| inviato il 16 Luglio 2012 ore 22:39
Ciao a tutti, da qualche tempo seguo questo bellissimo sito, per il quale faccio i complimenti a Juza, e finalmente ho deciso di iscrivermi anche per avere consigli utili dai più esperti.... Ho la fortuna di fare un lavoro che mi porta molto spesso in montagna e a contatto con gli animali, dunque diciamo che non mi mancano soggetti e ambientazioni stupendi da fotografare. Infatti da "sempre" fotografo molto (anche se non sempre con risultati eccelsi) ho iniziato con una reflex pentax analogica per poi passare elle più "comode" bridge. Dallo scorso anno ho deciso di mettermi a "fare sul serio" cercando di migliorare la qualità delle foto che scatto, sono dunque ritornato alle reflex sempre con pentax per poter utilizzare alcune ottiche che già possedevo. Dunque mi piacerebbe avere qualche consiglio sulle tecniche migliori per la caccia fotografica. Quando sono in giro per i monti mi capita spesso di trovarmi davanti, magari inaspettatamente, un bel soggetto da fotografare ma, ovviamente, la maggior parte delle volte il tempo a disposizione per lo scatto è veramente minimo. Io attualmente giro con la macchina con il 70-300 (è in arrivo il 55-330 pentax) montato il tutto agganciato ad un monopiede così da avere un minimo di stabilità in poco tempo. uno dei miei crucci è il settaggio della macchina, secondo voi quando non si ha il tempo di impostare tempi, aperture e iso com'è meglio impostare la macchina per essere pronti a "qualsiasi" situazione (o quasi)?? So che forse è una domanda da 1.000.000 di $$ ma magri qualcuno ha da darmi qualche consiglio.... Grazie a tutti A presto Gior79 |
user1193 | inviato il 17 Luglio 2012 ore 8:48
ISO Auto, priorità di diaframma, così regoli solo quello al volo prima di scattare. |
| inviato il 17 Luglio 2012 ore 9:18
Iso auto, priorità di tempi (impostando il tempo necessario per evitare il mosso dell'eventuale soggetto). |
| inviato il 17 Luglio 2012 ore 9:27
Uno dei maggiori problemi legati alla pratica della caccia vagante (fotograficamente parlando) è che nel momento dell'incontro i selvatici si mettono quasi sempre in stato d'allarme e tendono ad allontanarsi. Il risultato è nella maggior parte dei casi è quello di avere i soggetti inquadrati di spalle. Si dovrebbe avere almeno il tempo di nascondersi prima che essi ci vedono. Con la fauna è pressoché impossibile, dato che ci "sentono" per primi, sia con l'udito, che con la vista e l'olfatto. Con i volatili il discorso è diverso, ma ricordiamoci che, specialmente i rapaci, hanno una vista ingrandita, e se loro appaiono a noi come minuscoli puntini, lo stesso non lo è dal loro punto di vista. Inoltre, ottenere una bella immagine, che riempia tutto il fotogramma, presuppone distanze di scatto di qualche decina di metri, a meno che non si tratti di mammiferi di grossa taglia, e ciò negli incontri fortuiti genera nel selvatico un tale stato di agitazione che riesce ad allontanarsi prima che riusciamo ad inquadrare e a mettere a fuoco, figuriamoci poi a comporre l'inquadratura. La cosa più saggia, ai fini del risultato, rimane quella dell'appostamento preventivo in delle zone dove si è sicuri che transiti il selvatico. Si ricorre in questi casi anche ai soliti espedienti quali l'abbigliamento mimetico + capanno e reti mimetiche. Alcuni ricorrono anche a "pasturare" preventivamente la zona con cibo per richiamare le specie sul posto. Tale pratica è comunque sconsigliata per diversi fattori, al di là di quelli prettamente etici. Ancor meglio, e in tanti lo fanno, è consigliabile recarsi nelle riserve e nelle aree protette, dove i selvatici sono abituati alla presenza dell'uomo e si lasciano avvicinare maggiormente. Da parte mia ho speso parecchi anni in appostamenti in zone fluviali, che nella stagione venatoria erano frequentate dai cacciatori, con risultati deludenti. Poi ho cominciato a frequentare le riserve, dove ci sono anche delle strutture adibite all'osservazione, e i risultati sono arrivati. Per i parametri da impostare ti hanno risposto già sopra. Io preferisco, con buone condizioni di illuminazione, iso 400 fisso, modo AV regolato fra 5,6 e 8,0, al fine di ottenere tempi di scatto sufficientemente veloci da congelare l'eventuale movimento del soggetto. |
| inviato il 17 Luglio 2012 ore 9:35
“ Per i parametri da impostare ti hanno risposto già sopra. Io preferisco, con buone condizioni di illuminazione, iso 400 fisso, modo AV regolato fra 5,6 e 8,0, al fine di ottenere tempi di scatto sufficientemente veloci da congelare l'eventuale movimento del soggetto. „ come Nello, reflex permettendo anche ISO fino a 800 e priorità apertura con f/8 - f/10. non uso mai l'esposimetro in spot sul soggetto, preferisco avere il controllo sulla scena, quindi -1 o più se sono all'aperto in piena luce o da 0 a +0,7 se sono in bosco o comunque zone in ombra |
| inviato il 17 Luglio 2012 ore 13:21
Ciao, grazie a tutti per le risposte... in effetti già adesso uso, come suggerisce Guidoalpino, la priorità di tempi e ISO auto ma solo quando so di essere in condizioni di luce buone, altrimenti utilizzo spesso la modalità P per paura di sbagliare il settaggio in condizioni di luce scarsa e non portare a casa neanche una foto che sia decente come "documento" dell'avvistamento. Ha anche ragione Nello che nelle zone in cui gli animali sono più abituati a vedere persone è più facile fare belle foto, però a me capitano molte ghiotte occasioni fuori dalle riserve. Ad esempio stamattina mi è passata un Aquila reale a 20 metri sopra la testa , ho scattato a mano libera a 1/1000, F5.6, ISO 400 ma è comunque venuta micromossa (l'animale era in volo lineare veloce e non in volteggio)... Forse la mia attrezzatura non è neanche il massimo (spero che con il 55-300 i risultati migliorino un po' rispetto al mio vecchio tamron) e io ho ancora molto da imparare..... Grazie ancora a tutti Gior79 |
| inviato il 17 Luglio 2012 ore 15:31
No, l'attrezzatura potrebbe anche andare bene a patto che l'autofocus abbia fatto in quel frangente il suo onesto lavoro (non conosco la Pentax). Il problema sta nei tempi di otturazione, come del resto hai già capito anche tu. Io negli scatti alle cicogne mi fido del 1/1000 o leggermente sotto, ma le foto ai grillai che sono più veloci, e irregolari nel volo, non li faccio a meno di 1/1600-1/2000 a 400mm di focale. Occhio anche al manico, nel senso che a volte sono i nostri scarti improvvisi, per mantenere il soggetto nel mirino, che generano il mosso. Anche qui occorre un buon allenamento per sviluppare un inseguimento fluido e lineare da parte nostra. |
| inviato il 17 Luglio 2012 ore 16:08
Hai ragione Nello, devo abituarmi a usare tempi alti come 1/1600 o 1/2000 soprattutto con l'avifauna in movimento.... Ma ancor di più hai ragione a dire che "non conta la bacchetta ma il mago..." infatti nelle foto di stamattina all'aquila a fare il mosso sono stato io e non, ovviamente, l'attrezzatura.... Grazie ancora, a presto Gior79 |
| inviato il 17 Luglio 2012 ore 18:21
Credo che la caccia itinerante da noi in Italia sia abbastanza difficile da fare. Anche con buoni obiettivi e un buon allenamento. Personalmente ci ho provato per un bel po' tra l'inverno e la primavera appena passati e servirebbe sempre un 500mm o un 600mm per riuscire ad avvicinare quel tanto che basta i soggetti! Se si resta sui 300mm o 400mm l'appostamento fisso è necessario. Chiaro che il colpo di fortuna ci può stare e che una volta ogni tanto il volatile che ci passa sopra la testa, vuoi per la luce, per la vicinanza, ecc ci "regali" un scatto buono ma andare a fare foto così a lungo andare è frustrante. Io sto cominciando ora con gli appostamenti e non posso che consigliare anche agli altri di provare. Si tratta di trovare un buon punto per fare un po' di prove e vi giuro che trovarsi anche "solo" una Pantana, un Piro Piro Piccolo o una Nitticora a pochi metri è una bella emozione. Da lì in poi ci sta tutta la tecnica e la bravura del fotografo nello studiare il momento buono, lo sfondo, tempi e diaframmi, ecc. Si ha cioè qualche minuto in più per ragionare sul da farsi ma per lo meno il soggetto si è quasi certi di averlo a disposizione! |
| inviato il 18 Luglio 2012 ore 10:15
Condivido quanto dici Cius, la caccia itinerante (perlomeno quella fatta al di fuori di parchi o riserve) è molto difficile e spesso poco gratificante. Io però mi trovo spesso in giro per lavoro e vorrei cercare di sfruttare al meglio le occasioni che molto spesso mi si presentano... Immagino che gli appostamenti possano regalare grandi emozioni e soddisfazioni, infatti anch'io ho intenzione di iniziare ad avvicinarmi a questa pratica. Grazie del passaggio Gior79 |
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