diverso da quello che prediligo.

avatarsenior
inviato il 27 Luglio 2018 ore 3:35

Io sono tornato ad usare la pellicola per un motivo puramente pratico. Una volta all'anno vado al mare. Come la maggior parte delle persone, amo fotografare i miei familiari sulla spiaggia. Ma la dannata sabbia, mi sporcava sempre il sensore della dslr, con costi di pulizia al mio rientro, ogni anno (circa 55 Euro). Per non parlare dell'ansia ogni volta che lasciavo la macchina sotto l'ombrellone o entravo dentro il mare con la macchina in mano o mi sdraiavo sulla spiaggia per fotografare le bimbe ad altezza occhio. Ho quindi acquistato un Eos 300V a 15 Euro, su cui posso montare tutti i miei obietttivi ed il flash ETTL (che funziona perfettamente anche in High Sync). La pellicola inoltre sopporta molto bene le sovraesposizioni, che possono capitare facilmente quando c'è tanta luce. Macchinetta da battaglia che fa il suo dovere, senza stressarmi troppo la vita.




avatarsenior
inviato il 27 Luglio 2018 ore 8:35

il processo fotografico prevede l'esistenza di materiali in grado di cambiare stato in modo permanente se esposti ad una fonte luminosa

Hai mai provato a variare i tempi di sviluppo o le concentrazioni del rivelatore, o ancora ad effettuare una semplice prevelatura in stampa? E le mascherature dove le vogliamo mettere, tra i semplici effetti di una fonte luminosa o tra i risultati della volontà del fotografo di modificare quegli effetti a suo piacimento?
E i filtri colorati davanti all'obiettivo servivano a rendere l'immagine reale?
E il "filtro casalingo" realizzato con un tulle o una calza di nylon steso su un telaietto da dia 6x6 e messo davanti all'obiettivo rendeva più reale l'effetto flou?
Hai mai visto tutti i possibili risultati che otteneva Adams dal medesimo negativo e tra i quali poi sceglieva il definitivo: qual'era quello più reale e rispondente all'esposizione di quel negativo sulla scena inquadrata?
L'unica concessione che sono disposto a fare sul discorso reale o meno è che si lavori con i dati contenuti sul negativo/RAW (o sulla serie omogenea se si lavora in bracketing o in focus stacking) anziché effettuare veri e propri fotomontaggi da scene differenti; per il resto, indipendentemente dal processo con cui è ottenuta quella foto, la manipolazione della realtà (leggi: interpretazione) c'è persino quando cerchiamo il contrario.
Quindi, a mio parere, il metro per giudicare e scegliere tra pellicola e sensore deve essere un altro, e in genere riguarda il gusto personale e la maggior propensione per un procedimento o per l'altro.
Tra l'altro: se per ottenere una foto visibile, oltre alla luce devo usare un altro mezzo, che differenza c'è se questo mezzo è chimico o elettronico?

avatarsenior
inviato il 27 Luglio 2018 ore 9:36

se per ottenere una foto visibile, oltre alla luce devo usare un altro mezzo, che differenza c'è se questo mezzo è chimico o elettronico?


nessuno, ma se non ci si scanna per delle caz.zate non si è contenti

avatarsenior
inviato il 27 Luglio 2018 ore 9:57

magari tornasse la fotocamera a pellicola , sai quanti appenderebbero la fotocamera al chiodo


allora perchè non torniamo al dagherrotipo... così restiamo ancona di meno MrGreen

Non concordo con quanti dicono che “la difficoltà tecnica non conta, quel che conta è la visione, l'idea, ecc.”, mi volete dire quindi che uno che realizza una scultura disegnandola al PC e facendola realizzare da una stampante 3D o da un tornio a controllo numerico è bravo quanto (e quindi il prodotto finito ha lo stesso valore)


Pensi che modellare superfici in classe A con un software e programmare una CNC a 5 assi con un softwareCAM
lo possa fare il primo che trovi alla fermata del tram...

Ci vuole studio e parecchia pratica sul campo per arrivare a risultati degni, altro che quattro comandi in croce e un paio di tasti da spingere....

Sono abilità e competenze diverse non confrontabili, invece c'è sempre sto vizio di svilire tutto ciò dove ci sia il "computer" di mezzo....


avatarsenior
inviato il 27 Luglio 2018 ore 12:05

Pensi che modellare superfici in classe A con un software e programmare una CNC a 5 assi con un softwareCAM
lo possa fare il primo che trovi alla fermata del tram...

Ci vuole studio e parecchia pratica sul campo per arrivare a risultati degni, altro che quattro comandi in croce e un paio di tasti da spingere....

Sono abilità e competenze diverse non confrontabili, invece c'è sempre sto vizio di svilire tutto ciò dove ci sia il "computer" di mezzo....

Non metto in dubbio che sia difficile, non ho detto il contrario, ma non riesco ad associare tale modo di lavorare al concetto di arte, e infatti non mi risulta che chi fa quel lavoro si consideri o venga considerato artista.

avatarsenior
inviato il 27 Luglio 2018 ore 12:09

cos'è l' arte chi è l'artista....

è un discorso talmente ampio che trovo riduttivo confinarlo a delle opinioni personali

ovviamente absit iniura verbis ;-)

user33434
avatar
inviato il 27 Luglio 2018 ore 13:45

ma non riesco ad associare tale modo di lavorare al concetto di arte

Non sei l'unico, la lavorazione artigianale in campo artistico è considerata comunque un valore aggiunto.

avatarsenior
inviato il 27 Luglio 2018 ore 16:30

Hai mai visto tutti i possibili risultati che otteneva Adams dal medesimo negativo e tra i quali poi sceglieva il definitivo: qual'era quello più reale e rispondente all'esposizione di quel negativo sulla scena inquadrata?



Infatti la fotografia di Ansel Adams, a parte gli innumerevoli interventi in Camera Oscura che consente il Sistema Zonale e che se dobbiamo dirla tutta sono proprio quelli la vera Arte di quelle fotografie, tutto può essere ma di sicuro non è la realtà che percepiscono i nostri occhi!
Diciamocela tutta: nelle fotografie di Ansel Adams non c'è nulla di reale, al limite ci può essere una splendida interpretazione della stessa ma nulla più di questo.

avatarsenior
inviato il 27 Luglio 2018 ore 16:35

Perché, i colori del Velvia sono fedeli, invece?



Certo che si ... il problema è che siamo in pochissimi a sapere esporre alla perfezione questa pellicola che, volendo, è in grado di restituire dei colori pastello come neppure l'Astia era capace di fare.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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