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La forza espressiva: serie o immagine singola?


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avatarsenior
inviato il 13 Settembre 2016 ore 11:39

Dal titolo non credo di essere riuscito a formulare bene la domanda...

Pensate che la singola immagine debba racchiudere in sé tutta la forza espressiva oppure ragionate per "serie" di fotografie?

Molto spesso, accade di valorizzare un lavoro solamente dopo qualche riflessione sulla totalità degli scatti, magari anche pochi, constatando pero' che le immagini, prese singolarmente, non hanno la forza per trasmettere il messaggio....

Qual è il vostro approccio? Come lo motivate?

Un saluto, Max

avatarsenior
inviato il 15 Settembre 2016 ore 14:45

Mi permetto un piccolo "up", qualora ve lo foste persi Cool

Se invece l'argomento vi crea capogiri o fenomeni strani, passate oltre, no problem! MrGreen

avatarsenior
inviato il 15 Settembre 2016 ore 15:14

credo che avere una serie di immagini di grande impatto sia l'obiettivo da raggiungere,
poi ci può essere quella più e quella meno ma il mio pensiero è che in una serie devono cercare di arrivare tutte ad un dato livello.

ci può anche stare che tra 10 scatti di forte impatto ce ne siano due da meno che fungono da legame per gli altri, insomma dipende molto da cosa si vuole raggiungere

avatarsenior
inviato il 15 Settembre 2016 ore 15:16

Io credo che.... dipende ;-)

Se non erro, Cartier-Bresson liquida la faccenda dicendo che la foto singola a volte dice tutto. E se non basta, allora ecco il reportage Cool


avatarsenior
inviato il 15 Settembre 2016 ore 15:24

Per quanto riguarda i singoli lavori (parlo per me, faccio reportage e paesaggi principalmente) a me piace molto avere una serie di immagini, una mi lascia sempre la sensazione di mordi e fuggi... Comunque le immagini devono essere POCHE e FORTI...

In senso assoluto diciamo che che sono un ferreo sostenitore del fatto che un buon lavoro si deve poter riconoscere, deve avere quel tocco che lo fa riconoscere tra 1000, in modo che tutta la produzione fotografica sia come una sola grande serie.
Quindi voto le serie (di singoli lavori) nella serie (della totalità della produzione)

avatarsenior
inviato il 15 Settembre 2016 ore 15:25

Cartier-Bresson liquida la faccenda dicendo che la foto singola a volte dice tutto. E se non basta, allora ecco il reportage Cool


solo che hcb riusciva a fare reportage in una foto, mentre altri fotografi non riescono a fare una foto in un reportage, per questo hai ragione, dipende

avatarsenior
inviato il 15 Settembre 2016 ore 15:34

Interessante ... credo anche io nella serie, a patto che non scaturisca (almeno nelle intenzioni, poi a volte...) dalla necessità di fare una "somma algebrica" di foto con scarso impatto per alzare il livello complessivo ... non è sempre facile, in effetti..

avatarsenior
inviato il 15 Settembre 2016 ore 15:47

Dico la mia Max, in modo meno "sintetico"...

Parentesi... Lesfe, non hai torto... Sorriso

Il "dipende" resta d'obbligo, perchè la storia che abbiamo, il genere che facciamo, l'approccio stesso che ognuno ha nei confronti della fotografia mescolano le carte.

Personalmente trovo che l'obiettivo ultimo (a prescindere che lo si raggiunga o meno), sia quello di realizzare un filo che unisca tutto il nostro lavoro. Non tanto in termini di "stile" (se fotografo solo gatti virati in rosso magari è il mio stile, ma...), quanto di codice espressivo, di modo di vedere e tradurre il mondo. Di "visione".

Spesso, secondo me erroneamente, si confonde questa unitarietà con la riconoscibilità di un autore.
Non credo sia così. Se uno fa cose strane tutte uguali (vedi i gatti rossi) è probabilmente più riconoscibile di Paul Strand, nel singolo scatto. Ma non credo che di questo stiamo parlando ;-)

Per questa ragione sono freddino di fronte all'ardore che oggi si professa verso il cosiddetto "progetto".
Nel senso che dodici foto "a tema" non risolvono la faccenda detta sopra.
E se sono mediocri, saranno 12 mediocrità al posto di una sola Cool

Per essere però chiari: non è che ce l'ho con l'idea di progetto urbi et orbi, anzi!
Solo non capisco questa via, tutta concettuale, quando questa si risolve solo nel tentativo di dare e darsi più dignità e nobiltà ;-)
E mi pare che nella maggiornaza dei casi, questo succeda.

Besos
F

avatarsenior
inviato il 15 Settembre 2016 ore 15:53

Penso che a seconda dei casi, si dovrebbero avere da 1 a massimo 3 immagini per una serie espressiva, 1 per raccontare un'emozione, 3 per raccontare una storia.


avatarsenior
inviato il 15 Settembre 2016 ore 15:54

Mah ...
www.stilemaschile.it/wp-content/uploads/2013/09/tumblr_mjppdmsIbC1rf1j
Questa immagine di Fred Astaire con le sue 84 paia di scarpe credo dica parecchio già da sola; però è vero quello che scrive Francesco: "se non basta, allora ecco il reportage" (ma sono abbastanza in linea col suo intervento successivo)

avatarsenior
inviato il 15 Settembre 2016 ore 15:58

faccio quello che le mie possibilità,limitate ancora,mi permettono di fare.
ho degli scatti che reputo validi che si guardano volentieri da soli,mi vengono in mente alcune foto di venezia,mentre attualmente sto cercando,con gran fatica visto il poco tempo,la poca bravura ecc..di realizzare una galleria di foto incentrata sulle emozioni cercando di far coesistere diversi momenti uniti da sentimenti,contrastanti ma sentimenti d'animo.
francamente questa seconda tipologia mi piace di più,la sento mia.

avatarsenior
inviato il 15 Settembre 2016 ore 16:00

cerco in maniera sintetica di dire come la penso,
francesco, non è in risposta al tuo post che condivido, ma solamente perchè credo sia un tema anche un pò scomodo,
vengo al dunque, ho visto, e continuo a vedere, molte mostre, progetti, portfoli, di varie tipologie di fotografi, parto dal presupposto che gia di per se il genere che uno tratta è più o meno limitante o con più o meno aspettative.
i generi dove "i progetti" o "le serie" vanno alla grande, sono il ritratto, il reportage e la paesaggistica.

nel reportage, in teoria, dovrebbe restare più semplice creare una sequenza, una storia, eppure proprio per questo motivo ad oggi è difficile vedere qualcosa di nuovo, di griffato.
si riconosco tanti allievi di hcb o di capa (o di molti altri padri del genere) più difficile trovare mostre di reportage di grande impatto, sia nel singolo scatto che nell'insieme (ovviamente ce ne sono eh! è per cercare di striminzire il concetto)

ho visto a parigi poco tempo fa, una mostra alla fondazione hcb, erano circa 15 foto di ritratto, avevo visto la locandina e mi sembrava spettacolare avendo visto la foto di apertura.
le altre 14 erano pressochè identiche, cambiavano i soggetti, ogni foto di per se era realizzata bene, di forte impatto, con personalità, ma nell'inisieme mi sono sembrate 15 foto uguali e la mostra mi ha deluso.

quindi resto dell'idea che il dipende sia la cosa più sicura MrGreen

anche le foto di salgado ad esempio, quelle sull'africa specialmente, mi sembrano uin ottimo compromesso nel "dipende", e sono un perfetto mix tra foto di impatto (impattissimo!) e racconto, reportage, in pratica non ti stanchi mai di andare avanti a vederle, ma ad ogni foto rimani folgorato, almeno per me eh, ci sta anche a chi non piace!

avatarsenior
inviato il 15 Settembre 2016 ore 16:08

si riconosco tanti allievi di hcb o di capa (o di molti altri padri del genere) più difficile trovare mostre di reportage di grande impatto, sia nel singolo scatto che nell'insieme (ovviamente ce ne sono eh! è per cercare di striminzire il concetto)


Discorso che condivido, il tuo, Lesfe.

Ho quotato questa parte però, perchè un paletto bisogna metterlo credo Sorriso

Nelle mie righe sopra ho parlato di "tendere a". I risultati poi sono altro ovviamente.
Questo per dire che, quale che sia l'approccio, quale che sia il modello attraverso il quale si procede, non è che questo basti a fare il risultato ;-)
E quindi, come è logico e giusto che sia, i "grandi fotografi" saranno comunque sempre pochi, a prescindere da quanto lavorino in serie o meno ;-)

Cioè: i talenti sono una cosa, l'approccio e le "tensioni" personali, di tutti, sono un'altra cosa.
Io la penso come ho detto sopra, ma le mie fotacce erano e restano fotaccie Cool

avatarsenior
inviato il 15 Settembre 2016 ore 16:13

Per essere però chiari: non è che ce l'ho con l'idea di progetto urbi et orbi, anzi!
Solo non capisco questa via, tutta concettuale, quando questa si risolve solo nel tentativo di dare e darsi più dignità e nobiltà ;-) E mi pare che nella maggiornaza dei casi, questo succeda


In questi termini, non posso che condividere. Forse il problema che emerge, con tutta evidenza, è la mancanza di reale progettualità, nel senso che, a volte, solamente a posteriori trasformiamo qualche foto (pensata semplicemente come singola) in una specie di reportage? Poi dipende ... se guardo alcuni lavori di Majoli (tanto per citare un fotografo di reportage che mi piace) beh ... è facile che tutta la serie sia composta da immagini che, anche prese singolarmente, hanno un grande impatto ..

Grazie a tutti per i vostri interventi, contengono importanti spunti di riflessione..

avatarsenior
inviato il 15 Settembre 2016 ore 16:15

In questi termini, non posso che condividere. Forse il problema che emerge, con tutta evidenza, è la mancanza di reale progettualità...


So che l'idea è vaga Max, ma io credo che, prima di questo, occorrerebbe una reale "sensibilità" ;-)
Con quella il progetto prima o poi ce lo fai. Ma se fai mille progetti, quella non è che spunta per miracolo Sorriso

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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