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La giurisprudenza del treppiedi


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avatarsenior
inviato il 29 Luglio 2016 ore 14:41

"Appartengono allo Stato e fanno parte del demanio pubblico il lido del mare, la spiaggia, le rade e i porti; i fiumi, i torrenti, i laghi e le altre acque definite pubbliche dalle leggi in materia; le opere destinate alla difesa nazionale.
Fanno parimenti parte del demanio pubblico, se appartengono allo Stato, le strade, le autostrade e le strade ferrate; gli aerodromi; gli acquedotti; gli immobili riconosciuti di interesse storico, archeologico e artistico a norma delle leggi in materia; le raccolte dei musei, delle pinacoteche, degli archivi, delle biblioteche; e infine gli altri beni che sono dalla legge assoggettati al regime proprio del demanio pubblico". [art. 822, Codice Civile]

Problema che affligge il fotoamatore, così come pure il professionista, è quello che riguarda l'uso del treppiedi in luogo pubblico e facente parte del demanio dello Stato. Non poche volte, infatti capita che venga vietato l'utilizzo del treppiedi poiché oggetto di occupazione del suolo pubblico, arrivando pure alla segnalazione della contravvenzione con conseguente sanzione pecuniaria. Per essere in regola con le norme attualmente vigenti, vi sarebbe la necessaria corresponsione della TOSAP/COSAP (Tassa o Canone per l'Occupazione di Spazi ed Aree Pubbliche dei comuni e delle province), entrata in vigore con decreto legislativo n. 507, 15 aprile del 1993, agli artt. 38-57.

Ciò vuol dire che anche per una semplice foto si debba pagare un canone per l'occupazione temporanea del suolo pubblico? Davvero non è possibile piazzare per qualche minuto un treppiedi in città, o addirittura in spiaggia ecc.?

Vediamo nel dettaglio.

Secondo quanto riportato nel testo del sopra citato decreto legislativo, non si fa prima di tutto il benché minimo accenno alla fattispecie del treppiedi, ma secondo quanto enunciato nel primo comma dell'art. 38: "Sono soggette alla tassa le occupazioni di qualsiasi natura, effettuate, anche senza titolo, nelle strade, nei corsi, nelle piazze e, comunque, sui beni appartenenti al demanio o al patrimonio indisponibile dei comuni e delle province".

Importante sembra essere, dunque, non tanto la forma dell'oggetto che occupa lo spazio pubblico interessato, quanto piuttosto le dimensioni in termini di estensione dell'area occupata che esso copre. Infatti, come espresso nell'art. 42 quarto comma: "La tassa si determina in base all'effettiva occupazione espressa in metri quadrati o in metri lineari con arrotondamento all'unita' superiore della cifra contenente decimali. Non si fa comunque luogo alla tassazione delle occupazioni che in relazione alla medesima area di riferimento siano complessivamente inferiori a mezzo metro quadrato o lineare".

Non sono quindi interessate dalla TOSAP, da quanto si evince leggendo il testo del decreto legislativo, occupazioni di suolo pubblico minori a mq 0,50. (Verrebbe infatti da sorridere qualora il limite minimo fosse stato inferiore a questo, poiché avrebbe voluto dire classificare come occupazione temporanea del suolo pubblico anche l'atto di poggiare a terra pesanti buste della spesa, borse, valigie, carrozzine e passeggini, bicilette, carrelli ecc.).

Sembrerebbe perciò fin qui chiarito l'ambiguo caso di contravvenzione o richiesta di rimozione di treppiedi da suolo pubblico.

E invece no.

La legge italiana prevede che vi siano ulteriori limitazioni all'utilizzo del suolo pubblico e dei veri e propri "diritti di immagine" per i beni dello Stato (non sarebbe infatti possibile immortalare, sia con fotografie sia addirittura con qualsiasi altro mezzo come pure un disegno, luoghi quali caserme, sedi istituzionali, teatri ecc., ma di questo si dovrebbe parlare in altra sede riguardante i diritti di immagine e i relativi abusi). L'ulteriore limite è quello costituito da un eventuale ritorno economico. Non sembrerebbe infatti lecito scattare fotografie per poi farne utilizzo a scopo commerciale, qualora si stia usufruendo di una superficie appartenente al demanio pubblico.

Ma come sarebbe possibile, da parte delle autorità, riconoscere un fotoamatore da un professionista, e in entrambi i casi, riconoscere comunque chi è nell'atto di fotografare per fini economici?

Ovviamente vi potrebbero essere casi palesi di ciò: esempio potrebbe essere un professionista che con treppiedi, sostegni e stativi stia svolgendo un servizio fotografico con tanto di collaboratori e assistenti e con la presenza di modelli (difficile non pensare ci sia un ritorno economico per l'attività svolta). Ma mai può esservi assoluta certezza!

Ritengo quindi che, secondo quanto asserito dalle norme sin qui citate, qualora si voglia utilizzare un treppiedi in strada, spiaggia ecc... e si venga fermati dalle autorità perché si sospenda l'attività presunta illecita e non conforme alle norme giuridiche regolatrici beni e superfici appartenenti al demanio dello Stato, o si venga addirittura sanzionati per ciò (per fortuna i casi sono rari grazie al buon senso), a meno che non vi sia certezza nella conoscenza dell'entità di suolo occupato e nella conoscenza dei fini e degli scopi, economici e non, per i quali si stia svolgendo l'attività di fotografare con treppiedi, non è possibile procedere a sanzione e/o requisizione del bene in oggetto in nostro possesso (il treppiedi) o intimazione di rimozione dell'oggetto (sempre il treppiedi) con sospensione dell'attività: questo perché le tre azioni appena accennate non possono avere atto per presunzione dell'atto illecito, ma solo e solamente qualora vi sia manifesta inottemperanza delle norme giuridiche.

Mettendo per un attimo da parte la giurisprudenza, rimane assurdo non tanto pensare si debba richiedere l'autorizzazione dietro corresponzione di TOSAP al comune in cui si trova il suolo pubblico che si starebbe occupando (anche se personalmente, e credo che in pochi non siano d'accordo con me, appare un controsenso dover pagare per poter usufruire di un luogo sì di proprietà dello Stato, ma comunque pubblico o aperto al pubblico e al quale qualunque privato cittadino possa accedere), quanto piuttosto pensare ai tempi biblici necessari per ottenere la detta autorizzazione per una attività che fra preparazione, svolgimento e rimozione dell'attrezzatura non impiegherebbe più di qualche minuto o persino secondo (per rientrare nella fattispecie dell'occupazione temporanea e non permanente, i tempi di durata dell'occupazione debbono essere minori di un anno). E di certo non può essere paragonabile ai casi di abusivismo, quali ad esempio quello dei venditori ambulanti...

Detto ciò, quali sono state le vostre esperienze in merito? Come vi comportate in questi casi? Cosa ne pensate?

(Spero che questo intervento possa risultare utile per chi, come me, ha voglia e necessità di utilizzare uno strumento fondamentale e rimane basito dinanzi a casi in cui ne venga vietato l'utilizzo; oltre ovviamente a poter generare un dibattito con considerazioni ed esperienze nonché consigli in merito. Non mi assumo alcuna responsabilità di quanto detto, essendomi semplicemente limitato ad una interpretazione di alcune delle norme giuridiche in materia, con l'intento di fare un minimo di chiarezza su un argomento alquanto ambiguo).

Un saluto,

Andrea

avatarsenior
inviato il 29 Luglio 2016 ore 15:16

Mettiamola così. Se sei un professionista chiedi il permesso così scatti come e quanto ti pare in piena serenità, coi tuoi bei filtri, teste paramiche e quant'altro col foglio di permesso appiccicato al treppiede.

Se non lo sei, ci provi sempre che tu non sia d'intralcio alla pubblica circolazione (solo buon senso), se ti dicono qualcosa smammi e peggio per la città/il luogo che ti ospita, vuol dire che non gradisce i fotografi (quelli seri lo usano). Ovviamente non ci soggiorni, non ci mangi al ristorante e non ci spendi neppure un euro. Io in genere faccio così quando mi vengono vietate cose perfettamente normali che non fanno male a nessuno. Ovviamente se ci scappa pure la multa NON ci metto mai più piede in quella città!

avatarsenior
inviato il 29 Luglio 2016 ore 15:57

Per fortuna non ho ancora mai visto coi miei occhi casi di multa, ma ne ho sentiti. Spesso nelle grandi città viene chiesto di mettere a posto il treppiedi, soprattutto davanti a monumenti (ma se non quelli non so proprio cosa si possa immortalare con treppiedi in città...). Conviene sempre rispettare quanto detto. Ma è giusto sapere la verità ed essere informati e magari far presente con educazione. In fin dei conti chi richiede ciò segue semplicemente degli ordini impartiti o norme alquanto vaghe...

avatarsenior
inviato il 29 Luglio 2016 ore 16:17

AH! AH!

Questa non l'avevo proprio mai sentita, ed è più di 30 anni che sono un operatore del diritto e più di 50 che sto dietro un oculare ...

Proverò a far fare un approfondimento in studio, sono troppo vecchio per queste cose ...

Ma incredibile però ...

SorrisoSorrisoSorriso

avatarsupporter
inviato il 01 Agosto 2016 ore 11:20

Tutto vero

In molte occasioni sono stato ripreso dagli addetti alla sorveglianza per il posizionamento del treppiede in scatti notturni, sempre davanti a monumenti importanti

ma nonostante cio in tutte le occasioni ho sempre trovato persone ben disposte a farti finire di fotografare, magari raccomandandoti di fare presto, a volte anche avendomi visto preventivamente nell,atto di posizionare il treppiede hanno aspettato che facessi qualche scatto prima di avvertirmi che era vietato

tutto sta nel sapersi relazionare e parlare con educazione, nella maggior parte dei casi senza esagerare si riesce a scattare tranquillamente.

avatarsenior
inviato il 01 Agosto 2016 ore 13:44

Appresi anche io anni fa dalle pagine della rivista Fotografare dell'esistenza di questi dispositivi di legge.In suolo pubblico ho cmq usato il cavallertto in tanti posti,compresa piazza Santa Croce e piazzale Michelangelo a Firenze piu volte,ma non ho mai avuto problemi.Certo,ti piazzi in mezzo a rompere le scatole al traffico o agli altri,magari attiri l'attenzione di qualcuno delle Forze dell'Ordine,ma se usato con criterio,non penso,almeno,a me non è successo,FINORA.

avatarsenior
inviato il 01 Agosto 2016 ore 13:49

Esatto il vero buon senso e' evitare intralcio alla circolazione. Quella norma purtroppo applica in maniera troppo rigorosa quella relativa all'occupazione temporanea di suolo pubblico.

avatarsenior
inviato il 02 Agosto 2016 ore 9:34

In molte occasioni sono stato ripreso dagli addetti alla sorveglianza per il posizionamento del treppiede in scatti notturni,


ma guardie giurate o proprio forze dell'ordine? Comunque se non si è d'intralcio è assurdo.

avatarsupporter
inviato il 02 Agosto 2016 ore 16:01

Forze dell,ordine.

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