RCE Foto

(i) Per navigare su JuzaPhoto, è consigliato disabilitare gli adblocker (perchè?)






Login LogoutIscriviti a JuzaPhoto!
JuzaPhoto utilizza cookies tecnici e cookies di terze parti per ottimizzare la navigazione e per rendere possibile il funzionamento della maggior parte delle pagine; ad esempio, è necessario l'utilizzo dei cookie per registarsi e fare il login (maggiori informazioni).

Proseguendo nella navigazione confermi di aver letto e accettato i Termini di utilizzo e Privacy e preso visione delle opzioni per la gestione dei cookie.

OK, confermo


Puoi gestire in qualsiasi momento le tue preferenze cookie dalla pagina Preferenze Cookie, raggiugibile da qualsiasi pagina del sito tramite il link a fondo pagina, o direttamente tramite da qui:

Accetta CookiePersonalizzaRifiuta Cookie

Ecole Sarah, più di una scuola


  1. Altro
  2. »
  3. Articoli
  4. » Ecole Sarah, più di una scuola


Ecole Sarah, più di una scuola, testo e foto by Gaia Alessandro . Pubblicato il 30 Dicembre 2016; 12 risposte, 4042 visite.


Martedì 19 Gennaio, freddo, nebbia, pioggia, strada viscida, la curva fatta ogni giorno rientrando dal lavoro ….
Ore 19:00 squilla il telefono: “… non è servita l'ambulanza ... “ rabbia, sconforto, vuoto … un amico non c'è più.
Rimangono i ricordi, le foto e la voglia di fare qualche cosa di importante, forse banale, forse scontato, ma un'adozione a distanza è quello che ho fatto.

Google ci mette in contatto con migliaia di realtà che raccolgono fondi da investire in aiuti umanitari, gli obiettivi sono i più diversi: ospedali, vaccini, acqua, infrastrutture, scuole… tutti si presentano attraverso una pagina web più o meno accattivante, tra le più scarne e meno aggiornate trovo Progetto Sarah, una piccola ONLUS della mia città, ho subito capito che conoscere di persona i fondatori avrebbe fatto la differenza e guidato la mia scelta.
Durante un aperitivo con il papà e la mamma di Sarah scopro quanta energia hanno dentro, l'amore della loro Sarah, mancata prematuramente 10 anni fa, si è trasformato in una importante realtà ad Andranovolo nel sud del Madagascar.
Progetto Sarah è cresciuto fino a diventare una splendida scuola con 300 bambini, ogni giorno un piatto di riso per tutti, sette maestri, un dispensario medico, un bel punto di riferimento per chi ha problemi nel villaggio, e molto molto di più …. ( poi vi dirò) .
Qui in Italia è un gruppo di volontari impegnati a raccogliere fondi per i 300 piccoli malgasci.

Sono 6 anni che un bimbo riceve il mio sostegno, sono 6 anni che partecipo attivamente nell'organizzazione delle iniziative locali, non so perché ho preso così a cuore questa realtà, ma ho trovato persone speciali con un obiettivo speciale che mi ha fatto innamorare.
Ogni anno Aldo e Marina ( papà e mamma di Sarah ) fanno visita al “Ecole Sarah” in missione umanitaria per capire come e quali investimenti richiede la struttura nella foresta ed essere certi che lo sforzo dei benefattori italiani arrivi senza incastrarsi tra la burocrazia italo – malgascia o in qualche ufficio tra i vari passamano.
Rifletto. - Curiosità, amore, avventura, divertimento, mal d'Africa, non so…. Voglio conoscere quel bimbo, vorrei vedere quella scuola!

Torino – Parigi – Antananarivo poi in macchina fino a Andranovolo ; 700 km di brutta statale talvolta sterrata e pericolosa, non troverete una cronologia di fatti o un reportage di notizie, ma solo sensazioni personali frutto di una esperienza unica vissuta percorrendo la strada verso un mondo completamente diverso da quello a cui noi occidentali siamo abituati. Ogni immagine porta dietro una esperienza che proverò a raccontare.




Parlo di circa 18 ore per percorrere i 700 km che separano Tanà ( Antananarivo ) dalla scuola, l'asfalto si alterna ai crateri che spesso occupano tutta la carreggiata, si rallenta e si accelera dopo aver superato un buco che ti fa letteralmente saltare sul sedile.




Gli occhi impazziscono, in basso, in alto, a destra e sinistra: sulla strada una gallina fugge starnazzando, poi un carretto trainato da zebù, un villaggio invaso dalla gente al mercato, il paesaggio che dopo ogni curva sorprende con nuovi colori e scenari, ma un taxi bruss che taglia male una curva e per poco non ci investe riporta gli occhi sulla strada.
Il traffico è assente, si incontrano solo pochi e vecchissimi mezzi devastati dai milioni di chilometri, la sicurezza è l'ultimo dei pensieri, spesso le gomme sono più lisce di quelle usate in F1.
Tutti i mezzi sono stracarichi di gente, di riso, di polli, di carbone, di litchi, e di ogni altro genere di mercanzia.
Un camion stracarico di banane è appoggiato sul fianco lungo la strada, l'autista accudiva il fuoco che aveva acceso vicino al carico sparso sull'asfalto, sapeva già che avrebbe trascorso la notte sulla strada in attesa di qualche amico per raddrizzare il mezzo.
I primi 100 chilometri bastano per iniziare ad entrare nella mentalità malgascia: “Mora, Mora!” (piano piano, con calma )
Rifletto. - Mentre ascolto spensierato la musica locale uscire dall'autoradio, spero in bene e mi chiedo come Aldo e Marina ogni anno possano affrontare questo viaggio massacrante.




L'acqua è la abbondante, acqua sempre e ovunque: immense e fantastiche risaie sono le vere protagoniste del paesaggio, sfumature di verde alternate al rosso della terra riempiono le vallate con incredibili riflessi azzurri del cielo.
La meta è ancora lontana le soste sono davvero brevi e sporadiche, ma spesso dopo un dosso o dietro una curva si apre uno scorcio che meriterebbe maggiore attenzione, ma la macchina corre.
Provo a buttarmi fuori dal finestrino con la reflex avvolta intorno al polso e ben stretta tra le mani, perché la voglia di portare a casa l'emozione è tanta, sono consapevole che si vedrà la mancanza del tripiede o semplicemente di due piedi fermi sulla terra!
Cerco di cogliere i momenti in cui la strada impone una velocità ridottissima per sporgere il mio grande occhio, ma con scarsi risultati, approfitto invece delle soste fisiologiche che mi danno la possibilità di fermare i piedi e muovere il dito senza troppi scossoni.




Lineamenti africani con tratti asiatici creano sguardi profondi e penetranti, il popolo malgascio è molto disponibile a mettersi in posa per una fotografia, i bambini e sorprendentemente anche gli adulti sono curiosi di vedere le loro facce sullo schermo della mia reflex, le foto migliori sono quelle che arrivano dopo una foto rubata e mostrata alla persona inquadrata.
Rifletto. Qui i bambini sono bellissimi, tutti sono bellissimi, mentre gli adulti sul viso portano i segni della dura sopravvivenza.
In questo paese la bellezza è protagonista ed è azzeccata una frase celebre in questo forum: “Possa la bellezza essere ovunque intorno a me”, infatti pare di vedere uno scambio continuo tra la Natura e gli Uomini.




La generosa Mamma Africa dona ad ogni bambino un po' della sua bellezza regalando profondi occhi scuri e sorrisi espressivi, ma troppo presto la chiede indietro nel corso della vita di ogni persona consumando le giovani mamme e gli instancabili contadini. Le giornate di lavoro nelle risaie con i bambini legati dietro la schiena, il peso delle stagioni con poco raccolto cedono la bellezza ricevuta alla Terra che inizialmente aveva distribuito. Da occidentale figlio del consumismo, trovo affascinate questa viva simbiosi tra Uomo e Natura, da noi ormai trasformato in sfruttamento.

Rallentiamo perché non si vede nulla: il fumo di un incendio azzera la visibilità non è il primo che incontriamo, ma questa volta è molto vicino alla strada, il verde della foresta si trasforma in un alternarsi di zone grigie/nere e talvolta ancora verdi dove il fuoco non è riuscito a vincere la rigogliosa foresta ricca di umidità.

Rifletto. - Carbone di legna è un importante risorsa per cucinare e scaldarsi, nuove aree da coltivare sono necessarie visto che non esiste il concetto della rotazione delle coltivazioni e la concimazione del terreno.
Qualcuno dovrebbe spiegare a questa gente che distruggendo la foresta la Terra si impoverisce donando sempre meno “bellezza” e riso per la sopravvivenza.


Uno strano rumore dal motore ci preoccupa. Un'altra sosta, questa volta in mezzo al nulla per capire cosa stesse succedendo sotto il cofano.
Bastano pochi istanti, ma davvero una manciata di secondi per vedere sbucare un gruppo di bambini dalla foresta che prepotentemente invade la carreggiata, li abbiamo tutti intorno ridono e scherzano, burlandosi della nostra disavventura.
Rifletto. - Ci sono persone ovunque e ad ogni ora della giornata con il sole o con la pioggia c'è sempre qualcuno che cammina che va verso casa o verso il mercato, in Africa si cammina, si cammina sempre e molto spesso a piedi nudi per chilometri.




Ci sono bambini ovunque ad ogni ora della giornata, ma la scuola? Vengo a sapere che le scuole pubbliche sono spesso vuote perché gli insegnanti non percepiscono lo stipendio e lavorano nelle risaie per mangiare. Capisco l'importanza delle missioni che mantengono le scuole private.
Uno sguardo, un sorriso, un “bon bon” (una caramella – ne avevo tante nel marsupio) e una nuova emozione forse catturata con una foto, si riparte dopo aver strappato un pezzo di plastica che sbatteva contro la ventola del radiatore, è andata…




Dopo due giorni di viaggio siamo scesi dai 1400 metri slm di Tanà fino al livello del mare sul fiume Matitanana dove Ecole Sarah è stata costruita 10 anni fa, la temperatura è molto più alta, l'umidità: totale ?
Intorno alle 19:00 arriviamo ad Andranovolo ed è buio, un buio assoluto, l'inquinamento luminoso è completamente assente ed il cielo pare “pesante” talmente è carico di puntini luminosi, sembra una struttura sferica artificiale appoggiata sulla terra da est a ovest, da nord a sud, una calotta che ti schiaccia al suolo e fa quasi paura.
Mangiamo nella casa di alcune suore missionarie impegnate nel villaggio un ottimo spezzatino maiale accompagnato da patate, acqua di riso ottenuta dalla bollitura del riso stesso, litchi a volontà raccolti nel pomeriggio come se non ci fosse un domani. Ore 20:00, pancia piena, nanna.




Le giornate iniziano alle 4:30 con le prime luci dell'alba, la penombra, il canto del gallo, un sibilo intenso e costante ad un volume insopportabile di una strana cicala lunga 10 cm, mi buttano giù dalla branda (il materasso di foglie ed erba secca colonizzata da acari ed insetti con cui durante la notte ho fatto amicizia ? non si poteva chiamare letto).
Esco fuori, la luce mi fa capire dove sono: uno steccato in legno sulla riva del fiume difronte alla scuola tiene lontani i caimani, mentre alcuni bambini prendono l'acqua per i bagni della scuola e per la cucina dove alcune mamme preparano il fuoco per cuocere il riso che consumeranno dopo le lezioni.
Altri con delle frasche puliscono la strada dove molti contadini con carretti e cariole di dirigono nelle risaie.
Vedo donne che nuotano lungo le rive del fiume trascinando una rete in cerca di gamberi e pesci, spero per loro che i caimani siano lontani anche se lo steccato non mi dà le stesse certezze.
Come ogni mattina fuori dal dispensario medico, fortemente voluto da Progetto Sarah, ci sono alcune persone e purtroppo troppi bambini sono in attesa di una visita.
La mamma di una bimba febbricitante piena di vermi mi guarda cercando forse parole di conforto, non sono riuscito a cambiare quello sguardo con alcune caramelle ed un sorriso.
Un nonnetto a piedi nudi ma con cappello, giacca e camicia ed attende il proprio turno come in coda dal medico, chissà se ha davvero bisogno di cure o se è lì per confortare i malati del villaggio.




Rifletto.
Pensavo di trovare una struttura composta da una scuola una mensa, degli insegnanti ed un dispensario medico invece ho trovato molto di più: ho trovato una comunità sviluppata intorno ai ritmi della scuola che in questi anni ha conquistato la fiducia della gente del posto ancora troppo legata tradizioni Anteimoro (importante tribù della zona).
Progetto Sarah garantisce: l'istruzione, un piatto di riso al giorno ai bambini della scuola perché le mamme a rotazione cucinano e fanno le pulizie nella struttura, una prima assistenza medica e attraverso alcuni incontri periodici con i genitori anche i rudimenti di educazione sanitaria come bollire l'acqua e lavarsi le mani.
Dopo alcuni giorni ho capito quanto è difficile aiutare queste persone, non bastano consigli, soldi o medicine perché nonostante consigli e aiuti economici la loro cultura li lega fortemente alle loro tradizioni tribali talvolta assurde e arcaiche.
Occorre lavorare seriamente con i bambini ogni giorno nelle aule, perché come sosteneva Nelson Mandela l'istruzione è l'arma più potente per cambiare il mondo e qui c'è molto da cambiare ma deve venire da loro non dobbiamo colonizzare.

Durante questo viaggio ho visitato alcune strutture di altre associazioni e mi sono reso conto quanto sia importante per questo popolo la presenza di aiuti dal mondo occidentale.
La pressione fiscale del governo è molto bassa e basso è il livello di servizi ed assistenza al popolo malgascio, non ci sono trasporti pubblici ed i pochi sono assolutamente insufficienti, non esistono strutture sanitarie adeguate, strade e ponti sono inadatti e pericolanti.


Questo popolo povero, male istruito, e scarsamente collegato al resto del continente è fortemente dipendente dalle infrastrutture che il mondo occidentale è riuscito a introdurre attraverso missioni umanitarie. Credo che questa non sia una caratteristica del Madagascar, ma di tutti i paesi considerati terzo mondo, per cui è importante continuare a sostenere le associazioni che promuovono soprattutto l'istruzione perché è necessario fornire ai popoli gli strumenti per crescere, sarà un percorso lungo generazioni, ma non è possibile saltare le tappe.




E' arrivato il momento di rientrare in Italia, prima di partire devo a salutare il mio amico Paolo che da 6 anni guarda sorridente i bambini dell'Ecole Sarah mangiare seduti nella mensa a lui dedicata.
Grazie Progetto Sarah


Ah dimenticavo; Lahiniriko Jean Sylvio è un bimbo fantastico è anche bravo a scuola, continuerò ad aiutarlo nel suo percorso scolastico perché il suo paese ha tanto bisogno di lui.





Risposte e commenti


Che cosa ne pensi di questo articolo?


Vuoi dire la tua, fare domande all'autore o semplicemente fare i complimenti per un articolo che ti ha colpito particolarmente? Per partecipare iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!

Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti, partecipare alle discussioni e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 242000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista.





avatarjunior
inviato il 01 Gennaio 2017 ore 3:47

Letto tutto d'un fiato

avatarjunior
inviato il 01 Gennaio 2017 ore 15:18

Grazie Nico per il passaggio, aspetto le tue foto !Confuso

avatarjunior
inviato il 01 Gennaio 2017 ore 21:13

Foto toccanti e racconto tutto da bere! Grazie

avatarjunior
inviato il 02 Gennaio 2017 ore 9:11

Grazie a te per il tempo dedicato, presto farò altrettanto sui tuoi lavori visto che oltre alle foto ti piace anche scrivere ;-)
a presto!

avatarjunior
inviato il 08 Gennaio 2017 ore 11:12

Ottimo reportage con grandi ed importanti motivazioni.
Complimenti per l'energia e l'amore che stai indirizzando per uno scopo meraviglioso.
Marco

avatarjunior
inviato il 08 Gennaio 2017 ore 23:02

Grazie ho provato a organizzare le idee ed è uscito questo.
Rileggo ed in alcuni momenti vorrei correggere approfondire perché non mi soddisfa mai, ci sono state molte emozioni tutte insieme.

In ogni caso grazie

avatarjunior
inviato il 19 Gennaio 2017 ore 20:01

Prova a fare un libro e magari con quello raccogliere fondi.
Io ne ho appena finito uno che parla di un centro di riabilitazione per bambini tossico dipendenti in Bangladesh.se ti interessa vai sul mio sito www.marcoboria.com e l'ultimo libro lo puoi vedere in preview si intitola APON.
Ciao

avatarjunior
inviato il 05 Luglio 2017 ore 11:00

Ho letto con il groppo in gola e sono entrato, attraverso le tue fotografie, dentro gli occhi splendidi di questi bambini. Sono bellissimi e condivisibili i tuoi pensieri e solo lavorando con passione e profondamente con i bambini del luogo si potrà cercare di cambiare il corso della loro esistenza. Ma molto deve essere fatto anche qui da noi, dove, troppo spesso, nascono i problemi che poi si manifesteranno con forza in quei paesi. Secoli di sfruttamento, diretto e indiretto, delle loro risorse, indifferenza ecc.... Se tutti fossero consapevoli del fatto che su questa piccola Terra siamo tutti uguali e uniti dallo stesso destino, forse le cose andrebbero un pelino meglio... ed è quello che cerco di fare come insegnante con i miei alunni. Complimenti. Ciao Gabriele

avatarsupporter
inviato il 07 Marzo 2018 ore 8:50

Le foto sono bellissime.
Il racconto è di assoluto interesse (pure scritto bene n.d.r.), denso di tutto, d'umanesimo, di descrizioni vive e forti che, accompagnate alle immagini, consentono una partecipazione notevole, compenetrante e, vorrei dire quasi totale, ad ambiente e contesto.
Nonostante ciò sono, e resto, pessimista. La mia è una "non appartenenza" totale. Mi basta conoscere la storia per avere conferma dell'immutabile bestialità del genere umano, mi basta vedere e leggere il presente per capire la straordinaria ignoranza (sono gentile, i termini più propri sarebbero altri) di chi ha potere di governo nell'amministrazione delle nazioni tutte, sia di quelle a cui non importa nulla di nulla, sia di quelle che, volendo salvare l'immagine, per demagogica ipocrisia si autocertificano "democratiche".
Questo tuo documento ha avuto, finora, 1986 visite e solo 8 commenti...... Ma sì, qualche volta i numeri servono, sono emblematici e raccontano molto dell'approccio a certi problemi, quelli che è assai meglio non vedere, o far finta di non vedere e di non conoscere, ad evitare l'imbarazzo di un commento tanto qualunquista quanto povero ed inutile.
Allora?
Il mio commento solo il nono...
Ti sfido, per sola stima, s'intende, a pubblicare 5 / 6 scatti di dozzinale "nudo artistico" con un commento a tema libero (capacità e fantasia non ti mancano) per vedere quali e quante competenze potranno scaturire da tutto ciò.
Un saluto
Paolo

avatarsupporter
inviato il 07 Marzo 2018 ore 9:02

Un'esperienza di parole, foto ma soprattutto d'umanità. Grazie di aver condiviso con noi questa tua storia.

avatarjunior
inviato il 09 Marzo 2018 ore 22:37

Sono alcuni giorni che penso a come rispondere e ringraziare Anarres, ma soprattutto Paolo P per il tempo dedicato
ed il commento lasciato.

Sono partito per un viaggio umanitario e non per un reportage fotografico, ma la passione per la fotografia ha unito
le due cose, la mia Canon ed un piccolo taccuino che portavo sempre dietro hanno fatto il resto.
Sono lusingato delle 2000 visite e di tutti gli apprezzamenti ricevuti e condivido pienamente quanto dici e colgo questa
occasione per cercare di trasformare il tuo pessimismo in speranza.
Grazie Juza, ho la possibilità darti una visione diversa che spero possa modificare anche poco la tua rispettabile idea.

L'ultima frase del mio articolo dice:

Lahiniriko Jean Sylvio è un bimbo fantastico è anche bravo a scuola, continuerò ad aiutarlo nel suo percorso scolastico
perché il suo paese ha tanto bisogno di lui.

Dopo oltre 20 giorni di viaggio ho capito quanto sia difficile "aiutare", non bastano soldi,medicine o cibo, ma occorre
più di tutto uno strumento per rendere quelle popolazioni consapevoli delle potenzialità che offre quella parte di mondo e le capacita per prenderne possesso.

Come dici tu; da sempre, MOLTI ne approfittano perchè hanno capito quanto sia ricca la parte più povera del mondo,
l'ignoranza è lo strumento per continuare a sfruttare.

Scrivo il suo paese ha tanto bisogno di Lahiniriko Jean Sylvio perchè solo lui potrà aiutare il suo paese :

imparando a fare somme e sottrazioni quando vende o acquista un qualunque bene.
capendo il valore delle cose
sapendo cosa accade poco lontano dalla capanna
interpretando le poche notizie che arrivano
evolvendo gli insegnamenti dei genitori/nonni

E' una sfida complessa e lunga generazioni ma quello che importa è intraprendere il percorso, ecco perchè: una SCUOLA.
I nostri primi scolari hanno quasi concluso il ciclo di studi di Ecole Sarah ed ora ai più meritevoli abbiamo intenzione di offrire una completa borsa di studio per l'università.
Progetto Sarah sta valutando alcune strutture universitarie, per formare tecnici in ambito agricolo o insegnati per ampliare lo scenario educativo.

Spero fra qaulche anno vedere Ecole Sarah con una maestro/a crescuto/a su nelle stesse aule,
in zona c'è una risaia che spero possa diventare un terreno di formazione agricola gestito dai "nostri" bambini ormai adulti.
Sarebbe un grande traguardo a cui stiamo lavorando speranzosi !

Ancora grazie a Juza potrò continuare il reportage fotografico ma anche storico perchè neo prossimi anni tornerò laggù e vi racconterò....

Grazie ancora a Paolo P


Una bel seno ben illuminato attira di più che le mie scontate parole ...
Dai su, Juza c'è posto per tutti !

avatarsupporter
inviato il 11 Novembre 2021 ore 12:33

Complimenti Alessandro,
stupende le foto e commovente ed emozionante il racconto.
Saluti, Paolo





 ^

JuzaPhoto contiene link affiliati Amazon ed Ebay e riceve una commissione in caso di acquisto attraverso link affiliati.

Versione per smartphone - juza.ea@gmail.com - Termini di utilizzo e Privacy - Preferenze Cookie - P. IVA 01501900334 - REA 167997- PEC juzaphoto@pec.it

www.juzaphoto.com - www.autoelettrica101.it

Possa la Bellezza Essere Ovunque Attorno a Me