| inviato il 21 Giugno 2016 ore 12:52
"Una fotografia non è necessariamente una menzogna, ma allo stesso tempo non è certo la verità. Si tratta più che altro di un'impressione, soggettiva e fugace. Quel che mi piace della fotografia è il momento preciso che non può essere anticipato; bisogna stare sempre all'erta, pronti ad afferrare l'inatteso." Dagli studi geometrici dei paesaggi, ai ritratti espressivi e vibranti, la fotografia Martine Franck si serve del bianco e nero per liberarci dalla distrazione del colore e spogliare il superfluo. Nata ad Anversa nel 1938, Martine cresce tra gli Stati Uniti e l'Inghilterra. Dopo aver studiato storia dell'arte all'Università di Madrid e all'Ecole du Louvre, comincia la carriera di fotografa come assistente di Eliot Elisofon e di Gjon Mili, presso la rivista LIFE. Fotografa ufficiale del “Théatre du Soleil” dal 1964, collabora come freelance per il New York Times e Vogue. Nel 1970 sposa H. Cartier-Bresson e diventa membro dell'Agence Vu, contribuendo alla fondazione dell'agenzia Viva. Nel 1976 scattò una delle sue fotografie più importanti, quella in cui ritrae dei bagnanti a bordo vasca a Le Brusc, in Provenza. Martine Franck, spiegò di aver visto la scena da lontano mentre sostituiva la pellicola nell'apparecchio fotografico, certa che, se avesse ritardato anche di solo attimo, avrebbe del tutto perduto lo scatto immaginato. Nel 1980 è tra le prime donne ad entrare nell'agenzia Magnum Photos. Nel 1983 ne divenne membro effettivo, una delle pochissime donne a farne parte. Durante lo stesso periodo, collaborò con l'ex Ministero per i Diritti delle Donne Francesi e due anni dopo divenne una portavoce della International Federation of Little Brothers of the Poor, un'associazione no profit che si prende cura dei gente bisognosa. Nel 1993 effettuò i suoi primi scatti lontano dai confini usuali, visitando l'isola irlandese di Tory dove documentò la vita di una piccolissima comunità gaelica lì esistente. Successivamente fece viaggi in Tibet ed in Nepal dove potè documentare, unico nel suo genere, il sistema educativo dei monaci tibetani. Fotografa di grande sensibilità, Martine Franck sfiora con delicatezza la quotidianità. Le sue immagini ci permettono di entrare in un mondo sospeso. Fotografie che hanno il merito di distogliere lo sguardo da immagini di sicuro impatto, per portarlo su particolari intensamente simbolici. La Frank crea un meccanismo visivo che, attraverso la cura costante del rapporto tra contenuto e forma, genera immagini di singolare bellezza. La fotografia diventa per la fotografa belga un modo di comunicare emozioni, passando dai ritratti di alcuni tra i più importanti artisti e scrittori, tra cui Michel Foucault, Marc Chagall e Agnès Varda, ad un impegno sociale che si focalizza nel dare voce a sfollati ed emarginati. Martine Franck continuò a lavorare malgrado la diagnosi di un tumore osseo ( 2010), partecipando a numerose mostre come quella tenutasi alla Maison Européenne de la Photographie ,dove furono esposti 62 ritratti di artisti fotografati tra il 1965 ed il 2010. Morì a Parigi nel 2012. Ognuna delle fotografie di Martine, pur nascendo dall'istinto del momento, rivela una profonda cura della composizione e una potenza artistica fuori del comune. www.google.it/search?q=martine+franck+photographer&hl=it&gbv=2&prmd=iv |
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