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Il dolore non si inquadra


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avatarsenior
inviato il 27 Gennaio 2017 ore 16:12

video.repubblica.it/mondo/cile-il-dolore-non-si-inquadra-applausi-all-

Un tema che abbiamo già affrontato ma che ripropongo per ribadire la mia posizione che è identica a quella del reporter cileno......e che vale chiaramente anche per la fotografia.

avatarjunior
inviato il 27 Gennaio 2017 ore 18:29

Condivido in toto il punto di vista del reporter, ed anche il tuo, ci sono molti modi per dare le notizie e spesso viene adottato solo il piu' spettacolare fregandosene del resto.

user86352
avatar
inviato il 27 Gennaio 2017 ore 18:43

Dovrebbero prendere esempio i giornalisti italiani . Il dolore non si inquadra .

avatarsenior
inviato il 27 Gennaio 2017 ore 18:56

Mi trovi d'accordo. La voglia di audience fa perdere ogni etica.Confuso

avatarjunior
inviato il 27 Gennaio 2017 ore 20:26

Pur di fare lo scoop venderebbero la madre. Non faccio di tutta l'erba un fascio, ma molti giornalisti mi fanno davvero schifo.

user94858
avatar
inviato il 27 Gennaio 2017 ore 21:42

Credo che sia un argomento troppo complesso e che non si possa affrontare banalmente con un sì o un no.

Se non vedi lo schifo non ti accorgi della realtà che ti circonda; sicuramente c'è modo e modo di affrontare una situazione ma è molto difficile trovare il giusto compromesso tra informazione e tatto, c'è chi si blocca e chi lo affronta a modo suo.

avatarsenior
inviato il 28 Gennaio 2017 ore 16:09

Grazie a tutti per la partecipazione ed il contributo e a quanti ancora vorranno farlo.
Paul Om, condivido l'argomento è complesso.
Sono d'accordo anche sul fatto che ci sono diverse sensibilità di affrontare il problema.
Non condivido che tu usi la parola "banale". I temi etici proprio perché caratterizzati da una forte e soggettiva sensibilità verso i problemi possono essere affrontati con il si o no. Io come ho detto ho una posizione piuttosto netta e convinta.
Far vedere lo schifo (magari anche un po' più oggettivamente di quanto accade) può prescindere dal riprendere il dolore.
Naturalmente penso che chi non è d'accordo con me abbia torto ma nel pieno rispetto della democrazia ritengo giusto che ciascuno esprima la sua opinione qualunque essa sia.

user94858
avatar
inviato il 28 Gennaio 2017 ore 20:14

Il mondo non è solo bianco e nero; dire con assoluta convinzione che una persona riprenda determinate situazioni solo per scopi di lucro è scorretto, ci sono alcune persone che tengono veramente a determinati argomenti.

Non credo che Salgado si sia divertito ad andare a fotografare quei mucchi di corpi morti accatastati o quei bambini morti, e non credo lo abbia fatto nemmeno per lucro.

Scrivi che chi non è d'accordo con te ha torto e poi parli di democrazia; dovresti imparare a rispettare di più le idee degli altri.




avatarsenior
inviato il 29 Gennaio 2017 ore 4:52

Ogni parola che dici è un'offesa
Prima definisci banale chi ha un'idea delle cose diversa dalla tua.
Adesso devo imparare a rispettare le idee degli altri.
Non condividere le idee degli altri, dar torto a te o a Salgado, è una mancanza di rispetto?
Quindi per rispettare le idee tue o di Salgado ed essere quindi democratico dovrei darti per forza ragione?
Perfetto, abbiamo trovato finalmente chi può insegnare democrazia.
E' democratico che dà ragione a Paul Om. Chi gli dà torto cioè non è d'accordo con lui è un antidemocratico. Così come chi sui temi etici ha una posizione netta e certa è banale..........

Ma per favore.

La democrazia è la possibilità che concediamo all'altro di esprimere la propria idea anche se non siamo d'accordo con lui, ovverosia anche se gli diamo torto.
Io non sarei stato democratico se ti avessi impedito di parlare (e tu hai parlato offendendo pure) non perché ti do torto.


avatarsenior
inviato il 29 Gennaio 2017 ore 10:16

Condivido il principio che ha ispirato la scelta: il rispetto del prossimo.
Il reporter cileno ha rispettato la condizione delle vittime perchè ha fatto proprio il loro senso di disperazione e dolore. Il gesto è stato condiviso ed approvato dai suoi stessi spettatori. A volte il rispetto deriva dall'empatia, altre volte semplicemente da una regola civica accettata e applicata.

È un principio radicato nella cultura cristiana, molto celebrato e poco praticato, ovvero non fare ad altri ciò che non vuoi sia fatto a te. Benchè io non sia credente nè praticante considero tale cultura un grande segno di civiltà, allorchè il comportamento non sia dettato da uno scopo puramente materiale (es. vivi e lascia vivere...).

Bruno Vespa ci avrebbe fatto il plastico e gli spettatori televisivi lo avrebbero premiato con un grande share. Quindi, a mio parere, il rispetto del prossimo non è solo prerogativa di chi testimonia o descrive una tragedia, ma anche e soprattutto di tutti coloro i quali hanno interesse a conoscerla.

Spesso, sulle nostre strade, avvengono incidenti più o meno gravi. Sempre, in queste occasioni, la coda che si forma non è per l'incidente in se, bensì per la curiosità morbosa dei passanti che rallentano, si fermano a guardare i dettagli dei rottami, dei feriti o dei morti. Addirittura qualche giorno fa, un uomo è morto affogato senza che nessuno si gettasse a salvarlo. Tutti, dico tutti gli spettatori si sono affrettati a filmarne la morte col telefonino.

Il rispetto è cosa difficile da mettere in pratica, infatti, spesso, pare ridursi anche durante lo scambio di opinioni, fiduriamoci di fronte a "temi" molto delicati e profondi...

Il dolore si può e si deve raccontare, ma con modi e misure che, a mio parere, dovrebbero essere oggettivamente disciplinati.

avatarsenior
inviato il 29 Gennaio 2017 ore 10:49

Grazie Set3 per il contributo, naturalmente condivido ogni tua parola.
Mi scuso pertanto se sono stato costretto a polemizzare:sorry:


avatarsenior
inviato il 29 Gennaio 2017 ore 19:01

Sorriso

avatarsenior
inviato il 30 Gennaio 2017 ore 13:29

Trovo molto più degna una foto di una situazione traumatica e la rappresentazione del dolore, piuttosto che i plastici di Porta a Porta, o le drammatizzazioni che si vedono sempre più delle docu fiction.

Il mondo, per quanto noi occidentali ce ne siamo dimenticati, è tuttora un posto duro.
Trovo giusto documentare la sofferenza perché un immagine rimane per sempre nella memoria collettiva.
La si è appena conclusa la settimana della memoria, cosa sarebbe il ricordo dell'olocausto senza le espressioni di dolore dei pochi sopravvissuti, fotografati dopo la liberazione dei campi? Ognuno si immaginerebbe a suo modo l'olocausto, e i negazionisti avrebbero più frecce al loro arco.

Sentir dire al telegiornale "sono morti 300 migranti" o vederne i cadaveri che galleggiano o la disperazione di chi ha perso un compagno di vita fa tanta differenza, aiuta ad immedesimarsi.

Vorrei vedere quanta gente avrebbe il coraggio di commentare sui social "uno in meno" di fronte ad un immagine forte. tutti leoni da tastiera, i numeri sono statistiche, le immagini sono emozioni.

Il mondo deve rendersi conto di quello che succede, se si vuole avere la speranza di cambiare qualcosa. Nascondere la testa sotto la sabbia a lungo andare porterà ad aumentare ancora le sofferenze.

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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