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Toccata e Fuga a Budapest


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Toccata e Fuga a Budapest, testo e foto by Ensueno. Pubblicato il 16 Ottobre 2016; 6 risposte, 4746 visite.


Quella che vogliamo raccontare è l'esperienza di un viaggio low cost organizzato in extremis per colmare l'improvvisa voglia di partire che ci ha assalito, la scelta è così ricaduta su questa meta a solo un'ora e un quarto di volo da Roma.
Evitiamo il weekend optando per un mercoledì di fine marzo come giorno di parenza con rientro a Roma il sabato seguente. Prenotati voli e tre notti in albergo per due persone al prezzo di 230€ ciascuno, non facciamo in tempo neanche a pianificare qualche itinerario ma ci limitiamo a stamparne un paio scaricati da Internet, giusto per avere un'idea dei luoghi da visitare.

1°giorno: mercoledì 30 marzo 2016

Iniziamo questo piccolo diario di viaggio con l'aereo che ci attende a Roma Fiumicino e che parte puntuale alle 13. Alle 14.30 abbiamo già ritirato il bagaglio all'Aeroporto Ferihegy di Budapest. Data l'ora ci fermiamo ad uno dei tanti ristoranti all'interno dell'aeroporto per gustare “al volo” il nostro primo gulasch, nonostante fossimo inizialmente prevenuti sulle capacità gastronomiche del luogo ci siamo subito ricreduti, non è stato per niente male. Il caffè espresso, nonostante fosse di marca italiana, lasciava un po' a desiderare nella preparazione, come del resto accade di consuetudine al di fuori del nostro Paese. Prima di uscire prendiamo una cartina della città tra le migliaia gratuite presenti nella struttura, ci rechiamo al punto informazioni turistiche e acquistiamo la Budapest Card valida 48h che, al prezzo di circa 25€, offre servizio di trasporto pubblico ed agevolazioni per attrazioni, musei, ristoranti ed altro; la useremo dall'indomani nei due giorni pieni che abbiamo a disposizione per visitare la città.


L'aeroporto è collocato in periferia a circa 25 Km dal centro ma è comunque ben collegato alla città da un servizio di autobus puntuale ed efficiente. Il nostro mezzo (linea 200E) ci porterà alla prima fermata di metro utile, quella di Kobánya-Kispest della linea 3 di metropolitana.
Accomodati in autobus iniziamo a studiare un po' la cartina, come noto Budapest è divisa in due parti separate dal Danubio e che anticamente corrispondevano a due città distinte: Buda sulla riva destra del fiume e Pest su quella sinistra. Notiamo che con assoluta facilità si può transitare da una parte all'altra sia a piedi che con autobus o taxi ma addirittura anche con la metropolitana, le linee 2 e 4 passano infatti sotto il letto del fiume.
Tra le opzioni consigliate nella mail inviataci dall'albergo su come raggiungere la struttura decidiamo di scegliere quella con più cambi di metropolitana ma con la quale si evita quasi del tutto di camminare a piedi, nel frattempo il bus arriva alla fermata attesa. La metro 3 è contrassegnata dal colore blu dei tabelloni e dei vagoni dei treni, essendo al capolinea prendiamo l'unica direzione possibile e dopo 10 minuti scendiamo a Deák Ferenc tér. Questa è una stazione molto grande in quanto costituisce il nodo di scambio tra le linee 3, 2 e 1. Prendiamo quindi la linea 2 (colore identificativo rosso) nella direzione Örs vezér tere e alla terza fermata (Keleti pályaudvar) facciamo il nostro ultimo cambio con un treno della linea 4. La metro 4 è quella di più recente costruzione ed è stata inaugurata nel 2014, il colore che la identifica è il verde. Alla seconda fermata (Rákóczi tér) termina il nostro camino in treno, di lì a 300 metri è situato il nostro albergo.


Il percorso così descritto potrebbe sembrare complesso e tortuoso avendo utilizzato tre linee diverse di metropolitana ma assicuriamo che abbiamo raggiunto l'albergo in 20 minuti dalla discesa dall'autobus. Questo grazie alla facilità di lettura delle cartine turistiche e della segnaletica, basata sul massiccio impiego di colori diversi per indentificare le varie linee, ma soprattutto grazie alla grande frequenza delle corse dei treni.
House Beletage è il nome della struttura che ci ospiterà ed è ubicato in una zona molto centrale nella parte di Pest. L'accoglienza da parte dello staff è molto calorosa con tanto di cocktail di benvenuto, il personale inoltre si è subito offerto di fornirci tutte le informazioni utili per visitare al meglio la città.
Dopo la sistemazione in stanza usciamo e, visto il pomeriggio inoltrato, optiamo per fare un veloce giro nei dintorni dell'albergo. Il primo impatto è quello di un città molto ordinata, pulita, con poco traffico, varie sono le zone di transito per soli pedoni. A stradine e vicoletti si alternano stradoni larghi con tanto di corsie dedicate ai soli tram e autobus. Le case sono quasi tutte costruite in mattoni dai colori vari ed hanno i tetti spioventi, di grattacieli e cubi di cemento neanche l'ombra. Arrivata presto l'ora di cena decidiamo di provare del cibo da strada assaggiando un ottimo kebab ed una buona birra alla spina in uno dei tanti semplici localini “non turistici” sparsi per la città.
Tornati in albergo chiediamo consiglio allo staff sui posti più frequentati nelle ore di vita notturna, avevamo già in mente di passare la serata in qualche pub ma quando ci sono stati consigliati i “ruin pubs” la scelta è ricaduta immediatamente sul più famoso di questi a Budapest, lo Szimpla Kert.


I ruin pubs si traducono letteralmente come “pub in rovina” e sono locali ricavati in strutture apparentemente abbandonate e decadenti. Lo Szimpla Kert è unico nel suo genere: nasce all'interno di un grande vecchio palazzo nel quale, una volta entrati dal portone, si presenta subito quello che originariamente era il cortile interno mentre tutto intorno ad esso si erge la struttura dello stabile che si sviluppa su due piani. All'interno ci sono ancora le stanze che appartenevano a quelli che un tempo erano gli appartamenti del palazzo. È proprio in tali stanze che sono stati ricavati tanti mini-locali ognuno dei quali offre cose diverse: chi serve ottime birre alla spina (commerciali o artigianali locali), chi solo superalcolici oppure mini-pub con tanto di servizio ristorazione a base di panini ed hamburger o chi offre un buon narghilè da scegliere e spostare a proprio piacimento anche nelle altre stanze. Le porte tra i vani e gli ex-appartamenti sono state del tutto eliminate permettendo facilmente il transito attraverso il dedalo di localini; vari passaggi permettono la salita e la discesa tra i due piani. L'arredamento, allo stesso modo in stile decadente, è fatto con mezzi di fortuna, un esempio è una vecchia vasca da bagno tagliata ed adattata a comodo divano mentre i muri sono tappezzati di graffiti, quadri e disegni di arte contemporanea.
Contenti della serata torniamo in albergo abbastanza tardi così che ci proponiamo di non alzarci troppo presto l'indomani mattina.



2° giorno

Dopo una deliziosa colazione casereccia al nostro B&B, riusciamo ad uscire per le 10, pur non avendo un piano ben preciso di cosa visitare puntiamo verso il Parlamento, prima meta della nostra giornata. Cartina alla mano raggiungiamo la fermata della metro 4 ed effettuiamo poi il cambio con la metro 2, la fermata di destinazione è Kossuth Lajos tér, ancora nella parte di Pest. Appena usciti dalla stazione ci si staglia davanti l'enorme facciata del palazzo del Parlamento, ci rendiamo però subito conto che quella che abbiamo di fronte è la vista del lato stretto della costruzione, solo dopo il giro a piedi intorno ad essa riusciamo a capirne effettivamente la maestosità: con i suoi circa 300 metri di lunghezza e 100 di larghezza nella parte più sporgente risulta un'opera davvero mastodontica. Il Parlamento e tutta l'area intorno sono stati recentemente sottoposti a restauro e rinnovo, nel piazzale di fronte sono stati aperti due locali sotterranei: uno è un piccolo museo in memoria del 23 ottobre 1956 (giorno di inizio della Rivoluzione Ungherese), l'altro è l'ingresso al Parlamento per i soli visitatori. In questo spazio sono state ricavate le biglietterie e gli uffici di informazione dai quali partono i tour guidati che portano all'interno del Parlamento, le visite vengono effettuate in varie lingue, compreso l'italiano, e programmate in successione più volte al giorno. A causa della nostra poca organizzazione siamo costretti a saltare questa esperienza poiché la visita in italiano era iniziata da non molto e la successiva era pianificata di lì a due ore, procediamo così verso la meta successiva.


Prima di andar via assistiamo alla cerimonia del cambio della guardia all'ingresso principale del Parlamento, poi scendiamo giù sulla riva del Danubio, costeggiando tutto il lato lungo della costruzione che affaccia sulla riva sinistra del fiume. Il nostro intento è quello di andare a Buda a piedi passando per il Ponte delle Catene.
Con i suoi circa 400 metri di lunghezza lo Széchenyi Lánchíd (Ponte delle Catene) è uno degli otto ponti che uniscono le due parti della città, è il più antico e sicuramente anche il più suggestivo. La sua possente costruzione in ferro e pietra lascia spazio a due corsie interne per gli autoveicoli e due pedonali/ciclabili alle due estremità. Effettuiamo la traversata del fiume nella corsia pedonale soffermandoci ad ammirare il panorama a metà percorso, con l'autostrada d'acqua che scorre lenta qualche decina di metri sotto i nostri piedi.
Giunti all'altro capo, la meta più vicina è rappresentata dal Castello di Buda che è situato circa 60 metri sopra le nostre teste in una zona collinare. Due sono le possibili opzioni per salire: le numerose rampe di scale o l'antica funicolare. Optiamo per la seconda possibilità. La Budavári Sikló è costituita da un piccolo vagone in legno su rotaie metalliche che poggiano su due normali binari, a mo' di piccolo trenino ferroviario. Un robusto cavo metallico con un capo ancorato al vagone e l'altro ad una puleggia situata nella stazione in cima alla collina, si svolge o avvolge intorno ad essa permettendo la discesa o la salita del vagoncino lungo il percorso (esempi simili in Italia sono costituiti dalle 4 linee di funicolari che collegano le zone alte e basse della città di Napoli).


Nel vagone interamente rifinito in legno si ha effettivamente l'impressione di essere catapultati nel passato per il breve tempo della corsa che dura non più di un minuto, al costo di circa 4 Euro.
Uscendo dalla stazione superiore ci troviamo in un ampio piazzale, sul lato destro troviamo Palazzo Sándor (residenza ufficiale del Presidente della Repubblica di Ungheria), su quello sinistro l'ingresso ai viali e cortili che circondano l'immenso Castello di Buda. Facciamo una lunga passeggiata per questi vialetti ammirando la Fontana del Bambino che Pesca (A Halászó fiú" szökokút) e la statua del Principe Eugenio di Savoia che domina il centro del cortile, approfittiamo anche per dare un'occhiata a bancarelle di souvenir e di pittori di strada che stanziano lungo i viali. A Budapest sembra effettivamente tutto grande e maestoso, la struttura del castello, infatti, è talmente estesa che comprende al suo interno anche la Biblioteca Nazionale Széchényi e il Budapest History Museum. Da questa struttura che domina la collina la vista è meravigliosa, stagliata nel panorama di fronte ci appare Pest con a sinistra l'enorme palazzo del Parlamento, che imponente predomina nel quadro, e a destra il Ponte delle Catene.
Continuiamo il giro procedendo verso nord e, camminando per le strade di Buda, riscontriamo facilmente una certa differenza con Pest. Questa parte della città è più silenziosa e signorile, le case sono più diradate e gli spazi verdi più presenti, l'architettura sembra essere stata influenzata meno dagli stili moderni più visibili invece a Pest.


Arrivato il primo pomeriggio ci fermiamo per il pranzo in un locale che effettua servizio mensa self-service provando cucina locale con pietanze a base di riso e carne, ci concediamo 45 minuti di relax.
Ripreso il cammino, di lì a due passi raggiungiamo la Chiesa di Mattia di grande valore architettonico in stile neogotico ma che riusciamo a visitare solo dall'esterno. Così come per le altre costruzioni visitate al mattino anche di quest'opera ciò che si nota a primo impatto sono le sue dimensioni, sia della pianta della costruzione che dell'altezza vertiginosa del campanile. Il tetto è decorato con tante piastrelle dai caldi colori pastello e di forma esagonale a formare un mosaico astratto molto suggestivo. Con la sua importante mole la chiesa prende gran parte della piazza nella quale si erge, quest'ultima, così come il Castello di Buda, è posta all'estremità della collina ed è contornata dal famoso Bastione dei Pescatori che funge da chiusura sulla parte a strapiombo.
Il Bastione è formato da un lungo portico fatto di archi intermezzati da diverse torrette coniche e presenta, sul lato esterno, alcune finestrature dalle quali si ammira lo stesso panorama osservato dal Castello di Buda ma da un'angolazione diversa. Il percorso effettuabile sotto il porticato lo si può intraprendere anche al di sopra dello stesso (con ingresso a pagamento) attraverso un vialetto che corre parallelo a quello sottostante e permette l'accesso al piano superiore delle torrette.


Trascorso il tempo necessario ad ammirare ogni angolo del bastione scendiamo giù dalla collina grazie ad una lunga scalinata posta di fronte al Palazzo del Parlamento che, per la sua grandezza, non sembra neanche essere situato al di là del fiume.
Arrivati giù al livello del Danubio raggiungiamo Batthyány tér dove prendiamo la metro 2 per ritornare alla fermata del Parlamento e ripercorrere nuovamente la riva del fiume in quanto in mattinata ci era sfuggito lo “Shoes on the Danube Bank”, monumento in memoria del massacro di cittadini ebrei avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale dai miliziani del Partito delle Croci Frecciate. Aspettiamo il tramonto lì sulla riva per poi riprendere la metro e tornare in albergo esausti dalla lunga giornata.
Rigenerati dalla sosta usciamo per la serata. La metro è ancora attiva, il servizio si interrompe dopo le 23 circa ma in ogni caso ci sono bus e tram che coprono gli orari notturni. Raggiunta la metro 2 scendiamo a Deák Ferenc tér e di lì procediamo per Deák Ferenc utca. Nella lingua ungherese tér sta per “piazza” e utca per “strada”. Deák Ferenc utca è una via molto larga a solo transito pedonale ed è ricca di negozi, inoltre chioschi, bancarelle e gazebo stanziano lungo la parte centrale della strada per tutta la sua lunghezza. Data l'ora molti esercizi hanno già chiuso, resta aperta solo qualche bancarella di prodotti gastronomici, facciamo un giro veloce e decidiamo di proseguire verso la zona dei pub.


Arrivati al numero 13 di Király utca troviamo un portone che immette in una vera e propria stradina dove a destra e sinistra è un susseguirsi di pub, localini, ristoranti e bar tutti attaccati l'un l'altro, da qui ci si collega poi al dedalo di vicoli della città. Ceniamo in un ristorantino all'aperto provando piatti tipici a base di pollo (tra cui il paprikás csirke galuskával, pollo alla paprika servito con gnocchetti e panna acida) e proseguiamo la serata girando tra vari pub del vicolo provando birre locali. Una birra artigianale mi ha colpito particolarmente sia per il buon sapore che per il nome particolare: Charlie Firpo, personaggio del film “Pari e Dispari” interpretato dal mitico Bud Spencer, con tanto di sua raffigurazione sull'etichetta.
Conclusa la serata torniamo non tanto tardi in albergo con l'intenzione questa volta di iniziare un po' prima la giornata successiva, l'ultima che abbiamo per intero per visitare la città.

3°giorno

Ci alziamo con la voglia di andare a provare per colazione il famoso "kurtoskalács", dolce tipico a forma cilindrica cotto su uno spiedo e ricoperto di zucchero e aromi vari a scelta. Ci incamminiamo così verso quello che è considerato il miglior posto dove provarlo: la pasticceria Molnár's kürtoskalács, localino piccolo e con pochi posti a sedere ma molto grazioso. Il personale è molto gentile e la colazione non è per nulla male, unico neo: il kurtoskalács è davvero troppo zuccherato ed è impossibile mangiarne uno per intero.


Usciamo saturi dalla più che abbondante colazione, esperienza mai provata in precedenza, consultiamo la cartina e ci accorgiamo di essere vicini al Central Market Hall, il mercato coperto di Budapest che era già nostra intenzione visitare. Per raggiungerlo passiamo attraverso Váci utca, una strada molto signorile nonché ricca di negozi.
Inserito in una struttura abbastanza grande, il mercato si sviluppa su due livelli: in quello inferiore vi sono tutti i chioschi di prodotti alimentari mentre al piano superiore si trovano souvenir, oggettistica e gastronomia. Facciamo un paio di giri ammirando soprattutto sorpresi i colori delle bancarelle di frutta e verdura ordinatamente disposta alla visione dei clienti. Al piano superiore prendiamo diversi souvenir che, data la molteplice offerta, si trovano a buon prezzo se si ha la pazienza di cercare il rivenditore più economico. Terminata la spesa usciamo, direzione Sinagoga Grande.
La Dohány utcai Zsinagóga si visita con ingresso a pagamento con varie opzioni, la più economica è al costo di 9 euro a persona e permette la visita della sola sinagoga senza guida, si può scegliere altrimenti il tour completo con visita al quartiere ebraico della durata di circa 2 ore, per questioni legate al tempo a nostra disposizione scegliamo la visita semplice.


La struttura comprende sia la sinagoga che altre aree e costruzioni, tra cui due cortili: in uno è presente un piccolo cimitero; nell'altro un monumento a forma di grande salice piangente in metallo, opera in onore delle vittime dell'antisemitismo, su ogni foglia dell'albero è inciso un nome diverso scelto tra i moltissimi delle vittime dell'olocausto. Terminato il giro tra i cortili entriamo nella sinagoga vera e propria. La costruzione a pianta rettangolare e dall'alto soffitto dà subito un senso di sfarzo e magnificenza, gli affreschi dai colori vividi ma allo stesso tempo sobri accompagnati dalla calda illuminazione artificiale e da quella naturale filtrata dai vetri di finestre e rosoni trasmettono una sensazione di pace e tranquillità. Trascorriamo un po' di tempo all'interno, una volta usciti guardiamo l'orologio accorgendoci che è già orario di pranzo inoltrato.
Al mattino avevamo pianificato di provare il ristorante Menza Étterem és Kávézó, consigliato da persone e siti internet come miglior posto per gustare la cucina tipica ungherese, quindi procediamo a piedi ma per arrivare impieghiamo più tempo del previsto. Lungo il percorso infatti ci fermiamo diverse volte ad ammirare gli enormi murales dipinti sulle facciate dei palazzi che circondano le numerose aree verdi e cortili della città.


Arrivati alla meta prendiamo un gulasch, una portata di pollo con ripieno agli spinaci e contorno di insalata e fragole, chiediamo consiglio al cameriere circa qualche piatto tipico da gustare, ci propone così un passato di verdure particolare chiamato “fokhagymakrémleves”, non conoscendo una parola di ungherese non riusciamo a dare un'identificazione seppur vaga a quel nome, accettiamo così di provarlo. Il sapore non è stato per noi gradevole a causa del forte retrogusto d'aglio ma il peggio è arrivato nel dopopranzo quando digerirlo è stato un calvario. Mossi allora dalla curiosità cerchiamo la traduzione letterale della pietanza: “zuppa di crema d'aglio”, averlo saputo prima!
A pranzo ultimato ci rendiamo conto a malincuore di non fare in tempo a visitare il Teatro dell'Opera, meta che ci eravamo proposti di vedere sin dal mattino, decidiamo allora di tornare in albergo a prendere costume e asciugamani per recarci ad una delle molte stazioni termali di Budapest, tappa obbligatoria per chi visita questa città e unica vera attrazione che ci eravamo prefissati di vedere prima della partenza. Saltando da una linea di metro all'altra impieghiamo circa mezz'ora per rientrare in albergo, ci cambiamo ed usciamo per raggiungere le più famose e antiche terme di Pest nonché uno dei complessi termali più grandi d'Europa: le Terme Széchenyi.


Posizionate in una zona abbastanza periferica, per arrivare prendiamo per la prima volta la linea di metropolitana 1. Essendo la prima linea costruita a Budapest i treni, composti da soli due vagoni, non superano i 40 metri di lunghezza totale, di conseguenza stazioni e banchine sono rapportate a tali dimensioni. Sia i treni che le stazioni sono sì ristrutturati, ben tenuti e pienamente efficienti ma non sono stati ammodernati dal punto di vista stilistico, entrando così in una qualsiasi delle undici stazioni che formano la linea si ha subito l'impressione di essere catapultati nel passato. Viaggiare su questi trenini e attraversare le graziose stazioni sembra quasi di essere proiettati all'interno di una scena da film vintage se solo non fosse per l'abbigliamento dei viaggiatori che ti riportano con la mente alla realtà. La poca capienza dei vagoni viene sopperita in maniera efficiente da un alto ritmo di transito dei treni, personalmente abbiamo sperimentato un'attesa in banchina non superiore al minuto, sia all'andata che al ritorno.
La lunga fila per l'ingresso alle terme ci prende 20 minuti buoni, arrivati alla cassa valutiamo che la migliore opzione è quella del biglietto giornaliero nonostante fosse pomeriggio inoltrato, con lo sconto della Budapest Card viene a costarci circa 12 Euro a persona. A parte i tempi di attesa in fila, la struttura è comunque ben organizzata e, anche se all'interno si può beneficiare di tutto l'occorrente con un piccolo supplemento, conviene portare da sé ciabatte, asciugamani e sapone per la doccia. Al pagamento del biglietto viene fornito un piccolo apparecchio magnetico a forma di orologio da mettere al polso che serve per l'apertura dei tornelli d'ingresso, degli armadi scelti negli spogliatoi e/o delle cassette di sicurezza poste in prossimità delle vasche esterne.


La struttura è completa ed offre molteplici servizi tra cui: riabilitazione, fisioterapia, terapie termali e massaggi. Presenta una parte all'aperto molto grande che comprende una normale piscina da nuoto non termale mentre ai lati della stessa vi sono due altrettanto grandi vasche di acqua termale. All'interno della struttura vi sono tante piccole vasche termali più una d'acqua fredda in prossimità di una capiente sauna, il totale delle vasche sono 19. La parte al chiuso chiude alle 19.30 mentre quella all'aperto resta attiva fino alla chiusura della struttura alle ore 22 circa. Attendiamo il tramonto in una delle due vasche termali esterne restando accomodati sotto un getto di acqua calda che ci inonda la testa facendoci cadere in un momento di relax disarmante. Al crepuscolo, seppur controvoglia e con sommo sforzo, usciamo dalla vasca per andarci a cambiare negli spogliatoi. Siamo fuori dalla struttura quando ormai è buio inoltrato, raggiungiamo la vicina piccola stazione della metro 1 Széchenyi fürdo, due facili cambi di metropolitana e siamo nuovamente in albergo per prepararci per la serata.


Iniziamo l'ultima serata a Budapest con una cena all'unica bancarella gastronomica rimasta aperta in Deák Ferenc utca, mangiamo cibo da strada a base di carne e verdure, non male anche se troppo condito. Fin troppo sazi del pasto decidiamo sul da farsi e concordiamo di chiudere la serata allo Szimpla Kert visto che in Italia sarà difficile trovare un posto simile. Pochi minuti a piedi e siamo all'ingresso del locale già preparati alla procedura d'ingresso: tre addetti alla sicurezza effettuano una sommaria perquisizione personale e verificano il contenuto di borse e zaini, fanno lasciare bottiglie di bibite varie e poi si può entrare. Trascorriamo la serata in maniera tranquilla bevendo qualche boccale della buona birra ungherese e gironzolando per le stanze cercando di fermare nella mente quegli ultimi momenti.
Tornando verso l'albergo facciamo tappa al negozietto vicino al nostro B&B aperto 24/7, sosta che abbiamo effettuato anche nelle due sere precedenti e che sembra essere diventata ormai già un'abitudine. Rientrati ci mettiamo a letto con la consapevolezza che al risveglio quei tre giorni ci sarebbero sembrati già lontani…

4° giorno

Il mattino seguente ci alziamo con la dovuta calma, l'aereo è alle 12.30 ed abbiamo il tempo di fare colazione in albergo e prepararci senza fretta. Diventati ormai esperti della rete di mezzi pubblici della città il tragitto verso l'aeroporto fila liscio fino a destinazione saltando da un mezzo all'altro in maniera rapida. Terminate le procedure d'imbarco e preso posto nell'aereo attendiamo il decollo che non tarda ad arrivare, il rombo dei motori e la spinta della schiena contro il sedile fanno salire l'adrenalina dandoci quel momento di euforia che precede ogni volo. Quando l'aereo si stabilizza in quota la mente inizia a vagare facendo voli pindarici tra eventi, luoghi, facce e momenti trascorsi.
La prima cosa che viene alla mente è il grande senso civico degli Ungheresi: strade pulite in maniera impeccabile, mai notato alcuno gettare carte o cicche di sigaretta in terra. All'esterno dei luoghi pubblici (quali stazioni, aeroporto, ecc.) vi sono apposite aree delimitate da strisce dipinte sul marciapiede dove solo lì è consentito fumare, sono zone attrezzate con posacenere e cestino per le cicche: nessuno fuma al di fuori degli spazi segnati.
Si ripensa ancora alla sensazione di sicurezza percepita durante il soggiorno, dovuto soprattutto alla marcata presenza di forze dell'ordine, specie in vicinanza delle principali attrazioni turistiche. Allo stesso modo marcati sono i controlli agli accessi di metro e bus: difficile riuscire a passare senza biglietto.
La grande efficienza del trasporto pubblico poi che ci ha permesso di saltare da un punto all'altro della città in maniera facile e veloce, cosa da non sottovalutare quando si ha poco tempo a disposizione per visitare un luogo.
Ripensiamo alle strade animate, vive, affollate, alla moltitudine di facce sia di gente del posto che dei tantissimi turisti per la maggior parte europei. Nei pressi di ogni monumento, nella metro, nei locali notturni o alle terme c'è stata occasione di incontrare italiani e spagnoli che sono sicuramente i turisti più numerosi a Budapest, tanto che nel chiedere informazioni alle persone del luogo queste hanno sempre compreso all'istante le nostre origini ed in molti casi ci hanno risposto direttamente in italiano lasciandoci alquanto sorpresi.


Ci passano davanti poi le tante attività che la città propone, sia quelle di svago ma soprattutto quelle artistico-culturali e non solo per la presenza dei molti musei o del grande Teatro dell'Opera. Si tengono puntualmente, ad esempio, concerti d'organo in diversi giorni della settimana nelle grandi chiese della città, molti anche ad ingresso gratuito o si trovano facilmente ristoranti e locali che offrono intrattenimento con complessi jazz e musica dal vivo in generale. Lo stesso Szimpla Kert con il suo stile originale e con i numerosi disegni e opere di artisti contemporanei contribuisce certamente alla diffusione della cultura di questo paese.
Pensiamo al risaputo basso costo della vita, con i prezzi molto accessibili all'italiano medio, anche se in una città turistica come Budapest ovviamente molti esercizi si sono adeguati agli standard delle grandi città europee. Vi sono infatti molte differenze di prezzo nel comprare le medesime cose in posti diversi, l'abbiamo notato soprattutto con cibo e bevande che in luoghi con maggior affluenza turistica hanno prezzi adeguati a quelli delle grandi città italiane mentre nei posti non pubblicizzati questi scendono a circa un quarto. La stessa cosa accade per i souvenir, buona regola è comprare non dal primo rivenditore che capita, una buona idea potrebbe essere fare un giro al mercato coperto e prendere tutto lì, prezzi molto modici si trovano anche nei numerosi negozietti aperti 24/7.


Pensiamo ancora alla fortuna che abbiamo avuto nel trovare condizioni climatiche molto favorevoli, nei tre giorni appena trascorsi ha fatto abbastanza caldo anche se il cielo era parzialmente coperto e c'era una sensazione di leggera afa nelle ore centrali della giornata ma del tutto sopportabile. La sera bisognava però coprirsi perché le temperature scendevano abbastanza.
E alla fine poi si pensa al viaggio, non a questo in particolare ma al viaggio in senso lato, che sia fatto in un luogo vicino o lontano, che sia lungo o breve, solitario o in compagnia: ogni viaggio non si conclude quando si ritorna. Quando finisce il viaggio fisico inizia inevitabilmente quello fatto con la mente, inizia subito, appena ci si rende conto di far ritorno alla routine, inizia all'istante per dare continuità al viaggio stesso, per il bisogno che ogni persona ha di evadere dalla monotonia della quotidianità.
Pensiamo alla fortuna che abbiamo avuto di non poter visitare tutto, ottima scusa per tener viva la speranza di un presto ritorno in questa città fantastica.






Risposte e commenti


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avatarjunior
inviato il 17 Ottobre 2016 ore 14:47

Leggere il tuo articolo e rivedere le tue foto mi hanno fatto sospirare un po', ricordando del viaggio fatto con una ragazza da me tanto amata. Se le foto servono a qualcosa, le tue mi hanno fatto ricordare dei bei momenti! Grazie

avatarjunior
inviato il 17 Ottobre 2016 ore 15:01

Grazie a Te per aver letto l'articolo ed aver condiviso i tuoi pensieri qui :)

avatarjunior
inviato il 27 Ottobre 2016 ore 12:56

Bellissimo racconto! Che attrezzatura hai portato con te?

avatarjunior
inviato il 28 Ottobre 2016 ore 2:08

Grazie Met83!
Ho portato tutta la mia attrezzatura ma alla fine ho scattato quasi sempre con il Tokina 16-28 FX PRO F2.8 e raramente col Nikon 24-85 F 3.5-4.5. Corpo macchina Nikon D610 e cavalletto Manfrotto MT294A3 che purtroppo è bello pesante da portare in giro per una intera giornata. :)

avatarsenior
inviato il 14 Agosto 2019 ore 8:04

Bel racconto e ottime cartoline.

avatarjunior
inviato il 01 Settembre 2019 ore 21:56

Grazie FotoCaldani, mi fa piacere che a distanza di 3 anni ancora c'è chi legge il mio articolo. Ho dato un rapido sguardo al tuo profilo e lo ritengo molto interessante, presto gli darò un'occhiata più approfondita. Complimenti!





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