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Kilimanjaro, Uhuru Peak, 5895m


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Kilimanjaro, Uhuru Peak, 5895m, testo e foto by Pineta1984. Pubblicato il 03 Dicembre 2016; 20 risposte, 3621 visite.


PROLOGO
La stanchezza comincia a farsi sentire, siamo solo al Campo 3 (Horombo) a 3750 m, sono altezze alle quali siamo abituati visti i nostri su e giù per le Alpi, ma non è solo stanchezza è – cosa mi aspetterà domani? – adrenalina, preoccupazione, mai stato oltre i quattromila metri, solo la parola mi rende irrequieto.

“Ed allora proviamoci dai!” dico a Francesca, “vediamo fino a dove arriveremo”, il Kilimanjaro è lì davanti.

Siamo sulla cosiddetta Sella, a 4500 m, la cima del “Kili”, chiamato amichevolmente cosi per minimizzarlo nella mia mente, è lì. La posso toccare solamente allungando le braccia... ah no... la prospettiva mi inganna, mancano ancora tutto un giorno ed una notte di cammino.

Pole pole (piano piano nel linguaggio Swahili) arriviamo a Kibo – 4750 m. I giorni di acclimatamento sono andati bene, si mangia, si beve regolarmente, la forma è buona. Il bello deve ancora venire, è la quiete prima della tempesta, me lo sento.

Ore 17:00, “Francy mangia qualcosa e riposati che a mezzanotte si parte per la vetta”. E chi dorme a queste altezze. In branda lo sguardo va verso un buco nel muro da dove cerco di avvicinare la faccia per respirare un po' di aria fredda ed ossigenata (poco), tentando di estraniarmi dal russare del koreano nella branda di fianco – ecco ci mancava pure questo che russa.

Ore 23:30, dormito niente, lo sapevo già – “Francy, hai dormito un po'?” – ok, ho visto la sua faccia...mi basta quello.

Mezzanotte, frontale accesa, scarponi stretti, vento freddo – adesso sono solo con i miei limiti - e si parte.

Notte fonda, 5400 m, crisi...troppo sonno...mi siedo su una pietra, alzo lo sguardo al cielo, la Croce del Sud guarda questo piccolo serpente di persone composto da debole luce delle frontali che tenta di salire: “Toh, ma Orione è al contrario qui”. Dai manca ancora tanto e fai che darti una mossa, penso, o forse dico, non ricordo.

Stella Point 5739 m, 7 ore di cammino. Foto? No, non ho le forze di tirare fuori la reflex dallo zaino, ah ma ho il cellulare in tasca, lo tiro fuori, scatto e via dentro subito nella giacca...si ricomincia ad arrancare...la punta la vedo, finalmente.

Ore 7:20, Uhuru Peak, 5895 m, ferragosto, albeggia, il sole rosso accecante sopra un mare di nuvole calmo e indifferente alla nostra impresa, è fatta, non c'è tempo per pensare, si scende...ma la testa rimane su.



Uhuru Peak - Monte Kilimanjaro: 5'895 m

Uno si chiede, perché mai il Kilimanjaro? Beh questo è il racconto di una settimana mitica e storica con divertimento, preoccupazioni e tanta fatica ma anche soddisfazione, gioia e felicità.

Scelta la meta – Uhuru Peak, 5'895 m – si cerca la via…MARANGU ROUTE, sei giorni di salita e discesa compresi di acclimatamento, la via perfetta, a mio modesto parere, ed il periodo perfetto: 11 – 16 Agosto 2016.



Giovedi 11 Agosto 2016: da un camioncino carico all'inverosimile di persone e di zaini da montagna con annesse patate, pollo, farina, acqua, bombola del gas e “lunch box” si arriva al famoso “Marangu Gate”, porta di accesso alla Marangu Route. Espletate le formalità e firme del caso si entra nella foresta, il paesaggio è spettacolare, una fittissima foresta con nel mezzo la traccia in terra battuta per arrivare al Campo 1 – Mandara Hut, 2'720 m. (Per chi è abituato come me nell'andare in giro per le Alpi sentendo fischi di marmotte e camosci, qui si incontrano le scimmie, non proprio quindi un tipico ambiente montano “classico”). Lungo i sentieri si possono incontrare le scimmie bianche e blu che osservano il nostro andare “pole-pole” (pian piano in Swahili). Il facile primo tratto fila via liscio in circa 3 ore dopo 8,2 km e 827 m di dislivello positivo. Si è perennemente immersi in un verde con la “V” maiuscola e in un silenzio rotto solo dai versi delle scimmie che, saltando da un albero all'altro, fanno compagnia. Il Mandara Hut ha tutti i comfort, la parola “Hut” (in inglese rifugio) non è del tutto appropriata, si potrebbe chiamare Mandara Hotel. Questa definizione vale per tutti gli “Huts” incontrati lungo il percorso. Cena impeccabile preparata dal cuoco nella parte comune del rifugio dove si comincia anche a fare amicizia con tutti quelli, chi sale e chi scende, che stanno condividendo questa avventura. Dopo cena, giretto per qualche foto e via a nanna. Non resta che distendere il sacco a pelo e farsi una bella dormita di 10 ore. I rumori notturni sono abbastanza inquietanti, si spera che la pesante porta di legno divisorio tra la branda e la “giungla” faccia il suo dovere. Si spegne la frontale e si comincia a pensare al giorno successivo.




Venerdi 12 Agosto 2016: colazione e poi alle 7:43 partenza per una nuova camminata verso il Campo 2 -Horombo Hut – 3'750 m, (denominato sarcasticamente “Amsterdam Airport” dalla guida, dopo si capirà il perché….). Ci si lascia la foresta alle spalle, la vegetazione si fa sempre più rada, e ci si addentra nella brughiera del Kili. Tempo permettendo si comincia ad intravedere la cima del Kilimanjaro e del Mawenzi (altra bell'imponente vetta di 5000 e fischia metri, 5'149 m per la precisione). 14,4 km e 1030 m di dislivello positivo portano, dopo circa 5 ore di cammino, fino al crocevia di questa route, l'Horombo Hut. Qui c'è gente che sale, che scende e che si acclimata, gente dappertutto (Amsterdam Airport…). Firmato il registro di arrivo si entra nuovamente nella tipica casetta dove all'interno vi è la propria branda per riposarsi un po' prima del solito the con i biscotti e popcorn e un giretto intorno fatto di foto, conoscenze di persone squisite e cena molto presto. Per chi fa solo 5 giorni di cammino, meglio andare a dormire in quanto dal giorno dopo farà sul serio (non consiglio di fare solo 5 giorni in quanto l'acclimatamento è FONDAMENTALE per raggiungere la vetta) mentre per chi fa 6 giorni può anche stare alzato di più a raccontarsela con tutti gli altri.



Sabato 13 Agosto 2016: giornata di acclimatamento. Solitamente si parte dall'Horombo e si va alla Zebra Rock, roccia dai colori zebrati poco sopra i fatidici quattromila (4'000 m).


Di comune accordo con la guida, superata la Zebra Rock, si può anche decidere di proseguire fino ad un punto panoramico sulla famosa “Sella” (The Saddle) del Kili a circa 4'350 m. Il kili a sinistra, il Mawenzi a destra, pieno deserto alpino (si dirà così anche se siamo sul Kilimanjaro?) e l'aria sottile dei quattromila. “Alla grande!”. Sul dorso della sella si può vedere molto il lontananza il tanto agognato Campo 3 – Kibo Hut, 4'750 m e tutta la dorsale che dal Mawenzi corre fino al Kili, da dove poi si impenna verso la vetta. In poco meno di 4 ore si sale e si scende. 11,3 km e 853 m di dislivello accompagnano la fondamentale giornata di acclimatamento. In realtà l'acclimatamento è costante da quando si parte dalla base della route, ma un giorno e notte intera in più all'Horombo è, secondo me, molto importante per la buona riuscita della spedizione. Ho visto gente non arrivare in cima o arrivaci stremata solamente perché l'ha presa “troppo veloce”. Si torna all'Horombo per il meritato riposo pensando alle infinite prossime 2 giornate…e nottate!



Domenica 14 Agosto 2016: da qui non c'è più tempo per scherzare, non c'è più tempo per riprendersi e non c'è più tempo per esagerare. C'è solo tempo per salire e prendere la vetta o tornare a casa. Ore 8:15, colazione fatta, si punta il Campo 3 – Kibo Hut, 4'750 m. Deserto alpino, si è perennemente sopra i 4'000 m. Si passa un cartello chimerico indicante “The last water point” e ci si addentra nella “Sella”. E' un immenso falsopiano che punta dritto verso il Kilimanjaro, la montagna rimarrà sempre davanti a noi lungo tutto il cammino da qui in poi aspettandoci con la sua mole impressionante. Si mangia in una specie di zona pic-nic a circa 4'400 m e poi si sale nuovamente fino a fare 10,1 km e 1231 m di dislivello positivo in poco meno di 6 ore. A queste altezze si sente ogni minimo sforzo e la fatica anche dei giorni precedenti può cominciare a farsi sentire. Arrivati al Kibo verso le 14:00 sotto uno splendido sole, si cerca di riposare un po' prima del the e poi della successiva cena. Qui si comincia a non aver più tanta fame vista l'altitudine ed anche l'andare in bagno richiede un po' di fatica. Ad ogni modo ci si cerca di riposare come meglio si può perché poche ore dopo avrà inizio veramente una faticaccia.

Lunedi 15 Agosto 2016 – Ferragosto: Ore 00:14, si è consapevoli che mancano “solamente” quasi 1'200 m alla cima, ma si è anche consapevoli che bisogna superare molti ostacoli, in primis i propri limiti, pensieri e preoccupazioni. Si accende la frontale e si parte, 4'810 m altezza chiave per chi, come me, abita sulle Alpi (punto più alto d'Europa, cima del Monte Bianco). Si sale ancora, verso altitudini mai frequentate prima, la volta celeste (australe) ci guarda e la mente e le gambe girano bene. 5'000…5'400…5'685 m – Gilman's Point, primo punto cruciale, superata la prima, ed unica, IMMENSA e FATICOSSISIMA rampa di quasi 1000 m di dislivello in poco meno di 3 km. Che si fa? Se si vuole scendere da qui è l'ideale, no dai si sale ancora un po' e poi si vedrà. 5'756 m – Stella Point, presa anche questa, dai non ci si può fermare adesso, mancano poco più di 150 m alla vetta…ma si sentono TUTTI! Alle 7:20 è vetta – cima del Kilimanjaro, 5'895 m, Uhuru Peak, il punto più alto del continente Africano e una delle gloriose Seven Summits. Poco più di 6 km e 1'447 m di dislivello positivo, una rampa infinita che culmina con Uhuru Peak!


L'alba è da brividi, così come il ghiacciaio tutto intorno, manca ancora tanto alla fine della giornata, meglio scendere….anche la discesa si fa sentire.



Dopo altrettanti km si è di nuovo al Kibo ma bisogna proseguire, dopo un veloce pranzo, verso Horombo. Saranno circa 20,6 km e 1'617 m di dislivello positivo in totale perennemente sopra i 5'000 m, il tutto dura la bellezza di poco meno di 15 ore. La stanchezza all'Horombo è giustificata e quindi, cena al volo e nanna a ricordare la meraviglia appena vissuta.

Martedi 16 Agosto 2016: ultimo giorno, dall'Horombo giù fino al Marangu Gate, è possibile fare una piccola deviazione per andare a visitare il cratere Maundi a 2'772 m, è lungo il sentiero e merita visitarlo. Altri 21 km con 317 m di dislivello positivo, è tutto in discesa, cosa che non è a dire il vero sempre positiva per le gambe ormai abbastanza stanche. Dopo poco meno di 6 h si arriva al Marangu Gate e si ritira l'attestato di arrivo in vetta con annessi souvenir.

85,6 km in totale, 5'921 metri di dislivello positivo, 4 giorni, 23 ore, 3 minuti e 56 secondi di camminata. Uhuru Peak a 5'895 m raggiunto. Uno si chiede, perché mai il Kilimanjaro? Perché tutto questo è stato STUPENDO.



Risposte e commenti


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avatarsenior
inviato il 06 Dicembre 2016 ore 18:42

Bel ritmo di lettura del racconto: si legge benissimo!
Complimenti per l'avventura "alpina"MrGreenafricana: pochi giorni ma molto densi di esperienzeSorriso

avatarsenior
inviato il 06 Dicembre 2016 ore 19:07

Complimenti per l'impresa! Se posso essere indiscreto, mi potresti mandare via mp qualche cifra? Voli, soggiorni, guide ecc... Ho un paio di soci di scalate che mi continuano a nominare il Kili... Dopo questo racconto potrei iniziare a valutarlo sul serio...

avatarjunior
inviato il 07 Dicembre 2016 ore 0:15

Grazie a tutti per averlo letto. Piergiovanni pochi giorni ma intensi MrGreen Gaijin a brevissimo ti giro quanto richiesto, eperienza più che consigliata.

Ciao Alex.

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2017 ore 7:53

Quello del kilimangiaro è da sempre un sogno nel cassetto...vuoi per il fascino delle sue nevi, vuoi comunque per l'essere una cima mitica. Forse un giorno..chissà...
Complimenti per l'articolo dal bel ritmo che si lascia leggere con piacere e per la bella scarpinata.
Stefano

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2017 ore 8:44

Bellissimo racconto. Penso sia una emozione unica raggiungere una altezza del genere e quella vetta. Complimenti

avatarjunior
inviato il 23 Gennaio 2017 ore 15:26

Ciao Stefano e ciao Gundam!MrGreen Grazie mille per aver letto il racconto, ho provato a mettere nero su bianco qualche sensazione e qualche pensiero. Sicuramente una meta incredibile sia sotto il punto di vista mentale che fisico, ma la fatica è completamente ripagata!

Ciao Alex. MrGreenMrGreen

avatarsenior
inviato il 23 Gennaio 2017 ore 16:13

Un unico appunto...per la foto dei ghiacci che pende da un lato...ma a parte questo che fascino le nevi del kilimangiaro, dalle forme così aliene.
Stefano

avatarjunior
inviato il 24 Gennaio 2017 ore 12:16

Ciao Stefano! Hai ragione, c'è un perchèMrGreen Ero talmente stanco (lo si vede anche nella foto in notturna con le tende da campo e sullo sfondo il Kilimanjaro) che ho inserito la foto così come è venuta :-P:-P:-P ahhahaha, ad ogni modo sono dell'idea che è giusto girarla altrimenti sembra che anche il cielo "penda" da un lato MrGreen

Grazie mille della visita.

Ciao Alex.

avatarjunior
inviato il 20 Marzo 2017 ore 0:30

Molto interessante grazie!!

avatarjunior
inviato il 20 Marzo 2017 ore 10:05

Ciao, Alex, potresti inviare anche a me le informazioni del viaggio? Grazie e buone scalate. Enrico.

avatarjunior
inviato il 28 Marzo 2017 ore 9:52

Ciao Nik ed Enrico, grazie mille per il passaggio e sono contento che vi sia piaciuto. Sorriso

avatarsenior
inviato il 03 Agosto 2017 ore 21:59

che dire , a queste altezze ( non per tutti ) e come giusto tu confermi "adesso sono solo con i miei limiti "
posso solo dirti , complimenti per l'impresa , per il racconto e gli scatti.
Roby

avatarjunior
inviato il 04 Agosto 2017 ore 15:25

Ciao Roby,
sono contento che ti siano piaciuti il racconto e gli scatti!...e l'impresa! Ho provato a raccontare le mie emozioni con anche qualche fotografia, e se ci sono riuscito ben venga.

Grazie del passaggio.

Ciao Alex.

avatarsenior
inviato il 14 Maggio 2018 ore 11:19

Bel racconto e complimenti per l'impresa. E' tanto che ci penso anche io e chissà che non riesco a farlo.

avatarjunior
inviato il 03 Luglio 2018 ore 19:04

Ciao Danny,
se hai bisogno di qualsiasi cosa sono a disposizione!

Ciao Alex.





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